editoriale
la Redazione 24.10.2016
La
Redazione di ItalianiLiberi informa i lettori di avere compiuto il
riordino sistematico e ragionato del presente sito, fondato da Ida
Magli. Gli editoriali, che sarà possibile visionare direttamente dai
link dell’indice in formato pdf, sono
stati suddivisi in base alla cronologia e alle tematiche affrontate di
volta in volta dalla studiosa. Vi si affiancano editoriali e articoli
rispondenti agli argomenti principalmente trattati dall’antropologa e
coerenti rispetto alla sua ricerca scientifica. Fra gli editorialisti
presenti è stata dedicata una sezione allo storico Giordano Bruno
Guerri, cofondatore dell’Associazione ItalianiLiberi. Vi è, inoltre,
una sezione i cui editoriali sono stati scritti dai componenti della
redazione, e un’ulteriore composta da articoli di autori i cui
argomenti sono strettamente connessi alle tematiche sulle quali Ida
Magli ha costantemente posto la sua riflessione. Abbiamo individuato
tredici sezioni tematiche, alle quali ne è stata aggiunta una dedicata
alla sua scomparsa.
Le singole parti saranno brevemente introdotte per chiarire gli aspetti
più significativi, precisando che i temi più sentiti e amati riguardano
la difesa dell’Italia in relazione all’avvento dell’Unione europea.
L’attenzione di Ida Magli per l’Europa-Ue come problema antropologico
centrale, nostro e del nostro tempo, è stata massima fin dal Trattato
di Maastricht (firmato nel ‘92, entrato in vigore nel ’93), alla messa
a punto della moneta unica (in Italia nel ‘98, col Governo Prodi). Sono
gli anni in cui Ida Magli scrive “Per una rivoluzione italiana” (con il
capitolo su “L’integrità culturale”, 1996) e “Contro l’Europa” (1997),
la cui versione aggiornata è del 2000 e da quel momento mai più
ristampato, come il primo: inequivocabile segnale. I suoi primi
articoli erano esplicativi e lungimiranti rispetto a ciò che l’Unione
europea avrebbe rappresentato; precedono la nascita dell’associazione
“Italiani Liberi” e di questo sito, inaugurati nell’ottobre 2000,
strumenti e testimonianza del suo totale impegno personale per
costruire e organizzare (da zero e nel silenzio più assordante della
stampa e degli intellettuali) una critica all’Unione europea.
Pensiamo che il riordino sistematico del materiale qui raccolto possa
rappresentare un valore, sia per la varietà e ricchezza dei contenuti
enucleati dalla scienziata sia per l’attualità che immediatamente si
scorge nella lettura. La chiarezza di analisi degli argomenti più
complessi, affiancata all’eccezionale metodo di analisi che sostanzia
la sua ricerca scientifica, fa del materiale qui disponibile una
preziosa testimonianza storica e antropologica e un punto di partenza,
crediamo, profondamente rivoluzionario, oggi più che mai.
evENTI
Al Vittoriale l'ultimo saluto
a Ida Magli
Cari Amici,
il 4 giugno, alle 12, le ceneri di Ida Magli verranno tumulate al Vittoriale degli Italiani.
La cerimonia, semplice e privata, verrà preceduta da un alzabandiera, alla presenza di familiari e amici.
Nel pomeriggio il Vittoriale, "non a caso in festa" - dice
Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione - inaugurerà due
mostre e tre opere d'arte nel parco.
Chi volesse essere presente è pregato di comunicarlo entro il 1 giugno all'indirizzo email posta@italianiliberi.it che inoltrerà all'organizzazione del Vittoriale
EVENTI
Ricordo di Ida Magli
al Teatro Eliseo di Roma
Domenica
13 marzo il Teatro Eliseo di Roma ha celebrato Ida Magli con un evento
musicale a lei dedicato. Sono intervenuti, ricordando la grande
antrpologa, Luca Barbareschi, Barbara Palombelli, Giordano Bruno Guerri >> VIDEO
PRIMO PIANO
Chi era Ida Magli?
I ricordi e i pensieri di chi l'ha conosciuta
|
“l’intelligenza sa di essere
libera, quali che siano le coercizioni esteriori. Sa che la grandezza
dell’Uomo è nel pensiero, e sa che c’è sempre almeno un altro uomo che
lo afferra e lo trasmette.”
|
Barbara Palombelli, giornalista
PRESENTAZIONE DI "DIFENDERE L'ITALIA" - Il Foglio 04 dic 2013
Franca Mionetto, allieva
Barbara Pavarotti, allieva
IDA MAGLI, L'IMMORTALE
Raffaello Volpe, docente
IL GENIO DI IDA MAGLI, LA NEMICA DELL'OVVIO OSTEGGIATA DAI POTENTI
Alessandra Fagioli, scrittrice
IN RICORDO DI IDA
Marianne Bengtsson, allieva
RICORDARE IDA
Paolo Quinto, politico
RICORDANDO IDA MAGLI
Marina Mascetti, archeologa
IDA MAGLI: VEDERE LA VERITÀ OLTRE LE APPARENZE
Nico Carlucci, allievo
PREGHIERA LAICA
Francesco di Maria, docente
RICORDO DI IDA MAGLI
Rosaria Impenna, allieva
IDA MAGLI E L’ANTROPOLOGIA COME L’ULTIMA FILOSOFIA
Luisa Falconi, allieva
RACCONTARE IDA CON IL RICORDO
Piero Padovan, dentista
L'IMPERDONABILE ANTROPOLOGA DI NOI SELVAGGI
Maria Grazia Quieti, allieva
FRAMMENTI DI RICORDI
Federica Zanoni, allieva
GRAZIE IDA MAGLI!
Addio a Ida Magli
Roma, martedì 23 febbraio 2016
Nella notte di sabato scorso 20 febbraio si è spenta, serenamente, Ida Magli,
confortata dall’affetto del figlio. Noi, suoi allievi e amici, ci
ripromettiamo nei prossimi giorni di dedicare spazio al suo ricordo.
Oggi ci è difficile, e ce ne scusiamo con i lettori che in
ItalianiLiberi hanno sempre riposto fiducia. Il messaggio che Ida Magli
ha lasciato a tutti noi è stato quello di difendere gli Italiani dalle
menzogne e dall'odio contro la bellezza e l'intelligenza che nei secoli
abbiamo creato. Il nostro popolo - ci ricordava - ha sempre
sofferto moltissimo per colpa dei governanti. Ida Magli ha dedicato
tutte le sue forze a darci speranza e a combattere per l’Italia e la
sua cultura, e ci ha lasciati col disappunto di non avere più tempo per
“fare ancora qualcosa” per salvarci…
Questo sito continuerà a raccogliere la sua opera e i suoi articoli
scritti negli ultimi venti anni, sia pubblicati, che inediti, perché
considerati troppo “scomodi”. Speriamo che possano continuare a
fornire un sicuro punto di riferimento e uno stimolo per continuare
l’opera della grande antropologa.
Farewell to Ida Magli
Rome, february 23rd, 2016
Saturday night, february 20th, Ida Magli passed away peacefully, comforted by the love of her son.
In the next days we – her students and friends – will give more space
to her memory. Right now it is tough to do so, and we apologize
to readers who always trusted ItalianiLiberi.
The message that Ida Magli has left to all of us is to defend the
Italians from the lies and the hatred against all the beauty and
intelligence that we have created over the centuries. Our people - she
used to said - has always suffered enormously because of its rulers.
Ida Magli has devoted all her strength to give us hope and to prompt us
to fight to defend Italy and its culture; she left us with the
disappointment of not having had more time to "do something else" to
save us ...
This website will continue to gather and collect her works and articles
written in the last twenty years, both published and unpublished (when
they were considered too "uncomfortable" or controversial). We hope
that her writings will always be a reference point and an encouragement
to continue the work of the great anthropologist.
IN LIBRERIA
di Ida Magli
in libreria
La dittatura europea riedizione 2015
di Ida Magli
editoriale
di Raffaello Volpe
ItalianiLiberi | 01.02.2016
"(...)
alcuni sanno o intuiscono che l'arrivo delle donne al potere, non per
merito, ma solo per una questione di parità numerica di "genere",
comporterà una perdita di “potenza”, e quindi di potere per tutti. Per
quanto i nostri governanti mascherino la loro vera natura, gli
Italiani, viceversa, ne hanno intuito la sterilità senza futuro.
Prevederli nelle loro mosse per evitarci le pericolose conseguenze di
scelte che compiranno per il futuro dell'Italia farà la differenza fra
la vita e la morte"
editoriale
di Ida Magli ItalianiLiberi | 30.10.2015
Ho
seguito fin dall’inizio le vicende politiche di Ignazio Marino nella
speranza che, malgrado il deterioramento della sensibilità sociale e
democratica verificatosi in Italia nel corso degli ultimi anni,
qualcuno mettesse l’accento sull’unico, drammatico errore che è stato
commesso eleggendo a un’alta carica politica un chirurgo di trapianti,
ma non l’ha fatto nessuno. Eppure è evidente che il punto nevralgico è
quello: si ha a che fare con una personalità particolarissima, che ha
scelto una specialità chirurgica di limite nella quale si trova a
decidere della vita e della morte, a operare su individui debolissimi
che dipendono da lui per la propria sopravvivenza. Chi ha, o ha avuto,
il potere di decidere della vita e della morte, deve essere
necessariamente escluso dalle istituzioni del Potere, da qualsiasi tipo
di governo. Non può governare né gruppi né popoli; non è adatto a
nessuna attività nel mondo della “politica”, tanto più in una
democrazia. >> continua
editoriale
di Rosaria Impenna
ItalianiLiberi | 13.09.2015
Video: La presentazione di Giordano Bruno Guerri e il discorso di Ida Magli
SALÒ
- Domenica 13 settembre al Vittoriale degli Italiani si sono svolte
numerose cerimonie, tra cui l’inaugurazione dello splendido Arengo e
dei canili stupendamente restaurati. A seguito di tali manifestazioni
al MuSa, Museo di Salò, è stato conferito il Premio del Vittoriale 2015
all’antropologa Ida Magli. Le motivazioni di tale scelta, ha spiegato
il presidente Giordano Bruno Guerri, risiedono nel prezioso e ricco
contributo apportato dalla studiosa, alla cultura italiana. Dialogando
cordialmente con Ida Magli, in un delizioso scenario del MuSa, Guerri
ha ricordato la peculiarità innovativa dell’opera dell’antropologa,
tracciandone un puntuale itinerario a partire dalla “scoperta
dell’ovvio”, riflessione indubbiamente cruciale, che ha connotato di
una propria unicità, l’antropologia elaborata dalla studiosa. La
scoperta dell’ovvio le ha infatti permesso di usare per prima e con
risultati straordinari, gli strumenti offerti da tale sapere, per
comprendere “l’uomo bianco”, la nostra storia, il sistema di valori e
significati che accompagna l’itinerario del nostro modello culturale.
La sua lucida analisi nel decodificare i “miti”, i tabù, le false
sicurezze, l’ha sempre posta a combattere in prima persona, con
coraggio e passione il proprio alto impegno civile, ha dichiarato
Guerri. L’inesauribile lavoro dell’antropologa, attento a decifrare il
nostro passato per spiegare il presente e cogliere i tratti culturali
del futuro è ovunque presente nella sua vasta opera, ma è sicuramente
in “Omaggio agli Italiani” che Magli, muovendo dal principio che un
popolo è un io, sembra raffigurare la statura intellettuale di Gabriele
D’Annunzio ricordando: “Questa è la grandezza degli Italiani, aver
continuato a pensare sempre, a creare sempre, perché soltanto
l’intelligenza sa di essere libera, quali che siano le coercizioni
esteriori. Sa che la grandezza dell’Uomo è nel pensiero, e sa che c’è
sempre almeno un altro uomo che lo afferra e lo trasmette”. Per questo
Ida Magli, parlando agli Italiani, a partire dai presenti, ha ricordato
l’impegno, la missione a cui non potranno ancora una volta sottrarsi,
quella dell’intelligenza. Soltanto attraverso l’uso intelligente del
pensiero (e non attraverso le armi, le bombe), che ha connotato di
bellezza e invenzioni, soprattutto in ambito musicale, la storia degli
Italiani, essi, nonostante il difficile presente, riusciranno a
salvarsi.
Hanno ricevuto il Premio del Vittoriale nelle scorse edizioni: Ermanno
Olmi, Paolo Conte, Umberto Veronesi, Giorgio Albertazzi e Alberto
Arbasino.
La presentazione di Giordano Bruno Guerri
"Chi è Ida Magli, la nostra festeggiata? Sono veramente felice
che il premio sia stato assegnato a lei, perché Ida Magli non insegna cosa pensare, Ida Magli insegna a pensare. A me ha insegnato a pensare;
i suoi libri, quando ho cominciato a leggerla (e parlo degli anni
Settanta) mi hanno veramente rivelato un modo diverso di affrontare le
cose.
Ho avuto anch’io un’esperienza politica, sono stato nominato
Assessore alla Cultura di un paesino della Calabria che si chiama
Soveria Manneli, e ho accettato l’assessorato proponendo che si
chiamasse non Assessorato alla Cultura, ma Assessorato al Dissolvimento
dell’Ovvio. Il Prefetto ha fatto delle resistenze ad accettare questa
dizione, perché non capiva bene che cosa volessi dissolvere. Ecco, io
avevo preso questa definizione leggendo i libri di Ida Magli, che
appunto dissolve l’ovvio,
pensa in modo diverso: non secondo le idee ricevute, non secondo gli
schemi abituali ma, per esempio, studiando l’uomo bianco, l’uomo
occidentale (cioè noi), con gli stessi strumenti dell’antropologia
culturale con i quali in genere si studiano i selvaggi.
Questo metodo è applicabile anche ai nostri comportamenti
quotidiani, dal tifo alla politica, e il suo contributo al pensiero,
non solo italiano ma anche europeo (i suoi libri sono tradotti in molte
lingue) è stato veramente determinante. Non forse alla portata di
tutti, perché i pensieri originali, contro corrente, sono difficili da
affermare. Penso soprattutto ai problemi come quelli che ha affrontato
recentemente, come l’Unione europea, le donne...
Mi diceva prima: «Io sono una maschilista» e poi forse ci
spiegherà perché. Insomma io sono onorato e felice, Ida, che tu accetti
il premio Vittoriale; smetto di parlare perché vorrei che fossi tu a
farlo. Adesso l’amico Cassali, responsabile del settore Cultura del
Comune di Salò leggerà la motivazione e il sindaco Cipani ti consegnerà
il premio".
La motivazione del Premio
Ida Magli ha usato per prima e a fondo gli strumenti dell’antropologia
culturale per studiare la nostra vita sociale e il carattere dell’uomo
contemporaneo. Lo ha fatto negando le false sicurezze e la
rassegnazione all’ovvio, sempre combattendo in prima persona, con alto
impegno civile e lucida passione. Decifrando il mondo passato, Ida
Magli spiega il presente e intuisce il futuro. Il suo Omaggio agli Italiani
sembra raffigurare perfettamente il pensiero di D’Annunzio. «Questa è
la grandezza degli Italiani – ha scritto – aver continuato a pensare
sempre, a creare sempre, perché soltanto l’intelligenza sa essere
libera, quali che siano le coercizioni esteriori, sa che la grandezza
dell’uomo è nel pensiero e sa che c’è sempre un altro uomo che lo
afferra e lo trasmette».
Il discorso di Ida Magli
Giordano Bruno Guerri mi ha strappato a una convalescenza, mi ha
chiesto di venire qui e vi prego di scusarmi se rimango seduta mentre
vi parlo. Mi fa tanto tanto piacere conoscervi, parlarvi, naturalmente
tutti i doni che mi sono stati fatti sono preziosissimi.
Sento una certa consonanza - spero che non sembri superbia - con
D’Annunzio perché Giordano dice la dissoluzione dell’ovvio... bene, chi
ha rotto l’ovvio più di D’Annunzio? Non ha fatto altro che
scandalizzare il mondo facendo sempre cose che nessuno si aspettava!
C’è un’altra cosa che io credo in qualche modo di avere capito di
D’Annunzio, ed è il fatto che sono convintissima che l’aver studiato
uno strumento da bambino (a D’Annunzio fecero studiare il violino) dà
la certezza di potersi buttare, di poter provare anche sbagliando. La
musica è veramente l’unica scienza che ti permette di andare oltre. Io
di questo sono convintissima perché, quando suoni o quando canti, anche
se conosci perfettamente quello che stai facendo non sei mai sicuro di
non sbagliare. Ti devi in qualche modo affidare. Ecco, io credo che
D’Annunzio abbia sempre fatto così. Forse ne ha fatto anche un suo modo
di vivere, di questo andare al di là dell’ovvio, del normale, del
correre rischi. Penso che aver suonato uno strumento gli abbia dato
questa capacità, anche se forse lui non se ne è reso conto.
Io invece me ne sono resa conto – io suono il pianoforte, sono
diplomata all’Accademia di Santa Cecilia – perché ho imparato a fare
Antropologia sull’uomo bianco, cioè su noi stessi (come ricordava
Giordano); mentre l’antropologia in genere studia gli uomini selvaggi.
Perché ho questo senso, che il metodo antropologico sia un sistema
musicale, e che si possano in qualche modo scrivere su un pentagramma i
vari tratti culturali di un popolo. Giordano mi ricordava che in
enigmistica c’è un sistema di fare i puntini, unendo i quali viene
fuori una figura. Bene, io faccio antropologia così, cioè piazzo lì
qualche puntino – forse il tratto culturale più importante è quello –
poi ne tiro fuori un altro e un altro ancora… Se prende figura, se
prende una forma, allora significa che non sto sbagliando. Se non
prende figura, cambio puntini.
Io ho fatto antropologia dell’uomo bianco in questo modo, e qualche
risultato l’ho avuto, nel senso che credo di conoscere abbastanza bene
il mondo del Sacro nostro, non quello dei popoli primitivi. Quindi ho
scritto molto sul Cristianesimo, ho scritto un libro su Gesù di cui
sono sempre molto contenta, e ho scritto un libro su una santa per la
quale quindi sono affine a Giordano. Abbiamo difeso insieme Maria
Goretti, battaglie ormai passate.
Soprattuto ho capito che per fare Storia quello che bisogna saper
collegare non sono i fatti, non sono le date, ma quello che c’è sotto
ai fatti, quello che c’è sotto alle battaglie, alle vittorie, ai
sistemi politici; e questo lo storico da sé non lo può raggiungere.
Bisogna farlo attraverso questo sistema che io chiamo musicale, che è
un sistema antropologico, e dà molta soddisfazione.
Attraverso questi strumenti, veramente si capisce che cosa sia l’Uomo,
e cioè la imprevedibilità dell’uomo. Perché lo storico, di solito, si
fonda su ciò che è già stato fatto, e non può ovviamente prevedere
niente; mentre invece con l’Antropologia è possibile anche prevedere. E
mi permetto (dato che l’ha richiamato Giordano) di fare un esempio. Io
non sono una visionaria – sono una donna, ma non sono una visionaria;
ho scritto un libro contro l’Europa, intitolato proprio così: «Contro
l’Europa», quando era una bestemmia parlar male dell’Europa. Era il
1997, non c’era ancora l’euro, la moneta; però era talmente certo che
l’Unione europea non si sarebbe mai potuta fare, che ancora adesso, a
distanza di tanti anni, tutti si lamentano ancora non è stata fatta
l’Unione europea. Cioè esiste solo a tavolino, esiste formalmente,
esistono ricche poltrone per i nostri politici; ma l’Unione europea non
si è fatta. Ho fatto questo esempio perché veramente io stessa rimango
stupita nel vedere quanto l’Unione europea non si possa fare, ancora
adesso.
Però io ero partita allora da strumenti antropologici: non avevo nessun
motivo per prevedere che l’Unione europea non si sarebbe fatta, se non
proprio l’analisi degli strumenti culturali.
Detto questo, credo che si possa parlare qui, dove Giordano da tanto
tempo fa vivere D’Annunzio, fa vivere la vita che ha fatto D’Annunzio,
i suoi sentimenti, i suoi pensieri, i suoi amori, le sue passioni, le
sue, diciamo così, stravaganze. Ecco, io credo che D’Annunzio, malgrado
tutto questo lavoro per comprenderlo, sia da capire soprattutto dal
punto di vista musicale.
Mi ha colpito il fatto che D’Annunzio abbia difeso Wagner, disputando
con un filosofo di un certo calibro, che sicuramente riteneva di essere
più formato di D’Annunzio per capire Wagner, e invece non lo era. E
infatti la difesa che ha fatto D’Annunzio è una difesa di profonda
concezione musicale. E nel difendere la musica (e non il significato e
le parole di tanti che sostenevano il dramma musicale di Wagner), ha
dimostrato effettivamente di sapere che cosa fosse la musica. Perché
non è vero che la musica nasce con quella trama, quei personaggi: la
musica nasce prima nel pensiero e nell’anima del musicista. Se non c’è
quella, non è possibile; naturalmente [è possibile] fare i compiti bene
e senza errori, un dramma musicale, ma non fare musica. E questo
D’Annunzio l’ha capito da sé, c’è arrivato da sé.
Io sono convinta che – anche se D’Annunzio è stato tanto studiato –
questo aspetto sia ancora da approfondire. E stasera vorrei
invitare Giordano a seguire questa strada. Perché lo so, è vero, lui ha
fatto amicizia con Debussy, ha fatto tante cose, però è questo punto
qui che ti vorrei suggerire, cioè l’andare oltre a quello che uno pensa
di D’Annunzio. Quando ha accompagnato con la musica Monaci, il San
Sebastiano, non era questa la grandezza di D’Annunzio nel capire la
musica.
Credo sinceramente che i critici musicali siano le persone meno adatte
a capire la musica; è un grande e intelligente poeta quello che può
capire la musica, e in Italia ne abbiamo avuti veramente pochi. Quindi,
se mi posso permettere di dare un suggerimento, questa sera inviterei
Giordano ad approfondire questo aspetto e trovare (non so in che modo
ma Giordano è molto bravo anche sul piano delle cose concrete) trovare
un modo per rilanciare una novità di D’Annunzio. Perché ho notato che
purtroppo in Italia, non soltanto per D’Annunzio, si cerca di mettere
da parte le cosiddette persone scomode. Più scomodo di D’Annunzio credo
che al mondo ci siano state poche persone; ma non bisogna metterle da
parte perché si tratta di persone che appunto sono andate al di là
dell’ovvio, sono quelle che hanno indicato nuove strade. Ecco, vorrei
vedere incominciare una nuova strada di D’Annunzio.
Per il resto, cosa posso dirvi? Posso dirvi, certo, che sappiamo tutti
che l’Italia sta vivendo un periodo molto difficile, che non sappiamo
chi ci porterà fuori da questa situazione, perché purtroppo abbiamo
delle strutture politiche molto mediocri...
Però io ho scritto un libro – posso permettermi di citarlo? – con un
titolo voluto: «Omaggio agli Italiani». Certo, tutti a parlar male
degli Italiani, che sono passivi, che sono vigliacchi... Io sono
convinta che non c’è un popolo come gli Italiani, non soltanto sul
piano storico ma anche sul piano della fantasia. Un popolo che ha
saputo sopravvivere a secoli e secoli di politica fatta dai Papi, senza
farsi intellettualmente intimorire, perché anzi, le armi che hanno
usato gli Italiani per difendersi dallo Stato pontificio, sono state
soltanto le armi dell’intelligenza. Cioè: gli Italiani non hanno mai
fatto la rivoluzione. Benissimo, ma hanno fatto delle rivoluzioni
intellettuali talmente forti, talmente profonde... Ma chi ha avuto
altri geni come hanno avuto gli Italiani? Io sono convinta (e mi spiace
dirlo) che è stato lo Stato Pontificio a fare da fermento
all’intelligenza degli Italiani, costretti a guardarsi dalla censura da
una parte, dal rogo dall’altra. E però... chi ha prodotto tanto
intellettualmente, artisticamente, scientificamente? Nessun altro
popolo, ve lo posso assicurare, nessun altro popolo. Allora l’«Omaggio
agli Italiani» è questo: l’Italiano non si lascia ammazzare perché
produce intellettualmente. Non si può fare la rivoluzione con i fucili,
con le bombe: ma che rivoluzione è quella? Non è una rivoluzione, è
troppo facile, è troppo banale... ma soprattutto non serve, non
produce. Ma gli Italiani hanno prodotto: aprite un’Enciclopedia della
Musica, praticamente i nomi degli italiani sono il 90 per cento. Aprite
un’Enciclopedia della Scienza, dell’Arte, di tutto: lo stesso. E anche
soprattutto le scoperte. Gli Italiani hanno prodotto tanta musica, ma
noi abbiamo pure avuto Guido da Arezzo, che ha inventato la notazione
musicale: non c’era arrivato nessuno a immaginarsela. Si andava avanti
con i sistemi del Gregoriano, e un giorno lui si è rifiutato di copiare
( la musica bisognava copiarla, scriverla a mano) e ha inventato il
sistema per la notazione musicale. Se non ci fosse stato un Italiano,
io sono convinta che ancora non avremmo una notazione musicale.
Questo strappo che fa l’intelligenza degli italiani è totalmente,
totalmente originale, non ce l’ha nessun altro. Io non credo che sia
possibile ammazzare questo; certo, ci stanno provando, ci stanno
provando...
E allora questa sera, proprio perché mi trovo in un ambiente così
favorevole per un discorso del genere, così capace di comprenderlo,
così capace di sopportare che venga detto da una personcina come me,
che per giunta sono una donna... (lo so che le donne oggi vanno di
moda... ma peggio che mai, era meglio quando non andavano di moda)
Ecco allora io stasera faccio questo auspicio:
cerchiamo di renderci conto che stiamo vivendo un periodo terribile,
forse peggiore di quello dello Stato pontificio, e che dobbiamo
combattere con l’intelligenza. Dobbiamo - da stasera, da domani -
renderci conto che la nostra rivoluzione deve essere questa: dobbiamo
di nuovo sollecitare le intelligenze. Cosa che naturalmente i politici
non vogliono, fanno di tutto per avere la scuola tutta uguale, tutto
deve essere uguale... No! Tutto deve essere diverso!
Sono convinta che aver fatto questa proposta, qui, questa sera, insieme
a voi, permetterà non dico di cominciare proprio da domani, però
perlomeno di cominciare a riprenderci, questo sì, e io ci conto. Vi
ringrazio.
editoriale
Le conseguenze dell'uscita dell'Italia dall'Eurozona
Il
testo che vi proponiamo è molto interessante ed esaustivo soprattutto
perché cerca di rispondere ai vari interrogativi che l'ipotesi di
uscire dall'euro suscita di solito. Non è il solo testo esistente:
basta fare un giro in internet per scoprire quanto grande sia ormai
l'insofferenza degli italiani verso la moneta unica, della quale
nessuno riesce più a negare di averci impoverito e reso più deboli
tanto economicamente quanto politicamente. Io, però, voglio aggiungere
qui due osservazioni che mi sembrano ineluttabili.
La prima è che la moneta unica è fallita perché non poteva non fallire
in quanto strumento di un'Europa che non esiste e che non può esistere.
L'Ue non è uno Stato, il parlamento europeo è un finto parlamento in
quanto rappresenta uno Stato che non esiste e difatti non legifera se
non marginalmente. Le decisioni, come è noto, le prende la Banca
Centrale europea, il Consiglio o, a piacere, la Merkel insieme a
Hollande. Tutto è "finzione" di ciò che è stato costruito sotto il nome
di Unione europea, ma la finzione era indispensabile, sia perché
unificare politicamente le nazioni più progredite del pianeta era (e
rimane) un'idea assurda, sia per soddisfare i politici dei vari Stati i
quali possiedono così una miriade di poltrone, di stipendi, di benefici
e il gusto della grandeur: Alto Rappresentante, ecc. ecc., non vi fa ridere?
La seconda osservazione è questa: tutti sappiamo tutto, ce lo siamo
detto e ridetto e ce lo ripetiamo ogni giorno, ma non c'è nessuna
speranza di poter abbandonare l'euro o uscire dall'Europa perché,
appunto, ai politici non conviene, non intendono farlo, e hanno anche
paura dei poteri massonici di Bruxelles. Non mi sembra che dica
esplicitamente di uscire dall'Europa neanche la Lega e comunque non
avrebbe la maggioranza per poterlo ottenere. Dei referendum proposti da
Grillo è inutile parlare: sono promesse al vento e per giunta in
malafede. Non mi sembra che abbiano cambiato la Costituzione che lo
vieta in materia di politica estera e fiscale, quindi il referendum non
si può fare.
Questa è la situazione. Occorrono idee e proposte fattibili per uscirne.
(Qualche tempo fa alcuni avvocati britannici hanno affermato che la
rinuncia da parte di uno Stato alla propria sovranità monetaria, è
illegittima e "nulla").
editoriale
di Rosaria Impenna ItalianiLiberi | 06.08.2015
Sono
sempre più numerose le città che nel periodo estivo si tingono di
sgargianti costumi, piume colorate e festosi schiamazzi per
l’appuntamento che vede sfilare l’orgoglio omosessuale. Rituale forse
ormai svilito, rispetto alle autentiche rivendicazioni di libertà nei
confronti della struttura familiare borghese, che ispiravano il primo
movimento. Le molteplici istanze di rottura dai ruoli sociali e dalla
famiglia patriarcale che li legittimava, entusiasmavano i giovani che
vedevano coagulare in determinate manifestazioni vitali ribellioni.
Negli ultimi anni, viceversa, le richieste del diritto al matrimonio,
alle adozioni e al riconoscimento giuridico della famiglia omosessuale,
ci pare contrastino con le proposte che appunto, negli anni ’70 sia il
femminismo che i movimenti di liberazione sessuale dichiaravano per
abbattere qualsiasi modello di istituzione matrimoniale e familiare.
editoriale
Per
rievocare l'ultima grave crisi dell'Unione europea si deve risalire
all'ottobre del 2009, quando il presidente della Repubblica Ceca Václav
Klaus tardò nel firmare il Trattato di Lisbona, che se non l'avesse
fatto tutta l'impalcatura edificata fino a quel momento sarebbe
crollata. Anche in quel caso, al pari di Alexīs Tsipras e del suo
governo, si trattò di una sfida di breve durata. Purtroppo il
presidente Václav firmò. Un'eventuale crollo anticipato dell'Unione
europea in quel momento ci avrebbe forse risparmiato questi giorni e
quelli che seguiranno.
editoriale
di Ida Magli il Giornale | 29.02.2015
Uno
degli aspetti peggiori dell’assolutezza dittatoriale di Matteo Renzi è
la sua indifferenza ai significati che ogni comportamento assume per
gli esseri umani. La cosiddetta “riforma della scuola” ne rappresenta
forse la prova più evidente. “Via i precari” è la parola d’ordine;
“Tutti saranno assunti per concorso”; “Deve essere garantita la
qualità culturale della scuola”. Benissimo. Ma Renzi sa che l’85% per
cento del personale di ruolo nelle scuole è di sesso femminile? Sa cosa
comporta questo dato di fatto? I maschi non possiedono più nessun
sapere da trasmettere ai figli? Non hanno più nessun interesse al
futuro della Nazione? Una riflessione sull’allontanamento quasi totale
dei maschi dall’educazione e dal sapere dei figli permetterebbe di
capire che fa parte di quello stesso allontanamento testimoniato
dall’omosessualità maschile, dal coito sterile, dalla quasi assoluta
incapacità creativa della società italiana di oggi. In un certo senso
testimonia la ribellione dei maschi al predominio e all’obbedienza
verso le donne imposto loro dalla nascita fino alla fine della scuola
secondaria superiore e oltre.
editoriale
L’Italia
vive ormai da anni fuori da qualsiasi norma democratica. Siamo giunti
perfino all’assurdo che il Presidente della Repubblica è stato eletto
da un Parlamento da lui stesso dichiarato illegittimo. Ma la
responsabilità maggiore della situazione attuale è da attribuirsi alla
politica fallimentare di Berlusconi, fallimentare per il suo partito
che è praticamente diventato la ruota di scorta di Renzi, ma
soprattutto per l’Italia dato che una democrazia dove non esiste
opposizione diventa dittatura.
editoriale
Che se ne fanno gli italiani di Forza Italia? Che ce ne facciamo noi - i tanti che amano l’Italia - di Forza Italia?
Vogliamo continuare a fingere di essere vivi pur comportandoci da
morti? No, basta, basta: di questa Forza Italia non ne possiamo più;
dentro il partito sono in molti a pensarlo ed è un dovere avvertire il
capo quando sbaglia. Un leader che non ha la minima fiducia nel proprio
partito e che ritiene che gli avvenimenti non contino, che il tempo se
ne stia fermo fino a quando lui non si muoverà, è veramente fuori dalla
realtà, ripiegato sul proprio narcisismo fino a limiti abnormi.
Cominciamo dal famoso “patto del Nazareno”, un patto che per gli
italiani non esiste in quanto un accordo privato fra due leader
politici di cui il parlamento non è stato messo al corrente, è un patto
invalido. Per giunta Berlusconi continua a ripetere che è
nell’interesse dell’Italia far fare a Renzi le riforme utili alla
“governabilità”, evidentemente intendendo per governabilità il minimo
di potere ai cittadini e il massimo al capo del governo, ciò che è
appunto lo scopo di Renzi in base allo spirito dittatoriale che lo
anima: “discutete pure quanto vi pare, ma io farò quello che ho
deciso.”
editoriale
Nella
Costituzione italiana è previsto il reato di tradimento, ma nella lunga
storia della Repubblica non è mai stato invocato contro nessuno. Cosa
dovrà mai dunque fare un politico per essere accusato di tradimento?
Giorgio Napolitano ha sicuramente tradito la Costituzione e le leggi
che reggono la democrazia in Italia costringendoci a vivere
nell’illegittimità del colpo di stato compiuto chiamando Mario Monti a
governare senza la crisi e le dimissioni del governo in carica,
continuando fino ad oggi a non indire mai le elezioni, mantenendo in
vita un parlamento dichiarato illegittimo dalla Consulta in quanto
dichiarata illegittima la legge elettorale con la quale è stato eletto.
Tutte le istituzioni attuali sono pertanto illegittime, tutte le
cosiddette “riforme” decise da Renzi con il consenso di un Parlamento
illegittimo e firmate dall’altrettanto illegittimo Presidente della
Repubblica non sono valide e la democrazia non esiste più, come
dimostrato anche dal fatto che i partiti di opposizione pur di
sopravvivere nelle loro cariche consentono quasi a tutto, oppure si
oppongono quando sanno che comunque la loro opposizione non metterà in
crisi il governo.
editoriale
Nessun
popolo è stato tradito durante tutta la sua storia dai suoi governanti
in maniera così determinata, cinica, perversa quanto gli Italiani.
Governanti che, a partire dal predominio del cristianesimo, hanno
odiato, disprezzato, calpestato i loro sudditi in modo tale che la
storia degli italiani potrebbe configurarsi come una “storia per
tradimenti”. Se si esclude la breve parentesi del periodo del
Risorgimento non si vede altro che i detentori del Potere intenti al
disprezzo, ossia a poggiare i piedi sugli Italiani come “corpo”, come
pedana dalla quale slanciarsi per raggiungere i propri scopi, offrendo
ai magnati di turno, di volta in volta Papi, Re, Imperatori, Dittatori,
Banchieri, Commissari europei, il territorio, l’indipendenza, la
civiltà italiana. L’Italia è il loro “mezzo”, il loro ricchissimo
patrimonio-strumento.
editoriale
L’automobile
è stata sempre sentita dai giovani maschi come una conquista di
potenza. E di fatto lo è. Non per nulla la pubblicità di
solito presenta un nuovo modello con accanto una prorompente ragazza
sexy pronta ad accettare un passaggio: conquistare una donna è stato
sempre simbolo, almeno in occidente, di qualsiasi altra conquista. È la
velocità cui si può spingere un’automobile che suggerisce al maschio il
senso della propria potenza? No, la velocità ne è soltanto lo
strumento: il vero motivo è la possibilità di uccidere, una possibilità
che trasforma l’automobile in una potentissima arma e l’uomo che la
possiede ovviamente nel più forte di tutti, tanto quanto se avesse in
mano una pistola. Molti dei cosiddetti incidenti del sabato sera, che
di solito coinvolgono tragicamente i giovani, hanno alla base l’eccesso
di velocità, una velocità che è per i maschi ricerca della massima
potenza, quella che domina su tutti gli altri perché li terrorizza con
il timore della morte.
editoriale
di Marina Mascetti ItalianiLiberi | 20.12.2014
Le
ultime vicende del Comune di Roma e della Regione Lazio hanno messo in
evidenza un’aurea regola italiana, mutuata dalla Fiat e applicata ai
rapporti fra Stato e privati: “privatizzare” gli introiti e
“pubblicizzare” le perdite.
Un sistema di potere mafia-politica da anni guadagna sulla pelle
dei ‘disperati’, che “rendono più del commercio di droga“ col pretesto
di nobili ideali come l’accoglienza e l’integrazione; accusando di
fascismo, razzismo e xenofobia chiunque si opponga allo spreco di
denaro pubblico che è finalmente venuto alla luce. I costi sono
‘pubblici’, i ricavi invece diventano ‘privati’.
editoriale
I governanti
non guardano mai in faccia i risultati delle loro azioni se non quando,
perduta una guerra, sono costretti dai vincitori a pagare i danni della
sconfitta. Di fronte all’enorme catastrofe causata dall’unificazione
europea e dalla moneta unica, non essendoci vincitori che li
costringano a riconoscere quanto fosse sbagliato il loro progetto,
continuano a fingere che l’ “Europa” esista, piagnucolano (come ha
fatto ultimamente anche il ministro Padoan) davanti ai proprietari
della Banca centrale europea, ossia davanti a coloro cui hanno regalato
la nostra sovranità e indipendenza, affinché abbiano pietà di noi e non
ci mandino qualche lettera di reprimenda insieme alle dovute multe.
Ebbene, cosa aspettano governanti e cittadini a riconoscere come tutto
ciò sia assurdo? Che la terribile crisi economica, la tragica
disoccupazione, la perdita di speranza per il futuro, la rinuncia a
fare figli, l’invasione immigratoria che ci devasta, sono tutti
risultati di quel progetto irreale chiamato “Unificazione Europea”? La
moneta unica, con la delega a dei cittadini privati quali i proprietari
della Banca Centrale a creare il denaro prodotto dal nostro lavoro, ha
soltanto innescato la bomba che ha fatto esplodere la crisi, ma si
trattava comunque di una crisi inevitabile, quella di una costruzione
politica immaginaria: l’UE.
editoriale
L’Italia,
l’Europa, l’Occidente, sono sorpresi e sconvolti dall’assassinio messo
in atto nei confronti di persone che non hanno fatto alcun male, ma che
sono state prese prigioniere e condannate a morte perché appartenenti
al mondo degli “Infedeli”. L’uccisione sacrificale avviene per
sgozzamento (wa’d) con
successiva decapitazione fino dal tempo dei sacrifici degli Arabi
preislamici e confermata dal Corano: “Io getterò il terrore nel
cuore di quelli che non credono e voi colpiteli sulle nuche” 1.
Questo punto – il significato sacrificale dell’uccisione degli
infedeli - non è stato preso in considerazione dai nostri politici e
commentatori, mentre si tratta di un dato fondamentale, non soltanto
per cercare di capire gli avvenimenti, ma per studiare una forma di
“risposta” fornita di logica. L’assoluta “ritualità” dello
scenario che ci è stato presentato in video al momento dell’uccisione
è proprio ciò che l’ha reso terribilmente macabro, insopportabile
ai nostri occhi: la veste apposita della vittima, l’inginocchiamento,
la frontalità rispetto a coloro per i quali viene sacrificata, la
presenza incombente del sacrificatore, sono tutti segni e simboli
costitutivi del rito. Noi però siamo da lungo tempo disabituati al
linguaggio del Sacro e alla sua Potenza per cui ne siamo stati colpiti
senza comprenderlo.
________________________
1 Il Corano, sùra VI, 137, nuova versione
letterale italiana, Hoepli ed., Milano 1987, terza ediz. riveduta.
Tutte le citazioni del Corano contenute nel testo sono tratte da questa
edizione.
editoriale
di Rosaria Impenna ItalianiLiberi | 19.10.2014
Siamo rimasti profondamente turbati, noi, poveri italiani innamorati dell’Italia, dalla notizia riportata dal quotidiano Il Messaggero
qualche giorno fa, inerente “L’offerta milionaria, avanzata
dall’Università di Oxford, per la mappa segreta di Pompei”. La vicenda,
sorprendente e insolita, riguarda circostanze che possiamo far risalire
in gran parte all’archeologo di fama internazionale Amedeo Maiuri
(Veroli 1886, Napoli 1963) e alla passione con la quale si è dedicato
agli scavi di Ercolano, Campi Flegrei, Cuma, Capri, Pompei. È proprio a
Pompei che ha dedicato la massima attenzione svolgendovi una
molteplicità di lavori partendo da nuovi scavi fino al restauro delle
strutture già esistenti. Al termine dei suoi interventi solo un terzo
della città rimaneva non scavato. Parallelamente al lavoro concreto
Maiuri prendeva degli appunti e faceva delle ipotesi sulla parte del
sito ancora interrata, inclusa una mappa delle Domus, mappa che
non conosciamo perché rimasta “segreta”. Considerando che l’intero sito
si estende su 66 ettari, dei quali sono stati esplorati soltanto due
terzi, non è difficile intuire che l’area nasconde ancora numerosi
ambienti e relativi oggetti preziosi sepolti nelle Domus.
appuntamento
LIBRERIA/GALLERIA delle ARTI L'Universale - Roma - via Francesco Caracciolo 12
Interverranno Stefano Sassi, capo redattore TG2 Economia - Mario Borghezio, deputato europeo - Arturo Diaconale, direttore de L'Opinione - Ugo Gaudenzi direttore di Rinascita quotidiano presenteranno il volume, ed. Rizzoli, DIFENDERE L'ITALIA di Ida Magli, antropologa, giornalista, studiosa dell'Europa.
Già nel 1997 Ida Magli, con il libro Contro L'Europa:tutto
quello che non vi hanno detto di Maastricht ed. Bompiani,
denunciò e anticipò tutto quello che oggi è sotto i nostri occhi
naturalmente nel silenzio colpevole di grande parte della stampa
italiana.
Data la gravità della situazione nazionale, se ancora questo termine ha
un significato, un appuntamento di riflessione e di mobilitazione da
non perdere.
Metro A fermata Cipro - parcheggio a pagamento in via Tunisi 52 (si può
accedere sia da via A.Doria sia da via Candia) a poca distanza da via
Francesco Caracciolo 12
editoriale
di Ida Magli ItalianiLiberi | 27.09.2014
L’editoriale
con il quale il direttore del Corriere della Sera ha inaugurato la
nuova grafica del più importante quotidiano italiano è diventato subito
famoso perché interpretato come un durissimo attacco al Capo del
Governo. Si sono subito aggiunte alla voce del Corriere le accuse dei
Sindacati, della Conferenza Episcopale italiana e perfino di qualche
vecchio amico di Renzi: “Basta parole, passa ai fatti”. Che Renzi
definisca “riforma” ogni parola che pronuncia appare abbastanza
delirante, ma in realtà a tutte queste accuse mancano quelle
fondamentali e l’editoriale di De Bortoli da questo punto di
vista sembra perfino troppo accomodante. L’angoscia maggiore degli
italiani, infatti, non consiste in ciò che è stato denunciato:
l’eccessiva sicurezza di sé e della propria oratoria da parte di Renzi,
la superficialità e l’incompetenza con le quali vengono prese tanto da
lui quanto dai suoi ministri decisioni importanti, ma qualcosa di ben
diverso e che si può riassumere in un unico dato: gli italiani sentono
e sanno di non avere un futuro.
editoriale
"Siamo molto contenti di offrire ai lettori del nostro sito questo
testo del Vescovo di Imola sul problema dell'immigrazione. Un Vescovo
che ringraziamo perché è la prima volta che si alza una voce ufficiale
della Chiesa in difesa dell'Italia e degli Italiani. Non sarà
soltanto un grande conforto per i cattolici, ma anche per ogni
italiano. Il vigliacco silenzio della Chiesa è apparso infatti,
fino ad oggi, durante gli anni terribili che abbiamo trascorso e che
stiamo ancora trascorrendo, come una delle prove maggiori
dell'impossibilità di sfuggire al destino di morte assegnato all'Europa
e all'Italia proprio perché voluto da tutti i nostri governanti, da
tutti i nostri leader e perfino dalla Chiesa."
Ida Magli
Il Nuovo Diario Messaggero, Settimanale della diocesi di Imola) | 07.09.2014
editoriale
Le
reazioni dei nostri governanti, dei politici, perfino degli
ecclesiastici, di fronte alla ossessionante presenza dei musulmani e
delle loro gesta sul palcoscenico del mondo, sono veramente
sorprendenti. Tutti i giorni ormai da diversi anni l’Europa discute
per un motivo o per l’altro di ciò che accade in Africa o in Medio
Oriente, convoca i propri ministri degli Esteri e le Commissioni
parlamentari apposite, ma non una sola volta (almeno a quanto ne
riferiscono i giornali ) è stata concentrata l’attenzione su ciò cui
credono i musulmani, sul loro libro sacro: il Corano. In Italia poi,
dove se non altro a causa dell’invasione di islamici dovuta
all’immigrazione, il problema è ormai diventato angoscioso e nessuno sa
più come affrontarlo, i nostri leader appaiono e si comportano come
degli analfabeti tanto da aver concordemente assegnato un unico nome
alle migliaia di persone che sbarcano sulle nostre coste: i disperati.
Non c’è definizione più sbagliata di questa: se lasciano la propria
terra e si affidano a barconi sgangherati a rischio della vita è perché
non sono affatto disperati ma al contrario sono sicuri che Allah li
ricompenserà, perché è scritto nel Corano che il destino migliore
spetta a chi emigra portando la fede in Maometto presso altri popoli, o
a chi muore a questo scopo. La verità è che noi siamo come siamo sempre
stati: sicuri che gli altri ci somiglino o che debbano assomigliarci.
Siccome non siamo più credenti, o al massimo superficialmente credenti,
pensiamo che anche la religiosità altrui sia più o meno altrettanto
superficiale. In Europa, in Italia è difficile pensare che esista oggi
qualcuno così credente da dare la vita per difendere il cristianesimo.
Il Papa infatti se n’è andato in Corea ad esaltare il martirio, anche
se è evidente che dovrebbe predicarlo in Europa dato che presto sarà
sopraffatta dall’islamismo (la battuta del parlamentare grillino,
disposto a farsi saltare in aria per ottenere la liberazione del
proprio paese, è appunto una battuta: nessuno ci crede, neanche lui.
Chi si fa saltare in aria non dice battute).
editoriale
La
grande maggioranza di coloro che arrivano in terra italiana, con il
passaporto o con gli scafisti, sono di religione islamica. Purtroppo
gli italiani, a causa della particolarissima storia politica che hanno
alle spalle, si sono abituati, quasi come per reazione genetica, a non
sapere nulla delle religioni con le quali hanno sempre avuto a che
fare. Conoscono pochissimo perfino il cattolicesimo. Se si chiede a un
italiano la formula del Credo o chi sia lo Spirito Santo, si può essere
certi che non sa rispondere. Tranne quelli molto devoti (in genere
donne) oppure appartenenti a qualche associazione cattolica e di
conseguenza consapevoli dell’importanza politica della propria
religione, l’italiano medio di religioni sa soltanto quello che gli
giunge attraverso il contesto giornalistico quotidiano, il che
significa che “tecnicamente” non sa nulla. Si tratta di una
“resistenza”, inconsapevole ma profonda, instauratasi a difesa sia di
ogni singolo italiano sia del popolo italiano, dotato di
un’intelligenza critica sovrabbondante in confronto all’attitudine
“mitica” o al misticismo simbolico che connotano tanti popoli anche in
Europa.
editoriale
di Ida Magli Il Giornale | 04.08.2014
"Ho
promesso a Marco che scoprirò la verità”. È quello che dice Tonina, la
madre di Pantani, quando cerca di spiegare al mondo perché si è battuta
fin dal primo momento contro la sentenza di suicidio. Non dice quanto
soffre una madre al pensiero che suo figlio possa averla lasciata
volontariamente, non sia ricorso a lei prima di abbandonarsi alla
disperazione e alla morte. No, non è questo che dice Tonina. L’ha
promesso a Marco: è questa l’unica cosa che conta. È un rapporto
fortissimo, da persona a persona, ma da persona che conosce in
profondità la montagna della vita scalata insieme, metro dopo metro,
montagna che il Pirata sembrava aggredire con tale facilità da lasciare
sorpresi, incantati tutti quelli che lo guardavano.
editoriale
Leggendo
su vari quotidiani e in diversi siti internet che i giovani di Forza
Italia sono decisi a “dare una scossa” al partito e che discutono di
progetti e idee nuove da lanciare per il prossimo futuro, viene
spontanea una domanda o meglio un grido: una “scossa”, un “futuro”? Ma
non vedete che Forza Italia si sta suicidando? Che il partito, anche se
ancora esiste, è come se non esistesse? Da quando ha cominciato a
votare tutti i decreti di Monti, poi di Letta, poi di Renzi, Forza
Italia mantiene in vita i propri parlamentari ma non i propri ideali,
le proprie mete. Forza Italia sta uccidendo l’Italia, consegnandola del
tutto a quell’Europa, a quei banchieri che persegue l’eliminazione
delle nazioni, delle patrie, come ha affermato appena eletto
Jean-Claude Juncker (“talebano dell’eurocrazia”, come è stato
definito). È questo il motivo per cui nessuno dei governanti si è
piegato neanche per un momento a riconoscere il fallimento di tutto ciò
che è stato intrapreso con l’unificazione, i “risultati” raggiunti con
la moneta unica, con le normative di Maastricht: la macroscopica
svalutazione di ogni bene, la crisi economica di quelli che erano fra
gli Stati più ricchi del mondo, la disoccupazione,
l’invasione islamica, la perdita assoluta di Potere, di prestigio
davanti al mondo.
editoriale
di Ida Magli Il Giornale | 17.05.2014
Meriam
Yesya Ibrahim ha 26 anni, è cittadina sudanese, di religione islamica,
è incinta all’ottavo mese ed è già madre di un bimbo di appena venti
mesi. Un figlio all’anno dunque. Si trova in carcere fin dal mese di
febbraio, condannata a morte dai giudici del tribunale di Karthum a
causa della sua apostasia. Meriam infatti ha sposato un cristiano, ed è
colpevole anche di adulterio, condannata per questo a cento frustate,
perché il matrimonio con una persona di diversa religione non è valido.
Di quest’uomo, però, il marito, non circolano molte notizie. Chi è?
Quanti anni ha? Quale lavoro svolge? Come mai, pur essendo come tutti i
maschi molto più informato della moglie e consapevole della “politica”
in atto nel suo paese, non si è preoccupato di quello che poteva
succederle? Toccava a lui valutare la situazione e prendere decisioni
perché Meriam, come tutte le donne musulmane, dipendeva da lui, dalla
sua volontà, tanto quanto ne dipendeva procreando un figlio all’anno.
editoriale
di Ida Magli ItalianiLiberi | 02.05.2014
La
Cassazione ha confermato con un pronunciamento decisivo del 4 aprile
scorso e con l’efficacia del “giudicato erga omnes”
l’incostituzionalità dell’attuale legge elettorale.
Un’incostituzionalità che era già stata dichiarata a gennaio dalla
Consulta. “È stato accertato e dichiarato – afferma fra l’altro la
Cassazione - che i cittadini elettori non hanno potuto esercitare il
diritto di voto personale, eguale, libero e diretto secondo il
paradigma costituzionale. ”Discende da tale affermazione un’inevitabile
conseguenza, ossia che: “Il principio di continuità dello Stato non può
legittimare fino alla fine della legislatura le Camere elette in
violazione della libertà di voto e che sono il frutto della grave
ferita inferta alla logica della rappresentanza.”
editoriale
La
giornata della canonizzazione dei papi è una giornata senza Vangelo e
senza Gesù, contro il Vangelo e contro Gesù. L’esaltazione che la
Chiesa fa di se stessa dichiarando “santi”, ossia perfetti seguaci di
Gesù, i rappresentanti del potere della Chiesa incarnato nei Papi, è
veramente degna della pompa medioevale, quando appunto erano i Re, i
Principi, i Fondatori degli Ordini ad essere immediatamente posti sugli
altari in qualità di Santi, proposti alla venerazione dei popoli per le
loro virtù nell’esercitare il potere. Ovviamente la maggior parte di
coloro che si precipitano a Roma in questa occasione non conosce quasi
per nulla i motivi che hanno spinto Ratzinger prima, e subito dopo
Bergoglio, ad affrettare al massimo la canonizzazione di Roncalli e di
Wojtyla; ma questi motivi sono quasi totalmente dovuti al bisogno di
mettere fine, in modo che non fosse più possibile discuterne da parte
di nessuno, ai dubbi che hanno accompagnato fino ad oggi le tesi del
Concilio Vaticano II, Concilio voluto da Roncalli e avallato da Wojtyla
(oltre che ovviamente da Ratzinger il quale è stato per oltre
vent’anni, in qualità di Prefetto della Congregazione della Fede, il
braccio destro e la guida teologica di Wojtyla). Il folto gruppo dei
teologi tradizionalisti, moltissimi credenti cattolici, hanno dibattuto
il contenuto del Concilio mettendone in luce tutti gli aspetti più
contrastanti con l’interpretazione che la Chiesa ha dato nel corso dei
secoli ai testi evangelici, come testimoniano anche gli innumerevoli
libri di commento al Concilio che sono stati pubblicati nel corso degli
anni. Le canonizzazioni chiudono violentemente ogni discussione: se
sono Santi è perché sono stati “perfetti” seguaci di Gesù.
editoriale
Forza
Italia non ha una strategia, afferma Bondi? Forza Italia non ha più,
non soltanto una strategia, ma nulla, nulla di ciò per cui era nata: né
pensiero, né anima, né intelligenza, né occhi per vedere né orecchie
per sentire tanto da non essersi accorta che viviamo già da anni in una
dittatura. Dove sono i Liberali, i Moderati di cui tanto si parla? Se
sostengono Renzi non sono né liberali, né moderati. Non c’è né libertà
né democrazia in un paese nel quale sono contati tutti i soldi che
spendiamo e controllati ogni giorno i conti correnti. Che differenza
c’è con la regola dei passaporti interni del regime sovietico? Il
corrispettivo del passaporto è il numero delle monete che determina di
quanti chilometri ti puoi allontanare. “È attraverso i soldi che li
imprigionerete”. Questa la regola su cui è fondata Bruxelles e affidata
ai migliori esecutori sulla piazza italiana: Monti, Letta, Renzi. Se
Bondi non riesce a capirlo è perché è sprofondato, come tutta Forza
Italia, in un abisso di depressione. Ma non ve ne accorgete dunque che
Renzi vi sembra tanto attivo soltanto perché voi non vi muovete più?
Perché non osate né pensare, né agire, tirar fuori un’idea, una che sia
una, che non sia la ripetizione a frammenti dei triti e ritriti debiti
da pagare, Maastricht da rispettare, e non avete più neanche una
briciola di fiducia in voi stessi e nell’intelligenza degli italiani?
editoriale
Si
parla molto della crisi o addirittura della prossima morte dei libri,
di tutto ciò che è stampato. Abbiamo chiesto a una carissima amica
degli Italiani Liberi, che è di professione direttrice di biblioteca,
di raccontarci qualche cosa del suo rapporto con i libri facendoci
anche un po’ conoscere dall’interno la vita di una biblioteca.
di Federica Zanoni ItalianiLiberi | 18.04.2014
Ho
accolto con piacere l’invito degli Italiani Liberi a parlare di libri e
di biblioteche anche se io sono sfacciatamente parte in causa. Ma
proprio perché, contrariamente a quanto succede a tanti lavoratori, ho
avuto la fortuna di poter svolgere il lavoro che amo, di godere la
compagnia silenziosa e consolante dei libri durante tanta parte della
mia vita, vorrei poter condividere con il maggior numero possibile di
persone questa consolazione e questa forza. Ed eccomi qui, a dirlo
intanto a voi, agli amici degli Italiani Liberi che leggono questo sito.
editoriale
di Ida Magli Italianiliberi | 06.04.2014
Finalmente
“Renzi il Giovane” è riuscito ad inaugurare la nuova Era, quella del
primato dei giovani. L’eliminazione del Senato, il più antico consesso
romano di governo degli Anziani (Seniores) significa – ed è –
soprattutto questo, gridato a gran voce, simbolicamente ma anche
concretamente: “Via i vecchi”! Il Ministro del lavoro sta pensando ai
prepensionamenti per dare lavoro ai giovani ed è sicuramente inutile
fargli notare che soltanto con il sistema di certi popoli “primitivi”,
quello di abbandonarli senza acqua né cibo in luoghi disabitati, sarà
possibile oggi liberarsi dei vecchi dato che è la maggiore conquista
della nostra civiltà aver allungato di oltre un terzo la durata media
della vita sconfiggendo il tifo, la tubercolosi e la mortalità per
parto. Probabilmente la signora Madia non sa che le donne morivano
giovanissime perché affrontavano partorendo un rischio di morte
talmente alto che la Chiesa l’aveva equiparato a quello dei soldati in
battaglia emanando per le partorienti lo stesso obbligo di confessarsi,
all’inizio delle doglie, in vigore per i soldati prima del
combattimento. Lo stato di salute e la durata della vita dei cittadini
è il dato primario che connota una società: non è capace di governare
chi non se ne rende conto al punto di credere di poter tenere una parte
del gruppo fuori dal gioco.
editoriale
di Ida Magli Il Giornale | 15.03.2014
Renzi
“sfida l’Europa”, come afferma il Corriere della Sera, gridando ai
quattro venti che l’Italia terrà fede ai parametri di Maastricht. Se
non fosse che tali affermazioni riguardano sessanta milioni di
cittadini italiani troveremmo paradossale o addirittura grottesca la
situazione in cui si muove il capo del governo e le leggi che promette
di mettere in atto entro i prossimi mesi. Sembra, infatti, che Renzi e
tutti i politici insieme a lui, si siano dimenticati che la Consulta ha
dichiarato incostituzionale la legge con la quale l’attuale Parlamento
è stato eletto. Di che cosa parla, dunque, Renzi? Riformare la
Costituzione mentre si è fuori dalla Costituzione? È così
sproporzionato alla realtà il suo vagheggiare: ad aprile questo, a
maggio quest’altro, che si finisce col lasciarsi trasportare nel mondo
surreale dei suoi sogni.
editoriale
Oggi
si è inceppato l'iter della nuova legge elettorale di fronte a una
questione, quella dell'immissione delle quote femminili che, in base
anche al clima sociale e politico formatosi negli ultimi tempi, si
riteneva fosse ormai un dato pacificamente acquisito. Sono
passati molti anni dalle prime accesissime battaglie in proposito e non
dovrebbe più essere necessario fermarsi a spiegare come il sistema
brutale del «rendere giustizia» ai gruppi svantaggiati, come è stato
fatto negli Stati Uniti d'America per i neri e le donne, fissando in
partenza le quote a loro riservate nelle sfide politiche, nei concorsi
universitari, nelle borse di studio, ecc., pur essendo in apparenza il
più semplice e diretto, abbia portato a conseguenze così pesantemente
negative da indurre in molti casi gli stessi gruppi «protetti» a
rinunciarvi. Conseguenze negative ovviamente per l'abbassamento del
prestigio, implicito per coloro che «vincono» in base alle quote
riservate.
editoriale
Sembra
incredibile che perfino un uomo come Berlusconi, esperto di ogni tipo
di comunicazione e da sempre nemico del comunismo, non si sia reso
conto di ciò che è avvenuto in Italia nel giorno dell’avvento di Matteo
Renzi. Anzi, ha affermato che Renzi gli è simpatico perché, oltre ad
essere un uomo del fare, non è un comunista. Errore gravissimo da parte
di Berlusconi. La scena più pubblica, più “democratica” possibile del
lupo che afferra e divora un appartenente alla propria specie, è tipica
dell’avvento del dittatore comunista. È stato così che Lenin ha preso
il potere. Dopo essersi assicurato il consenso di tutti, Lenin ha
baldamente comandato: si voti. E tutti hanno obbedito. Soltanto un
piccolo episodio ha indicato quale sarebbe stato il successivo
svolgersi degli avvenimenti. Una guardia si è avvicinata a Lenin e gli
ha chiesto: “Cosa ne faccio di questo poeta che non vuole votare?” e
Lenin sbuffando ha risposto: “Cosa ne vuoi fare, cretino? Fucilalo”. Il
poeta è stato fucilato.
editoriale
di Sergio Pastore ItalianiLiberi | 11.02.2014
Pubblichiamo
con molto piacere un articolo sui risultati del referendum svizzero
scritto per gli Italiani Liberi da un vecchio, carissimo amico, che
conosce la situazione ed è in grado di valutarne i significati e le
implicazioni meglio di chiunque altro essendo un italiano che vive da
sempre in Svizzera. Questo referendum è importantissimo anche per tutti
gli altri Stati dell'Ue, e per l'Italia in particolare, prima di tutto
per il fatto stesso che uno Stato si è deciso a indire un referendum
per conoscere la volontà del popolo - cosa silenziosamente proibita in
Europa - e perché il suo risultato dimostra come i singoli popoli non
abbiano ancora del tutto perso il desiderio di vivere, e di resistere
all'ideologia distruttiva dei governanti che si servono
dell'immigrazione per sopraffare e disperdere l'identità e la sovranità
dei loro sudditi - Ida Magli
___
La
Svizzera non dice di no all'immigrazione, ma intende gestirla in base
alle sue necessità e capacità recuperando una parte di sovranità perduta.
E questo non piace all'UE, forse anche perché l'esempio della piccola
repubblica alpina potrebbe risvegliare il desiderio represso di libertà
di altri paesi europei prigionieri di quella costruzione detta Unione
Europea che intende cancellare frontiere e nazioni e creare l'uomo
europeo.
editoriale
Stamani
i Grillini sono usciti di casa senza chiudere la porta. Anzi, appena
giunti in strada hanno gettato le chiavi nel primo cassonetto. Chiunque
entri in “casa loro” - definizione ormai priva di senso - non commette
nessun reato, è libero di entrarvi e di dichiararsene familiare.
Altrettanto hanno fatto, uscendo di casa stamani, Renzi e tutti i suoi
sostenitori, gli appartenenti al Pd che guardano con entusiasmo al
governo Letta e ai suoi ministri. Finalmente è stata imboccata la
strada giusta: far sparire lo Stato italiano e il popolo italiano.
editoriale
E
adesso cosa potrebbe accadere se i cittadini vedessero riconosciute le
proprie ragioni nel primo caso continentale di una class action contro
la troika? Ben cinquanta depositanti ciprioti hanno citato in giudizio
l'Eurogruppo e le altre istituzioni dell'Unione Europea (come la Banca
Centrale Europea) per l'haircut sui loro depositi.
editoriale
di Ida Magli ItalianiLiberi | 16.12.2013
Tutti
i politici di uno Stato che pretende di far parte della società
democratica dell’Occidente avrebbero dovuto dimettersi immediatamente
all’annuncio dell'incostituzionalità della legge in base alla quale
erano stati eletti. Il capo del governo a sua volta, subito dopo le
dimissioni, avrebbe dovuto dichiarare che sarebbe rimasto in carica per
indire immediate elezioni e per gli affari urgenti. La finzione con la
quale invece gli organi istituzionali hanno deciso di ignorare la
delibera della Consulta continuando a fare decreti e progetti a lungo
termine ha dato il colpo di grazia ad uno Stato che viveva già da
anni al di fuori delle regole costituzionali assecondando le
iniziative in tal senso del Presidente della Repubblica. Per gli
italiani questo ha significato perdere ogni fiducia e ogni stima non
soltanto verso i rappresentanti, ma verso gli uomini che avrebbero
dovuto incarnarli. Qui non si tratta di ruberie, di favoritismi, di
sprechi cui si è ormai rassegnati: l’annuncio dell'incostituzionalità e
quindi dell’invalidità di tutto il meccanismo istituzionale su cui si
regge la Repubblica è stato una bomba che ha suscitato un senso di vero
e proprio sgomento.
appuntamento
editoriale
La
Grecia! Sembra impossibile, nonostante tutto quello che è avvenuto in
questi ultimi anni di crisi, che sia la Grecia a cancellare
definitivamente se stessa come Stato indipendente e come faro di
civiltà. Quella Grecia della quale l’Europa non si è mai dimenticata
durante i lunghi secoli della sua storia, con il suo Omero e il suo
Partenone, con le sue Olimpiadi e il suo Ulisse, quella Grecia per la
cui libertà hanno combattuto e sono morti Santorre di Santarosa e
George Byron, oggi rinuncia del tutto alla propria identità e si
consegna alla dittatura europea. Il Parlamento sta per approvare,
infatti, una norma che, riassumendone in poche parole il senso, punisce
con la reclusione per almeno sei mesi chiunque violi le decisioni del
“regolamento UE”. A questo punto di sottomissione sono giunti, dunque,
i governanti greci? Non ce ne dobbiamo meravigliare, per quanto ci
addolori immensamente, perché, quando si è accettato di vendere (di
svendere) tutte le proprietà di un Popolo, come hanno fatto in
quest’ultimo periodo i politici, dimenticando che non ne sono i
proprietari, ma soltanto i temporanei amministratori; quando si è
accettata la conduzione economica della cosiddetta Troika, ossia degli
inviati del Fondo monetario internazionale e della Bce, costringendo i
greci a vivere nelle più misere condizioni pur di continuare a far
parte dell’euro, l’abbrutimento finale è inevitabile.
editoriale
di Ida Magli il Giornale | 10.10.2013
La
società italiana è fra le più avanzate sul piano scientifico,
giuridico, artistico, tecnico. Quello che non possiamo, e non vogliamo
fare, è essere costretti a comportarci come se, viceversa, fossimo
poveri selvaggi, privi di capacità razionali che di fronte alle
calamità si gettano in terra, gridando le proprie colpe al cielo e il
proprio dolore al mondo nella speranza che la prossima volta il cielo e
il mondo siano più clementi. I nostri governanti perciò la smettano di
comportarsi come sciamani in terra d’Africa, con bandiere a mezz’asta
legate al bastone alzato a supplicare gli Dei e i minuti di silenzio
invocati col triplice suono del corno. Adesso basta menzogne. Vogliamo
affrontare la questione degli immigrati a Lampedusa con la razionalità
con la quale siamo allenati a risolvere le questioni in Italia, non con
la mentalità di chi in Africa invoca le piogge. I morti di Lampedusa
non li abbiamo ammazzati noi.
editoriale
di Ida Magli ItalianiLiberi.it | 04.10.2013
È
un terribile destino quello di doversi vergognare, davanti a se stessi
e davanti al mondo, dei propri governanti, un destino che la storia ha
riservato da molti secoli agli Italiani, sempre uguale lungo il
succedersi di Papi, Re, Imperatori, Principi, Dogi. La democrazia non
ha cambiato nulla a questo orrido scenario, anzi: da quando abbiamo dei
parlamentari, dei “rappresentanti”, l’umiliazione è diventata il nostro
pane quotidiano proprio perché in teoria ci “rappresentano”, sarebbero
“noi” nel loro modo di essere e di agire. La miseria dei loro
comportamenti ci ha inflitto fin dai primi passi della vita
parlamentare tutte le umiliazioni possibili; tuttavia ci eravamo illusi
che non si potesse superare la vetta raggiunta con Mani Pulite. Quello
cui abbiamo assistito nel giorno della conferma del governo Letta
invece è andato al di là di ogni possibile previsione.
editoriale
Penso
che siano molti gli italiani che oggi vorrebbero, come me, poter
scrivere una lettera confidenziale ad Angela Merkel, alla «donna»
Angela Merkel che ha in mano, con il potere politico, il destino
presente non soltanto dei tedeschi, ma di tutti coloro che sono legati
a Maastricht e alla moneta euro. Perché vorremmo scrivere alla donna
Merkel, più che al capo del governo della Germania? Perché l'euro,
Maastricht e la «dittatura del 3%» hanno portato terribili sofferenze a
coloro che vi sono stati coinvolti; perché la crisi che ha investito
l'Europa è dovuta, in modo diretto tanto quanto in modo indiretto, ai
parametri di Maastricht e alla sua moneta; perché le migliaia di
suicidi di Francia (chi potrà mai dimenticare i 57 suicidi dei
dirigenti di France Telecom?) di Grecia, d'Italia, sono stati provocati
da questa crisi, così come le migliaia di disoccupati, di imprenditori
falliti, di aziende costrette a chiudere. Faccia un giro nella
Lombardia, motore dell'economia produttiva italiana, cara Signora
Merkel, e vedrà il risultato del grande mercato promesso da Maastricht
e dalla sua moneta: le fabbriche sono tutte chiuse.
editoriale
di Ida Magli ItalianiLiberi | 19.09.2013
Il
giorno 18 settembre 2013 il video discorso di Berlusconi ha messo la
parola fine a qualsiasi speranza che potesse essere lui a liberare
l’Italia dalle catene che la stanno strangolando. Era stato detto nei
giorni scorsi che ci aveva riflettuto molto, che era stato incerto
sulle decisioni da prendere, ma nel testo che abbiamo ascoltato non c’è
neanche un riferimento a una vera riflessione, a una possibile
incertezza. Siamo stati noi, invece, gli italiani che, ascoltandolo, ci
siamo resi conto, e questa volta senza più alcuna illusione, che
Berlusconi non ha capito nulla di quello che è stato fatto in Europa,
nulla di quale sia il prossimo destino della nazione Italia.
Sembra incredibile una tale cecità in una persona che pure ha saputo
vivere, organizzare un’importante azienda e proprio in un campo dove il
prodotto da mettere sul mercato esige la massima capacità di
“comunicazione”, di rapporto con gli uomini e con le culture.
Adesso
sappiamo con certezza che Berlusconi appartiene allo stesso mondo degli
altri governanti e politici in Italia e in Europa, con un’aggravante:
gli altri sanno di che cosa parlano, cosa vogliono raggiungere, di
quali centri di potere sono servi. Berlusconi parla invece come se non
conoscesse il significato di ciò che dice, perfino di ciò che ha
progettato per il futuro.
editoriale
Lettera aperta a Silvio Berlusconi di Ida Magli ItalianiLiberi | 06.09.2013
Gentile Signor Berlusconi, stiamo
vivendo dei giorni decisivi, non per il Pdl o per il governo Letta, ma
per l’Italia e, di conseguenza, come è sempre successo nella lunga
storia che abbiamo alle spalle, anche per l’Europa. Mi sono decisa a
scriverle questa lettera perché lei è l’unica persona che sia in grado
oggi di prendere una decisione fortissima. Si tratta di una decisione
indispensabile per non far sparire dalla storia l’Italia come nazione,
e non uccidere gli italiani come popolo: abbandonare l’euro ritornando
alla sovranità monetaria, uscire dall’Unione europea che è stata creata
per eliminare gli Stati nazionali, e combattere, con la forza del Pdl,
ma soprattutto con la forza di tutti quegli italiani che amano
l’Italia, contro i governi euro-comunisti, a cominciare da quello
Letta.
Credo
di avere il diritto di rivolgerle questo appello in base al fatto che
le mie previsioni, con venti anni di anticipo sulla situazione
catastrofica attuale, si sono verificate alla lettera. Erano previsioni
basate sul metodo scientifico, più certe di quelle statistiche e
d’opinione sulle quali Lei è solito regolare le scelte, come i fatti
hanno dimostrato. Il mio primo libro Contro l’Europa
è stato pubblicato da Rizzoli nel 1997. Da allora ho scritto su questi
argomenti centinaia di articoli, molti dei quali pubblicati da “Il
Giornale”, e altri due libri, sempre pubblicati da Rizzoli: La dittatura europea e Dopo l’Occidente.
C’era tutto: la crisi economica, la vittoria del comunismo, il
dispotismo dei banchieri, l’invasione immigratoria, il fallimento del
progetto europeo, la conquista africana e islamica dell’Italia e
dell’Europa, la fine del cristianesimo, la psicosi ugualitaria.
Il Direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, mi ha chiamato al
telefono immediatamente dopo l’annuncio delle dimissioni di Ratzinger,
gridandomi: “Allora Ida, questo è “dopo l’Occidente?”. Sì, questo è
dopo l’Occidente. Ossia la fine della civiltà europea e il mondialismo
ugualitario al potere. Un Gesuita a capo dei cattolici né è la prova
più sicura. Gesuitismo e “accomodamento” sono la stessa cosa (ha subito
ricevuto sorridendo la signora Bonino: questo è l’accomodamento). Ma io
ho il dovere, oltre che la passione per la verità e l’amore per gli
italiani, proprio perché so che siamo quasi al momento dell’agonia, di
chiedere con tutte le mie forze di salvarci a chi è in grado di farlo.
Lei ha soltanto questo modo per rimanere alla storia, come ritengo
desideri e voglia, in quanto i passati vent’anni di berlusconismo hanno
“accompagnato” l’unificazione europea, la moneta unica, la distruzione
degli Stati, l’ugualitarismo comunista, la cancellazione della
borghesia, come avrebbe fatto qualsiasi altro governo e quindi non
hanno inciso nella storia. Non chieda la grazia; non costringa
gli italiani, visto che lei è un italiano, a vergognarsi insieme a Lei.
Galileo è stato condannato, dopo un terribile interrogatorio e la
tortura, agli arresti domiciliari, non per due o tre anni, ma a vita, e
l’Inquisitore, il gesuita Cardinal Bellarmino, ha intimato, come pena
aggiuntiva, che fossero cercate e bruciate in un rogo pubblico tutte le
copie del Dialogo dei Massimi Sistemi, causa prima del processo e della
condanna. Eppure Galileo, prigioniero nella piccola stanza di
Arcetri, ha continuato a corrispondere e discutere con tutti gli
scienziati del mondo sul funzionamento dei Massimi Sistemi e gli
italiani non hanno avuto paura di trascrivere il Dialogo e di
nasconderne, pena la morte, decine di copie a un Tribunale che
possedeva strumenti di ricerca molto più efficienti di quelli del
Tribunale di Milano, e le hanno nascoste tanto bene che sono arrivate
fino a noi. Questa è la storia vera degli italiani, non quella di
vigliacchi e mafiosi, stereotipo costruito appositamente da coloro che
ci governano per trattarci come un popolo indegno della libertà.
Lei, Signor Berlusconi, potrà continuare a dirigere il partito anche
dagli arresti, eventualmente anche dal carcere, perché tornare alla
sovranità, all’indipendenza, alla difesa del territorio e dell’identità
italiana dall’annientamento europeo e immigratorio, significa
ricominciare a credere di avere un futuro, per sé, per i propri figli,
per l’Italia, e avrà tanti italiani a incoraggiarlo e ad esaltarlo
quanti non ne ha ancora mai avuti. Crede, forse, che l’imposizione del
pensiero politicamente corretto (strumento ben diverso dalla censura
dell’espressione ) non abbia influito nel mettere a tacere i desideri
più profondi e più veri della maggioranza degli italiani? Quale libertà
è possibile a chi è costretto a “pensare” a “sentire”, quello che
vogliono i governanti? Crede davvero che i problemi degli italiani
siano l’Imu o l’aumento dell’Iva? Tacere, anzi essere “accoglienti”,
davanti all’invasione della propria terra è talmente contro natura che
il “Laboratorio per la distruzione”, quel potere che
silenziosamente dirige i politici d’Occidente, ha programmato
l’immigrazione come arma assoluta per indurre i popoli d’Europa, e
prima di tutto gli italiani, al suicidio, all’estinzione volontaria.
Per questo non si fanno più figli: non fa figli chi sta per uccidersi.
La nostra è ormai con tutta evidenza una società patologica; la psicosi
dell’ugualitarismo ha raggiunto i centri del sistema logico e crea,
come sempre nelle ossessioni fobiche, forme di realizzazione fuori
dalla realtà, fuori dalla natura. Purtroppo le diagnosi di patologie
psichiatriche di un gruppo non vengono quasi mai prese in
considerazione per ovvi motivi: non c’è il corrispettivo sicuro della
“normalità”. Tuttavia ci sono stati esempi recenti nella storia dai
quali i nostri governanti potrebbero apprendere qualcosa: l’implosione
della Russia sovietica, dopo i suoi “lavaggi del cervello”; gli
stermini finali della Cambogia, lo stesso Libretto rosso e la sua
smisurata esaltazione in Cina. Tutte patologie dovute all’ossessione
dell’ugualitarismo. È indispensabile fermare questa ossessione. Lei può
farlo, signor Berlusconi. La prego di farlo.
Grazie Ida Magli 6/9/2013
editoriale
di Ida Magli ItalianiLiberi | 20.08.2013
Questo
è il Preambolo della nuova Costituzione ungherese, molto osteggiata,
come è noto, dall'Unione europea. Non c'è da meravigliarsene: lo
spirito che l'anima è del tutto contrario agli intenti dissacratori
dell'Europa che tende, anche se ancora non c'è riuscita, a eliminare
gli Stati nazionali, l'amore per la patria, per la lingua, per la
religione, per la storia di ogni singolo popolo per giungere a
omologare tutti gli abitanti del continente in una massa informe, priva
di sentimenti e di valori. Gli Italiani Liberi si propongono di
stringere dei legami di conoscenza e di solidarietà con l'Ungheria
nella speranza che nasca finalmente, almeno fra alcuni dei paesi
dell'Ue, la volontà di sottrarsi all'annientamento predisposto dai
politici al servizio di Bruxelles, fra i quali eccellono i governanti
italiani. L'Ungheria gode del vantaggio di non partecipare all'area
euro, avendo conservato la sovranità monetaria, cosa che le ha permesso
di recuperare in poco tempo un'economia in crescita e di rimborsare
totalmente il prestito onerosissimo del Fondo monetario
internazionale.
editoriale
di Ida Magli ItalianiLiberi | 05.08.2013
Tutto ciò che ha scritto Magdi Cristiano Allam nell’articolo pubblicato è verissimo (Il Giornale
del 5.08.2013). Infatti, è diventato sempre più difficile dichiarare
che si ama l’Italia, visto che i diritti degli immigrati vengono quasi
sempre anteposti a quelli degli italiani. Ma è ormai da diversi anni
che mettere in luce quali siano i terribili danni inferti dalla
politica italiana ed europea all’identità, alla cultura, alla storia, e
alla stessa sopravvivenza fisica del popolo italiano, è diventato un
esercizio inutile. Inutile perché il presupposto dal quale è necessario
partire per tirare le somme da questo tipo di analisi è l’opposto di
quello da cui parte Allam. Invece di domandarsi se si ama ancora
l’Italia, bisogna riconoscere a viso aperto che l’Italia è odiata.
Tutto quanto è successo e continua a succedere ogni giorno è voluto, è
programmato allo scopo di distruggere l’Italia e gli italiani. Non è
possibile credere, infatti, che tutti coloro che governano in
Occidente, in Europa, in Italia, siano degli imbecilli, incapaci di
capire quale sarà il risultato di ciò che decretano, che legiferano e
che va sempre con una strettissima logica nella stessa direzione: la
distruzione dell’italianità, della libertà, della sovranità, della
società, dello stesso popolo italiano se per popolo si intende un
gruppo solidale e teso al proprio bene e a quello dei propri
discendenti.
editoriale
di Ida Magli ItalianiLiberi | 03.08.2013
La
società italiana e il suo governo attuale sembrano davvero un camion
che perde pezzi mentre corre sempre più in fretta verso un precipizio.
Nessuno mette mano al freno, anzi: l’aspetto più terrificante della
situazione è l’assoluta tranquillità del pilota e di coloro che lo
circondano. Guardano tutti la strada davanti a sé senza vedere neanche
il più piccolo ostacolo. La condanna di Berlusconi, a detta di tutti i
protagonisti della conduzione politica, non cambierà nulla all’assetto
del governo Letta; anzi c’è perfino chi dall’alto di un posto di
comando privilegiato, si affanna a “blindarlo”, come usano dire i
giornalisti, tanto è ritenuto indispensabile a salvare il paese
dall’inevitabile catastrofe che seguirebbe alla sua caduta. Tutto
questo è stato affermato di nuovo ieri sera davanti alla condanna di
Berlusconi.
editoriale
di Ida Magli il Giornale | 15.07.2013
Siamo
costretti a constatare, come purtroppo è già avvenuto molte volte in
passato, che siamo governati da persone la cui ignoranza è pari
soltanto al disprezzo che nutrono nei confronti dell’Italia e degli
italiani. Si sono mai chiesti i nostri politici come mai adoperano i
termini latini per affermare lo jus soli? Perché non lo traducono in italiano quando parlano di questo argomento? I tempi dello jus soli
erano quelli in cui nessuno si avventurava fuori dal proprio paese.
L’arrivo di uno straniero era perciò un avvenimento talmente raro ed
eccezionale da essere considerato un fatto “magico”, una sorte
felicissima, portatrice di ogni bene per il “terreno” (il suolo) su cui
lo straniero era approdato. Si trattava perciò sempre di un singolo
individuo, mai di un gruppo. L’esempio più famoso di questa
eccezionalità magica portatrice di bene è l’approdo sulle spiagge
d’Egitto del canestro con dentro il neonato Mosè il quale divenne
consigliere del Faraone in base al presupposto che una dote di
straordinario sapere si accompagnasse alla sua straordinaria fortuna.
Anche per Ulisse si verificò qualcosa del genere quando, apparso
naufrago e nudo a Nausicaa e alle sue compagne, fu subito circondato
dalla loro ammirata curiosità e fu condotto dal Re nella certezza che
le sue felici virtù sarebbero state utili nel governo del regno.
Insomma, era l’assoluta eccezionalità di una fortuna magico- divina a
dare valore al “suolo” sul quale lo straniero era comparso.
editoriale
di Ida Magli il Giornale | 10.07.2013
La
visita del Papa a Lampedusa ha riportato in primo piano molti dei temi
riguardanti l’immigrazione che da tanti anni si dibattono in Italia e
in Europa inutilmente perché non si riesce a trovare uno spunto comune
per dirigere gli sforzi verso un miglioramento della situazione. Una
situazione che, superata la commozione delle parole e della preghiera
recitata insieme al Papa, rimane angosciosa per la sua precarietà e per
il desiderio di trovare per queste popolazioni che fuggono dal proprio
paese, delle soluzioni “vere”, ossia funzionali ad una vita sociale e
culturale in Africa simile a quella che cercano da noi.
stampa
di Marco Calafiore Media X Press | 04.07.2013
Il
messaggio di Gesù è straordinariamente attuale. Un messaggio di amore e
al tempo stesso di rottura delle regole fondanti il sistema e il
modello di Potere nel quale ancora oggi viviamo. Un Potere sacro o una
Sacralità potente, perché in realtà sono una cosa sola, inscindibili e
intoccabili, pena la morte. Gesù era un genio assoluto, osò amare senza
pregiudizio uomini e donne, segnando il suo tempo con la diversità e
sfuggendo al condizionamento del modello di evitazione imposto dal
sacro potere Ebraico dell’epoca, per questo venne ucciso. Con il saggio
“Gesù di Nazaret” (BUR – Biblioteca Universale Rizzoli), l’antropologa
Ida Magli tenta di rispondere alla domanda: chi è Gesù? E lo fa con la
forza del sapere, ponendosi problemi antichi con interrogativi nuovi,
attraverso nuovi strumenti di analisi ed esperienza storica.
Ida Magli risponde in esclusiva alle nostre domande, condividendo con noi e i nostri lettori il risultato delle sue ricerche.
editoriale
di Ida Magli ItalianiLiberi | 27.06.2013
Da
quando Napolitano ha fatto saltare, chiamando al governo Mario Monti,
le regole della democrazia che, nel bene e nel male, avevano sorretto
le istituzioni della repubblica italiana anche nei periodi più bui
della sua storia, la crisi etico-politica, oltre che economica,
dell’Italia è andata peggiorando ogni giorno di più ed è inutile
sperare che il Signor Letta trovi una soluzione perché, anche se lo
volesse, non è in condizioni di riuscirci. I motivi sono evidenti. Il
suo governo è nato per collocare, senza più né dubbi né ripensamenti,
in maniera definitiva l’Italia alle dipendenze dell’Unione europea.
Diciamo, in sintesi, che ha concluso, fingendo di tornare alla legalità
democratica, il lavoro iniziato da Mario Monti. Tutto quello che dice
Enrico Letta sui problemi da affrontare è preceduto dall’affermazione
che gli impegni presi con l’Europa saranno mantenuti, che il rapporto
debito-Pil è ferreo e nulla potrà impedire che tale rimanga. Batterà i
pugni sul tavolo di Bruxelles? Barzellette! Enrico Letta ha costruito
la sua carriera sull’Europa e dunque quello che conta è “Lui”, Letta, e
il suo buon rapporto con l’Europa, non l’Italia e i suoi bisogni.
editoriale
di Ida Magli ItalianiLiberi | 04.06.2013
Maurizio
Belpietro, Direttore del quotidiano Libero, ha preso una bella
iniziativa. Il giorno 2 giugno, una data significativa, ha finalmente
rotto il tabù del silenzio intorno all’euro e ha titolato così il suo
editoriale: “Apriamo la discussione – Dieci buoni motivi per uscire
dall’euro”. Perché soltanto in Italia– si domanda Belpietro – non si
parla dei problemi dell’euro, mentre in tutti i paesi d’Europa si
discute animatamente e a tutti i livelli se convenga abbandonare questa
disgraziatissima moneta? I cittadini, dunque, sono invitati a
dibatterne su Libero esprimendo la propria opinione sull’uscita
dell’Italia dall’euro, e a indicare anche in quale modo farlo, tenendo
conto naturalmente delle eventuali ricadute negative di una tale
decisione.
editoriale STAMPA
The Quiet Collapse of the Italian Economy
Il crollo silenzioso dell'economia italiana
25.04.2013 LSE-The London School of Economics and Political Science di Roberto Orsi
While
attention on the Euro crisis has been focusing primarily on Greece and
Cyprus, it is no mystery that Italy, alongside with Spain, constitutes
the real challenge for the future of the common currency, in any
direction events will be unfolding. In the relative silence of the
international press, Italy’s macroeconomic situation has been showing
no sign of improvement, and indeed numerous indicators portray a
national economy which finds itself in a depression, rather than in a
however severe recession. It is no overstatement that the Italian
economy is currently collapsing. (link)
| Lettere L’Italia occupa lo 0,2% delle Terre del Mondo. Un Paese così ‘piccolo’ ha prodotto più del 70% delle Opere d’Arte della Storia dell’Umanità (censite anche dall’Unesco). Un simile Paese non può, non deve essere governato dai Banchieri!
|
| F.B.
|
di Ida Magli ItalianiLiberi | 19.05.2013
È
diventato difficile in Italia, dagli ultimi giorni del 2011 ad oggi,
rendersi conto del passare del tempo, cercare di padroneggiarlo
rievocando gli avvenimenti e tentare di fare il punto della situazione.
In realtà si è trattato di un tempo - non tempo, affondato per i
cittadini in una specie di limbo, immobile ed oscuro, di cui non si sa
nulla perché non è stato mai sperimentato in precedenza e dal quale
quindi si aspetta che siano gli esperti, i politici a traghettarci,
nella nostra veste di “ombre”, verso la luce. Ma i politici sanno bene
che questa strada non esiste perché l’unica possibile comporterebbe
rimettere in questione l’unione europea, cosa che nessuno vuole fare e
neanche osa porre di fronte a sé. Ripetono, perciò, che si vede la luce
in fondo al tunnel, ma è il tunnel che non è per nulla un tunnel, ossia
un corridoio da percorrere per raggiungere una meta: è invece la
situazione, è la realtà.
editoriale
"La
foto dei bambini vestiti da figli di eurolandia! Nient'altro,
nient'altro, nessun articolo sull'economia, non mi importa della Bce,
dei soldi da prestare o non prestare... quello che conta è la verità
che non viene mai detta: la "Divisa", l'Impero che costruiscono senza
dirlo e che è l'unica cosa che perseguono... (Ida Magli, 5 Maggio 2013)
editoriale
Il governo dei nemici
di Ida Magli ItalianiLiberi | 28.04.2013
Come
sappiamo già da molto tempo, il concetto di “rappresentanza” non esiste
più; si è esaurito, insieme alla sacralità del Potere, con gli
avvenimenti politici di questi ultimi giorni dell’aprile 2013. Adesso,
però, con la formazione del governo Letta, lo possiamo confermare con
assoluta certezza; ma soprattutto - è questa la cosa più importante –
abbiamo finalmente la grande gioia di poterlo gridare a gran voce: “Non
ci rappresentano!” Sono i nuovi governanti del popolo italiano, i suoi
despoti, i suoi sfruttatori, i suoi traditori, i suoi nemici, i
delegati di quel Potere che si nasconde dietro il Bilderberg, la
Trilaterale, l’Aspen Institut, e che indichiamo col nome di
“Laboratorio per la distruzione” visto che ne sappiamo una sola cosa:
che la sua meta è appunto la nostra distruzione, l’annientamento della
civiltà europea e degli Stati europei. Non ci rappresentano, però!
Dobbiamo essere felici quindi, di poterli guardare in faccia, uno per
uno, con la certezza di non condividerne nulla. Stanno dall’altra
parte, sono altro da noi, non sono “italiani”, ma nemici degli
Italiani, i peggiori dei nemici, quelli che spargono il sale sul
terreno prima ancora di aver vinto.
editoriale
Le stranezze dei Grillini e il Laboratorio segreto del potere
di Ida Magli ItalianiLiberi | 21.04.2013
Le
vicende degli ultimi giorni, conclusesi con la rielezione in extremis
di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica, ci hanno
confermato molte cose che già sapevamo sui detentori del potere
politico, anche se forse non avevamo sospettato fino a che punto
giungesse l’odio e lo spirito di vendetta che li animano. Ci hanno però
confermato anche il fatto più grave: che esiste un sopra-potere, di cui
non sappiamo nulla, e che guida tutto e tutti nascostamente verso mete
preordinate. Ho studiato per diversi anni gli scopi e le tecniche di
questo “Laboratorio” segreto e ho pubblicato nei due libri: La
Dittatura europea e Dopo l’Occidente tutto quello che ero riuscita a
sapere e a capire, giungendo alla conclusione che si tratta di una
struttura molto intelligente e pluriforme che persegue, in vista del
mondialismo, la distruzione degli Stati e della civiltà europea.
editoriale
Nessuna "rappresentanza", nessun Presidente della Repubblica
di Ida Magli ItalianiLiberi | 16.04.2013
I
politici, gli uomini dei partiti non sono ancora riusciti a prendere
atto che il concetto di “rappresentanza” si è esaurito, non esiste più.
La “rappresentanza”, infatti, è nata con il cristianesimo, laddove San
Paolo (e in seguito i teologi) ha elaborato l’idea che nella morte del
Figlio di Dio tutti i cristiani erano “rappresentati”, e perciò tutti
“salvati” da Lui. Siamo dunque nell’ambito del Sacro, della metafisica
del Sacro, che permette pensieri simbolici e potenze che vanno di là
dalla realtà. Il concetto di rappresentanza si è poi a poco a poco
trasferito, in maniera più debole e soltanto per analogia concessa
dalle autorità del Sacro, ai Re, agli Imperatori, unti dal Papa,
consacrati nella regalità dal Papa. Per questo un uomo della
rivoluzione francese, la rivoluzione laica per eccellenza, ha voluto
ricevere la corona dal Papa: Napoleone sentiva di non essere pienamente
Imperatore, nella potenza di autorità e di governo che l’investitura
sacra concede, senza l’intervento del Papa. Ma si trattava già di una
rappresentanza di seconda categoria che si è andata sempre più
sbiadendo e impoverendo fino quasi a scomparire con lo Stato laico
moderno. L’uguaglianza di tutti i cittadini le ha inferto il colpo di
grazia. La rappresentanza dei parlamentari e dei presidenti degli
Stati, nelle varie deboli forme in cui si è configurata in Occidente,
ne era un ultimo brandello e oggi è semplicemente una sopravvivenza
culturale.
editoriale
Il bunker patologico del proprio interesse
di Ida Magli ItalianiLiberi | 05.04.2013
C'è
un’unica e sicura dirimente oggi per capire i significati e le
intenzioni degli esponenti politici, sia quando sono ambigui, sia
quando appaiono chiari e schierati dalla parte dei cittadini: la loro
dipendenza dai cosiddetti “poteri forti”, dall’alta finanza, e
dall’Europa che ne è serva. Così, per esempio, può essere apparso
onesto e perfino simpatico il “saggio” un po’ cretino Valerio Onida
quando ha ammesso di star lì, insieme agli altri “saggi”, per occupare
la scena vuota; ma è ridiventato subito quello che è, un succube
dell’alta finanza, uno che odia l’Italia e gli italiani, non appena ha
indicato come suo prediletto per la Presidenza della Repubblica,
Giuliano Amato. Come avrebbe potuto essere diversamente, del resto,
visto che era stato scelto dal massimo odiatore degli italiani, Giorgio
Napolitano?
editoriale
Giorgio Napolitano, un uomo accecato dal potere
di Ida Magli ItalianiLiberi | 31.03.2013
La
cosa più strana, fra le tante cui abbiamo assistito negli ultimi anni,
è l’esaltazione che viene da tutte le parti verso il Presidente della
Repubblica. Gli osanna si levano verso qualsiasi cosa dica e
faccia in maniera così servile e untuosa da umiliare i poveri italiani,
costretti ad essere rappresentati da politici e giornalisti cortigiani
della Corte più miseranda che esista. Ebbene, la realtà dice che
Giorgio Napolitano, pervaso come ogni uomo che detiene il potere, dalla
sfrenata voglia di aumentarlo, ad un certo punto ha abbandonato con un
sonoro calcio le vesti di garante della Costituzione e ha cominciato a
comportarsi da dittatore.
editoriale
Il Bilderberg nomina il Presidente della Repubblica italiana
Bilderberg is Designating the next President of the Italian Republic
di Ida Magli ItalianiLiberi | 21.03.2013
In
un recente passato, che appare però lontanissimo, era stata promessa
agli Italiani l’elezione diretta del capo dello Stato. Naturalmente non
se n’è fatto nulla. In una cosa sola i nostri governi, quali che siano
le loro ideologie e i loro orientamenti politici, sono tutti
“montiani”: decisi e rapidissimi soltanto nell’aumentare le tasse. Per
tutto il resto tempi biblici in attesa che svanisca anche il ricordo
delle promesse fatte. Dunque niente elezione diretta del Presidente. Ma
c’è invece chi lo sceglie per noi e senza chiedere il permesso a
nessuno: quel Potere che in silenzio ha progettato e imposto
l’unificazione europea, che ha progettato e imposto la moneta unica e
che continua a presiedere a tutte le vicende più importanti dei singoli
Stati i quali obbediscono anch’essi nel più assoluto silenzio.
Sono uomini di cui non conosciamo altro che le facce e i nomi dei loro
messi, di quelli mandati a mettere in atto la loro volontà, ma che
possiamo riconoscere a colpo sicuro da un solo comune connotato:
l’andamento disastroso di tutte le loro imprese, il fallimento di ciò
che realizzano.
editoriale
Il tradimento, destino degli italiani
The Destiny of the Italians: Betrayal
di Ida Magli ItalianiLiberi | 17.03.2013
Tragico
destino degli Italiani essere sempre traditi da coloro che dovrebbero
difenderli! Tragico destino degli Italiani essere sempre traditi da
coloro in cui avevano riposto l’ingenua fiducia di essere finalmente
salvati da questo stesso terribile destino! Sono trascorsi soltanto
pochi giorni da quando avevamo esultato per l’arrivo in Parlamento dei
giovani, ingenui, entusiasti seguaci del movimento a Cinque Stelle ed
ecco che alla prima votazione anch’essi ci hanno tradito.
editoriale
Una strana elezione papale
A Strange Papal Election
di Ida Magli ItalianiLiberi | 15.03.2013
Nessun
Papa fino ad oggi ha osato chiamarsi Francesco. Assumere un nuovo nome
significa identificarsi in qualche modo con la persona che portava quel
nome, prenderla a propria guida. Ma certamente Francesco d’Assisi
sarebbe scappato via inorridito davanti allo spettacolo (è questa la
parola giusta: “spettacolo”) in cui si è esibito il Vaticano per
l’elezione del nuovo Papa. Francesco si sarebbe spogliato, messo nudo
davanti a tutti, nel vedere l’abbigliamento sfoggiato dai Cardinali,
attori in lenta fila compunta sul palcoscenico dell’intero mondo. Non
sappiamo neanche immaginare quanto costino tessuti, damaschi, fili
d’oro, merletti, gioielli, fabbricati appositamente per loro, ma è
certo che Francesco avrebbe pianto di orrore e di vergogna davanti ai
seguaci di Gesù vestiti come gli antichi Faraoni delle cui magnificenze
gli ebrei si erano innamorati.
editoriale
Il Presidente della Repubblica, le agenzie di rating e il nuovo Parlamento
di Ida Magli ItalianiLiberi | 09.03.2013
I
cittadini italiani, sempre disposti ad elogiare il Presidente
Napolitano, questa volta non soltanto non condividono la sua posizione,
ma la ritengono sbagliata e assolutamente inaccettabile: prendere
decisioni a causa del giudizio delle agenzie di rating. Non si capisce
proprio perché uno Stato sovrano dovrebbe piegarsi davanti a entità
come le agenzie di rating, longa manus delle banche dei cui proventi
vivono (quale tragico scherno nella frase di Rossi prima del suicidio:
“Non sanno cosa siano i derivati!”), prive di qualsiasi statuto
pubblico e non citate in nessun modo, tanto meno come organi di
controllo, nella Costituzione italiana tanto cara al nostro Presidente.
Lo Stato italiano esiste oggi come esisteva ieri; si fonda sul popolo
italiano, un popolo che è oggi, dopo le elezioni, lo stesso di ieri,
ossia va al suo posto di lavoro oggi come ci andava ieri, parla la
lingua italiana oggi come la parlava ieri, crea cose belle oggi come le
creava ieri. A chi commercia con l’Italia questa è l’unica cosa che
interessa: il popolo italiano e la sua attività, non il nome o il
partito che lo governa. Le agenzie di rating sono al servizio di una
particolare struttura “finanziaria” che ha notoriamente
guadagnato negli anni scorsi enormi somme destabilizzando i mercati
mondiali, ed è questo che minacciano di fare ancora se non si
affidano i governi a persone o a partiti di loro fiducia (tutte cose di
cui i politici avevano abbondantemente discusso al momento della crisi
mondiale tanto da decidere di creare un’agenzia “europea” per
contrapporvisi: Napolitano se la prenda con i burocrati dell’Ue che non
l’hanno fatto).
editoriale
La vera perdente? L'Europa anti-nazionale
Italian Elections: the Real Loser? Anti-National Europe
di Ida Magli il Giornale | 27.02.2013
A queste
elezioni è stato presente un Convitato di pietra, un convitato che ha
subìto, in silenzio, una grave sconfitta: l’Europa. Nessuno ne ha
parlato, ma il risultato della lista Monti lo grida a gran voce. Monti
è il fiduciario dell’Ue, è stato mandato (o chiamato, come si
preferisce dire) esplicitamente a mettere in riga l’Italia, in
apparenza per la questione del bilancio, ma in realtà perché l’Europa è
diventata, con la crisi dell’euro, sempre più dubbiosa sulla
fattibilità dell’unificazione e teme che da un giorno all’altro
qualcuno degli Stati in difficoltà possa abbandonarla. L’Italia è uno
Stato cardine dell’Unione, tanto sul piano concreto quanto su quello
simbolico: nessuna Europa unita è possibile senza l’Italia. Tutta
l’area del Mediterraneo sarebbe messa in forse da un’eventuale uscita
dell’Italia e sicuramente molti Stati a quel punto ne seguirebbero
l’esempio.
editoriale
Grillo e la riscoperta dell'umano
Grillo and the Rediscovery of the Human
di Ida Magli ItalianiLiberi | 23.02.2013
Tutti
i giornali sono d’accordo: Grillo ha riempito con i suoi ragazzi la
fatidica Piazza S. Giovanni. Sono giovani, sono inesperti, sono
entusiasti: si torna a vivere. È questa l’umanità che ha fatto la
storia: quella che si è lanciata nella vita ingenuamente, forte
soltanto del proprio entusiasmo, della sicurezza che essere uomini
significhi sognare, sperare, amare, godere, gioire, e credere di
riuscirci lavorando strenuamente per realizzare il sogno. Siamo
usciti, con questi sognatori, dall’incubo peggiore che gli Italiani si
siano mai trovati a sperimentare, malgrado il loro lungo passato pieno
di catastrofi: non avere un futuro. Non avere ciò che sostanzia, per
ogni uomo, l’idea di futuro: che sarà bello, gioioso, nuovo, diverso,
ricco di vita.
editoriale
Le dimissioni del Papa
The Resignation of the Pope
di Ida Magli il Giornale | 12.02.2013
La
crisi della civiltà europea, dunque, è giunta all'ultimo atto. Non si
può non interpretare in questo modo un gesto che accade per la prima
volta dopo duemila anni di storia: le dimissioni di un Papa. Quali che
siano le cause contingenti – stanchezza, vecchiaia, malattia, ostilità
interne interne alla Curia, pressioni politiche, crisi della Chiesa,
crisi del cristianesimo - l’unica cosa certa è che l’Italia, l’Europa,
l’Occidente, stanno vivendo le ultime fasi del lungo itinerario che ha
visto la nascita, lo sviluppo e l’improvviso declino di una
straordinaria invenzione culturale, quella che ha caratterizzato, con
la fioritura dell’intelligenza, la storia dell’Italia e di tutto
l’Occidente.
editoriale
L’ineffabile ombra della finanza mondiale
The Ineffable Shadow of Global Finance
di Ida Magli ItalianiLiberi | 25.01.2013
Il
missionario e giornalista P. Giulio Albanese ha inserito in un articolo
del numero di Gennaio della sua rivista “Popoli e missione”,
un’informazione tanto fondamentale quanto ignorata dalla stampa e che
riportiamo qui sperando di aiutare in questo modo a divulgarla.
Vorremmo anche che i nostri governanti, astutissimi banchieri che non
trovano mai sufficiente la cosiddetta “trasparenza e tracciabilità” dei
nostri miseri redditi, inseguendo con la forza di quella che ormai
possiamo considerare la loro particolare Polizia, i militari della
Finanza, ogni nostro scontrino, ogni più piccola ricevuta, ci
spiegassero quali sono i “loro” interessi a mantenere nell’ombra queste
operazioni. Dei nostri politici è inutile tenere conto: una volta
ridotto il Parlamento alla farsa del dire “sì” ai banchieri, sono
diventati come le famose scimmiette che non vedono, non sentono, non
parlano, impegnati esclusivamente nella salvaguardia della propria
carriera.
editoriale
La Femmina-Europa
di Ida Magli ItalianiLiberi | 31.12.2012
L'itinerario
verso l’indifferenziazione dei sessi, e di conseguenza degli esseri, è
stato avviato dalle Istituzioni del Potere politico, evidentemente
tutte d’accordo fra loro, dagli anni Settanta in poi senza che ce ne
sia stato detto nulla. Il motivo è chiaro: si tratta di giungere
all’uniformità degli individui per poter governare democraticamente
tutti allo stesso modo. La democrazia è lo strumento omogeneizzatore,
al di là delle lingue, delle razze, delle religioni. Si parla infatti
sempre più spesso di un “governo mondiale” senza che i popoli
protestino. Se c’è qualcuno che non sembra disposto a un simile
livellamento viene subito collocato fuori dal gruppo, fra i più
terribili eversori, incapaci di vedere quanto sia bello un mondo nel
quale tutti sono uguali, sono governati nello stesso modo e godono di
identici diritti. La trappola ovviamente sta lì. Se si è tutti uguali,
quale sarà il modello di riferimento per l’uguaglianza? Uguali a chi?
Quando con il femminismo le donne hanno voluto essere uguali, avevano
come modello i maschi; adesso sembra di intravedere l’emersione, a
livello di Potere esplicito, dell’omosessuale, maschio ovviamente, il
che significa che il circolo della comunicazione si è chiuso su se
stesso: una “società” esiste come tale in quanto c’è comunicazione e
scambio fra i vari individui e gruppi di individui e in quanto procrea
altri individui.
editoriale
Quando i governanti perdono la testa
di Ida Magli ItalianiLiberi | 16.12.2012
Nella
nostra Costituzione non è previsto che cosa si debba fare se i
governanti perdono la testa. Eppure qualcosa dovremo pur fare di fronte
ad una situazione politica in cui ogni dato della realtà è in
contraddizione con ciò che i governanti perseguono sfruttando senza
remore il proprio potere. Questo è, infatti, “perdere la testa”: agire
al di fuori della realtà. La realtà di una democrazia dovrebbe essere
quella in cui i parlamentari “rappresentano” e mettono in atto la
volontà dei cittadini nel perseguimento del bene comune. Se guardiamo
però a quanto viene detto e fatto dai vari esponenti della vita
politica italiana, ci rendiamo conto facilmente che nulla più
corrisponde a questo presupposto. I sondaggi dicono che sette italiani
su dieci non vogliono un nuovo governo Monti, ma Berlusconi (e insieme
a lui la platea quasi al completo dei politici e dei giornalisti che
contano in Italia e in Europa) lo vuole tanto da affermare: io rinuncio
purché si faccia avanti lui.
editoriale
Monti, la Germania e l'Europa
Mr. Monti, Germany and Europe
di Ida Magli il Giornale | 11.12.2012
Noi,
gli italiani, rimaniamo sempre male, anzi, a voler dire proprio tutta
la verità, ci arrabbiamo moltissimo quando la Germania mette lo zampino
negli affari nostri come se fossimo bambini discoli che debbono essere
continuamente tenuti d’occhio e rimproverati al minimo segnale di
disobbedienza. Quello che ci fa arrabbiare di più, però, è l’eccessiva
sopportazione dei nostri governanti, la loro remissività, la mancanza
delle dovute rimostranze nei confronti di qualsiasi Stato che
s’ingerisca nella nostra politica e nei nostri comportamenti. Da quando
è cominciata la crisi dell’euro queste ingerenze soprattutto da parte
della Germania sono diventate sempre più frequenti e hanno raggiunto il
culmine in questi giorni con le dimissioni del governo Monti. L’unanime
coro di rimpianto e di sconforto che si è alzato alla caduta del
governo Monti nella stampa internazionale, fra gli esponenti del potere
europeo e da parte del capo del governo e dei ministri tedeschi, è
stato simile e forse maggiore di quello che ha accompagnato la morte di
Karol Wojtyla, il Papa più amato e immediatamente beatificato. Sono
stati davvero imbarazzanti le parole d’incenso sparse sulla persona di
Mario Monti e tali da darci la controprova che non era caduto il
governo italiano, ma quello europeo. A dire il vero non ce n’era
bisogno, ma le prove sono sempre utili. Mario Monti rappresentava (e
rappresenta) l’Europa in Italia e tutto quello che ha fatto, tutte le
decisioni che ha preso, sono state sempre dichiaratamente funzionali
agli interessi dell’Europa.
editoriale
La solidarietà nella Ue
di Ida Magli il Giornale | 10.11.2012
La
notizia è abbastanza brutale. Germania, Olanda, Finlandia, Gran
Bretagna e Svezia non vogliono pagare la parte loro spettante
dell’esborso di 670 milioni di euro del fondo d’emergenza sulle
catastrofi naturali proposto nel bilancio rettificativo per il 2012
dalla Commissione europea per il terremoto in Emilia Romagna.
Naturalmente le autorità, compreso il rappresentante dell’Italia,
specificano che non è in questione il principio dell’aiuto, cosa ovvia,
ma di fatto sono i paesi più in regola con i conti quelli che non
vogliono aiutare l’Italia. La cosa “brutale” è che non la vogliono
aiutare neanche per una calamità come il terremoto, evento per il quale
di solito non c’è un popolo, a cominciare proprio dagli Italiani, che
non senta il bisogno e il desiderio di correre in aiuto in ogni modo
possibile. È indispensabile a questo punto fermarsi un momento a
riflettere sui rapporti psicologici e affettivi presenti fra i vari
paesi dell’Ue e che questo episodio mette in luce forse meglio che non
le numerose occasioni precedenti proprio perché un terremoto non è
colpa di nessuno e provoca in chi lo subisce un trauma, una perdita di
sicurezza e di speranza che va molto oltre all’effettiva perdita
materiale. Esistono infatti specifici studi dedicati all’antropologia
delle catastrofi, e quelli sui terremoti sono i più indicativi sotto
questo aspetto.
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