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PRESENTAZIONE E OBIETTIVI


Il Movimento politico e culturale “Italiani Liberi” si propone di difendere e rafforzare l’identità nazionale, storica e culturale degli Italiani e di ristabilire l’indipendenza dell’Italia uscendo dall’Unione europea.

 


"Cancellare l'appartenenza
a un determinato territorio,
e all'identità di gruppo
che questo comporta,
significa cancellare
il senso.
Operazione di una violenza inaudita che nessuno scopo
può giustificare"


Registrazione n° 544/2003 presso il Tribunale di Roma

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Vorrei tornare a essere italiano, in tutto e per tutto, con difetti e pregi, ricco o povero
ma ITALIANO

un Italiano, 13/11/2011    

DIFENDERE L'ITALIA
di Ida Magli

BUR 2013





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editoriale


la Redazione
24.10.2016


 La Redazione di ItalianiLiberi informa i lettori di avere compiuto il riordino sistematico e ragionato del presente sito, fondato da Ida Magli. Gli editoriali, che sarà possibile visionare direttamente dai link dell’indice in formato pdf, sono stati suddivisi in base alla cronologia e alle tematiche affrontate di volta in volta dalla studiosa. Vi si affiancano editoriali e articoli rispondenti agli argomenti principalmente trattati dall’antropologa e coerenti rispetto alla sua ricerca scientifica. Fra gli editorialisti presenti è stata dedicata una sezione allo storico Giordano Bruno Guerri, cofondatore dell’Associazione ItalianiLiberi. Vi è, inoltre, una sezione i cui editoriali sono stati scritti dai componenti della redazione, e un’ulteriore composta da articoli di autori i cui argomenti sono strettamente connessi alle tematiche sulle quali Ida Magli ha costantemente posto la sua riflessione. Abbiamo individuato tredici sezioni tematiche, alle quali ne è stata aggiunta una dedicata alla sua scomparsa.

Le singole parti saranno brevemente introdotte per chiarire gli aspetti più significativi, precisando che i temi più sentiti e amati riguardano la difesa dell’Italia in relazione all’avvento dell’Unione europea. L’attenzione di Ida Magli per l’Europa-Ue come problema antropologico centrale, nostro e del nostro tempo, è stata massima fin dal Trattato di Maastricht (firmato nel ‘92, entrato in vigore nel ’93), alla messa a punto della moneta unica (in Italia nel ‘98, col Governo Prodi). Sono gli anni in cui Ida Magli scrive “Per una rivoluzione italiana” (con il capitolo su “L’integrità culturale”, 1996) e “Contro l’Europa” (1997), la cui versione aggiornata è del 2000 e da quel momento mai più ristampato, come il primo: inequivocabile segnale. I suoi primi articoli erano esplicativi e lungimiranti rispetto a ciò che l’Unione europea avrebbe rappresentato; precedono la nascita dell’associazione “Italiani Liberi” e di questo sito, inaugurati nell’ottobre 2000, strumenti e testimonianza del suo totale impegno personale per costruire e organizzare (da zero e nel silenzio più assordante della stampa e degli intellettuali) una critica all’Unione europea.

Pensiamo che il riordino sistematico del materiale qui raccolto possa rappresentare un valore, sia per la varietà e ricchezza dei contenuti enucleati dalla scienziata sia per l’attualità che immediatamente si scorge nella lettura. La chiarezza di analisi degli argomenti più complessi, affiancata all’eccezionale metodo di analisi che sostanzia la sua ricerca scientifica, fa del materiale qui disponibile una preziosa testimonianza storica e antropologica e un punto di partenza, crediamo, profondamente rivoluzionario, oggi più che mai.





evENTI
Al Vittoriale l'ultimo saluto
a Ida Magli




Cari Amici,

 il 4 giugno, alle 12, le ceneri di Ida Magli verranno tumulate al Vittoriale degli Italiani.
 La cerimonia, semplice e privata, verrà preceduta da un alzabandiera, alla presenza di familiari e amici.
  Nel pomeriggio il Vittoriale, "non a caso in festa" - dice Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione - inaugurerà due mostre e tre opere d'arte nel parco.
 
Chi volesse essere presente è pregato di comunicarlo entro il 1 giugno all'indirizzo email posta@italianiliberi.it che inoltrerà all'organizzazione del Vittoriale
           
Vittoriale degli Italiani Gardone Riviera (BS), Via Vittoriale 12


EVENTI
Ricordo di Ida Magli
al Teatro Eliseo di Roma




Domenica 13 marzo il Teatro Eliseo di Roma ha celebrato Ida Magli con un evento musicale a lei dedicato. Sono intervenuti, ricordando la grande antrpologa, Luca Barbareschi, Barbara Palombelli, Giordano Bruno Guerri >> VIDEO
           
  Teatro Eliseo Via Nazionale, 183  Roma


PRIMO PIANO
Chi era Ida Magli?

I ricordi e i pensieri di chi l'ha conosciuta
             

“l’intelligenza sa di essere libera, quali che siano le coercizioni esteriori. Sa che la grandezza dell’Uomo è nel pensiero, e sa che c’è sempre almeno un altro uomo che lo afferra e lo trasmette.”

Ida Magli,
Omaggio agli Italiani
           
Barbara Palombelli, giornalista
PRESENTAZIONE DI "DIFENDERE L'ITALIA" - Il Foglio 04 dic 2013

Franca Mionetto, allieva

Barbara Pavarotti, allieva
IDA MAGLI, L'IMMORTALE

Raffaello Volpe, docente
IL GENIO DI IDA MAGLI,  LA NEMICA DELL'OVVIO OSTEGGIATA DAI POTENTI

Alessandra Fagioli, scrittrice
IN RICORDO DI IDA

Marianne Bengtsson, allieva
RICORDARE IDA

Paolo Quinto, politico
RICORDANDO IDA MAGLI

Marina Mascetti, archeologa
IDA MAGLI: VEDERE LA VERITÀ OLTRE LE APPARENZE

Nico Carlucci, allievo
PREGHIERA LAICA

Francesco di Maria, docente
RICORDO DI IDA MAGLI

Rosaria Impenna, allieva
IDA MAGLI E L’ANTROPOLOGIA COME L’ULTIMA FILOSOFIA

Luisa Falconi, allieva
RACCONTARE IDA CON IL RICORDO

Piero Padovan, dentista
L'IMPERDONABILE ANTROPOLOGA DI NOI SELVAGGI

Maria Grazia Quieti, allieva
FRAMMENTI DI RICORDI

Federica Zanoni, allieva
GRAZIE IDA MAGLI!


Addio a Ida Magli  
             

Roma, martedì 23 febbraio 2016
           
Nella notte di sabato scorso 20 febbraio si è spenta, serenamente, Ida Magli, confortata dall’affetto del figlio. Noi, suoi allievi e amici, ci ripromettiamo nei prossimi giorni di dedicare spazio al suo ricordo. Oggi ci è difficile, e ce ne scusiamo con i lettori che in ItalianiLiberi hanno sempre riposto fiducia. Il messaggio che Ida Magli ha lasciato a tutti noi è stato quello di difendere gli Italiani dalle menzogne e dall'odio contro la bellezza e l'intelligenza che nei secoli abbiamo creato. Il nostro  popolo - ci ricordava - ha sempre sofferto moltissimo per colpa dei governanti. Ida Magli ha dedicato tutte le sue forze a darci speranza e a combattere per l’Italia e la sua cultura, e ci ha lasciati col disappunto di non avere più tempo per “fare ancora qualcosa” per salvarci…

Questo sito continuerà a raccogliere la sua opera e i suoi articoli scritti negli ultimi venti anni, sia pubblicati, che inediti, perché considerati troppo “scomodi”. Speriamo che possano continuare a fornire un sicuro punto di riferimento e uno stimolo per continuare l’opera della grande antropologa.



Farewell to Ida Magli

Rome, february 23rd, 2016

Saturday night, february 20th, Ida Magli passed away peacefully, comforted by the love of her son.
In the next days we – her students and friends – will give more space to her memory.  Right now it is tough to do so, and we apologize to readers who always trusted ItalianiLiberi. The message that Ida Magli has left to all of us is to defend the Italians from the lies and the hatred against all the beauty and intelligence that we have created over the centuries. Our people - she used to said - has always suffered enormously because of its rulers. Ida Magli has devoted all her strength to give us hope and to prompt us to fight to defend Italy and its culture; she left us with the disappointment of not having had more time to "do something else" to save us ...

This website will continue to gather and collect her works and articles written in the last twenty years, both published and unpublished (when they were considered too "uncomfortable" or controversial). We hope that her writings will always be a reference point and an encouragement to continue the work of the great anthropologist.


IN LIBRERIA


  in libreria

La dittatura europea riedizione 2015

di Ida Magli

La Dittatura europea, Ida Magli ed.2016
 


editoriale


di Raffaello Volpe
ItalianiLiberi | 01.02.2016

 "(...) alcuni sanno o intuiscono che l'arrivo delle donne al potere, non per merito, ma solo per una questione di parità numerica di "genere", comporterà una perdita di “potenza”, e quindi di potere per tutti. Per quanto i nostri governanti mascherino la loro vera natura, gli Italiani, viceversa, ne hanno intuito la sterilità senza futuro. Prevederli nelle loro mosse per evitarci le pericolose conseguenze di scelte che compiranno per il futuro dell'Italia farà la differenza fra la vita e la morte"


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 30.10.2015

 Ho seguito fin dall’inizio le vicende politiche di Ignazio Marino nella speranza che, malgrado il deterioramento della sensibilità sociale e democratica verificatosi in Italia nel corso degli ultimi anni, qualcuno mettesse l’accento sull’unico, drammatico errore che è stato commesso eleggendo a un’alta carica politica un chirurgo di trapianti, ma non l’ha fatto nessuno. Eppure è evidente che il punto nevralgico è quello: si ha a che fare con una personalità particolarissima, che ha scelto una specialità chirurgica di limite nella quale si trova a decidere della vita e della morte, a operare su individui debolissimi che dipendono da lui per la propria sopravvivenza. Chi ha, o ha avuto, il potere di decidere della vita e della morte, deve essere necessariamente escluso dalle istituzioni del Potere, da qualsiasi tipo di governo. Non può governare né gruppi né popoli; non è adatto a nessuna attività nel mondo della “politica”, tanto più in una democrazia.  >> continua


editoriale


di Rosaria Impenna
ItalianiLiberi | 13.09.2015

link a YouTube del videolink a YouTube del video
Video: La presentazione di Giordano Bruno Guerri e il discorso di Ida Magli

 SALÒ - Domenica 13 settembre al Vittoriale degli Italiani si sono svolte numerose cerimonie, tra cui l’inaugurazione dello splendido Arengo e dei canili stupendamente restaurati. A seguito di tali manifestazioni al MuSa, Museo di Salò, è stato conferito il Premio del Vittoriale 2015 all’antropologa Ida Magli. Le motivazioni di tale scelta, ha spiegato il presidente Giordano Bruno Guerri, risiedono nel prezioso e ricco contributo apportato dalla studiosa, alla cultura italiana. Dialogando cordialmente con Ida Magli, in un delizioso scenario del MuSa, Guerri ha ricordato la peculiarità innovativa dell’opera dell’antropologa, tracciandone un puntuale itinerario a partire dalla “scoperta dell’ovvio”, riflessione indubbiamente cruciale, che ha connotato di una propria unicità, l’antropologia elaborata dalla studiosa. La scoperta dell’ovvio le ha infatti permesso di usare per prima e con risultati straordinari, gli strumenti offerti da tale sapere, per comprendere “l’uomo bianco”, la nostra storia, il sistema di valori e significati che accompagna l’itinerario del nostro modello culturale. La sua lucida analisi nel decodificare i “miti”, i tabù, le false sicurezze, l’ha sempre posta a combattere in prima persona, con coraggio e passione il proprio alto impegno civile, ha dichiarato Guerri. L’inesauribile lavoro dell’antropologa, attento a decifrare il nostro passato per spiegare il presente e cogliere i tratti culturali del futuro è ovunque presente nella sua vasta opera, ma è sicuramente in “Omaggio agli Italiani” che Magli, muovendo dal principio che un popolo è un io, sembra raffigurare la statura intellettuale di Gabriele D’Annunzio ricordando: “Questa è la grandezza degli Italiani, aver continuato a pensare sempre, a creare sempre, perché soltanto l’intelligenza sa di essere libera, quali che siano le coercizioni esteriori. Sa che la grandezza dell’Uomo è nel pensiero, e sa che c’è sempre almeno un altro uomo che lo afferra e lo trasmette”. Per questo Ida Magli, parlando agli Italiani, a partire dai presenti, ha ricordato l’impegno, la missione a cui non potranno ancora una volta sottrarsi, quella dell’intelligenza. Soltanto attraverso l’uso intelligente del pensiero (e non attraverso le armi, le bombe), che ha connotato di bellezza e invenzioni, soprattutto in ambito musicale, la storia degli Italiani, essi, nonostante il difficile presente, riusciranno a salvarsi.
Hanno ricevuto il Premio del Vittoriale nelle scorse edizioni: Ermanno Olmi, Paolo Conte, Umberto Veronesi, Giorgio Albertazzi e Alberto Arbasino.

La presentazione di Giordano Bruno Guerri

 "Chi è Ida Magli, la nostra festeggiata? Sono veramente felice che il premio sia stato assegnato a lei, perché Ida Magli non insegna cosa pensare, Ida Magli insegna a pensare. A me ha insegnato a pensare; i suoi libri, quando ho cominciato a leggerla (e parlo degli anni Settanta) mi hanno veramente rivelato un modo diverso di affrontare le cose.
 Ho avuto anch’io un’esperienza politica, sono stato nominato Assessore alla Cultura di un paesino della Calabria che si chiama Soveria Manneli, e ho accettato l’assessorato proponendo che si chiamasse non Assessorato alla Cultura, ma Assessorato al Dissolvimento dell’Ovvio. Il Prefetto ha fatto delle resistenze ad accettare questa dizione, perché non capiva bene che cosa volessi dissolvere. Ecco, io avevo preso questa definizione leggendo i libri di Ida Magli, che appunto dissolve l’ovvio, pensa in modo diverso: non secondo le idee ricevute, non secondo gli schemi abituali ma, per esempio, studiando l’uomo bianco, l’uomo occidentale (cioè noi), con gli stessi strumenti dell’antropologia culturale con i quali in genere si studiano i selvaggi.
 Questo metodo è applicabile anche ai nostri comportamenti quotidiani, dal tifo alla politica, e il suo contributo al pensiero, non solo italiano ma anche europeo (i suoi libri sono tradotti in molte lingue) è stato veramente determinante. Non forse alla portata di tutti, perché i pensieri originali, contro corrente, sono difficili da affermare. Penso soprattutto ai problemi come quelli che ha affrontato recentemente, come l’Unione europea, le donne...
 Mi diceva prima: «Io sono una maschilista» e poi forse ci spiegherà perché. Insomma io sono onorato e felice, Ida, che tu accetti il premio Vittoriale; smetto di parlare perché vorrei che fossi tu a farlo. Adesso l’amico Cassali, responsabile del settore Cultura del Comune di Salò leggerà la motivazione e il sindaco Cipani ti consegnerà il premio".

La motivazione del Premio

Ida Magli ha usato per prima e a fondo gli strumenti dell’antropologia culturale per studiare la nostra vita sociale e il carattere dell’uomo contemporaneo. Lo ha fatto negando le false sicurezze e la rassegnazione all’ovvio, sempre combattendo in prima persona, con alto impegno civile e lucida passione. Decifrando il mondo passato, Ida Magli spiega il presente e intuisce il futuro. Il suo Omaggio agli Italiani sembra raffigurare perfettamente il pensiero di D’Annunzio. «Questa è la grandezza degli Italiani – ha scritto – aver continuato a pensare sempre, a creare sempre, perché soltanto l’intelligenza sa essere libera, quali che siano le coercizioni esteriori, sa che la grandezza dell’uomo è nel pensiero e sa che c’è sempre un altro uomo che lo afferra e lo trasmette».

Il discorso di Ida Magli

Giordano Bruno Guerri mi ha strappato a una convalescenza, mi ha chiesto di venire qui e vi prego di scusarmi se rimango seduta mentre vi parlo. Mi fa tanto tanto piacere conoscervi, parlarvi, naturalmente tutti i doni che mi sono stati fatti sono preziosissimi.
Sento una certa consonanza - spero che non sembri superbia -  con D’Annunzio perché Giordano dice la dissoluzione dell’ovvio... bene, chi ha rotto l’ovvio più di D’Annunzio? Non ha fatto altro che scandalizzare il mondo facendo sempre cose che nessuno si aspettava!

C’è un’altra cosa che io credo in qualche modo di avere capito di D’Annunzio, ed è il fatto che sono convintissima che l’aver studiato uno strumento da bambino (a D’Annunzio fecero studiare il violino) dà la certezza di potersi buttare, di poter provare anche sbagliando. La musica è veramente l’unica scienza che ti permette di andare oltre. Io di questo sono convintissima perché, quando suoni o quando canti, anche se conosci perfettamente quello che stai facendo non sei mai sicuro di non sbagliare. Ti devi in qualche modo affidare. Ecco, io credo che D’Annunzio abbia sempre fatto così. Forse ne ha fatto anche un suo modo di vivere, di questo andare al di là dell’ovvio, del normale, del correre rischi. Penso che aver suonato uno strumento gli abbia dato questa capacità, anche se forse lui non se ne è reso conto.
Io invece me ne sono resa conto – io suono il pianoforte, sono diplomata all’Accademia di Santa Cecilia – perché ho imparato a fare Antropologia sull’uomo bianco, cioè su noi stessi (come ricordava Giordano); mentre l’antropologia in genere studia gli uomini selvaggi.
Perché ho questo senso, che il metodo antropologico sia un sistema musicale, e che si possano in qualche modo scrivere su un pentagramma i vari tratti culturali di un popolo. Giordano mi ricordava che in enigmistica c’è un sistema di fare i puntini, unendo i quali viene fuori una figura. Bene, io faccio antropologia così, cioè piazzo lì qualche puntino – forse il tratto culturale più importante è quello – poi ne tiro fuori un altro e un altro ancora… Se prende figura, se prende una forma, allora significa che non sto sbagliando. Se non prende figura, cambio puntini.
Io ho fatto antropologia dell’uomo bianco in questo modo, e qualche risultato l’ho avuto, nel senso che credo di conoscere abbastanza bene il mondo del Sacro nostro, non quello dei popoli primitivi. Quindi ho scritto molto sul Cristianesimo, ho scritto un libro su Gesù di cui sono sempre molto contenta, e ho scritto un libro su una santa per la quale quindi sono affine a Giordano. Abbiamo difeso insieme Maria Goretti, battaglie ormai passate.
Soprattuto ho capito che per fare Storia quello che bisogna saper collegare non sono i fatti, non sono le date, ma quello che c’è sotto ai fatti, quello che c’è sotto alle battaglie, alle vittorie, ai sistemi politici; e questo lo storico da sé non lo può raggiungere. Bisogna farlo attraverso questo sistema che io chiamo musicale, che è un sistema antropologico, e dà molta soddisfazione.

Attraverso questi strumenti, veramente si capisce che cosa sia l’Uomo, e cioè la imprevedibilità dell’uomo. Perché lo storico, di solito, si fonda su ciò che è già stato fatto, e non può ovviamente prevedere niente; mentre invece con l’Antropologia è possibile anche prevedere. E mi permetto (dato che l’ha richiamato Giordano) di fare un esempio. Io non sono una visionaria – sono una donna, ma non sono una visionaria; ho scritto un libro contro l’Europa, intitolato proprio così: «Contro l’Europa», quando era una bestemmia parlar male dell’Europa. Era il 1997, non c’era ancora l’euro, la moneta; però era talmente certo che l’Unione europea non si sarebbe mai potuta fare, che ancora adesso, a distanza di tanti anni, tutti si lamentano ancora non è stata fatta l’Unione europea. Cioè esiste solo a tavolino, esiste formalmente, esistono ricche poltrone per i nostri politici; ma l’Unione europea non si è fatta. Ho fatto questo esempio perché veramente io stessa rimango stupita nel vedere quanto l’Unione europea non si possa fare, ancora adesso.
 
Però io ero partita allora da strumenti antropologici: non avevo nessun motivo per prevedere che l’Unione europea non si sarebbe fatta, se non proprio l’analisi degli strumenti culturali.
Detto questo, credo che si possa parlare qui, dove Giordano da tanto tempo fa vivere D’Annunzio, fa vivere la vita che ha fatto D’Annunzio, i suoi sentimenti, i suoi pensieri, i suoi amori, le sue passioni, le sue, diciamo così, stravaganze. Ecco, io credo che D’Annunzio, malgrado tutto questo lavoro per comprenderlo, sia da capire soprattutto dal punto di vista musicale.
Mi ha colpito il fatto che D’Annunzio abbia difeso Wagner, disputando con un filosofo di un certo calibro, che sicuramente riteneva di essere più formato di D’Annunzio per capire Wagner, e invece non lo era. E infatti la difesa che ha fatto D’Annunzio è una difesa di profonda concezione musicale. E nel difendere la musica (e non il significato e le parole di tanti che sostenevano il dramma musicale di Wagner), ha dimostrato effettivamente di sapere che cosa fosse la musica. Perché non è vero che la musica nasce con quella trama, quei personaggi: la musica nasce prima nel pensiero e nell’anima del musicista. Se non c’è quella, non è possibile; naturalmente [è possibile] fare i compiti bene e senza errori, un dramma musicale, ma non fare musica. E questo D’Annunzio l’ha capito da sé, c’è arrivato da sé.
Io sono convinta che – anche se D’Annunzio è stato tanto studiato – questo aspetto sia ancora  da approfondire. E stasera vorrei invitare Giordano a seguire questa strada. Perché lo so, è vero, lui ha fatto amicizia con Debussy, ha fatto tante cose, però è questo punto qui che ti vorrei suggerire, cioè l’andare oltre a quello che uno pensa di D’Annunzio. Quando ha accompagnato con la musica Monaci, il San Sebastiano, non era questa la grandezza di D’Annunzio nel capire la musica.
Credo sinceramente che i critici musicali siano le persone meno adatte a capire la musica; è un grande e intelligente poeta quello che può capire la musica, e in Italia ne abbiamo avuti veramente pochi. Quindi, se mi posso permettere di dare un suggerimento, questa sera inviterei Giordano ad approfondire questo aspetto e trovare (non so in che modo ma Giordano è molto bravo anche sul piano delle cose concrete) trovare un modo per rilanciare una novità di D’Annunzio. Perché ho notato che purtroppo in Italia, non soltanto per D’Annunzio, si cerca di mettere da parte le cosiddette persone scomode. Più scomodo di D’Annunzio credo che al mondo ci siano state poche persone; ma non bisogna metterle da parte perché si tratta di persone che appunto sono andate al di là dell’ovvio, sono quelle che hanno indicato nuove strade. Ecco, vorrei vedere incominciare una nuova strada di D’Annunzio.

Per il resto, cosa posso dirvi? Posso dirvi, certo, che sappiamo tutti che l’Italia sta vivendo un periodo molto difficile, che non sappiamo chi ci porterà fuori da questa situazione, perché purtroppo abbiamo delle strutture politiche molto mediocri...
Però io ho scritto un libro – posso permettermi di citarlo? – con un titolo voluto: «Omaggio agli Italiani». Certo, tutti a parlar male degli Italiani, che sono passivi, che sono vigliacchi...  Io sono convinta che non c’è un popolo come gli Italiani, non soltanto sul piano storico ma anche sul piano della fantasia.  Un popolo che ha saputo sopravvivere a secoli e secoli di politica fatta dai Papi, senza farsi intellettualmente intimorire, perché anzi, le armi che hanno usato gli Italiani per difendersi dallo Stato pontificio, sono state soltanto le armi dell’intelligenza. Cioè: gli Italiani non hanno mai fatto la rivoluzione. Benissimo, ma hanno fatto delle rivoluzioni intellettuali talmente forti, talmente profonde... Ma chi ha avuto altri geni come hanno avuto gli Italiani? Io sono convinta (e mi spiace dirlo) che è stato lo Stato Pontificio a fare da fermento all’intelligenza degli Italiani, costretti a guardarsi dalla censura da una parte, dal rogo dall’altra. E però... chi ha prodotto tanto intellettualmente, artisticamente, scientificamente? Nessun altro popolo, ve lo posso assicurare, nessun altro popolo. Allora l’«Omaggio agli Italiani» è questo: l’Italiano non si lascia ammazzare perché produce intellettualmente. Non si può fare la rivoluzione con i fucili, con le bombe: ma che rivoluzione è quella? Non è una rivoluzione, è troppo facile, è troppo banale... ma soprattutto non serve, non produce. Ma gli Italiani hanno prodotto: aprite un’Enciclopedia della Musica, praticamente i nomi degli italiani sono il 90 per cento. Aprite un’Enciclopedia della Scienza, dell’Arte, di tutto: lo stesso. E anche soprattutto le scoperte. Gli Italiani hanno prodotto tanta musica, ma noi abbiamo pure avuto Guido da Arezzo, che ha inventato la notazione musicale: non c’era arrivato nessuno a immaginarsela. Si andava avanti con i sistemi del Gregoriano, e un giorno lui si è rifiutato di copiare ( la musica bisognava copiarla, scriverla a mano) e ha inventato il sistema per la notazione musicale. Se non ci fosse stato un Italiano, io sono convinta che ancora non avremmo una notazione musicale.
Questo strappo che fa l’intelligenza degli italiani è totalmente, totalmente originale, non ce l’ha nessun altro. Io non credo che sia possibile ammazzare questo; certo, ci stanno provando, ci stanno provando...

E allora questa sera, proprio perché mi trovo in un ambiente così favorevole per un discorso del genere, così capace di comprenderlo, così capace di sopportare che venga detto da una personcina come me, che per giunta sono una donna... (lo so che le donne oggi vanno di moda... ma peggio che mai, era meglio quando non andavano di moda)     Ecco allora io stasera faccio questo auspicio: cerchiamo di renderci conto che stiamo vivendo un periodo terribile, forse peggiore di quello dello Stato pontificio, e che dobbiamo combattere con l’intelligenza. Dobbiamo - da stasera, da domani - renderci conto che la nostra rivoluzione deve essere questa: dobbiamo di nuovo sollecitare le intelligenze. Cosa che naturalmente i politici non vogliono, fanno di tutto per avere la scuola tutta uguale, tutto deve essere uguale... No! Tutto deve essere diverso!

Sono convinta che aver fatto questa proposta, qui, questa sera, insieme a voi, permetterà non dico di cominciare proprio da domani, però perlomeno di cominciare a riprenderci, questo sì, e io ci conto. Vi ringrazio.


editoriale

Le conseguenze dell'uscita dell'Italia dall'Eurozona

presentazione di Ida Magli
ItalianiLiberi | 08.08.2015

Filippo Abbate:"Le conseguenze dell'uscita dell'Italia dall'Eurozona" - pdf

 Il testo che vi proponiamo è molto interessante ed esaustivo soprattutto perché cerca di rispondere ai vari interrogativi che l'ipotesi di uscire dall'euro suscita di solito. Non è il solo testo esistente: basta fare un giro in internet per scoprire quanto grande sia ormai l'insofferenza degli italiani verso la moneta unica, della quale nessuno riesce più a negare di averci impoverito e reso più deboli tanto economicamente quanto politicamente. Io, però, voglio aggiungere qui due osservazioni che mi sembrano ineluttabili.
La prima è che la moneta unica è fallita perché non poteva non fallire in quanto strumento di un'Europa che non esiste e che non può esistere. L'Ue non è uno Stato, il parlamento europeo è un finto parlamento in quanto rappresenta uno Stato che non esiste e difatti non legifera se non marginalmente. Le decisioni, come è noto, le prende la Banca Centrale europea, il Consiglio o, a piacere, la Merkel insieme a Hollande. Tutto è "finzione" di ciò che è stato costruito sotto il nome di Unione europea, ma la finzione era indispensabile, sia perché unificare politicamente le nazioni più progredite del pianeta era (e rimane) un'idea assurda, sia per soddisfare i politici dei vari Stati i quali possiedono così una miriade di poltrone, di stipendi, di benefici e il gusto della grandeur: Alto Rappresentante, ecc. ecc., non vi fa ridere?
La seconda osservazione è questa: tutti sappiamo tutto, ce lo siamo detto e ridetto e ce lo ripetiamo ogni giorno, ma non c'è nessuna speranza di poter abbandonare l'euro o uscire dall'Europa perché, appunto, ai politici non conviene, non intendono farlo, e hanno anche paura dei poteri massonici di Bruxelles. Non mi sembra che dica esplicitamente di uscire dall'Europa neanche la Lega e comunque non avrebbe la maggioranza per poterlo ottenere. Dei referendum proposti da Grillo è inutile parlare: sono promesse al vento e per giunta in malafede. Non mi sembra che abbiano cambiato la Costituzione che lo vieta in materia di politica estera e fiscale, quindi il referendum non si può fare.
Questa è la situazione. Occorrono idee e proposte fattibili per uscirne.
(Qualche tempo fa alcuni avvocati britannici hanno affermato che la rinuncia da parte di uno Stato alla propria sovranità monetaria, è illegittima e "nulla").


editoriale

di Rosaria Impenna
ItalianiLiberi | 06.08.2015


 Sono sempre più numerose le città che nel periodo estivo si tingono di sgargianti costumi, piume colorate e festosi schiamazzi per l’appuntamento che vede sfilare l’orgoglio omosessuale. Rituale forse ormai svilito, rispetto alle autentiche rivendicazioni di libertà nei confronti della struttura familiare borghese, che ispiravano il primo movimento. Le molteplici istanze di rottura dai ruoli sociali e dalla famiglia patriarcale che li legittimava, entusiasmavano i giovani che vedevano coagulare in determinate manifestazioni vitali ribellioni. Negli ultimi anni, viceversa, le richieste del diritto al matrimonio, alle adozioni e al riconoscimento giuridico della famiglia omosessuale, ci pare contrastino con le proposte che appunto, negli anni ’70 sia il femminismo che i movimenti di liberazione sessuale dichiaravano per abbattere qualsiasi modello di istituzione matrimoniale e familiare.


editoriale


di Raffaello Volpe
ItalianiLiberi | 20.07.2015

The Troika and the​  ​Greek​ Capitulation

 Per rievocare l'ultima grave crisi dell'Unione europea si deve risalire all'ottobre del 2009, quando il presidente della Repubblica Ceca Václav Klaus tardò nel firmare il Trattato di Lisbona, che se non l'avesse fatto tutta l'impalcatura edificata fino a quel momento sarebbe crollata. Anche in quel caso, al pari di Alexīs Tsipras e del suo governo, si trattò di una sfida di breve durata. Purtroppo il presidente Václav firmò. Un'eventuale crollo anticipato dell'Unione europea in quel momento ci avrebbe forse risparmiato questi giorni e quelli che seguiranno.


editoriale


di Ida Magli
il Giornale | 29.02.2015


 Uno degli aspetti peggiori dell’assolutezza dittatoriale di Matteo Renzi è la sua indifferenza ai significati che ogni comportamento assume per gli esseri umani. La cosiddetta “riforma della scuola” ne rappresenta forse la prova più evidente. “Via i precari” è la parola d’ordine; “Tutti saranno assunti per concorso”;  “Deve essere garantita la qualità culturale della scuola”. Benissimo. Ma Renzi sa che l’85% per cento del personale di ruolo nelle scuole è di sesso femminile? Sa cosa comporta questo dato di fatto? I maschi non possiedono più nessun sapere da trasmettere ai figli? Non hanno più nessun interesse al futuro della Nazione? Una riflessione sull’allontanamento quasi totale dei maschi dall’educazione e dal sapere dei figli permetterebbe di capire che fa parte di quello stesso allontanamento testimoniato dall’omosessualità maschile, dal coito sterile, dalla quasi assoluta incapacità creativa della società italiana di oggi. In un certo senso testimonia la ribellione dei maschi al predominio e all’obbedienza verso le donne imposto loro dalla nascita fino alla fine della scuola secondaria superiore e oltre.


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 11-02.2015


The Cannibal

 L’Italia vive ormai da anni fuori da qualsiasi norma democratica. Siamo giunti perfino all’assurdo che il Presidente della Repubblica è stato eletto da un Parlamento da lui stesso dichiarato illegittimo. Ma la responsabilità maggiore della situazione attuale è da attribuirsi alla politica fallimentare di Berlusconi, fallimentare per il suo partito che è praticamente diventato la ruota di scorta di Renzi, ma soprattutto per l’Italia dato che una democrazia dove non esiste opposizione diventa dittatura.


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 19.01.2015

Forza Italia is Useless

 Che se ne fanno gli italiani di Forza Italia? Che ce ne facciamo noi - i tanti che amano l’Italia - di Forza Italia? Vogliamo continuare a fingere di essere vivi pur comportandoci da morti?  No, basta, basta: di questa Forza Italia non ne possiamo più; dentro il partito sono in molti a pensarlo ed è un dovere avvertire il capo quando sbaglia. Un leader che non ha la minima fiducia nel proprio partito e che ritiene che gli avvenimenti non contino, che il tempo se ne stia fermo fino a quando lui non si muoverà, è veramente fuori dalla realtà, ripiegato sul proprio narcisismo fino a limiti abnormi. Cominciamo dal famoso “patto del Nazareno”, un patto che per gli italiani non esiste in quanto un accordo privato fra due leader politici di cui il parlamento non è stato messo al corrente, è un patto invalido. Per giunta Berlusconi continua a ripetere che è nell’interesse dell’Italia far fare a Renzi le riforme utili alla “governabilità”, evidentemente intendendo per governabilità il minimo di potere ai cittadini e il massimo al capo del governo, ciò che è appunto lo scopo di Renzi in base allo spirito dittatoriale che lo anima: “discutete pure  quanto vi pare, ma io farò quello che ho deciso.”


editoriale


di Ida Magli
il Giornale | 16.01.2015


The Resignation of Napolitano

 Nella Costituzione italiana è previsto il reato di tradimento, ma nella lunga storia della Repubblica non è mai stato invocato contro nessuno. Cosa dovrà mai dunque fare un politico per essere accusato di tradimento? Giorgio Napolitano ha sicuramente tradito la Costituzione e le leggi che reggono la democrazia in Italia costringendoci a vivere nell’illegittimità del colpo di stato compiuto chiamando Mario Monti a governare senza la crisi e le dimissioni del governo in carica, continuando fino ad oggi a non indire mai le elezioni, mantenendo in vita un parlamento dichiarato illegittimo dalla Consulta in quanto dichiarata illegittima la legge elettorale con la quale è stato eletto. Tutte le istituzioni attuali sono pertanto illegittime, tutte le cosiddette “riforme” decise da Renzi con il consenso di un Parlamento illegittimo e firmate dall’altrettanto illegittimo Presidente della Repubblica non sono valide e la democrazia non esiste più, come dimostrato anche dal fatto che i partiti di opposizione pur di sopravvivere nelle loro cariche consentono quasi a tutto, oppure si oppongono quando sanno che comunque la loro opposizione non metterà in crisi il governo.


editoriale


di Ida Magli
il Giornale | 28.12.2014

Not again another Servant of Brussels as Head of State!

 Nessun popolo è stato tradito durante tutta la sua storia dai suoi governanti in maniera così determinata, cinica, perversa quanto gli Italiani. Governanti che, a partire dal predominio del cristianesimo, hanno odiato, disprezzato, calpestato i loro sudditi in modo tale che la storia degli italiani potrebbe configurarsi come una “storia per tradimenti”.  Se si esclude la breve parentesi del periodo del Risorgimento non si vede altro che i detentori del Potere intenti al disprezzo, ossia a poggiare i piedi sugli Italiani come “corpo”, come pedana dalla quale slanciarsi per raggiungere i propri scopi, offrendo ai magnati di turno, di volta in volta Papi, Re, Imperatori, Dittatori, Banchieri, Commissari europei, il territorio, l’indipendenza, la civiltà italiana. L’Italia è il loro “mezzo”, il loro ricchissimo patrimonio-strumento.


editoriale


di Ida Magli
il Giornale | 24.12.2014

Also the Muslims Lambs will Discover the Wolf inside them

 L’automobile è stata sempre sentita dai giovani maschi come una conquista di potenza.  E di fatto lo è. Non per nulla la pubblicità di  solito presenta un nuovo modello con accanto una prorompente ragazza sexy pronta ad accettare un passaggio: conquistare una donna è stato sempre simbolo, almeno in occidente, di qualsiasi altra conquista. È la velocità cui si può spingere un’automobile che suggerisce al maschio il senso della propria potenza? No, la velocità ne è soltanto lo strumento: il vero motivo è la possibilità di uccidere, una possibilità che trasforma l’automobile in una potentissima arma e l’uomo che la possiede ovviamente nel più forte di tutti, tanto quanto se avesse in mano una pistola. Molti dei cosiddetti incidenti del sabato sera, che di solito coinvolgono tragicamente i giovani, hanno alla base l’eccesso di velocità, una velocità che è per i maschi ricerca della massima potenza, quella che domina su tutti gli altri perché li terrorizza con il timore della morte.



editoriale


di Marina Mascetti
ItalianiLiberi | 20.12.2014


 Le ultime vicende del Comune di Roma e della Regione Lazio hanno messo in evidenza un’aurea regola italiana, mutuata dalla Fiat e applicata ai rapporti fra Stato e privati: “privatizzare” gli introiti e “pubblicizzare” le perdite.
 Un sistema di potere mafia-politica da anni guadagna sulla pelle dei ‘disperati’, che “rendono più del commercio di droga“ col pretesto di nobili ideali come l’accoglienza e l’integrazione; accusando di fascismo, razzismo e xenofobia chiunque si opponga allo spreco di denaro pubblico che è finalmente venuto alla luce. I costi sono ‘pubblici’, i ricavi invece diventano ‘privati’.



editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 20.11.2014

The Collapse of an Imaginary Construction

  I governanti non guardano mai in faccia i risultati delle loro azioni se non quando, perduta una guerra, sono costretti dai vincitori a pagare i danni della sconfitta. Di fronte all’enorme catastrofe causata dall’unificazione europea e dalla moneta unica, non essendoci vincitori che li costringano a riconoscere quanto fosse sbagliato il loro progetto, continuano a fingere che l’ “Europa” esista, piagnucolano (come ha fatto ultimamente anche il ministro Padoan) davanti ai proprietari della Banca centrale europea, ossia davanti a coloro cui hanno regalato la nostra sovranità e indipendenza, affinché abbiano pietà di noi e non ci mandino qualche lettera di reprimenda insieme alle dovute multe. Ebbene, cosa aspettano governanti e cittadini a riconoscere come tutto ciò sia assurdo? Che la terribile crisi economica, la tragica disoccupazione, la perdita di speranza per il futuro, la rinuncia a fare figli, l’invasione immigratoria che ci devasta, sono tutti risultati di quel progetto irreale chiamato “Unificazione Europea”? La moneta unica, con la delega a dei cittadini privati quali i proprietari della Banca Centrale a creare il denaro prodotto dal nostro lavoro, ha soltanto innescato la bomba che ha fatto esplodere la crisi, ma si trattava comunque di una crisi inevitabile, quella di una costruzione politica immaginaria: l’UE.


editoriale


di Ida Magli
allegato a Il Giornale "Non perdiamo la testa" | 18.10.2014

Muhammad and Violence

  L’Italia, l’Europa, l’Occidente, sono sorpresi e sconvolti dall’assassinio messo in atto nei confronti di persone che non hanno fatto alcun male, ma che sono state prese prigioniere e condannate a morte perché appartenenti al mondo degli “Infedeli”.  L’uccisione sacrificale avviene per sgozzamento (wa’d) con successiva decapitazione fino dal tempo dei sacrifici degli Arabi preislamici e  confermata dal Corano: “Io getterò il terrore nel cuore di quelli che non credono e voi colpiteli sulle nuche” 1. Questo punto – il significato sacrificale dell’uccisione degli infedeli - non è stato preso in considerazione dai nostri politici e commentatori, mentre si tratta di un dato fondamentale, non soltanto per cercare di capire gli avvenimenti, ma per studiare una forma di “risposta” fornita di logica. L’assoluta “ritualità” dello scenario che ci è stato presentato in video al momento dell’uccisione è proprio ciò che l’ha reso terribilmente macabro, insopportabile ai nostri occhi: la veste apposita della vittima, l’inginocchiamento, la frontalità rispetto a coloro per i quali viene sacrificata, la presenza incombente del sacrificatore, sono tutti segni e simboli costitutivi del rito. Noi però siamo da lungo tempo disabituati al linguaggio del Sacro e alla sua Potenza per cui ne siamo stati colpiti senza comprenderlo.
________________________
 1 Il Corano, sùra VI, 137, nuova versione letterale italiana, Hoepli ed., Milano 1987, terza ediz. riveduta. Tutte le citazioni del Corano contenute nel testo sono tratte da questa edizione.


editoriale


di Rosaria Impenna
ItalianiLiberi | 19.10.2014

  Siamo rimasti profondamente turbati, noi, poveri italiani innamorati dell’Italia, dalla notizia riportata dal quotidiano Il Messaggero qualche giorno fa, inerente “L’offerta milionaria, avanzata dall’Università di Oxford, per la mappa segreta di Pompei”. La vicenda, sorprendente e insolita, riguarda circostanze che possiamo far risalire in gran parte all’archeologo di fama internazionale Amedeo Maiuri (Veroli 1886, Napoli 1963) e alla passione con la quale si è dedicato agli scavi di Ercolano, Campi Flegrei, Cuma, Capri, Pompei. È proprio a Pompei che ha dedicato la massima attenzione svolgendovi una molteplicità di lavori partendo da nuovi scavi fino al restauro delle strutture già esistenti. Al termine dei suoi interventi solo un terzo della città rimaneva non scavato. Parallelamente al lavoro concreto Maiuri prendeva degli appunti e faceva delle ipotesi sulla parte del sito ancora interrata, inclusa una mappa  delle Domus, mappa che non conosciamo perché rimasta “segreta”. Considerando che l’intero sito si estende su 66 ettari, dei quali sono stati esplorati soltanto due terzi, non è difficile intuire che l’area nasconde ancora numerosi ambienti e relativi oggetti preziosi sepolti nelle Domus.


appuntamento



  LIBRERIA/GALLERIA delle ARTI L'Universale - Roma - via Francesco Caracciolo 12

Interverranno Stefano Sassi, capo redattore TG2 Economia - Mario Borghezio, deputato europeo - Arturo Diaconale, direttore de L'Opinione - Ugo Gaudenzi direttore di Rinascita quotidiano presenteranno il volume, ed. Rizzoli, DIFENDERE L'ITALIA di Ida Magli, antropologa, giornalista, studiosa dell'Europa.
Già nel 1997 Ida Magli, con il libro Contro L'Europa:tutto quello che non vi hanno detto di Maastricht  ed. Bompiani, denunciò e anticipò tutto quello che oggi è sotto i nostri occhi naturalmente nel silenzio colpevole di grande parte della stampa italiana.
Data la gravità della situazione nazionale, se ancora questo termine ha un significato, un appuntamento di riflessione e di mobilitazione da non perdere.

Metro A fermata Cipro - parcheggio a pagamento in via Tunisi 52 (si può accedere sia da via A.Doria sia da via Candia) a poca distanza da via Francesco Caracciolo 12


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 27.09.2014


  L’editoriale con il quale il direttore del Corriere della Sera ha inaugurato la nuova grafica del più importante quotidiano italiano è diventato subito famoso perché interpretato come un durissimo attacco al Capo del Governo. Si sono subito aggiunte alla voce del Corriere le accuse dei Sindacati, della Conferenza Episcopale italiana e perfino di qualche vecchio amico di Renzi: “Basta parole, passa ai fatti”. Che Renzi definisca “riforma” ogni parola che pronuncia appare abbastanza delirante, ma in realtà a tutte queste accuse mancano quelle fondamentali e l’editoriale di De Bortoli  da questo punto di vista sembra perfino troppo accomodante. L’angoscia maggiore degli italiani, infatti, non consiste in ciò che è stato denunciato: l’eccessiva sicurezza di sé e della propria oratoria da parte di Renzi, la superficialità e l’incompetenza con le quali vengono prese tanto da lui quanto dai suoi ministri decisioni importanti, ma qualcosa di ben diverso e che si può riassumere in un unico dato: gli italiani sentono e sanno di non avere un futuro.


editoriale


"Siamo molto contenti di offrire ai lettori del nostro sito questo testo del Vescovo di Imola sul problema dell'immigrazione. Un Vescovo che ringraziamo perché è la prima volta che si alza una voce ufficiale della Chiesa in difesa dell'Italia e degli Italiani. Non sarà soltanto un grande conforto per i cattolici, ma anche per ogni italiano. Il vigliacco silenzio della Chiesa è apparso infatti, fino ad oggi, durante gli anni terribili che abbiamo trascorso e che stiamo ancora trascorrendo, come una delle prove maggiori dell'impossibilità di sfuggire al destino di morte assegnato all'Europa e all'Italia proprio perché voluto da tutti i nostri governanti, da tutti i nostri leader e perfino dalla Chiesa."

Ida Magli



editoriale


di Ida Magli
Il Giornale | 21.08.2014

Not to die of Islam


  Le reazioni dei nostri governanti, dei politici, perfino degli ecclesiastici, di fronte alla ossessionante presenza dei musulmani e delle loro gesta sul palcoscenico del mondo, sono veramente sorprendenti.  Tutti i giorni ormai da diversi anni l’Europa discute per un motivo o per l’altro di ciò che accade in Africa o in Medio Oriente, convoca i propri ministri degli Esteri e le Commissioni parlamentari apposite, ma non una sola volta (almeno a quanto ne riferiscono i giornali ) è stata concentrata l’attenzione su ciò cui credono i musulmani, sul loro libro sacro: il Corano. In Italia poi, dove se non altro a causa dell’invasione di islamici dovuta all’immigrazione, il problema è ormai diventato angoscioso e nessuno sa più come affrontarlo, i nostri leader appaiono e si comportano come degli analfabeti tanto da aver concordemente assegnato un unico nome alle migliaia di persone che sbarcano sulle nostre coste: i disperati. Non c’è definizione più sbagliata di questa: se lasciano la propria terra e si affidano a barconi sgangherati a rischio della vita è perché non sono affatto disperati ma al contrario sono sicuri che Allah li ricompenserà, perché è scritto nel Corano che il destino migliore spetta a chi emigra portando la fede in Maometto presso altri popoli, o a chi muore a questo scopo. La verità è che noi siamo come siamo sempre stati: sicuri che gli altri ci somiglino o che debbano assomigliarci. Siccome non siamo più credenti, o al massimo superficialmente credenti, pensiamo che anche la religiosità altrui sia più o meno altrettanto superficiale. In Europa, in Italia è difficile pensare che esista oggi qualcuno così credente da dare la vita per difendere il cristianesimo.  Il Papa infatti se n’è andato in Corea ad esaltare il martirio, anche se è evidente che dovrebbe predicarlo in Europa dato che presto sarà sopraffatta dall’islamismo (la battuta del parlamentare grillino, disposto a farsi saltare in aria per ottenere la liberazione del proprio paese, è appunto una battuta: nessuno ci crede, neanche lui. Chi si fa saltare in aria non dice battute).


editoriale


di Ida Magli
Il Giornale | 13.08.2014

Women will pay the price of disembarcations


  La grande maggioranza di coloro che arrivano in terra italiana, con il passaporto o con gli scafisti, sono di religione islamica. Purtroppo gli italiani, a causa della particolarissima storia politica che hanno alle spalle, si sono abituati, quasi come per reazione genetica, a non sapere nulla delle religioni con le quali hanno sempre avuto a che fare. Conoscono pochissimo perfino il cattolicesimo. Se si chiede a un italiano la formula del Credo o chi sia lo Spirito Santo, si può essere certi che non sa rispondere. Tranne quelli molto devoti (in genere donne) oppure appartenenti a qualche associazione cattolica e di conseguenza consapevoli  dell’importanza politica della propria religione, l’italiano medio di religioni sa soltanto quello che gli giunge attraverso il contesto giornalistico quotidiano, il che significa che “tecnicamente” non sa nulla. Si tratta di una “resistenza”, inconsapevole ma profonda, instauratasi a difesa sia di ogni singolo italiano sia del popolo italiano, dotato di un’intelligenza critica sovrabbondante in confronto all’attitudine “mitica” o al misticismo simbolico che connotano tanti popoli anche in Europa.


editoriale
lettere

C'è una gran confusione
sotto il cielo

email di S. P. (Svizzera)
ItalianiLiberi | 10.08.2014





di Ida Magli
Il Giornale | 04.08.2014


  "Ho promesso a Marco che scoprirò la verità”. È quello che dice Tonina, la madre di Pantani, quando cerca di spiegare al mondo perché si è battuta fin dal primo momento contro la sentenza di suicidio. Non dice quanto soffre una madre al pensiero che suo figlio possa averla lasciata volontariamente, non sia ricorso a lei prima di abbandonarsi alla disperazione e alla morte. No, non è questo che dice Tonina. L’ha promesso a Marco: è questa l’unica cosa che conta. È un rapporto fortissimo, da persona a persona, ma da persona che conosce in profondità la montagna della vita scalata insieme, metro dopo metro, montagna che il Pirata sembrava aggredire con tale facilità da lasciare sorpresi, incantati tutti quelli che lo guardavano.


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 19.07.2014

Let's get a shock?

  Leggendo su vari quotidiani e in diversi siti internet che i giovani di Forza Italia sono decisi a “dare una scossa” al partito e che discutono di progetti e idee nuove da lanciare per il prossimo futuro, viene spontanea una domanda o meglio un grido: una “scossa”, un “futuro”? Ma non vedete che Forza Italia si sta suicidando? Che il partito, anche se ancora esiste, è come se non esistesse? Da quando ha cominciato a votare tutti i decreti di Monti, poi di Letta, poi di Renzi, Forza Italia mantiene in vita i propri parlamentari ma non i propri ideali, le proprie mete. Forza Italia sta uccidendo l’Italia, consegnandola del tutto a quell’Europa, a quei banchieri che persegue l’eliminazione delle nazioni, delle patrie, come ha affermato appena eletto Jean-Claude Juncker (“talebano dell’eurocrazia”, come è stato definito). È questo il motivo per cui nessuno dei governanti si è piegato neanche per un momento a riconoscere il fallimento di tutto ciò che è stato intrapreso con l’unificazione, i “risultati” raggiunti con la moneta unica, con le normative di Maastricht: la macroscopica svalutazione di ogni bene, la crisi economica di quelli che erano fra gli Stati più ricchi del mondo,  la disoccupazione,  l’invasione islamica, la perdita assoluta di Potere, di prestigio davanti al mondo.


editoriale


di Ida Magli
Il Giornale | 17.05.2014


  Meriam Yesya Ibrahim ha 26 anni, è cittadina sudanese, di religione islamica, è incinta all’ottavo mese ed è già madre di un bimbo di appena venti mesi. Un figlio all’anno dunque. Si trova in carcere fin dal mese di febbraio, condannata a morte dai giudici del tribunale di Karthum a causa della sua apostasia. Meriam infatti ha sposato un cristiano, ed è colpevole anche di adulterio, condannata per questo a cento frustate, perché il matrimonio con una persona di diversa religione non è valido. Di quest’uomo, però, il marito, non circolano molte notizie. Chi è? Quanti anni ha? Quale lavoro svolge? Come mai, pur essendo come tutti i maschi molto più informato della moglie e consapevole della “politica” in atto nel suo paese, non si è preoccupato di quello che poteva succederle? Toccava a lui valutare la situazione e prendere decisioni perché Meriam, come tutte le donne musulmane, dipendeva da lui, dalla sua volontà, tanto quanto ne dipendeva procreando un figlio all’anno.


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 02.05.2014


  La Cassazione ha confermato con un pronunciamento decisivo del 4 aprile scorso e con l’efficacia del “giudicato erga omnes” l’incostituzionalità dell’attuale legge elettorale. Un’incostituzionalità che era già stata dichiarata a gennaio dalla Consulta. “È stato accertato e dichiarato – afferma fra l’altro la Cassazione - che i cittadini elettori non hanno potuto esercitare il diritto di voto personale, eguale, libero e diretto secondo il paradigma costituzionale. ”Discende da tale affermazione un’inevitabile conseguenza, ossia che: “Il principio di continuità dello Stato non può legittimare fino alla fine della legislatura le Camere elette in violazione della libertà di voto e che sono il frutto della grave ferita inferta alla logica della rappresentanza.”


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 27.04.2014

A Day Without the Gospel

  La giornata della canonizzazione dei papi è una giornata senza Vangelo e senza Gesù, contro il Vangelo e contro Gesù. L’esaltazione che la Chiesa fa di se stessa dichiarando “santi”, ossia perfetti seguaci di Gesù, i rappresentanti del potere della Chiesa incarnato nei Papi, è veramente degna della pompa medioevale, quando appunto erano i Re, i Principi, i Fondatori degli Ordini ad essere immediatamente posti sugli altari in qualità di Santi, proposti alla venerazione dei popoli per le loro virtù nell’esercitare il potere. Ovviamente la maggior parte di coloro che si precipitano a Roma in questa occasione non conosce quasi per nulla i motivi che hanno spinto Ratzinger prima, e subito dopo Bergoglio, ad affrettare al massimo la canonizzazione di Roncalli e di Wojtyla; ma questi motivi sono quasi totalmente dovuti al bisogno di mettere fine, in modo che non fosse più possibile discuterne da parte di nessuno, ai dubbi che hanno accompagnato fino ad oggi le tesi del Concilio Vaticano II, Concilio voluto da Roncalli e avallato da Wojtyla (oltre che ovviamente da Ratzinger il quale è stato per oltre vent’anni, in qualità di Prefetto della Congregazione della Fede, il braccio destro e la guida teologica di Wojtyla). Il folto gruppo dei teologi tradizionalisti, moltissimi credenti cattolici, hanno dibattuto il contenuto del Concilio mettendone in luce tutti gli aspetti più contrastanti con l’interpretazione che la Chiesa ha dato nel corso dei secoli ai testi evangelici, come testimoniano anche gli innumerevoli libri di commento al Concilio che sono stati pubblicati nel corso degli anni. Le canonizzazioni chiudono violentemente ogni discussione: se sono Santi è perché sono stati “perfetti” seguaci di Gesù.



editoriale



  Forza Italia non ha una strategia, afferma Bondi? Forza Italia non ha più, non soltanto una strategia, ma nulla, nulla di ciò per cui era nata: né pensiero, né anima, né intelligenza, né occhi per vedere né orecchie per sentire tanto da non essersi accorta che viviamo già da anni in una dittatura. Dove sono i Liberali, i Moderati di cui tanto si parla? Se sostengono Renzi non sono né liberali, né moderati. Non c’è né libertà né democrazia in un paese nel quale sono contati tutti i soldi che spendiamo e controllati ogni giorno i conti correnti. Che differenza c’è con la regola dei passaporti interni del regime sovietico? Il corrispettivo del passaporto è il numero delle monete che determina di quanti chilometri ti puoi allontanare. “È attraverso i soldi che li imprigionerete”. Questa la regola su cui è fondata Bruxelles e affidata ai migliori esecutori sulla piazza italiana: Monti, Letta, Renzi. Se Bondi non riesce a capirlo è perché è sprofondato, come tutta Forza Italia, in un abisso di depressione. Ma non ve ne accorgete dunque che Renzi vi sembra tanto attivo soltanto perché voi non vi muovete più? Perché non osate né pensare, né agire, tirar fuori un’idea, una che sia una, che non sia la ripetizione a frammenti dei triti e ritriti debiti da pagare, Maastricht da rispettare, e non avete più neanche una briciola di fiducia in voi stessi e nell’intelligenza degli italiani?



editoriale

Si parla molto della crisi o addirittura della prossima morte dei libri, di tutto ciò che è stampato. Abbiamo chiesto a una carissima amica degli Italiani Liberi, che è di professione direttrice di biblioteca, di raccontarci qualche cosa del suo rapporto con i libri facendoci anche un po’ conoscere dall’interno la vita di una biblioteca.



di Federica Zanoni
ItalianiLiberi | 18.04.2014


  Ho accolto con piacere l’invito degli Italiani Liberi a parlare di libri e di biblioteche anche se io sono sfacciatamente parte in causa. Ma proprio perché, contrariamente a quanto succede a tanti lavoratori, ho avuto la fortuna di poter svolgere il lavoro che amo, di godere la compagnia silenziosa e consolante dei libri durante tanta parte della mia vita, vorrei poter condividere con il maggior numero possibile di persone questa consolazione e questa forza. Ed eccomi qui, a dirlo intanto a voi, agli amici degli Italiani Liberi che leggono questo sito.


editoriale


di Ida Magli
Italianiliberi | 06.04.2014


  Finalmente “Renzi il Giovane” è riuscito ad inaugurare la nuova Era, quella del primato dei giovani. L’eliminazione del Senato, il più antico consesso romano di governo degli Anziani (Seniores)  significa – ed è – soprattutto questo, gridato a gran voce, simbolicamente ma anche concretamente: “Via i vecchi”! Il Ministro del lavoro sta pensando ai prepensionamenti per dare lavoro ai giovani ed è sicuramente inutile fargli notare che soltanto con il sistema di certi popoli “primitivi”, quello di abbandonarli senza acqua né cibo in luoghi disabitati, sarà possibile oggi liberarsi dei vecchi dato che è la maggiore conquista della nostra civiltà aver allungato di oltre un terzo la durata media della vita sconfiggendo il tifo, la tubercolosi e la mortalità per parto. Probabilmente la signora Madia non sa che le donne morivano giovanissime perché affrontavano partorendo un rischio di morte talmente alto che la Chiesa l’aveva equiparato a quello dei soldati in battaglia emanando per le partorienti lo stesso obbligo di confessarsi, all’inizio delle doglie, in vigore per i soldati prima del combattimento. Lo stato di salute e la durata della vita dei cittadini è il dato primario che connota una società: non è capace di governare chi non se ne rende conto al punto di credere di poter tenere una parte del gruppo fuori dal gioco. 


editoriale
ELEZIONI EUROPEE

Ida Magli:

QUALI SONO I MOTIVI PER I QUALI RITENGO ERRATO
PRESENTARSI ALLE ELEZIONI EUROPEE


05.04.2014

>> continua




di Ida Magli
Il Giornale | 15.03.2014


  Renzi “sfida l’Europa”, come afferma il Corriere della Sera, gridando ai quattro venti che l’Italia terrà fede ai parametri di Maastricht. Se non fosse che tali affermazioni riguardano sessanta milioni di cittadini italiani troveremmo paradossale o addirittura grottesca la situazione in cui si muove il capo del governo e le leggi che promette di mettere in atto entro i prossimi mesi. Sembra, infatti, che Renzi e tutti i politici insieme a lui, si siano dimenticati che la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge con la quale l’attuale Parlamento è stato eletto. Di che cosa parla, dunque, Renzi? Riformare la Costituzione mentre si è fuori dalla Costituzione? È così sproporzionato alla realtà il suo vagheggiare: ad aprile questo, a maggio quest’altro, che si finisce col lasciarsi trasportare nel mondo surreale dei suoi sogni.


editoriale


di Ida Magli
il Giornale | 07.03.2014


  Oggi si è inceppato l'iter della nuova legge elettorale di fronte a una questione, quella dell'immissione delle quote femminili che, in base anche al clima sociale e politico formatosi negli ultimi tempi, si riteneva fosse ormai un dato pacificamente acquisito. Sono passati molti anni dalle prime accesissime battaglie in proposito e non dovrebbe più essere necessario fermarsi a spiegare come il sistema brutale del «rendere giustizia» ai gruppi svantaggiati, come è stato fatto negli Stati Uniti d'America per i neri e le donne, fissando in partenza le quote a loro riservate nelle sfide politiche, nei concorsi universitari, nelle borse di studio, ecc., pur essendo in apparenza il più semplice e diretto, abbia portato a conseguenze così pesantemente negative da indurre in molti casi gli stessi gruppi «protetti» a rinunciarvi. Conseguenze negative ovviamente per l'abbassamento del prestigio, implicito per coloro che «vincono» in base alle quote riservate. 


editoriale



  Sembra incredibile che perfino un uomo come Berlusconi, esperto di ogni tipo di comunicazione e da sempre nemico del comunismo, non si sia reso conto di ciò che è avvenuto in Italia nel giorno dell’avvento di Matteo Renzi. Anzi, ha affermato che Renzi gli è simpatico perché, oltre ad essere un uomo del fare, non è un comunista. Errore gravissimo da parte di Berlusconi. La scena più pubblica, più “democratica” possibile del lupo che afferra e divora un appartenente alla propria specie, è tipica dell’avvento del dittatore comunista. È stato così che Lenin ha preso il potere. Dopo essersi assicurato il consenso di tutti, Lenin ha baldamente comandato: si voti. E tutti hanno obbedito. Soltanto un piccolo episodio ha indicato quale sarebbe stato il successivo svolgersi degli avvenimenti. Una guardia si è avvicinata a Lenin e gli ha chiesto: “Cosa ne faccio di questo poeta che non vuole votare?” e Lenin sbuffando ha risposto: “Cosa ne vuoi fare, cretino? Fucilalo”. Il poeta è stato fucilato.


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di Sergio Pastore
ItalianiLiberi | 11.02.2014


  Pubblichiamo con molto piacere un articolo sui risultati del referendum svizzero scritto per gli Italiani Liberi da un vecchio, carissimo amico, che conosce la situazione ed è in grado di valutarne i significati e le implicazioni meglio di chiunque altro essendo un italiano che vive da sempre in Svizzera. Questo referendum è importantissimo anche per tutti gli altri Stati dell'Ue, e per l'Italia in particolare, prima di tutto per il fatto stesso che uno Stato si è deciso a indire un referendum per conoscere la volontà del popolo - cosa silenziosamente proibita in Europa - e perché il suo risultato dimostra come i singoli popoli non abbiano ancora del tutto perso il desiderio di vivere, e di resistere all'ideologia distruttiva dei governanti che si servono dell'immigrazione per sopraffare e disperdere l'identità e la sovranità dei loro sudditi -
Ida Magli
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La Svizzera non dice di no all'immigrazione, ma intende gestirla in base alle sue necessità e capacità recuperando una parte di sovranità perduta. E questo non piace all'UE, forse anche perché l'esempio della piccola repubblica alpina potrebbe risvegliare il desiderio represso di libertà di altri paesi europei prigionieri di quella costruzione detta Unione Europea che intende cancellare frontiere e nazioni e creare l'uomo europeo.


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di Ida Magli
ItalianiLiberi | 17.01.2014

Italy, Open City

  Stamani i Grillini sono usciti di casa senza chiudere la porta. Anzi, appena giunti in strada hanno gettato le chiavi nel primo cassonetto. Chiunque entri in “casa loro” - definizione ormai priva di senso - non commette nessun reato, è libero di entrarvi e di dichiararsene familiare. Altrettanto hanno fatto, uscendo di casa stamani, Renzi e tutti i suoi sostenitori, gli appartenenti al Pd che guardano con entusiasmo al governo Letta e ai suoi ministri. Finalmente è stata imboccata la strada giusta: far sparire lo Stato italiano e il popolo italiano.


editoriale

Cipro, causa contro l'Europa
per il prelievo forzoso nei conti


I correntisti portano in tribunale Eurogruppo e Bce, responsabili delle misure decise a Bruxelles
per risanare le banche dell'isola


di Francesco De Palo | Il Giornale ed. online
Ven, 03.01.2014 - 08:42



  E adesso cosa potrebbe accadere se i cittadini vedessero riconosciute le proprie ragioni nel primo caso continentale di una class action contro la troika? Ben cinquanta depositanti ciprioti hanno citato in giudizio l'Eurogruppo e le altre istituzioni dell'Unione Europea (come la Banca Centrale Europea) per l'haircut sui loro depositi.


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 16.12.2013


  Tutti i politici di uno Stato che pretende di far parte della società democratica dell’Occidente avrebbero dovuto dimettersi immediatamente all’annuncio dell'incostituzionalità della legge in base alla quale erano stati eletti. Il capo del governo a sua volta, subito dopo le dimissioni, avrebbe dovuto dichiarare che sarebbe rimasto in carica per indire immediate elezioni e per gli affari urgenti. La finzione con la quale invece gli organi istituzionali hanno deciso di ignorare la delibera della Consulta continuando a fare decreti e progetti a lungo termine ha dato il colpo di grazia ad uno Stato che viveva già da anni  al di fuori delle regole costituzionali assecondando le iniziative in tal senso del Presidente della Repubblica. Per gli italiani questo ha significato perdere ogni fiducia e ogni stima non soltanto verso i rappresentanti, ma verso gli uomini che avrebbero dovuto incarnarli. Qui non si tratta di ruberie, di favoritismi, di sprechi cui si è ormai rassegnati: l’annuncio dell'incostituzionalità e quindi dell’invalidità di tutto il meccanismo istituzionale su cui si regge la Repubblica è stato una bomba che ha suscitato un senso di vero e proprio sgomento.



appuntamento



editoriale


di Ida Magli
il Giornale | 10.11.2013


  La Grecia! Sembra impossibile, nonostante tutto quello che è avvenuto in questi ultimi anni di crisi, che sia la Grecia a cancellare definitivamente se stessa come Stato indipendente e come faro di civiltà. Quella Grecia della quale l’Europa non si è mai dimenticata durante i lunghi secoli della sua storia, con il suo Omero e il suo Partenone, con le sue Olimpiadi e il suo Ulisse, quella Grecia per la cui libertà hanno combattuto e sono morti Santorre di Santarosa e George Byron, oggi rinuncia del tutto alla propria identità e si consegna alla dittatura europea. Il Parlamento sta per approvare, infatti, una norma che, riassumendone in poche parole il senso, punisce con la reclusione per almeno sei mesi chiunque violi le decisioni del “regolamento UE”. A questo punto di sottomissione sono giunti, dunque, i governanti greci? Non ce ne dobbiamo meravigliare, per quanto ci addolori immensamente, perché, quando si è accettato di vendere (di svendere) tutte le proprietà di un Popolo, come hanno fatto in quest’ultimo periodo i politici, dimenticando che non ne sono i proprietari, ma soltanto i temporanei amministratori; quando si è accettata la conduzione economica della cosiddetta Troika, ossia degli inviati del Fondo monetario internazionale e della Bce, costringendo i greci a vivere nelle più misere condizioni pur di continuare a far parte dell’euro, l’abbrutimento finale è inevitabile.



editoriale


di Ida Magli
il Giornale | 10.10.2013


  La società italiana è fra le più avanzate sul piano scientifico, giuridico, artistico, tecnico. Quello che non possiamo, e non vogliamo fare, è essere costretti a comportarci come se, viceversa, fossimo poveri selvaggi, privi di capacità razionali che di fronte alle calamità si gettano in terra, gridando le proprie colpe al cielo e il proprio dolore al mondo nella speranza che la prossima volta il cielo e il mondo siano più clementi. I nostri governanti perciò la smettano di comportarsi come sciamani in terra d’Africa, con bandiere a mezz’asta legate al bastone alzato a supplicare gli Dei e i minuti di silenzio invocati col triplice suono del corno. Adesso basta menzogne. Vogliamo affrontare la questione degli immigrati a Lampedusa con la razionalità con la quale siamo allenati a risolvere le questioni in Italia, non con la mentalità di chi in Africa invoca le piogge. I morti di Lampedusa non li abbiamo ammazzati noi.


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi.it | 04.10.2013


  È un terribile destino quello di doversi vergognare, davanti a se stessi e davanti al mondo, dei propri governanti, un destino che la storia ha riservato da molti secoli agli Italiani, sempre uguale lungo il succedersi di Papi, Re, Imperatori, Principi, Dogi. La democrazia non ha cambiato nulla a questo orrido scenario, anzi: da quando abbiamo dei parlamentari, dei “rappresentanti”, l’umiliazione è diventata il nostro pane quotidiano proprio perché in teoria ci “rappresentano”, sarebbero “noi” nel loro modo di essere e di agire. La miseria dei loro comportamenti ci ha inflitto fin dai primi passi della vita parlamentare tutte le umiliazioni possibili; tuttavia ci eravamo illusi che non si potesse superare la vetta raggiunta con Mani Pulite. Quello cui abbiamo assistito nel giorno della conferma del governo Letta invece è andato al di là di ogni possibile previsione.


editoriale


di Ida Magli
il Giornale | 23.09.2013


  Penso che siano molti gli italiani che oggi vorrebbero, come me, poter scrivere una lettera confidenziale ad Angela Merkel, alla «donna» Angela Merkel che ha in mano, con il potere politico, il destino presente non soltanto dei tedeschi, ma di tutti coloro che sono legati a Maastricht e alla moneta euro.
Perché vorremmo scrivere alla donna Merkel, più che al capo del governo della Germania? Perché l'euro, Maastricht e la «dittatura del 3%» hanno portato terribili sofferenze a coloro che vi sono stati coinvolti; perché la crisi che ha investito l'Europa è dovuta, in modo diretto tanto quanto in modo indiretto, ai parametri di Maastricht e alla sua moneta; perché le migliaia di suicidi di Francia (chi potrà mai dimenticare i 57 suicidi dei dirigenti di France Telecom?) di Grecia, d'Italia, sono stati provocati da questa crisi, così come le migliaia di disoccupati, di imprenditori falliti, di aziende costrette a chiudere.
Faccia un giro nella Lombardia, motore dell'economia produttiva italiana, cara Signora Merkel, e vedrà il risultato del grande mercato promesso da Maastricht e dalla sua moneta: le fabbriche sono tutte chiuse.


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 19.09.2013


  Il giorno 18 settembre 2013 il video discorso di Berlusconi ha messo la parola fine a qualsiasi speranza che potesse essere lui a liberare l’Italia dalle catene che la stanno strangolando. Era stato detto nei giorni scorsi che ci aveva riflettuto molto, che era stato incerto sulle decisioni da prendere, ma nel testo che abbiamo ascoltato non c’è neanche un riferimento a una vera riflessione, a una possibile incertezza. Siamo stati noi, invece, gli italiani che, ascoltandolo, ci siamo resi conto, e questa volta senza più alcuna illusione, che Berlusconi non ha capito nulla di quello che è stato fatto in Europa, nulla di quale  sia il prossimo destino della nazione Italia. Sembra incredibile una tale cecità in una persona che pure ha saputo vivere, organizzare un’importante azienda e proprio in un campo dove il prodotto da mettere sul mercato esige la massima capacità di “comunicazione”, di rapporto con gli uomini e con le culture.

Adesso sappiamo con certezza che Berlusconi appartiene allo stesso mondo degli altri governanti e politici in Italia e in Europa, con un’aggravante: gli altri sanno di che cosa parlano, cosa vogliono raggiungere, di quali centri di potere sono servi. Berlusconi parla invece come se non conoscesse il significato di ciò che dice, perfino di ciò che ha progettato per il futuro.


editoriale

Lettera aperta
a Silvio Berlusconi

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 06.09.2013


  Gentile Signor Berlusconi,
stiamo vivendo dei giorni decisivi, non per il Pdl o per il governo Letta, ma per l’Italia e, di conseguenza, come è sempre successo nella lunga storia che abbiamo alle spalle, anche per l’Europa. Mi sono decisa a scriverle questa lettera perché lei è l’unica persona che sia in grado oggi di prendere una decisione fortissima. Si tratta di una decisione indispensabile per non far sparire dalla storia l’Italia come nazione, e non uccidere gli italiani come popolo: abbandonare l’euro ritornando alla sovranità monetaria, uscire dall’Unione europea che è stata creata per eliminare gli Stati nazionali, e combattere, con la forza del Pdl, ma soprattutto con la forza di tutti quegli italiani che amano l’Italia, contro i governi euro-comunisti, a cominciare da quello Letta. 

 
Credo di avere il diritto di rivolgerle questo appello in base al fatto che le mie previsioni, con venti anni di anticipo sulla situazione catastrofica attuale, si sono verificate alla lettera. Erano previsioni basate sul metodo scientifico, più certe di quelle statistiche e d’opinione sulle quali Lei è solito regolare le scelte, come i fatti hanno dimostrato. Il mio primo libro Contro l’Europa è stato pubblicato da Rizzoli nel 1997. Da allora ho scritto su questi argomenti centinaia di articoli, molti dei quali pubblicati da “Il Giornale”, e altri due libri, sempre pubblicati da Rizzoli: La dittatura europea e Dopo l’Occidente. C’era tutto: la crisi economica, la vittoria del comunismo, il dispotismo dei banchieri, l’invasione immigratoria, il fallimento del progetto europeo, la conquista africana e islamica dell’Italia e dell’Europa, la fine del cristianesimo, la psicosi ugualitaria.

  Il Direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, mi ha chiamato al telefono immediatamente dopo l’annuncio delle dimissioni di Ratzinger, gridandomi: “Allora Ida, questo è “dopo l’Occidente?”. Sì, questo è dopo l’Occidente. Ossia la fine della civiltà europea e il mondialismo ugualitario al potere. Un Gesuita a capo dei cattolici né è la prova più sicura. Gesuitismo e “accomodamento” sono la stessa cosa (ha subito ricevuto sorridendo la signora Bonino: questo è l’accomodamento). Ma io ho il dovere, oltre che la passione per la verità e l’amore per gli italiani, proprio perché so che siamo quasi al momento dell’agonia, di chiedere con tutte le mie forze di salvarci a chi è in grado di farlo.

  Lei ha soltanto questo modo per rimanere alla storia, come ritengo desideri e voglia, in quanto i passati vent’anni di berlusconismo hanno “accompagnato” l’unificazione europea, la moneta unica, la distruzione degli Stati, l’ugualitarismo comunista, la cancellazione della borghesia, come avrebbe fatto qualsiasi altro governo e quindi non hanno inciso nella storia.  Non chieda la grazia; non costringa gli italiani, visto che lei è un italiano, a vergognarsi insieme a Lei. Galileo è stato condannato, dopo un terribile interrogatorio e la tortura, agli arresti domiciliari, non per due o tre anni, ma a vita, e l’Inquisitore, il gesuita Cardinal Bellarmino, ha intimato, come pena aggiuntiva, che fossero cercate e bruciate in un rogo pubblico tutte le copie del Dialogo dei Massimi Sistemi, causa prima del processo e della condanna. Eppure Galileo, prigioniero nella piccola stanza di Arcetri,  ha continuato a corrispondere e discutere con tutti gli scienziati del mondo sul funzionamento dei Massimi Sistemi e gli italiani non hanno avuto paura di  trascrivere il Dialogo e di nasconderne, pena la morte, decine di copie a un Tribunale che possedeva strumenti di ricerca molto più efficienti di quelli del Tribunale di Milano, e le hanno nascoste tanto bene che sono arrivate fino a noi. Questa è la storia vera degli italiani, non quella di vigliacchi e mafiosi, stereotipo costruito appositamente da coloro che ci governano per trattarci come un popolo indegno della libertà.

  Lei, Signor Berlusconi, potrà continuare a dirigere il partito anche dagli arresti, eventualmente anche dal carcere, perché tornare alla sovranità, all’indipendenza, alla difesa del territorio e dell’identità italiana dall’annientamento europeo e immigratorio, significa ricominciare a credere di avere un futuro, per sé, per i propri figli, per l’Italia, e avrà tanti italiani a incoraggiarlo e ad esaltarlo quanti non ne ha ancora mai avuti. Crede, forse, che l’imposizione del pensiero politicamente corretto (strumento ben diverso dalla censura dell’espressione ) non abbia influito nel mettere a tacere i desideri più profondi e più veri della maggioranza degli italiani? Quale libertà è possibile a chi è costretto a “pensare” a “sentire”, quello che vogliono i governanti? Crede davvero che i problemi degli italiani siano l’Imu o l’aumento dell’Iva? Tacere, anzi essere “accoglienti”, davanti all’invasione della propria terra è talmente contro natura che il  “Laboratorio per la distruzione”, quel potere che silenziosamente dirige i politici d’Occidente, ha programmato l’immigrazione come arma assoluta per indurre i popoli d’Europa, e prima di tutto gli italiani, al suicidio, all’estinzione volontaria. Per questo non si fanno più figli: non fa figli chi sta per uccidersi.

  La nostra è ormai con tutta evidenza una società patologica; la psicosi dell’ugualitarismo ha raggiunto i centri del sistema logico e crea, come sempre nelle ossessioni fobiche, forme di realizzazione fuori dalla realtà, fuori dalla natura. Purtroppo le diagnosi di patologie psichiatriche di un gruppo non vengono quasi mai prese in considerazione per ovvi motivi: non c’è il corrispettivo sicuro della “normalità”. Tuttavia ci sono stati esempi recenti nella storia dai quali i nostri governanti potrebbero apprendere qualcosa: l’implosione della Russia sovietica, dopo i suoi “lavaggi del cervello”; gli stermini finali della Cambogia, lo stesso Libretto rosso e la sua smisurata esaltazione in Cina. Tutte patologie dovute all’ossessione dell’ugualitarismo. È indispensabile fermare questa ossessione. Lei può farlo, signor Berlusconi. La prego di farlo.

Grazie    
Ida Magli
6/9/2013



editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 20.08.2013


  Questo è il Preambolo della nuova Costituzione ungherese, molto osteggiata, come è noto, dall'Unione europea. Non c'è da meravigliarsene: lo spirito che l'anima è del tutto contrario agli intenti dissacratori dell'Europa che tende, anche se ancora non c'è riuscita, a eliminare gli Stati nazionali, l'amore per la patria, per la lingua, per la religione, per la storia di ogni singolo popolo per giungere a omologare tutti gli abitanti del continente in una massa informe, priva di sentimenti e di valori.
Gli Italiani Liberi si propongono di stringere dei legami di conoscenza e di solidarietà con l'Ungheria nella speranza che nasca finalmente, almeno fra alcuni dei paesi dell'Ue, la volontà di sottrarsi all'annientamento predisposto dai politici al servizio di Bruxelles, fra i quali eccellono i governanti italiani. L'Ungheria gode del vantaggio di non partecipare all'area euro, avendo conservato la sovranità monetaria, cosa che le ha permesso di recuperare in poco tempo un'economia in crescita e di rimborsare totalmente il prestito onerosissimo del Fondo monetario internazionale.    



editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 05.08.2013


  Tutto ciò che ha scritto Magdi Cristiano Allam nell’articolo pubblicato è verissimo (Il Giornale del 5.08.2013). Infatti, è diventato sempre più difficile dichiarare che si ama l’Italia, visto che i diritti degli immigrati vengono quasi sempre anteposti a quelli degli italiani. Ma è ormai da diversi anni che mettere in luce quali siano i terribili danni inferti dalla politica italiana ed europea all’identità, alla cultura, alla storia, e alla stessa sopravvivenza fisica del popolo italiano, è diventato un esercizio inutile. Inutile perché il presupposto dal quale è necessario partire per tirare le somme da questo tipo di analisi è l’opposto di quello da cui parte Allam. Invece di domandarsi se si ama ancora l’Italia, bisogna riconoscere a viso aperto che l’Italia è odiata. Tutto quanto è successo e continua a succedere ogni giorno è voluto, è programmato allo scopo di distruggere l’Italia e gli italiani. Non è possibile credere, infatti, che tutti coloro che governano in Occidente, in Europa, in Italia, siano degli imbecilli, incapaci di capire quale sarà il risultato di ciò che decretano, che legiferano e che va sempre con una strettissima logica nella stessa direzione: la distruzione dell’italianità, della libertà, della sovranità, della società, dello stesso popolo italiano se per popolo si intende un gruppo solidale e teso al proprio bene e a quello dei propri discendenti.



editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 03.08.2013


  La società italiana e il suo governo attuale sembrano davvero un camion che perde pezzi mentre corre sempre più in fretta verso un precipizio. Nessuno mette mano al freno, anzi: l’aspetto più terrificante della situazione è l’assoluta tranquillità del pilota e di coloro che lo circondano. Guardano tutti la strada davanti a sé senza vedere neanche il più piccolo ostacolo. La condanna di Berlusconi, a detta di tutti i protagonisti della conduzione politica, non cambierà nulla all’assetto del governo Letta; anzi c’è perfino chi dall’alto di un posto di comando privilegiato, si affanna a “blindarlo”, come usano dire i giornalisti, tanto è ritenuto indispensabile a salvare il paese dall’inevitabile catastrofe che seguirebbe alla sua caduta. Tutto questo è stato affermato di nuovo ieri sera davanti alla condanna di Berlusconi.


editoriale


di Ida Magli
il Giornale | 15.07.2013


  Siamo costretti a constatare, come purtroppo è già avvenuto molte volte in passato, che siamo governati da persone la cui ignoranza è pari soltanto al disprezzo che nutrono nei confronti dell’Italia e degli italiani. Si sono mai chiesti i nostri politici come mai adoperano i termini latini per affermare lo jus soli? Perché non lo traducono in italiano quando parlano di questo argomento? I tempi dello jus soli erano quelli in cui nessuno si avventurava fuori dal proprio paese. L’arrivo di uno straniero era perciò un avvenimento talmente raro ed eccezionale da essere considerato un fatto “magico”, una sorte felicissima, portatrice di ogni bene per il “terreno” (il suolo) su cui lo straniero era approdato. Si trattava perciò sempre di un singolo individuo, mai di un gruppo. L’esempio più famoso di questa eccezionalità magica portatrice di bene è l’approdo sulle spiagge d’Egitto del canestro con dentro il neonato Mosè il quale divenne consigliere del Faraone in base al presupposto che una dote di straordinario sapere si accompagnasse alla sua straordinaria fortuna. Anche per Ulisse si verificò qualcosa del genere quando, apparso naufrago e nudo a Nausicaa e alle sue compagne, fu subito circondato dalla loro ammirata curiosità e fu condotto dal Re nella certezza che le sue felici virtù sarebbero state utili nel governo del regno. Insomma, era l’assoluta eccezionalità di una fortuna magico- divina a dare valore al “suolo” sul quale lo straniero era comparso.


editoriale


di Ida Magli
il Giornale | 10.07.2013


 
  La visita del Papa a Lampedusa ha riportato in primo piano molti dei temi riguardanti l’immigrazione che da tanti anni si dibattono in Italia e in Europa inutilmente perché non si riesce a trovare uno spunto comune per dirigere gli sforzi verso un miglioramento della situazione. Una situazione che, superata la commozione delle parole e della preghiera recitata insieme al Papa, rimane angosciosa per la sua precarietà e per il desiderio di trovare per queste popolazioni che fuggono dal proprio paese, delle soluzioni “vere”, ossia funzionali ad una vita sociale e culturale in Africa simile a quella che cercano da noi.


stampa


di Marco Calafiore
Media X Press | 04.07.2013

intervista ida magli gesu di nazaret
 
Il messaggio di Gesù è straordinariamente attuale. Un messaggio di amore e al tempo stesso di rottura delle regole fondanti il sistema e il modello di Potere nel quale ancora oggi viviamo. Un Potere sacro o una Sacralità potente, perché in realtà sono una cosa sola, inscindibili e intoccabili, pena la morte. Gesù era un genio assoluto, osò amare senza pregiudizio uomini e donne, segnando il suo tempo con la diversità e sfuggendo al condizionamento del modello di evitazione imposto dal sacro potere Ebraico dell’epoca, per questo venne ucciso. Con il saggio “Gesù di Nazaret” (BUR – Biblioteca Universale Rizzoli), l’antropologa Ida Magli tenta di rispondere alla domanda: chi è Gesù? E lo fa con la forza del sapere, ponendosi problemi antichi con interrogativi nuovi, attraverso nuovi strumenti di analisi ed esperienza storica.

Ida Magli risponde in esclusiva alle nostre domande, condividendo con noi e i nostri lettori il risultato delle sue ricerche.


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 27.06.2013

  Da quando Napolitano ha fatto saltare, chiamando al governo Mario Monti, le regole della democrazia che, nel bene e nel male, avevano sorretto le istituzioni della repubblica italiana anche nei periodi più bui della sua storia, la crisi etico-politica, oltre che economica, dell’Italia è andata peggiorando ogni giorno di più ed è inutile sperare che il Signor Letta trovi una soluzione perché, anche se lo volesse, non è in condizioni di riuscirci. I motivi sono evidenti. Il suo governo è nato per collocare, senza più né dubbi né ripensamenti, in maniera definitiva l’Italia alle dipendenze dell’Unione europea. Diciamo, in sintesi, che ha concluso, fingendo di tornare alla legalità democratica, il lavoro iniziato da Mario Monti. Tutto quello che dice Enrico Letta sui problemi da affrontare è preceduto dall’affermazione che gli impegni presi con l’Europa saranno mantenuti, che il rapporto debito-Pil è ferreo e nulla potrà impedire che tale rimanga. Batterà i pugni sul tavolo di Bruxelles? Barzellette! Enrico Letta ha costruito la sua carriera sull’Europa e dunque quello che conta è “Lui”, Letta, e il suo buon rapporto con l’Europa, non l’Italia e i suoi bisogni.


editoriale


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 04.06.2013

  Maurizio Belpietro, Direttore del quotidiano Libero, ha preso una bella iniziativa. Il giorno 2 giugno, una data significativa, ha finalmente rotto il tabù del silenzio intorno all’euro e ha titolato così il suo editoriale: “Apriamo la discussione – Dieci buoni motivi per uscire dall’euro”. Perché soltanto in Italia– si domanda Belpietro – non si parla dei problemi dell’euro, mentre in tutti i paesi d’Europa si discute animatamente e a tutti i livelli se convenga abbandonare questa disgraziatissima moneta? I cittadini, dunque, sono invitati a dibatterne su Libero esprimendo la propria opinione sull’uscita dell’Italia dall’euro, e a indicare anche in quale modo farlo, tenendo conto naturalmente delle eventuali ricadute negative di una tale decisione.


editoriale
STAMPA

The Quiet Collapse of the Italian Economy

   Il crollo silenzioso dell'economia italiana

25.04.2013
LSE-The London School of Economics and Political Science
di Roberto Orsi


While attention on the Euro crisis has been focusing primarily on Greece and Cyprus, it is no mystery that Italy, alongside with Spain, constitutes the real challenge for the future of the common currency, in any direction events will be unfolding. In the relative silence of the international press, Italy’s macroeconomic situation has been showing no sign of improvement, and indeed numerous indicators portray a national economy which finds itself in a depression, rather than in a however severe recession. It is no overstatement that the Italian economy is currently collapsing. (link)
Lettere
 
L’Italia occupa lo 0,2% delle Terre del Mondo.
Un Paese così ‘piccolo’ ha prodotto più del 70% delle Opere d’Arte della Storia dell’Umanità (censite anche dall’Unesco).

Un simile Paese non può, non deve essere governato dai Banchieri!

F.B.
 


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 19.05.2013

  È diventato difficile in Italia, dagli ultimi giorni del 2011 ad oggi, rendersi conto del passare del tempo, cercare di padroneggiarlo rievocando gli avvenimenti e tentare di fare il punto della situazione. In realtà si è trattato di un tempo - non tempo, affondato per i cittadini in una specie di limbo, immobile ed oscuro, di cui non si sa nulla perché non è stato mai sperimentato in precedenza e dal quale quindi si aspetta che siano gli esperti, i politici a traghettarci, nella nostra veste di “ombre”, verso la luce. Ma i politici sanno bene che questa strada non esiste perché l’unica possibile comporterebbe rimettere in questione l’unione europea, cosa che nessuno vuole fare e neanche osa porre di fronte a sé. Ripetono, perciò, che si vede la luce in fondo al tunnel, ma è il tunnel che non è per nulla un tunnel, ossia un corridoio da percorrere per raggiungere una meta: è invece la situazione, è la realtà.


editoriale

  "La foto dei bambini vestiti da figli di eurolandia! Nient'altro, nient'altro, nessun articolo sull'economia, non mi importa della Bce, dei soldi da prestare o non prestare... quello che conta è la verità che non viene mai detta: la "Divisa", l'Impero che costruiscono senza dirlo e che è l'unica cosa che perseguono... (Ida Magli, 5 Maggio 2013)


eurobalilla


editoriale

Il governo dei nemici



di Ida Magli
ItalianiLiberi | 28.04.2013

 
Come sappiamo già da molto tempo, il concetto di “rappresentanza” non esiste più; si è esaurito, insieme alla sacralità del Potere, con gli avvenimenti politici di questi ultimi giorni dell’aprile 2013. Adesso, però, con la formazione del governo Letta, lo possiamo confermare con assoluta certezza; ma soprattutto - è questa la cosa più importante – abbiamo finalmente la grande gioia di poterlo gridare a gran voce: “Non ci rappresentano!” Sono i nuovi governanti del popolo italiano, i suoi despoti, i suoi sfruttatori, i suoi traditori, i suoi nemici, i delegati di quel Potere che si nasconde dietro il Bilderberg, la Trilaterale, l’Aspen Institut, e che indichiamo col nome di “Laboratorio per la distruzione” visto che ne sappiamo una sola cosa: che la sua meta è appunto la nostra distruzione, l’annientamento della civiltà europea e degli Stati europei. Non ci rappresentano, però! Dobbiamo essere felici quindi, di poterli guardare in faccia, uno per uno, con la certezza di non condividerne nulla. Stanno dall’altra parte, sono altro da noi, non sono “italiani”, ma nemici degli Italiani, i peggiori dei nemici, quelli che spargono il sale sul terreno prima ancora di aver vinto.


editoriale

Le stranezze dei Grillini
e il Laboratorio segreto
del potere



di Ida Magli
ItalianiLiberi | 21.04.2013

 
Le vicende degli ultimi giorni, conclusesi con la rielezione in extremis di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica, ci hanno confermato molte cose che già sapevamo sui detentori del potere politico, anche se forse non avevamo sospettato fino a che punto giungesse l’odio e lo spirito di vendetta che li animano. Ci hanno però confermato anche il fatto più grave: che esiste un sopra-potere, di cui non sappiamo nulla, e che guida tutto e tutti nascostamente verso mete preordinate. Ho studiato per diversi anni gli scopi e le tecniche di questo “Laboratorio” segreto e ho pubblicato nei due libri: La Dittatura europea e Dopo l’Occidente tutto quello che ero riuscita a sapere e a capire, giungendo alla conclusione che si tratta di una struttura molto intelligente e pluriforme che persegue, in vista del mondialismo, la distruzione degli Stati e della civiltà europea.


editoriale

Nessuna "rappresentanza", nessun Presidente
della Repubblica



di Ida Magli
ItalianiLiberi | 16.04.2013

 
I politici, gli uomini dei partiti non sono ancora riusciti a prendere atto che il concetto di “rappresentanza” si è esaurito, non esiste più. La “rappresentanza”, infatti, è nata con il cristianesimo, laddove San Paolo (e in seguito i teologi) ha elaborato l’idea che nella morte del Figlio di Dio tutti i cristiani erano “rappresentati”, e perciò tutti “salvati” da Lui. Siamo dunque nell’ambito del Sacro, della metafisica del Sacro, che permette pensieri simbolici e potenze che vanno di là dalla realtà. Il concetto di rappresentanza si è poi a poco a poco trasferito, in maniera più debole e soltanto per analogia concessa dalle autorità del Sacro, ai Re, agli Imperatori, unti dal Papa, consacrati nella regalità dal Papa. Per questo un uomo della rivoluzione francese, la rivoluzione laica per eccellenza, ha voluto ricevere la corona dal Papa: Napoleone sentiva di non essere pienamente Imperatore, nella potenza di autorità e di governo che l’investitura sacra concede, senza l’intervento del Papa. Ma si trattava già di una rappresentanza di seconda categoria che si è andata sempre più sbiadendo e impoverendo fino quasi a scomparire con lo Stato laico moderno. L’uguaglianza di tutti i cittadini le ha inferto il colpo di grazia. La rappresentanza dei parlamentari e dei presidenti degli Stati, nelle varie deboli forme in cui si è configurata in Occidente, ne era un ultimo brandello e oggi è semplicemente una sopravvivenza culturale.


editoriale

Il bunker patologico
del proprio interesse



di Ida Magli
ItalianiLiberi | 05.04.2013

 
C'è un’unica e sicura dirimente oggi per capire i significati e le intenzioni degli esponenti politici, sia quando sono ambigui, sia quando appaiono chiari e schierati dalla parte dei cittadini: la loro dipendenza dai cosiddetti “poteri forti”, dall’alta finanza, e dall’Europa che ne è serva. Così, per esempio, può essere apparso onesto e perfino simpatico il “saggio” un po’ cretino Valerio Onida quando ha ammesso di star lì, insieme agli altri “saggi”, per occupare la scena vuota; ma è ridiventato subito quello che è, un succube dell’alta finanza, uno che odia l’Italia e gli italiani, non appena ha indicato come suo prediletto per la Presidenza della Repubblica, Giuliano Amato. Come avrebbe potuto essere diversamente, del resto, visto che era stato scelto dal massimo odiatore degli italiani, Giorgio Napolitano?


editoriale

Giorgio Napolitano,
un uomo accecato
dal potere



di Ida Magli
ItalianiLiberi | 31.03.2013

 
La cosa più strana, fra le tante cui abbiamo assistito negli ultimi anni, è l’esaltazione che viene da tutte le parti verso il Presidente della Repubblica. Gli osanna si levano  verso qualsiasi cosa dica e faccia in maniera così servile e untuosa da umiliare i poveri italiani, costretti ad essere rappresentati da politici e giornalisti cortigiani della Corte più miseranda che esista. Ebbene, la realtà dice che Giorgio Napolitano, pervaso come ogni uomo che detiene il potere, dalla sfrenata voglia di aumentarlo, ad un certo punto ha abbandonato con un sonoro calcio le vesti di garante della Costituzione e ha cominciato a comportarsi da dittatore.


editoriale

Il Bilderberg nomina
il Presidente
della Repubblica italiana


Bilderberg is Designating the next President of the Italian Republic

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 21.03.2013

 
In un recente passato, che appare però lontanissimo, era stata promessa agli Italiani l’elezione diretta del capo dello Stato. Naturalmente non se n’è fatto nulla. In una cosa sola i nostri governi, quali che siano le loro ideologie e i loro orientamenti politici, sono tutti “montiani”: decisi e rapidissimi soltanto nell’aumentare le tasse. Per tutto il resto tempi biblici in attesa che svanisca anche il ricordo delle promesse fatte. Dunque niente elezione diretta del Presidente. Ma c’è invece chi lo sceglie per noi e senza chiedere il permesso a nessuno: quel Potere che in silenzio ha progettato e imposto l’unificazione europea, che ha progettato e imposto la moneta unica e che continua a presiedere a tutte le vicende più importanti dei singoli Stati i quali  obbediscono anch’essi nel più assoluto silenzio. Sono uomini di cui non conosciamo altro che le facce e i nomi dei loro messi, di quelli mandati a mettere in atto la loro volontà, ma che possiamo riconoscere a colpo sicuro da un solo comune connotato: l’andamento disastroso di tutte le loro imprese, il fallimento di ciò che realizzano.


editoriale

Il tradimento,
destino degli italiani


The Destiny of the Italians: Betrayal

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 17.03.2013

 
Tragico destino degli Italiani essere sempre traditi da coloro che dovrebbero difenderli! Tragico destino degli Italiani essere sempre traditi da coloro in cui avevano riposto l’ingenua fiducia di essere finalmente salvati da questo stesso terribile destino! Sono trascorsi soltanto pochi giorni da quando avevamo esultato per l’arrivo in Parlamento dei giovani, ingenui, entusiasti seguaci del movimento a Cinque Stelle ed ecco che alla prima votazione anch’essi ci hanno tradito.


editoriale

Una strana elezione papale

A Strange Papal Election

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 15.03.2013

 
Nessun Papa fino ad oggi ha osato chiamarsi Francesco. Assumere un nuovo nome significa identificarsi in qualche modo con la persona che portava quel nome, prenderla a propria guida. Ma certamente Francesco d’Assisi sarebbe scappato via inorridito davanti allo spettacolo (è questa la parola giusta: “spettacolo”) in cui si è esibito il Vaticano per l’elezione del nuovo Papa. Francesco si sarebbe spogliato, messo nudo davanti a tutti, nel vedere l’abbigliamento sfoggiato dai Cardinali, attori in lenta fila compunta sul palcoscenico dell’intero mondo. Non sappiamo neanche immaginare quanto costino tessuti, damaschi, fili d’oro, merletti, gioielli, fabbricati appositamente per loro, ma è certo che Francesco avrebbe pianto di orrore e di vergogna davanti ai seguaci di Gesù vestiti come gli antichi Faraoni delle cui magnificenze gli ebrei si erano innamorati.


editoriale

Il Presidente
della Repubblica,
le agenzie di rating
e il nuovo Parlamento


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 09.03.2013

 
I cittadini italiani, sempre disposti ad elogiare il Presidente Napolitano, questa volta non soltanto non condividono la sua posizione, ma la ritengono sbagliata e assolutamente inaccettabile: prendere decisioni a causa del giudizio delle agenzie di rating. Non si capisce proprio perché uno Stato sovrano dovrebbe piegarsi davanti a entità come le agenzie di rating, longa manus delle banche dei cui proventi vivono (quale tragico scherno nella frase di Rossi prima del suicidio: “Non sanno cosa siano i derivati!”), prive di qualsiasi statuto pubblico e non citate in nessun modo, tanto meno come organi di controllo, nella Costituzione italiana tanto cara al nostro Presidente. Lo Stato italiano esiste oggi come esisteva ieri; si fonda sul popolo italiano, un popolo che è oggi, dopo le elezioni, lo stesso di ieri, ossia va al suo posto di lavoro oggi come ci andava ieri, parla la lingua italiana oggi come la parlava ieri, crea cose belle oggi come le creava ieri. A chi commercia con l’Italia questa è l’unica cosa che interessa: il popolo italiano e la sua attività, non il nome o il partito che lo governa. Le agenzie di rating sono al servizio di una particolare struttura “finanziaria” che ha notoriamente  guadagnato negli anni scorsi enormi somme destabilizzando i mercati mondiali, ed è questo che minacciano di  fare ancora se non si affidano i governi a persone o a partiti di loro fiducia (tutte cose di cui i politici avevano abbondantemente discusso al momento della crisi mondiale tanto da decidere di creare un’agenzia “europea” per contrapporvisi: Napolitano se la prenda con i burocrati dell’Ue che non l’hanno fatto).


 
Lettera43.it: "La rappresentanza è morta, l'Italia fuori dall'Ue"
L'antropologa Magli sul voto:"Monti disumano, Bersani uomo di partito. Grillo vincitore".
E lancia "un nuovo Risorgimento"


editoriale

La vera perdente?
L'Europa anti-nazionale


Italian Elections: the Real Loser? Anti-National Europe

di Ida Magli
il Giornale | 27.02.2013

 
A queste elezioni è stato presente un Convitato di pietra, un convitato che ha subìto, in silenzio, una grave sconfitta: l’Europa. Nessuno ne ha parlato, ma il risultato della lista Monti lo grida a gran voce. Monti è il fiduciario dell’Ue, è stato mandato (o chiamato, come si preferisce dire) esplicitamente a mettere in riga l’Italia, in apparenza per la questione del bilancio, ma in realtà perché l’Europa è diventata, con la crisi dell’euro, sempre più dubbiosa sulla fattibilità dell’unificazione e teme che da un giorno all’altro qualcuno degli Stati in difficoltà possa abbandonarla. L’Italia è uno Stato cardine dell’Unione, tanto sul piano concreto quanto su quello simbolico: nessuna Europa unita è possibile senza l’Italia. Tutta l’area del Mediterraneo sarebbe messa in forse da un’eventuale uscita dell’Italia e sicuramente molti Stati a quel punto ne seguirebbero l’esempio.


  editoriale

Grillo e la riscoperta dell'umano

Grillo and the Rediscovery of the Human

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 23.02.2013

 
Tutti i giornali sono d’accordo: Grillo ha riempito con i suoi ragazzi la fatidica Piazza S. Giovanni. Sono giovani, sono inesperti, sono entusiasti: si torna a vivere. È questa l’umanità che ha fatto la storia: quella che si è lanciata nella vita ingenuamente, forte soltanto del proprio entusiasmo, della sicurezza che essere uomini significhi sognare, sperare, amare, godere, gioire, e credere di riuscirci lavorando strenuamente per realizzare il sogno.
Siamo usciti, con questi sognatori, dall’incubo peggiore che gli Italiani si siano mai trovati a sperimentare, malgrado il loro lungo passato pieno di catastrofi: non avere un futuro. Non avere ciò che sostanzia, per ogni uomo, l’idea di futuro: che sarà bello, gioioso, nuovo, diverso, ricco di vita.


  editoriale

Le dimissioni del Papa

The Resignation of the Pope


di Ida Magli
il Giornale | 12.02.2013

 
La crisi della civiltà europea, dunque, è giunta all'ultimo atto. Non si può non interpretare in questo modo un gesto che accade per la prima volta dopo duemila anni di storia: le dimissioni di un Papa. Quali che siano le cause contingenti – stanchezza, vecchiaia, malattia, ostilità interne interne alla Curia, pressioni politiche, crisi della Chiesa, crisi del cristianesimo - l’unica cosa certa è che l’Italia, l’Europa, l’Occidente, stanno vivendo le ultime fasi del lungo itinerario che ha visto la nascita, lo sviluppo e l’improvviso declino di una straordinaria invenzione culturale, quella che ha caratterizzato, con la fioritura dell’intelligenza, la storia dell’Italia e di tutto l’Occidente.


  editoriale

L’ineffabile ombra
della finanza mondiale

The Ineffable Shadow of Global Finance

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 25.01.2013

 
Il missionario e giornalista P. Giulio Albanese ha inserito in un articolo del numero di Gennaio della sua rivista “Popoli e missione”, un’informazione tanto fondamentale quanto ignorata dalla stampa e che riportiamo qui sperando di aiutare in questo modo a divulgarla. Vorremmo anche che i nostri governanti, astutissimi banchieri che non trovano mai sufficiente la cosiddetta “trasparenza e tracciabilità” dei nostri miseri redditi, inseguendo con la forza di quella che ormai possiamo considerare la loro particolare Polizia, i militari della Finanza, ogni nostro scontrino, ogni più piccola ricevuta, ci spiegassero quali sono i “loro” interessi a mantenere nell’ombra queste operazioni. Dei nostri politici è inutile tenere conto: una volta ridotto il Parlamento alla farsa del dire “sì” ai banchieri, sono diventati come le famose scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano, impegnati esclusivamente nella salvaguardia della propria carriera.


  editoriale

La Femmina-Europa

di Ida Magli
ItalianiLiberi | 31.12.2012

 
L'itinerario verso l’indifferenziazione dei sessi, e di conseguenza degli esseri, è stato avviato dalle Istituzioni del Potere politico, evidentemente tutte d’accordo fra loro, dagli anni Settanta in poi senza che ce ne sia stato detto nulla. Il motivo è chiaro: si tratta di giungere all’uniformità degli individui per poter governare democraticamente tutti allo stesso modo. La democrazia è lo strumento omogeneizzatore, al di là delle lingue, delle razze, delle religioni. Si parla infatti sempre più spesso di un “governo mondiale” senza che i popoli protestino. Se c’è qualcuno che non sembra disposto a un simile livellamento viene subito collocato fuori dal gruppo, fra i più terribili eversori, incapaci di vedere quanto sia bello un mondo nel quale tutti sono uguali, sono governati nello stesso modo e godono di identici diritti. La trappola ovviamente sta lì. Se si è tutti uguali, quale sarà il modello di riferimento per l’uguaglianza? Uguali a chi? Quando con il femminismo le donne hanno voluto essere uguali, avevano come modello i maschi; adesso sembra di intravedere l’emersione, a livello di Potere esplicito, dell’omosessuale, maschio ovviamente, il che significa che il circolo della comunicazione si è chiuso su se stesso: una “società” esiste come tale in quanto c’è comunicazione e scambio fra i vari individui e gruppi di individui e in quanto procrea altri individui.


  editoriale

Quando i governanti
perdono la testa


di Ida Magli
ItalianiLiberi | 16.12.2012

 
Nella nostra Costituzione non è previsto che cosa si debba fare se i governanti perdono la testa. Eppure qualcosa dovremo pur fare di fronte ad una situazione politica in cui ogni dato della realtà è in contraddizione con ciò che i governanti perseguono sfruttando senza remore il proprio potere. Questo è, infatti, “perdere la testa”: agire al di fuori della realtà. La realtà di una democrazia dovrebbe essere quella in cui i parlamentari “rappresentano” e mettono in atto la volontà dei cittadini nel perseguimento del bene comune. Se guardiamo però a quanto viene detto e fatto dai vari esponenti della vita politica italiana, ci rendiamo conto facilmente che nulla più corrisponde a questo presupposto. I sondaggi dicono che sette italiani su dieci non vogliono un nuovo governo Monti, ma Berlusconi (e insieme a lui la platea quasi al completo dei politici e dei giornalisti che contano in Italia e in Europa) lo vuole tanto da affermare: io rinuncio purché si faccia avanti lui.


  editoriale

Monti, la Germania e l'Europa

Mr. Monti, Germany and Europe

di Ida Magli
il Giornale | 11.12.2012

 
Noi, gli italiani, rimaniamo sempre male, anzi, a voler dire proprio tutta la verità, ci arrabbiamo moltissimo quando la Germania mette lo zampino negli affari nostri come se fossimo bambini discoli che debbono essere continuamente tenuti d’occhio e rimproverati al minimo segnale di disobbedienza. Quello che ci fa arrabbiare di più, però, è l’eccessiva sopportazione dei nostri governanti, la loro remissività, la mancanza delle dovute rimostranze nei confronti di qualsiasi Stato che s’ingerisca nella nostra politica e nei nostri comportamenti. Da quando è cominciata la crisi dell’euro queste ingerenze soprattutto da parte della Germania sono diventate sempre più frequenti e hanno raggiunto il culmine in questi giorni con le dimissioni del governo Monti. L’unanime coro di rimpianto e di sconforto che si è alzato alla caduta del governo Monti nella stampa internazionale, fra gli esponenti del potere europeo e da parte del capo del governo e dei ministri tedeschi, è stato simile e forse maggiore di quello che ha accompagnato la morte di Karol Wojtyla, il Papa più amato e immediatamente beatificato. Sono stati davvero imbarazzanti le parole d’incenso sparse sulla persona di Mario Monti e tali da darci la controprova che non era caduto il governo italiano, ma quello europeo. A dire il vero non ce n’era bisogno, ma le prove sono sempre utili. Mario Monti rappresentava (e rappresenta) l’Europa in Italia e tutto quello che ha fatto, tutte le decisioni che ha preso, sono state sempre dichiaratamente funzionali agli interessi dell’Europa.


  editoriale

La solidarietà nella Ue

di Ida Magli
il Giornale | 10.11.2012

 
La notizia è abbastanza brutale. Germania, Olanda, Finlandia, Gran Bretagna e Svezia  non vogliono pagare la parte loro spettante dell’esborso di 670 milioni di euro del fondo d’emergenza sulle catastrofi naturali proposto nel bilancio rettificativo per il 2012 dalla Commissione europea per il terremoto in Emilia Romagna. Naturalmente le autorità, compreso il rappresentante dell’Italia, specificano che non è in questione il principio dell’aiuto, cosa ovvia, ma di fatto sono i paesi più in regola con i conti quelli che non vogliono aiutare l’Italia. La cosa “brutale” è che non la vogliono aiutare neanche per una calamità come il terremoto, evento per il quale di solito non c’è un popolo, a cominciare proprio dagli Italiani, che non senta il bisogno e il desiderio di correre in aiuto in ogni modo possibile. È indispensabile a questo punto fermarsi un momento a riflettere sui rapporti psicologici e affettivi presenti fra i vari paesi dell’Ue e che questo episodio mette in luce forse meglio che non le numerose occasioni precedenti proprio perché un terremoto non è colpa di nessuno e provoca in chi lo subisce un trauma, una perdita di sicurezza e di speranza che va molto oltre all’effettiva perdita materiale. Esistono infatti specifici studi dedicati all’antropologia delle catastrofi, e quelli sui terremoti sono i più indicativi sotto questo aspetto.