EDITORIALI
Diamoci una scossa?
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 17.07.2014
Leggendo
su vari quotidiani e in diversi siti internet che i giovani di Forza
Italia sono decisi a “dare una scossa” al partito e che discutono di
progetti e idee nuove da lanciare per il prossimo futuro, viene
spontanea una domanda o meglio un grido: una “scossa”, un “futuro”? Ma
non vedete che Forza Italia si sta suicidando? Che il partito, anche se
ancora esiste, è come se non esistesse? Da quando ha cominciato a
votare tutti i decreti di Monti, poi di Letta, poi di Renzi, Forza
Italia mantiene in vita i propri parlamentari ma non i propri ideali,
le proprie mete. Forza Italia sta uccidendo l’Italia, consegnandola del
tutto a quell’Europa, a quei banchieri che persegue l’eliminazione
delle nazioni, delle patrie, come ha affermato appena eletto
Jean-Claude Juncker (“talebano dell’eurocrazia”, come è stato
definito). È questo il motivo per cui nessuno dei governanti si è
piegato neanche per un momento a riconoscere il fallimento di tutto ciò
che è stato intrapreso con l’unificazione, i “risultati” raggiunti con
la moneta unica, con le normative di Maastricht: la macroscopica
svalutazione di ogni bene, la crisi economica di quelli che erano fra
gli Stati più ricchi del mondo, la disoccupazione,
l’invasione islamica, la perdita assoluta di Potere, di prestigio
davanti al mondo.
Negli ultimi anni molti economisti e sociologi si sono fatti
coraggio e, sia pure con enorme ritardo, hanno cominciato a tirare le
somme e a denunciare con decine di libri, di tavole rotonde, di
interventi nei giornali e nei dibattiti televisivi, i danni portati
dall’adozione dell’euro e a prospettare l’inevitabilità di tornare alle
monete nazionali, di limitare la portata dell’unificazione e delle
normative di Bruxelles almeno in alcuni campi come nell’immigrazione,
nella libertà dei mercati, nell’istruzione. Titoli come: “Europa
Kaputt”, “L’Europa è un bluff”, “Morire d’austerità” si succedevano
ogni giorno nelle librerie giungendo fino a quello “L’Europa è finita?”
che vi metteva in qualche modo il sigillo con il nome di Enrico Letta.
Ebbene è come se tutto questo non fosse avvenuto. Le elezioni europee,
catastrofiche dal punto di vista dell’interesse dei cittadini visto che
l’astensione è stata altissima, sono servite ai dittatori di Bruxelles
per affermare una volta per tutte che in Europa la democrazia è una
formalità di cui nessuno si sogna di tenere conto e che chi comanda non
ammette né critiche né disobbedienze. Da un momento all’altro la crisi
dell’Europa è diventata la vittoria dell’Europa. I governanti si sono
accodati e, incuranti della realtà tanto quanto lo era Napoleone quando
ha trascinato i suoi eserciti alla conquista della Russia, sono passati
sopra alle sofferenze di centinaia di milioni di sudditi, alle migliaia
di suicidi di piccoli imprenditori disperati, e hanno aumentato ogni
giorno le tasse pur di attenersi a quel 3% del Pil che è stato definito
dai premi Nobel dell’economia: parametro “bislacco” e “fuori di senso”.
Sarebbe stato compito dell’opposizione fare quest’analisi e
discuterla in parlamento, nei giornali, con i propri elettori, con
tutti i cittadini; sarebbe stato dovere di Forza Italia tendere a
ripristinare al più presto la legittimità delle istituzioni obbligando
Renzi a fare l’unica cosa che era stato incaricato di fare: la
legge elettorale secondo i dettami della Consulta per poter tornare a
votare. Forza Italia invece, che pretende di essere un partito
“liberale”, consente, addirittura rafforza la dittatura inaugurata da
Matteo Renzi con l’affermazione che la vittoria del suo partito alle
elezioni europee vale come se fosse un’elezione nazionale. In realtà
Renzi, com’è successo con tutte le dittature, ha occupato il “vuoto di
potere” creatosi proprio con l’illegittimità delle istituzioni, un
vuoto che nessuno Stato che pretenda di appartenere alla civiltà può
sopportare a lungo. È visto, perciò, come una specie di salvatore,
anche se impone sempre più tasse appunto per tener fede, come ripete
ogni giorno, al sacramento del 3%.
Assecondarlo è un delitto e un suicidio, ma è quello che si ostina a fare Forza Italia.
Ida Magli
Roma, 17 luglio 2014
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