eDITORIALE
Abbandonare subito l'euro
di Ida Magli ItalianiLiberi | 16.07.2012
La situazione italiana è
ormai patologica. Governanti e politici non possiedono più la capacità
psichica indispensabile per fermarsi sulla strada intrapresa perché
l’affermazione della moneta unica (“l’euro è irreversibile”) è
diventata la scommessa in cui è in gioco la superiorità del loro Io. Si
tratta di una patologia che ogni psichiatra è in grado di
diagnosticare, sapendo bene che è quasi impossibile curarla e che può
portare a gesti estremi di distruttività. Quando però tale morbo
aggredisce gli esponenti del massimo potere quale il governo di Stati e
di Popoli, la storia, anche recente, ci prova che nessuno si azzarda a
indicare la presenza di una patologia psichica se non dopo l’estrema
rovina, quando è ormai troppo tardi. Vogliamo provare almeno una volta
a guardare in faccia questa realtà?
La creazione dell’euro è stata un gesto irrazionale, dettato
dalla volontà di potenza dei banchieri che, convinti che fosse ormai
possibile per loro diventare i padroni d’Europa sottomettendo qualsiasi
altro potere, hanno assolutizzato il proprio strumento - la moneta -
trasformandolo nell’unica arma di governo e di dominio. L’euro è nato
così, privo di tutto: senza uno Stato, senza un Popolo, senza una
Storia, senza un Politica, senza un Futuro. Insomma: privo di realtà.
Il che significa frutto di delirio, di allucinazione o, se si vuole,
del Super-Io dei banchieri.
Anche se nessuno ha accennato in questi anni a una patologia,
sono state molte però le voci di economisti e di banchieri che hanno
indicato l’impossibilità di vita dell’euro a causa del suo difetto
d’origine: la mancanza di sovranità. Questa è, infatti, l’assurda
situazione nella quale ci siamo trovati fino dall’inizio e che è andata
fatalmente aggravandosi con il passare del tempo: l’euro non è una
moneta “sovrana” perché è fabbricata e messa in circolazione da una
banca (la Bce) che non appartiene a nessuno Stato. I debiti degli
Stati, a loro volta, non sono debiti “sovrani” perché gli Stati, non
battendo più moneta, non sono più “sovrani”. Il potere fondamentale
della macroeconomia di uno Stato, infatti, è l’Ability to pay, la
capacità di onorare sempre il proprio debito emettendo la propria
moneta sovrana. Si è creato, dunque, un circolo vizioso dal quale è
impossibile uscire e che fa aumentare il debito all’infinito quali che
siano le misure di austerità, di risparmio, di privazioni che i
banchieri d’Europa incitano a prendere e che i governi mettono in atto.
Né si pensi di poter proseguire sulla strada dei “rattoppi”,
togliendo ulteriori pezzi di sovranità agli Stati. Si tratta di
decisioni autoritarie e illegittime (si vuol forse sostenere che, come
recita l’articolo 11 della Costituzione, servono a non farsi la
guerra?) e che pertanto aumentano la debolezza democratica degli Stati,
esponendoli ancora di più all’aggressività dei mercati, come appare ben
chiaro dalla situazione quotidiana dell’Italia. Sono decisioni che non
incidono minimamente sulla mancanza di sovranità dell’euro perché, come
è evidente, non esiste nessuna possibilità di realizzare davvero, a
forza di “rattoppi” e senza le finzioni messe in atto fino ad oggi, uno
Stato unico europeo. E comunque per l’Italia non c’è tempo; la
situazione finanziaria è troppo grave. Il Parlamento si scuota dalla
patologia, si renda conto di avere ancora nelle mani il destino
dell’Italia e di coloro che l’hanno eletto e torni subito a un governo
politico normale che prepari l'abbandono dell'euro.
Ida Magli
16 luglio 2012
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