eDITORIALE
Votare non serve,
l'Ue è solo una farsa
di Ida Magli
il Giornale | 15.03.2014
Renzi
“sfida l’Europa”, come afferma il Corriere della Sera, gridando ai
quattro venti che l’Italia terrà fede ai parametri di Maastricht. Se
non fosse che tali affermazioni riguardano sessanta milioni di
cittadini italiani troveremmo paradossale o addirittura grottesca la
situazione in cui si muove il capo del governo e le leggi che promette
di mettere in atto entro i prossimi mesi. Sembra, infatti, che Renzi e
tutti i politici insieme a lui, si siano dimenticati che la Consulta ha
dichiarato incostituzionale la legge con la quale l’attuale Parlamento
è stato eletto. Di che cosa parla, dunque, Renzi? Riformare la
Costituzione mentre si è fuori dalla Costituzione? È così
sproporzionato alla realtà il suo vagheggiare: ad aprile questo, a
maggio quest’altro, che si finisce col lasciarsi trasportare nel mondo
surreale dei suoi sogni.
È atrocemente squallido invece, e tuttavia altrettanto
paradossale, l’affannarsi di tutti i politici per convincere gli
italiani a votarli alle prossime elezioni europee, assicurandoli che
combatteranno così contro l’euro, contro i tanto odiati burocrati di
Bruxelles. Poveri italiani! Non si rendono conto che a coloro che
perseguono la mondializzazione distruggendo i singoli Stati, ai veri
unici Capi di cui non conosciamo il nome, l’unica cosa che serve è che
i cittadini votino, riconoscendo così la validità dell’Unione europea.
Non ha nessuna importanza a quale scopo votino: il “parlamento europeo”
è una finzione visto che l’Unione europea non è uno Stato. Serve a
fornire ricchissime poltrone ai politici, ma il trattato di Lisbona ha
certificato l’impossibilità dell’Ue di diventare uno Stato. Soltanto
uno Stato, ovviamente, può godere di un “parlamento”, tanto che perfino
i costruttori dell’Unione europea non hanno riconosciuto al parlamento
un’autonoma capacità di fare leggi. Siamo dunque, anche in Europa, nel
mondo surreale di cui parlavamo a proposito di Renzi il quale infatti
assicura, navigando a vele spiegate nel suo Superuranio, che si vedrà
di che cosa l’Italia è capace quando assumerà con il prossimo semestre
la guida dell’Europa.
In Italia, però, i politici somigliano tutti a dei piccoli e
forse meno simpatici “renzi”. Mantenere la finzione rappresenta la
parte più cospicua della loro attività. L’impero europeo deve
continuare a esistere, o meglio a fingere di esistere agli occhi dei
poveri cittadini che del trattato di Lisbona così come dei parametri di
Maastricht non sanno nulla. La bandiera europea, che il trattato
obbliga ad esporre soltanto nel giorno della festa dell’Europa, in
Italia affianca sempre i governanti e sventola perfino sulla caserma
del Comando generale dei Carabinieri, non si sa in base a quale
precetto. Roma sembra la succursale di Bruxelles o di Strasburgo: è
tutto uno sventolio di bandiere celesti piene di stelle che fingono
l’esistenza di un Impero immaginario. Dato che non è uno Stato ma
semplicemente un’organizzazione internazionale, l’Ue non può concedere
nessuna cittadinanza, concessione che pertanto è illegittima; è
illegittima la costituzione di una Banca estranea agli Stati come
la Bce (che infatti appartiene per la sua massima parte ad azionisti
privati) ed è illegittima, e dunque invalida, la cessione della
sovranità monetaria ad una banca privata che i governanti italiani
hanno fatto in nome dell’articolo 11 della Costituzione.
E i famosi parametri di Maastricht, quelli per i quali ci siamo
svenati fin dall’inizio quando i cari Prodi, Ciampi, Amato ci
esortavano a soffrire pur di poter entrare nell’eldorado dell’euro?
Ebbene di quei parametri è stato detto di tutto. Ci si sono messi i
maggiori economisti, banchieri, Premi Nobel d’Europa e d’America, a
definirli: arbitrari, cervellotici, bislacchi, perfino “stupidi”
(parola di Prodi, il quale non si vergogna mai di se stesso), ma Renzi
insiste: “Dimostreremo che siamo capaci di tenervi fede”. Surreale,
grottesca, folle? Non si trovano parole per descrivere la situazione di
degrado logico, di straripamento da qualsiasi regola di ordine politico
e sociale, di abbandono di ogni principio di realtà nel quale nuotano
ormai senza sapere dove vanno politici, giornalisti, intellettuali.
Esaltano l’Europa gridando: “Credo perché è assurdo”.
È indispensabile che almeno quei gruppi di cittadini che
criticano le istituzioni europee, che vogliono la riappropriazione
della sovranità sulla moneta e su tutto l’ambito che riguarda la
Nazione e il suo territorio, non vadano a votare alle elezioni europee
e convincano il maggior numero possibile di cittadini a non andarvi a
causa della loro illegittimità. Bisogna che piuttosto si uniscano in un
solo partito per ottenere al più presto il ritorno alla legalità con
nuove elezioni e imporre nel parlamento italiano l’uscita
dall’euro e dalle normative europee.
Ida Magli Roma, 13 marzo 2014
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