eDITORIALE
Uscire dall'euro
di Ida Magli ItalianiLiberi | 04.06.2013
Maurizio Belpietro, Direttore del quotidiano Libero,
ha preso una bella iniziativa. Il giorno 2 giugno, una data
significativa, ha finalmente rotto il tabù del silenzio intorno
all’euro e ha titolato così il suo editoriale: “Apriamo la discussione
– Dieci buoni motivi per uscire dall’euro”. Perché soltanto in Italia–
si domanda Belpietro – non si parla dei problemi dell’euro, mentre in
tutti i paesi d’Europa si discute animatamente e a tutti i livelli se
convenga abbandonare questa disgraziatissima moneta? I cittadini,
dunque, sono invitati a dibatterne su Libero esprimendo la propria
opinione sull’uscita dell’Italia dall’euro, e a indicare anche in quale
modo farlo, tenendo conto naturalmente delle eventuali ricadute
negative di una tale decisione.
Dire che è stato rotto un tabù, purtroppo, è dire poco. I tabù non
nascono da soli: sono i detentori del Potere che li instaurano. Il
termine “tabù” nasconde la realtà, una realtà vergognosa per il tanto
osannato mondo libero e democratico: sull’unificazione europea, ivi
inclusa l’adozione della nuova moneta, e su tutto quanto ha comportato
per i cittadini togliendo loro indipendenza, sovranità,
ricchezza, libertà in ogni campo, i governanti hanno imposto una censura
di nuovo tipo per cui anche il termine censura è inadeguato e
bisognerebbe crearne un altro. Il sistema è stato ed è pressappoco
questo: non far sapere nulla ai cittadini; far sapere quello che non si
può tenere nascosto esclusivamente elogiandolo e dimenticandolo il
giorno dopo; non attribuire mai nulla di quanto accade all’unificazione
europea, tanto meno quello che accade di negativo (c’è sempre la
Germania come bersaglio); non collegare mai gli uni agli altri i fatti
che riguardano l’Europa. Bisogna poi aggiungere al sistema della
segretezza le modalità con le quali si è proceduto all’unificazione:
decine di provvedimenti quotidiani o quasi quotidiani, pensati,
scritti, calibrati nelle forme appropriate per apparire come strumenti
tecnici, politicamente soft, o meglio come costruzione di un’Europa
“governata senza governo”.
Per rendersi conto dell’enorme segretezza che circonda l’Ue
bisogna pensare che sono in attività ogni giorno, riccamente retribuiti
da noi, oltre 900 parlamentari, migliaia di funzionari, migliaia di
traduttori nelle 27 lingue ufficiali d’Europa, tutte le strutture di
uno Stato con una Corte dei Conti, una Corte di Giustizia, una
Commissione e un Consiglio con i suoi Ministri, ambasciate in ogni
paese del mondo e un Ministro degli esteri che non conta nulla
perché è l’Europa che non conta nulla (né a Obama né a nessun altro
capo di Stato viene in mente di rivolgersi a Lady Ashton invece che
alla Merkel o a Hollande quando c’è da risolvere qualche problema in
comune.) Che cosa fa tutta questa gente? Come mai i giornalisti ci
informano di ogni parola, di ogni sospiro che esce dalla bocca di uno
qualsiasi dei nostri politici e non ci dicono nulla, assolutamente
nulla, delle migliaia di decisioni, di decreti, di norme che da
Bruxelles piovono sulla nostra testa? Volete chiamarla censura? No, non
esiste un termine per descrivere e per definire il modo con il quale è
stata realizzata l’unificazione europea.
È in questo contesto di menzogne e di totale finzione che
bisogna guardare alla moneta euro: tutto è stato deciso esclusivamente
secondo la volontà dei governanti, i quali non torneranno mai indietro,
non ammetteranno mai di aver sbagliato perché non hanno sbagliato.
E come si può pensare che non sapessero quello che facevano i migliori
professori di economia e i migliori banchieri d’Europa? L’euro è una
moneta in balia di ogni più piccolo colpo di vento perché non ha uno
Stato dietro di sé, ma i proprietari della Banca centrale europea e
sono stati gli economisti e i banchieri a volerla così. E’ sufficiente
guardare ai fatti per sapere quale sia la realtà. L’unione europea è
stata pensata e realizzata per distruggere gli Stati nazionali e la
potenza della civiltà europea, consegnandone le ricchezze e i governi
alla grande finanza e ai partecipanti delle banche centrali. L’euro ha
aiutato a raggiungere questo scopo, accelerando la distruzione delle
singole economie. Il progetto era questo ed è riuscito ottimamente.
Forse si sarebbe ancora in tempo a salvare l’Italia, uscendo
però subito dall’Ue e non soltanto dall’euro, ma quale dei nostri
governanti lo farebbe? Hanno venduto la propria anima, la patria, la
libertà dei propri confratelli per conquistarsi una poltrona di carta
in un impero di carta e anche se un movimento politico (che non c’è)
riuscisse a provocare qualche piccola ribellione, si
comporterebbero esattamente come si sta comportando Erdogan. La
democrazia è obbedienza. I popoli parlino, discutano quanto vogliono
dato che le loro opinioni non cambiano nulla alle decisioni dei
governanti, ma obbediscano.
Ida Magli
Roma, 4 Giugno 2013 (In caso di riproduzione si prega di citare la fonte e di aggiungere il link a questa pagina)
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