EDITORIALI
Chirurgo di trapianti
di Ida Magli
italianiliberi | 30.10.2015
Ho
seguito fin dall’inizio le vicende politiche di Ignazio Marino nella
speranza che, malgrado il deterioramento della sensibilità sociale e
democratica verificatosi in Italia nel corso degli ultimi anni,
qualcuno mettesse l’accento sull’unico, drammatico errore che è stato
commesso eleggendo a un’alta carica politica un chirurgo di trapianti,
ma non l’ha fatto nessuno. Eppure è evidente che il punto nevralgico è
quello: si ha a che fare con una personalità particolarissima, che ha
scelto una specialità chirurgica di limite nella quale si trova a
decidere della vita e della morte, a operare su individui debolissimi
che dipendono da lui per la propria sopravvivenza. Chi ha, o ha avuto,
il potere di decidere della vita e della morte, deve essere
necessariamente escluso dalle istituzioni del Potere, da qualsiasi tipo
di governo. Non può governare né gruppi né popoli; non è adatto a
nessuna attività nel mondo della “politica”, tanto più in una
democrazia.
Nessuno si può misurare con Marino, è evidente, e di fatto
nessuno ci prova direttamente, neanche quando afferma di aver
abbandonato gli incarichi. Da dimissionario, infatti, ha provocato
perfino più imbarazzo e timore di quando era in carica visto che non si
era in grado di prevedere ciò che avrebbe pensato e fatto. Quando ha
ritirato le dimissioni c’è stato quasi un respiro di sollievo: era
tornato ad essere il Marino di sempre. Non basta dire che è un
chirurgo, come è solito fare il Pd. Ignazio Marino ha sessant’anni e
pur avendo operato per tutta la sua vita di chirurgo nel mondo dei
trapianti, non ha mai detto neanche una parola sul mercato degli
organi, non l’ha mai denunciato, pur sapendo che coinvolge soprattutto
i bambini, i quali semplicemente “scompaiono”. Dal territorio italiano
ne sono scomparsi 3.600, come ha affermato con freddezza nel gennaio
2015 il Ministro degli Interni, Angelino Alfano. Notizia-non-notizia
visto che nessuno l’ha commentata e il giorno dopo è sparita.
“Scompaiono”? Che cosa significa? I bambini non compiono l’azione di
scomparire, non vengono risucchiati dal vento o dalla pioggia, ma il
silenzio sulla loro scomparsa dipende dal fatto che tutti sanno, o
almeno suppongono che, tranne i pochi “fortunati” che vanno ad
alimentare il mercato della pedofilia, tutti gli altri finiscono nel
mercato degli organi. Ogni volta, però, che qualcuno ha provato a
parlarne, la notizia non ha attecchito. Nel 2008 le suore Serve di
Maria avevano mandato dal Monzambico alla loro Casa generalizia in Roma
un appello disperato perché vedevano sparire i bambini del proprio
istituto e ne ritrovavano i resti senza occhi, senza reni, senza cuore,
nei cassonetti della spazzatura. La loro speranza che il Vaticano, o
almeno i giornali italiani ed europei, dessero risonanza a questi
atroci delitti, è andata quasi del tutto perduta. Il Giornale ha
pubblicato allora una serie di servizi molto puntuali, ma il silenzio
del Vaticano è stato più forte. Da allora tre Papi, uno dei quali,
Wojtyla, ha anche presieduto il primo Convegno tenutosi a Roma sui
trapianti, si sono susseguiti sul trono di Pietro, ma nessuno ha
parlato della scomparsa dei bambini, nessuno ha condannato gli orridi
crimini che si commettono nel mondo dei trapianti. Neanche Bergoglio.
Con il Giubileo si può perdonare il divorzio, l’aborto…
Perché dunque il Pd ha favorito la carriera politica di un chirurgo di
trapianti? Di un chirurgo che non ha mai detto neanche una parola per
denunciare il mercato degli organi, per aiutare le Forze dell’Ordine a
trovare almeno le fila di questo atroce mercato?
Ida Magli
30 ottobre 2015
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