eDITORIALE
Premio Acqui Storia a Ida Magli
Gli Italiani Liberi ad Acqui
di Ida Magli ItalianiLiberi | 26.10.2011
Nei
giorni scorsi una rappresentanza di Italiani Liberi si è recata nella
dolce e severa cittadina di Acqui. Il motivo di questa incursione è
stato un “premio”, assegnatomi con mia grande sorpresa
dall’Amministrazione del Comune, con una intestazione davvero troppo
pesante per me: “Testimone del tempo”. Si è trattato, tuttavia, di
un’esperienza profondamente confortante in un momento di così grave
crisi del nostro Paese. Prima di tutto perché Acqui conserva nelle
Terme non soltanto i resti concreti della straordinaria opera
ingegneristica dei Romani e la testimonianza della loro passione per
l’utilizzazione terapeutica dell’acqua, ma anche, in un certo senso, la
severità composta e ordinata del loro spirito. Acqui Terme si presenta
infatti così a chi vi giunge per la prima volta: serena, concentrata su
se stessa, bene organizzata, consapevole dell’importanza della sua
storia che dai Romani giunge fino a quei Caduti di Cefalonia, la
Divisione Acqui, che il Premio ha voluto onorare e non dimenticare mai.
Quest’anno l’assegnazione del Premio per un’opera storica ha suscitato
molte polemiche così che all’improvviso la cittadina di Acqui è
diventata più famosa di quanto non fosse mai stata. Ma si è trattato di
polemiche che trovano spazio soltanto in un paese come l’Italia dove le
dispute di carattere religioso si limitano di solito ai dettami della
morale cattolica sostenuta dalla Chiesa o al comportamento dei preti o
dei vescovi, e non toccano quasi mai le vicende teologico-istituzionali
interne alla Chiesa. Gli Italiani, si sa, liberatisi dopo tanti secoli
del peso del Papato, sono giustamente allergici alla teologia, e per
quanto riguarda l’ istituzione “Chiesa” preferiscono interessarsi delle
sue opere di bene piuttosto che dei suoi dogmi. Così è stato visto con
sorpresa, e quasi come un attentato blasfemo, la premiazione di un
libro che racconta e studia in modo criticamente nuovo le vicende del
Concilio Vaticano II. Sarebbe invece molto utile alla Chiesa stessa, ma
soprattutto al cristianesimo, che ogni problema di carattere dogmatico
diventasse oggetto di discussione pubblica visto che la mancanza di
“eresie” testimonia soltanto l’inaridirsi della fede.
Per quanto mi riguarda, invece, mi sono state rivolte molte domande
sulla società odierna e su quale potrà essere il suo futuro, sui
difficili rapporti uomo-donna e sulla crisi del “maschio”. Per quanto
io sia molto pessimista, il contesto era talmente pieno di simpatia e
di cordialità che la trasferta ad Acqui è diventata in qualche modo un
punto fermo di conforto e di speranza. Mi sento molto onorata di aver
avuto un premio in memoria dei Caduti di Cefalonia. L’ho accettato con
profonda gratitudine e soprattutto come segno che possiamo ancora
lavorare per la salvezza dell’Italia.
Ida Magli
Roma, 26 Ottobre 2011
(In foto: la motivazione del Premio)
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