eDITORIALE
L'ineffabile ombra
della finanza mondiale
di Ida Magli ItalianiLiberi | 25.01.2013 Il
missionario e giornalista P. Giulio Albanese ha inserito in un articolo
del numero di Gennaio della sua rivista “Popoli e missione”,
un’informazione tanto fondamentale quanto ignorata dalla stampa e che
riportiamo qui sperando di aiutare in questo modo a divulgarla.
Vorremmo anche che i nostri governanti, astutissimi banchieri che non
trovano mai sufficiente la cosiddetta “trasparenza e tracciabilità” dei
nostri miseri redditi, inseguendo con la forza di quella che ormai
possiamo considerare la loro particolare Polizia, i militari della
Finanza, ogni nostro scontrino, ogni più piccola ricevuta, ci
spiegassero quali sono i “loro” interessi a mantenere nell’ombra queste
operazioni. Dei nostri politici è inutile tenere conto: una volta
ridotto il Parlamento alla farsa del dire “sì” ai banchieri, sono
diventati come le famose scimmiette che non vedono, non sentono, non
parlano, impegnati esclusivamente nella salvaguardia della propria
carriera.
“Si tratta di un
importante studio sul "sistema bancario ombra", lo shadow banking
mondiale, pubblicato dal Financial Stability Board (Fsb), l'istituto
internazionale di coordinamento dei governi, delle banche centrali e
degli organi di controllo per la stabilità finanziaria a livello
globale. Leggendo attentamente questo testo, si scopre che qualcosa di
aberrante è all'origine della crisi finanziaria planetaria. Lo studio,
incentrato sulla cosiddetta eurozona e su altri 25 Paesi, evidenzia
infatti che a fine 2011 ben 67mila miliardi di dollari erano gestiti da
una "finanza parallela", al di fuori, quindi, dei controlli e delle
regole bancarie vigenti; una cifra che equivale al 111% del Pil
mondiale ed è pari alla metà delle attività bancarie globali e a circa
un quarto dell'intero sistema finanziario.
Leggendo questo
studio si ha l'impressione d'essere al cospetto di un movimento
sovversivo che specula impunemente ai danni degli Stati sovrani e
soprattutto dei ceti meno abbienti. In altre parole, se da una parte ci
sono i conti correnti con i risparmi dei cittadini e delle imprese,
dall'altra abbiamo questo sistema bancario occulto, composto da tutte
le transazioni finanziarie fatte fuori dalle regolari operazioni
bancarie.
Come spiegato in più circostanze su questa rivista dal 2008, in
coincidenza col fallimento della Lehman Brothers e dall'inizio della
crisi sistemica dei mercati, si tratta di operazioni fatte da
differenti intermediari finanziari, come certi operatori specializzati
nel collocamento dei “derivati”, quei prodotti finanziari che, in larga
misura, hanno inquinato i mercati. Tutte attività, queste,
rigorosamente over the counter (otc), cioè stipulate fuori dai mercati
borsistici e spesso tenute anche fuori dai bilanci. Alcuni autorevoli
economisti ritengono che il "sistema ombra" sia spesso un'emanazione
delle grandi banche internazionali che hanno interesse ad aggirare le
regole e i controlli cui sono sottoposte.”
Naturalmente nulla di tutto ciò è nuovo: se ne è parlato in libri e articoli (vedi “La Dittatura europea”)
già diversi anni fa e discusso abbondantemente in molti siti internet,
incluso il nostro, ma come è successo sempre per quanto riguarda
l’Unione europea e la moneta unica, politici e governanti ignorano
qualsiasi domanda, passano sopra con dittatoriale indifferenza alle
richieste e ai bisogni dei sudditi, intenti esclusivamente a condurre
in porto il proprio progetto di potere: l’unificazione del mondo
governato dai banchieri. Non ha nessuna importanza il fallimento
evidente di tante delle loro imprese, inclusa quella dell’euro, visto
che se ne sono arricchiti in denaro e in potere, togliendoli ai
cittadini. La bilancia, infatti, è proprio questa: tanto hanno perso in
sovranità e in denaro i cittadini d’Europa, tanto hanno acquistato in
potere e in denaro i banchieri. Come abbiamo già detto, i politici non
contano: sono esclusivamente al servizio dei banchieri, forse perché
altrimenti perderebbero pure le apparenze del potere e le connesse
prebende di cui ancora godono.
Lo spettacolo che le migliaia di pirati all’arrembaggio hanno
offerto ai nostri occhi in questi giorni per candidarsi alle prossime
elezioni, per appropriarsi, come affamate cavallette, degli ultimi
resti del corpo dilapidato dell’Italia, ha dato la misura di una
involuzione ormai irreversibile. Nessuno ha minimamente messo in dubbio
che si debba dipendere dai banchieri, dall’alta finanza che governa
l’Europa. Nessuno ha detto che, senza la sovranità monetaria, è
impossibile ricominciare ad avere un vero mercato e salvare qualche
briciola dalla competizione con gli Stati emergenti. Nessuno ha parlato
della fine degli Stati nazionali e della loro indipendenza. Addirittura
si è deciso di partecipare ad una guerra (quella in Mali) senza
discuterne in Parlamento. Nessuno ha preso in considerazione, in
un’Europa che si vanta della propria civiltà, la criminalità di
strutture di governo che dominano i sudditi attraverso il denaro,
attraverso il fisco, assurto ad unico “valore”. Non parliamo dei
“cattolici” visto che si vantano di esserlo anche molti dei governanti
banchieri, pur calpestando il Vangelo ad ogni passo. Parliamo, però,
della gerarchia della Chiesa la quale non ha mai condannato
l’unificazione europea, pur voluta dall’alta finanza e guidata dai
banchieri, e non ha neanche mai condannato i governanti banchieri che
attraverso il fisco hanno spinto i sudditi alla disperazione fino al
suicidio. Ma soprattutto parliamo della gerarchia della Chiesa che
adopera essa stessa il linguaggio del mercato laddove parla di valori
“non negoziabili”. Formula atroce che fa rabbrividire chi sa che nel
Vangelo non esiste nessun valore “non negoziabile” perché soltanto di
una specie di peccatori Gesù ha detto che “non entreranno nel regno dei
cieli”: i ricchi.
Ida Magli 24 Gennaio 2013 (In caso di riproduzione si prega di citare la fonte e di aggiungere il link a questa pagina) |
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