EDITORIALI
Illegittimità
delle istituzioni
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 02.05.2014
La
Cassazione ha confermato, con un pronunciamento decisivo del 4 aprile
scorso e con l’efficacia del “giudicato erga omnes”,
l’incostituzionalità dell’attuale legge elettorale.
Un’incostituzionalità che era già stata dichiarata a gennaio dalla
Consulta. “È stato accertato e dichiarato – afferma fra l’altro la
Cassazione - che i cittadini elettori non hanno potuto esercitare il
diritto di voto personale, eguale, libero e diretto secondo il
paradigma costituzionale. ”Discende da tale affermazione un’inevitabile
conseguenza, ossia che: “Il principio di continuità dello Stato non può
legittimare fino alla fine della legislatura le Camere elette in
violazione della libertà di voto e che sono il frutto della grave
ferita inferta alla logica della rappresentanza”.
Tutto questo era evidente ovviamente a ogni persona onesta e di buon
senso fin da gennaio. L’insensibilità assoluta dimostrata da tutti i
politici, a cominciare dal Presidente della Repubblica, garante della
Costituzione e Capo della Magistratura, di fronte all’illegittimità del
proprio potere e nei confronti delle delibere degli organi che
esercitano la giustizia, fa veramente paura. Quale democrazia, quale
civiltà, può sussistere in un paese nel quale tutte le istituzioni sono
illegittime? Ma soprattutto quale democrazia, quale civiltà può
sussistere in un paese dove i politici non si vergognano di essere
illegittimi ed anzi vi nuotano allegramente come non mai?
Nulla è più ingiusto dell’illegalità, più dittatoriale che esercitare
il potere nell’illegalità. Se pensiamo poi che la Costituzione italiana
aveva creduto di garantire l’indipendenza della magistratura facendone
un organo distinto e separato da quelli politici, ci possiamo rendere
conto dell’enormità del comportamento dei politici. Nessuno, infatti,
avrebbe potuto immaginare che i politici avrebbero invece approfittato
di questa separatezza per non tenerne conto, come se la parola dei
magistrati non avesse alcun valore.
Chi “nuota” meglio di tutti, però, è Matteo Renzi. L’illegalità l’ha
lasciato libero da qualsiasi controllo, libero di esercitare le sue
qualità di dittatore praticamente senza opposizione, o con una finta
opposizione. Fa ciò che vuole suscitando l’ammirazione di tutti, amici
e nemici, sempre invidiosi di chi ha il coraggio di comandare
infischiandosi della democrazia. Approfittando dell’illegalità adesso
si propone, come ogni buon dittatore, di cambiare la Costituzione
abolendo una delle due Camere, quella dei “vecchi”, i senatori. I
cittadini applaudono di fronte alla risibile motivazione di risparmiare
qualche soldo, come sempre affascinati da quello che oggi si chiama
decisionismo invece che ducismo. Un governo illegittimo che cambia la
Costituzione? Ma certo! Anche Stalin ha iniziato la sua carriera di
dittatore emanando la “costituzione più bella del mondo” nell’applauso
generale. Quelli che l’applaudivano avevano però una giustificazione
che i nostri politici non hanno: Renzi fa soltanto una delle sue
melense risatine per essere applaudito mentre Stalin fucilava.
Politici che hanno perso la testa di fronte all’immenso potere che
possiedono, non più controllati da nessuno o controllati da finti
controllori anch’essi illegittimi: questi sono oggi i politici
italiani. Abbiamo visto addirittura un Grillo fuori di sé proclamare
che vincerà le elezioni europee, che andrà subito da Napolitano per
farsi nominare capo del governo e chiedergli di dimettersi. Peccato che
anche Napolitano sia illegittimo e sia indispensabile prima di tutto
fare le elezioni per tornare nella legalità altrimenti chi lo dovrebbe
nominare il nuovo Presidente della Repubblica? Il parlamento
illegittimo? Non se lo sogni neppure Napolitano di dimettersi prima
delle elezioni e del ritorno alla legalità, perché ci troviamo in
questa situazione in buona parte per volontà sua. Rimanga al suo posto,
non dia retta né a Grillo né a nessun altro e se è stanco, se non se la
sente, affidi qualcuna delle sue funzioni, come previsto dalla
Costituzione, al suo vice, il presidente del Senato.
Abbiamo potuto costatare durante questi orribili ultimi anni, dalla
crisi del 2011 fino ad oggi, come uno Stato, costruito con tutte le
possibili garanzie contro la dittatura, vi sia piombato con estrema
facilità a causa della corruzione dei suoi organi parlamentari. Siamo
costretti ancora una volta a chiederci: “Chi custodirà i custodi?”
Eterna domanda cui, senza una forte coscienza etica personale, nessuna
democrazia è in grado di rispondere.
Ida Magli
Roma, 1 maggio 2014
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