eDITORIALE
Videodiscorso
di Berlusconi
di Ida Magli ItalianiLiberi | 19.09.2013
Il giorno 18 settembre 2013 il video
discorso di Berlusconi ha messo la parola fine a qualsiasi speranza che
potesse essere lui a liberare l’Italia dalle catene che la stanno
strangolando. Era stato detto nei giorni scorsi che ci aveva riflettuto
molto, che era stato incerto sulle decisioni da prendere, ma nel testo
che abbiamo ascoltato non c’è neanche un riferimento a una vera
riflessione, a una possibile incertezza. Siamo stati noi, invece, gli
italiani che, ascoltandolo, ci siamo resi conto, e questa volta senza
più alcuna illusione, che Berlusconi non ha capito nulla di quello che
è stato fatto in Europa, nulla di quale sia il prossimo destino
della nazione Italia. Sembra incredibile una tale cecità in una persona
che pure ha saputo vivere, organizzare un’ importante azienda e proprio
in un campo dove il prodotto da mettere sul mercato esige la massima
capacità di “comunicazione”, di rapporto con gli uomini e con le
culture.
Adesso sappiamo con certezza che Berlusconi appartiene allo
stesso mondo degli altri governanti e politici in Italia e in Europa,
con un’aggravante: gli altri sanno di che cosa parlano, cosa vogliono
raggiungere, di quali centri di potere sono servi. Berlusconi parla
invece come se non conoscesse il significato di ciò che dice, perfino
di ciò che ha progettato per il futuro. Un partito che si chiamerà,
come quello fondato all’inizio: “Forza Italia”, un partito rispondente
all’idea liberale? Parole vuote e stupide, se non addirittura fuori di
senno. L’Italia dipende totalmente dall’Unione europea e i Trattati con
i quali ha perso la propria indipendenza li ha firmati quasi tutti
Berlusconi. L’unificazione europea si basa sull’internazionalismo
comunista, sulla cancellazione delle nazioni, delle patrie, degli
Stati, delle identità dei popoli e persegue, spingendo gli spostamenti
immigratori, la mescolanza delle razze, delle idee, delle lingue, delle
religioni, delle culture, l’omogeneizzazione mondiale.
Dunque, cari Italiani, adesso sappiamo che non c’è neanche una
piccolissima speranza di salvarci affidandoci a qualcuno visto che
siamo governati esclusivamente da traditori. Siamo stati pugnalati alle
spalle nel momento in cui è stata consegnata la “cassa” al nemico.
Berlusconi non capisce neanche questo? Si vanta dei milioni di
cittadini che da tanti anni votano per lui, ma non è vero che hanno
votato per lui: non avevano, così come non l’hanno oggi, nessun’altra
alternativa se non volevano votare per le sinistre. Il governo così
detto delle “larghe intese” ha tradito anche questa possibilità.
Berlusconi non voleva far vincere i comunisti? L’ha ripetuto anche in
quest’ultimo discorso, ma è evidente ormai che non si rende conto della
situazione: al governo ce li ha portati lui. Sarebbe una catastrofe se
questo governo cadesse? Com’è possibile affermare una cosa simile? È
una catastrofe che lei, Signor Berlusconi, che i parlamentari del suo
partito abbiano messo in mora la democrazia portandoli al governo
e che ancora non l’abbiano fatto cadere. Una nazione di sessanta
milioni di persone, con migliaia di industriali, di scienziati, di
professori universitari di tutte le discipline, di primari medici di
altissima professionalità, di storici dell’arte che curano, conservano,
studiano il patrimonio artistico più grande che esista al mondo, di
lavoratori abilissimi in ogni campo, rappresenta un valore che nessun
banchiere può riuscire a mettere a rischio, e fa il gioco più sporco
che si sia mai visto chi si azzarda ad affermarlo.
Berlusconi non sa che sono i banchieri che fanno questo gioco per
sostenere i politici di loro gradimento, quelli che gli permettono di
guadagnare montagne di denaro con la compra vendita dei titoli
pubblici? Il governo Letta, poi, può scomparire tranquillamente perché
è stato messo in auge dai potentati europei che perseguono il
mondialismo e che, proprio per questo, scelgono coloro che di per sé
non valgono nulla. L’abbiamo sperimentato con il governo Monti, non era
necessario sperimentarlo ancora: l’Europa persegue la morte delle
nazioni e coloro che le appartengono sono i suoi servi portatori di
morte. Dobbiamo vantarci forse di aver dato inizio noi, l’ Italia,
l’erede dei Romani, dell’umanesimo cristiano, ai governi africani?
Dobbiamo vantarci di ministri privi perfino dei minimi titoli richiesti
in Italia per esercitare una professione? Dobbiamo vantarci di un capo
del governo così servo davanti ai potenti d’Europa da dichiarare che
“siamo usciti da dietro la lavagna”?
Dobbiamo svegliarci, sì, Signor Berlusconi, ma senza più sperare su nulla e su nessuno tranne noi stessi.
Ida Magli
19 settembre 2013
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