Berlusconi ha impostato la conferenza che ha
tenuto in questi giorni al convegno dei circoli di Forza Italia, sulla
persistenza della mentalità comunista in buona parte della
Sinistra italiana. Ha quindi ricordato che il Comunismo è
crollato drammaticamente nell’Unione Sovietica lasciando dietro
di sé terribili eccidi, tirannia, povertà, per cui non ha
senso riporre fiducia in coloro che non l’hanno del tutto
rinnegato. Discorsi ovvi, si direbbe. Ma non è così.
All’origine del Comunismo c’è un terribile errore:
la concretizzazione dell’uguaglianza degli individui. Il
passaggio dal “valore” della persona come presupposto
metafisico all’uguaglianza del vivere sociale, ambientale,
pedagogico, statale, politico, passaggio imposto ovviamente da coloro
che detengono il potere. Un meccanismo questo già da lungo tempo
presente in Italia e che si estende sempre di più (sistema
sanitario, sistema scolastico, sistema retributivo e pensionistico...)
lasciando un’illusione di libertà nell’esaltazione
della democrazia.
Il progetto di unificazione europea è naturalmente dettato dal
presupposto della massima estensione dell’uguaglianza. Niente
confini fra una nazione e l’altra, quindi niente patria;
eliminazione della molteplicità delle lingue per ricondurle a
quella che avrà il primato (l’inglese); stesso sistema
scolastico, stesso sistema sanitario; nessuna libertà di
giudizio (il mandato di arresto europeo è pronto a
condannarla), per non parlare della moneta unica, della polizia unica,
delle innumerevoli normative che dall’alto della loro sovrana e
intoccabile distanza i governanti d’Europa fanno piovere sulla
testa di milioni di persone ignare della tirannia cui sono soggette.
L’unificazione europea è, nella sua essenza,
un’idea comunista. E’ comunista infatti, qualsiasi
eliminazione delle differenze imposta da coloro che detengono il
potere.L’ha bene riconosciuta un uomo sfuggito ai Gulag come
Bukovskij denunciando l’Unione Europea come la nuova Unione
Sovietica. Pochi giorni fa in un dibattito televisivo su La7, Giuliano
Ferrara si è premurato di interrompere Bukovskij non
appena questi ha accennato all’Unione Europea. Ma proprio la
mancanza di discussione, che si protrae ormai da anni, su un
problema politico di tale importanza e che coinvolge tutti gli aspetti
della vita dei cittadini, dovrebbe far comprendere agli Italiani
(come a tutti gli altri popoli dell’Unione europea) che si vuole
tenerli il più possibile all’oscuro dell’immane
rischio che stanno correndo. Se qualche volta si accenna alla questione
dell’euro, questo avviene soltanto perché è
impossibile tenerne nascoste le conseguenze negative in quanto sono
sotto gli occhi di tutti. L’unificazione delle monete però
non è un particolare da nulla. Coloro che hanno compiuto un
terribile errore dal punto di vista economico, sono gli stessi che
governano, in base al medesimo principio dell’uguaglianza,
(unificazione significa uguaglianza in quanto l’ineludibile legge
matematica prescrive che non si possono sommare le mele con le pere)
tutti gli altri settori della vita dei cittadini. D’altra parte
non è vero che hanno compiuto un “errore”: quello
che hanno fatto, l’hanno fatto consapevolmente, così come
consapevolmente è stato realizzato il comunismo in Russia.
Lì le stragi, i Gulag sono avvenuti all’inizio
perché c’erano gli antichi governi da abbattere. Da noi
cominciano a verificarsi soltanto adesso perché i popoli sono
stati tenuti all’oscuro dei veri scopi del progetto e,
perché, malgrado la violenza psicologica e affettiva con la
quale è stata imposta la perdita della sovranità
monetaria, la perdita dei confini della propria Patria,
l’assoggettamento al governo di stranieri, non è stato
ancora necessario far scorrere del sangue. Ma i prodromi sono quelli
che sta vivendo in questi giorni la Francia (è
l’unificazione europea che dà forza all’islamismo).
Non vi sembra significativo che la città in fiamme sia proprio
quella Lione cui i nostri governanti vogliono a tutti i costi
collegarsi smantellando le Alpi? □
Roma, 13 Novembre 2005
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