EDITORIALI
Venduti all'Europa
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 27.09.2014
L’editoriale
con il quale il direttore del Corriere della Sera ha inaugurato la
nuova grafica del più importante quotidiano italiano è diventato subito
famoso perché interpretato come un durissimo attacco al Capo del
Governo. Si sono subito aggiunte alla voce del Corriere le accuse dei
Sindacati, della Conferenza Episcopale italiana e perfino di qualche
vecchio amico di Renzi: “Basta parole, passa ai fatti”. Che Renzi
definisca “riforma” ogni parola che pronuncia appare abbastanza
delirante, ma in realtà a tutte queste accuse mancano quelle
fondamentali e l’editoriale di De Bortoli da questo punto di vista
sembra perfino troppo accomodante. L’angoscia maggiore degli italiani,
infatti, non consiste in ciò che è stato denunciato: l’eccessiva
sicurezza di sé e della propria oratoria da parte di Renzi, la
superficialità e l’incompetenza con le quali vengono prese tanto da lui
quanto dai suoi ministri decisioni importanti, ma qualcosa di ben
diverso e che si può riassumere in un unico dato: gli italiani sentono
e sanno di non avere un futuro. Non hanno futuro per quanto riguarda il
territorio e l’identità della nazione, sommersi dall’offensiva
proclamata dall’Islam contro l’Occidente e che si serve delle ondate
incontenibili dell’immigrazione come dello strumento più efficace. Non
hanno futuro perché la politica promuove i valori di chi non ha figli
come gli omosessuali e aiuta gli immigrati invece che gli italiani. Non
hanno futuro perché la crisi economica non è sanabile tagliando spese,
aumentando ticket o inserendo nel Pil il barbaro trucco degli introiti
della mafia e della prostituzione. Non hanno futuro, infine, perché
incombe sull’Italia il lezzo della morte: la morte della democrazia
creata dai politici nel momento stesso in cui hanno deciso di non
tenere conto dell’illegittimità della legge elettorale con la quale
sono stati eletti e di cui nessuno parla più. I parlamentari hanno
continuato ad occupare il proprio posto, cambiano la Costituzione e
emanano leggi e decreti come se la sentenza della Consulta sulla loro
illegittimità non esistesse. Invece di riformare subito la legge e
tornare alle elezioni Renzi sfrutta la debolezza intrinseca dei falsi
eletti comportandosi con la sicurezza del dittatore: “Approvate
tutto o vi faccio cadere”. Dall’insieme di menzogne e di
fanfaronate insite nel programma dei “Mille giorni” giunge agli
Italiani la percezione confusa ma fortissima della presenza di un Male
assoluto: la “falsificazione del bene” (come l’ha definita Solovie’v),
una “corruzione” che non può neanche essere espressa in parole o in
cifre perché con la falsificazione del bene non esistono più né
giustizia, né convivenza civile, né Popolo, né Stato.
L’economia italiana si trova da sei anni in depressione. La produzione
industriale è nelle condizioni degli anni ’80. L’industria
concorrenziale e le imprese produttrici muoiono: nel primo semestre del
2014 sono fallite 8120 imprese. La disoccupazione giovanile è fissa
ormai da tempo al 42%. In molte regioni il mercato immobiliare è in
caduta libera. Il livello del debito in rapporto al prodotto interno
lordo si trova attualmente circa al 135%. La Bce sta tentando
attraverso l’acquisto di titoli (la carta straccia delle banche
italiane) e una svalutazione dell’euro, di stabilizzare il sistema che
vacilla, ma è evidente che l’Italia dovrà uscire dall’euro. Sono i più
stimati economisti quelli che ormai da diversi anni fanno questo tipo
di analisi e giungono a questa conclusione. L’ultimo proprio in questi
giorni, l’analista economico-finanziario del gruppo EPM di Berlino,
Erwin Grandinger, il quale però ritiene che l’Italia con il suo tesoro
di territorio, le sue 2.451 tonnellate d’oro e altri beni geostrategici
possa sostenere con calma la sua nuova valuta. Questa è la realtà.
Toccherebbe a Forza Italia, ai partiti d’opposizione, dire chiaramente
agli italiani quale sia la situazione, discuterla e affrontarla subito.
Continuare ad appoggiare Renzi, il quale lavora per l’Ue e per se
stesso, è un suicidio per tutti.
Ida Magli
Roma, 27 settembre 2014
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