Si parla molto della crisi o addirittura della prossima morte dei libri, di tutto ciò che è stampato. Abbiamo chiesto a una carissima amica degli Italiani Liberi, che è di professione direttrice di biblioteca, di raccontarci qualche cosa del suo rapporto con i libri facendoci anche un po’ conoscere dall’interno la vita di una biblioteca

Lettori si nasce
o si diventa?

di Federica Zanoni
ItalianiLiberi | 18.04.2014


 Ho accolto con piacere l’invito degli Italiani Liberi a parlare di libri e di biblioteche anche se io sono sfacciatamente parte in causa.  Ma proprio perché, contrariamente a quanto succede a tanti lavoratori, ho avuto la fortuna di poter svolgere il lavoro che amo, di godere la compagnia silenziosa e consolante dei libri durante tanta parte della mia vita, vorrei poter condividere con il maggior numero possibile di persone questa consolazione e questa forza. Ed eccomi qui, a dirlo intanto a voi, agli amici degli Italiani Liberi che leggono questo sito.

È evidente che non c’è bisogno di convincervi che leggere sia importante. Non c’è nessuno che non lo pensi e non lo creda, anche se non lo fa.
I dati ci mostrano che il 46,6% degli italiani (indagine Istat del 2013) ha letto un libro (e ribadisco solo uno!) negli ultimi dodici mesi.
Il 9% NON legge e in questa percentuale ci sono i laureati! Questo dato però non mi sorprende: i laureati oggi sono forse fra coloro che meno sperano, meno “sognano”, meno credono nella felicità dell’immaginazione.

Ma perché non si legge? La maggior parte degli intervistati risponde: “Non ho tempo!”, “I libri sono cari”, “Non ho un mio spazio per leggere"…
Le ritengo scuse banali. È necessario trovare del tempo per leggere? È forse una noiosa faccenda quotidiana da sbrigare?

È vero, i libri hanno un costo, ma ci sono biblioteche, mercatini dell’usato, le promozioni e Bookcrossing…
Nei centri storici delle città le librerie sono scomparse; le troviamo impersonali e asettiche nei centri commerciali e questo credo possa essere un problema. Scegliere ed acquistare un libro è un piacere! Non può avvenire tra gli scaffali anonimi, le luci pungenti e il sottofondo di un altoparlante che avvisa il pubblico di uno sconto al reparto casalinghi.
Le biblioteche possono essere un’ottima soluzione; nel nostro paese sono una realtà concreta, attiva e in continua evoluzione.
Innovazione ed interattività sono obiettivi raggiunti: mediante portali web nelle biblioteche è possibile consultare varie risorse: e-book, audiolibri, filmati, musica, quotidiani, banche dati… basta iscriversi e richiedere l’accredito e gratuitamente si accede a tutto quanto disponibile!

Ma la biblioteca è molto di più, è un continuo scambio di informazioni e idee, è lo spazio ideale per attività di promozione alla lettura, per corsi di vario genere, per laboratori creativi, per conferenze-dibattito, per eventi culturali e nei piccoli centri è l’ufficio (che si potrebbe quasi definire “domandificio”) ove la richiesta di informazioni è infinita, diversificata e spesso divertente.
In tutti questi anni di lavoro in biblioteca ho preso appunti e chissà, forse quando andrò in pensione scriverò un libro per raccogliere i quesiti più strani e assurdi che mi sono stati rivolti. È stato soprattutto grazie a queste domande che, dopo un primo momento di smarrimento ho ampliato le mie conoscenze, e soprattutto la mia pazienza!

Anni fa il patrimonio di una biblioteca si chiamava “fondo librario”, ora è divenuto “risorsa” o “documento”; cambiato il nome, invariato il problema del costo di tutto ciò che è “prestabile”, a disposizione dell’utente, indipendentemente dal formato.
In sostanza, chi paga? Le biblioteche pubbliche (Public Library o biblioteche di base) create e gestite per il più ampio uso da parte di tutti i cittadini, dipendono dalle amministrazioni comunali e talvolta provinciali. Quelle statali sono diversissime fra loro non solo per dimensioni e importanza (si va dalle due principali biblioteche italiane, le Nazionali centrali di Roma e Firenze, a quelle annesse ad alcune abbazie dichiarate monumento nazionale) sono circa 50 e dipendono dalla Direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali del Ministero per i beni e le attività culturali. Le biblioteche universitarie sono afferenti al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, attraverso i rispettivi atenei.

Quindi le biblioteche redigono un loro bilancio, i vari enti pubblici competenti pagano le spese preventivate e sostenute. Precisazione ovvia? Non credo…
In seguito alla dichiarazione di smarrimento del libro, avvenuto durante il “solito” trasloco (ma quante abitazioni cambiano gli utenti delle biblioteche? Domanda che potrebbe piacere al “giovane” Holden Caulfield…) gli utenti apprendono di dover ri-acquistare il libro della biblioteca e ogni volta la domanda che ci rivolgono con immensa sorpresa è: “Perché, i libri li acquistate?”
Chi acquista e cosa? Esistono delle “regole” da seguire e da rispettare per le nuove acquisizioni. È chiaro che ogni biblioteca possiede un patrimonio “unico” e diversificato, ma “l’impronta” la dà chi la costruisce ogni giorno, scegliendo il materiale da mettere a disposizione, decidendo come collocarlo e facendola vivere con le varie attività. Il vero problema dei bibliotecari (almeno nella mia realtà) non è cosa acquistare, ma quanto! Negli ultimi anni, infatti, i fondi a disposizione hanno subito dei tagli rilevanti.

Lettori si nasce o si diventa? Si diviene lettori con motivazioni, esperienze e in momenti diversi, ma strettamente personali.
Io ho sempre letto, sin da bambina, nonostante i miei genitori fossero dei gran lavoratori ma semi-analfabeti e il mio vivere in un paesino di circa 1.500 abitanti. L’amore per la lettura è stato un colpo di fulmine.
Durante la preparazione degli esami universitari “staccavo” leggendo libri di vario genere, mi rilassava. Un giorno, immersa nella lettura, ho provato una nuova sensazione e di colpo ho capito che quel che volevo fare era vivere a stretto contatto con i libri.

Fondamentale è avere un amico, un docente, un familiare (un bibliotecario!) che ti trasmetta le emozioni, le sensazioni e il piacere provato leggendo un libro. Così, per curiosità, per interesse, per amicizia: la motivazione è personale quindi quante alternative abbiamo? Ti ritrovi quel libro tra le mani, senti che ti piace leggere e desideri provare ancora quella sensazione, la cerchi in un altro libro, e poi in altri ancora ed ecco che ”l’incontro” con il libro è avvenuto.
Trasmettere, consigliare, condividere con entusiasmo e passione. Credo sia questa la strada. Per tutti i “tipi” di lettori anche prima di nascere, il piacere e il senso di distensione provocato dalla lettura possono trasmettere sensazioni ed emozioni analoghe a quelle tra la mamma e il feto: suoni, atmosfere e parole che divengono carezze.

Nelle varie attività di promozione alla lettura che propongo i bambini della scuola primaria sono curiosi, entusiasti e pronti a leggere proprio i libri che ho presentato con letture animate. La cosa straordinaria è che normalmente scelgono e prendono a prestito i libri che io amo di più, semplicemente perché l’ho trasmesso (inconsciamente) e lo hanno percepito. Chiamiamola empatia o affinità o semplicemente “sentire”.
In questo periodo sono affascinata dai libri della sezione NBI: Narrativa Bambini Illustrata ed in particolare da alcuni illustratori. Alcuni nomi? Anna Laura Cantone, Emily Gravett e Quint Buchholz. Le loro immagini mi lasciano senza parole, mi riempiono di gioia e vengono accolti (felicemente) nella mia libreria.

La letteratura per ragazzi è il settore trainante nelle vendite editoriali, i nuovi supporti sono stati accusati di allontanare i ragazzi dalla lettura, ma in realtà leggono in modo diverso, i nuovi strumenti e le nuove tecnologie sono una possibilità in più di raggiungere i nostri utenti e di comunicare con loro.
I docenti delle scuole medie e superiori, ben attenti al rispetto dei programmi ministeriali, difficilmente interagiscono con i bibliotecari. Letture animate, novità editoriali, bibliografie tematiche, percorsi di lettura, scrittura creativa, possono divenire attività didattica e di formazione sia per studenti che per docenti, ma soprattutto condivisione, scambio e confronto. Tutto questo non comporta alcun costo, fa parte delle numerose attività "biblioteconomiche" che un bibliotecario svolge, ma purtroppo restano proposte, suggerimenti e solo raramente divengono progetti condivisi realizzati. Nelle statistiche, raramente troviamo gli insegnanti nella fascia “lettori attivi” , la mia esperienza professionale lo conferma, quindi anche per questo dato, nessuna sorpresa!

I ragazzi arrivano in biblioteca con una lista di “classici”, leggo i titoli e mi dico: “Ecco, anche oggi letture inadeguate e un lettore deluso…”
I “classici” delle letteratura sono un tesoro e come tale va scoperto, come e quando dipende solo da noi e dalle nostra storia.
Si "dovrebbe" leggere tutto ciò che ci emoziona o meglio io leggo ciò che mi emoziona, senza alcuna distinzione: libri per bambini o per ragazzi, illustrati o pop-up, saggistica o narrativa, poco importa, sento di avere tra le mani qualcosa di prezioso e lo considero un valore da trasmettere, perché lettori si nasce e si diventa.

Federica Zanoni
18 aprile 2014


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