eDITORIALE
Oltre la Grecia
di Ida Magli ItalianiLiberi | 18.06.2012 Domani,
martedì 19 giugno alle 18.00, siete tutti invitati alla Libreria
Feltrinelli di Via Orlando in Roma, a discutere della situazione in cui
ci troviamo, prigionieri di politici che hanno rinunziato al loro ruolo
per permettere ai banchieri di distruggerci come “Nazione”, come
“Stato”, come “popolo” attraverso un unico strumento, quello
finanziario. Il libro che sarà presentato domani, parlandone insieme
agli amici Barbara Palombelli e Giordano Bruno Guerri, si intitola
“Dopo l’Occidente” perché io sono convinta che della nostra civiltà,
italiana, francese, tedesca, di quella di tutti i Popoli d’Europa, non
rimarrà nulla, sopraffatta dalle invasioni africane, musulmane, cinesi,
ma soprattutto dalla volontà di ucciderci che anima i nostri
governanti. I banchieri ne sono lo strumento più rapido e più spietato.
Ma il libro è stato scritto anche con una segreta, disperata
speranza: che ciò che affermo non avvenga; che parlandone,
discutendone, mettendo il quadro davanti agli occhi di tutti, qualcuno
sia spinto ad agire per impedirlo. Saremmo ancora in tempo, infatti, se
domani, non più tardi di domani, l’Italia desse il segnale della
ribellione al suicidio, della volontà di riappropriarsi di se stessa,
della propria identità, della propria cultura, della propria storia,
quella storia attraverso la quale siamo riusciti con tanta fatica e
tanto coraggio a diventare liberi, liberi del dominio papale, del
dominio austriaco. Liberi, liberi, liberi, ma vi rendete conto? Come si
è potuto pensare di far ritornare gli Italiani ad obbedire agli
stranieri? Chi ha potuto credere che gli Italiani, e non soltanto gli
Italiani, ma tutti i popoli d’Europa non sarebbero morti, morti
nell’anima, prima ancora che nelle proprietà e negli affari, così come
appaiono oggi, nel trovarsi prigionieri e fustigati di volta in volta
da un tal ignoto belga, da un talaltro ignoto tedesco, sudditi di un
impero surreale, creato a tavolino da quei pochi potenti che aspirano
al governo mondiale e che debbono necessariamente perciò distruggere le
nazioni, i singoli popoli.
L’Europa unita non esiste e non può esistere salvo che inducendo
i popoli alla morte politica e civile; facendoli guidare, dominare da
banchieri nel nome del denaro, della moneta. Oggi ne abbiamo avuto
l’ennesima prova. La Borsa va male, come al solito, o perfino peggio
del solito. Tutti quelli che credevano e speravano che in base ai
risultati delle elezioni in Grecia, interpretati come una risposta “pro
euro”, finalmente la Borsa avrebbe cominciato a dare qualche segnale
positivo, esprimono il proprio disappunto come se davvero la catastrofe
provocata dall’unificazione europea potesse essere annullata con il
grido di sottomissione emesso dalla vittima all’ultimo respiro nel
momento in cui il carnefice sta per stringerle definitivamente il
cappio al collo. I Greci hanno appunto detto di sì perché avevano il
cappio al collo. I governanti, politici e banchieri, che esultano per
questo risultato, si rivelano per quello che sono: ripugnanti usurai
che la penna di Balzac non sarebbe sufficiente a descrivere.
La cosa più tragica, poi, è che non sono soltanto avidi usurai:
tutti i banchieri, salvo le rare eccezioni di coloro che hanno
accumulato grandissime ricchezze riducendo sul lastrico milioni di
persone, sono di mediocrissima intelligenza e commettono enormi errori
nella loro cupidigia come dimostrato dalle crisi di cui stiamo pagando
il conto dal 2008 a oggi. Non sono stati forse i banchieri a scrivere
il trattato di Maastricht, capolavoro d’ ignoranza e di falsità, a
progettare la moneta che ci ha portato al disastro? Non c’è nulla di
più vergognoso e di più stupido, quindi, che mettere a capo delle
istituzioni di governo dei banchieri. Dobbiamo trovare il modo per
liberarcene. Di questo vogliamo discutere domani, guardando allo
scenario del “Dopo l’Occidente” con rigore critico ma anche con un
ultimo filo di speranza.
Ida Magli Roma, 18 Giugno 2012
www.italianiliberi.it In caso di riproduzione si prega di citare la fonte. |
|