eDITORIALE
La dittatura dell'illegittimità di Ida Magli
Italianiliberi | 05.04.2014
Finalmente
“Renzi il Giovane” è riuscito ad inaugurare la nuova Era, quella del
primato dei giovani. L’eliminazione del Senato, il più antico consesso
romano di governo degli Anziani (Seniores) significa – ed è –
soprattutto questo, gridato a gran voce, simbolicamente ma anche
concretamente: “Via i vecchi”! Il Ministro del lavoro sta pensando ai
prepensionamenti per dare lavoro ai giovani ed è sicuramente inutile
fargli notare che soltanto con il sistema di certi popoli “primitivi”,
quello di abbandonarli senza acqua né cibo in luoghi disabitati, sarà
possibile oggi liberarsi dei vecchi dato che è la maggiore conquista
della nostra civiltà aver allungato di oltre un terzo la durata media
della vita sconfiggendo il tifo, la tubercolosi e la mortalità per
parto. Probabilmente la signora Madia non sa che le donne morivano
giovanissime perché affrontavano partorendo un rischio di morte
talmente alto che la Chiesa l’aveva equiparato a quello dei soldati in
battaglia emanando per le partorienti lo stesso obbligo di confessarsi,
all’inizio delle doglie, in vigore per i soldati prima del
combattimento. Lo stato di salute e la durata della vita dei cittadini
è il dato primario che connota una società: non è capace di governare
chi non se ne rende conto al punto di credere di poter tenere una parte
del gruppo fuori dal gioco.
Se accantoniamo però questa constatazione sul modo farsesco con
il quale siamo governati, non possiamo non rimanere stupiti della
facilità con la quale, malgrado la lunga esperienza storica che ne
abbiamo alle spalle, è possibile in Italia a chi abbia un minimo di
disinvoltura e di potere instaurare una dittatura. Sono nate quasi
sempre così le dittature in Europa: sfruttando i momenti di mancanza o
di sospensione delle regole e affermando che è necessario, appunto,
instaurarne di nuove. Dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi
non c’è mai stata però una situazione di reale vuoto e di illegittimità
conclamata delle istituzioni come quella in cui viviamo e nella quale
Renzi nuota a suo piacere. L’incostituzionalità della legge elettorale
è diventata, invece che una debolezza, il suo maggiore punto di forza
in quanto è ormai passato così tanto tempo dalla sentenza della
Consulta che si possono considerare come nulle anche le decisioni della
massima Magistratura. D’altra parte Renzi sa di poter contare su
un’assoluta certezza: i suoi colleghi non si faranno mai sbalzare fuori
dalle proprie poltrone andando alle elezioni e Berlusconi gli manterrà
il suo appoggio perché non ha altro modo per rimanere nel gioco
politico. Accantonato quindi con disinvoltura il progetto di una nuova
legge elettorale, il nostro piccolo Mussolini si dedica a sistemare
l’Italia in vista del potere in Europa. È l’Europa, infatti, che ha
guidato Napolitano nell’escludere il ritorno alle elezioni per potere
instaurare i governi di Monti, di Letta e di Renzi ed è per questo
motivo, la sottomissione all’impero europeo, che nel diluvio di
commenti che accompagna le imprese di Renzi nessuno accenna, né
giornalisti né politici, al primato dell’Europa che le domina. La
pseudo cancellazione del Senato serve infatti, oltre al piacere di
togliere di mezzo un’istituzione “vecchia”, a indebolire lo Stato e
disintegrarne l’unità: eliminare gli Stati nazionali è indispensabile
all’unione politica dell’Europa.
Renzi odia il popolo italiano quanto e più (di più perché ride
mentre lo tradisce) di quanto l’abbiano sempre odiato i suoi politici e
governanti lungo tutta la sua storia, salvo la brevissima pausa del
Risorgimento. Il dovere principale per il quale si batte è rispettare
Maastricht e la moneta euro. A felicitarsi di questa fedeltà è venuta
in Italia la Regina Elisabetta II e ne aveva ben donde: nella sua
qualità di massimo capo della massoneria mondiale e di partecipante
alla Banca Centrale Europea, così come a tutte le altre Banche
Centrali, sta gioiosamente seduta sulla montagna di soldi che ha
spremuto e spreme ai poveri europei, ai poveri italiani, agli
imprenditori suicidi, ai milioni di lavoratori rimasti disoccupati da
quando i loro governanti hanno adottato la moneta euro. È una spietata
strozzina, come sono spietati strozzini i Re di Spagna, d’Olanda, del
Belgio, i Rothschild, i Rockfeller e tutti gli altri azionisti delle
Banche Centrali. Ancora una volta, però, giornalisti e politici hanno
mantenuto il silenzio sull’obbrobriosa personalità di questa donna,
dedicandosi a commentare il tenero colore dei suoi cappelli. È questo
silenzio che permette agli usurai d’Europa di portare i popoli alla
rovina.
Ida Magli Roma, 5 aprile 2014
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