eDITORIALE
La vera perdente?
L'Europa anti-nazionale
di Ida Magli il Giornale | 27.02.2013 A queste
elezioni è stato presente un Convitato di pietra, un convitato che ha
subìto, in silenzio, una grave sconfitta: l’Europa. Nessuno ne ha
parlato, ma il risultato della lista Monti lo grida a gran voce. Monti
è il fiduciario dell’Ue, è stato mandato (o chiamato, come si
preferisce dire) esplicitamente a mettere in riga l’Italia, in
apparenza per la questione del bilancio, ma in realtà perché l’Europa è
diventata, con la crisi dell’euro, sempre più dubbiosa sulla
fattibilità dell’unificazione e teme che da un giorno all’altro
qualcuno degli Stati in difficoltà possa abbandonarla. L’Italia è uno
Stato cardine dell’Unione, tanto sul piano concreto quanto su quello
simbolico: nessuna Europa unita è possibile senza l’Italia. Tutta
l’area del Mediterraneo sarebbe messa in forse da un’eventuale uscita
dell’Italia e sicuramente molti Stati a quel punto ne seguirebbero
l’esempio.
Tutti discorsi ovvi, è chiaro, ma il problema è che nessuno, né
politici né giornalisti, come sempre per quanto riguarda l’Europa, ha
affrontato e affronta il discorso. Le analisi sui risultati delle
elezioni mancano perciò di una riflessione determinante e in definitiva
risultano false.
Sicuramente molti dei voti che Bersani si aspettava e che sono mancati
all’appello, sono andati per quest’unico motivo al movimento di Grillo.
L’appoggio incondizionato del Pd a Monti ha convinto i suoi elettori
che il partito era schiacciato sull’Europa e che, di conseguenza, anche
se fosse andato al governo, non sarebbe stato libero di prendere
nessuna iniziativa. D’altra parte è chiaro che non si può rappresentare
il partito dei lavoratori, degli operai, e affiancarsi alla grande
finanza che governa l’Europa. Il partito che oggi si chiama Pd ha una
lunga storia alle spalle durante la quale i suoi elettori sono stati
sempre fedelissimi, e molti avevano sopportato perfino il terribile
2012 del governo Monti, con i suoi quarantacinque suicidi di piccoli
imprenditori e le centinaia di migliaia di disoccupati messi in cassa
integrazione o del tutto sul lastrico, ritenendo che si trattasse di
stringere i denti in un momento di crisi. La creazione della lista
Monti ha fatto capire a tutti (e non soltanto agli elettori del Pd) che
erano stati ingannati, che il potere europeo si era installato
definitivamente in Italia e che non avrebbe più lasciato la presa.
Non parlare chiaramente del rapporto con l’Ue è stato anche il più
grave errore di Berlusconi. Molti dei silenziosi antieuropeisti che
bivaccavano nel Pdl se ne sono andati qua e là nelle piccole liste
createsi durante il periodo di disintegrazione del partito, ma
sarebbero tornati a votare per il Pdl se Berlusconi avesse fatto
chiaramente una scelta antieuropeista. L’annullamento del partito di
Fini, con la sua scomparsa dal parlamento, la scomparsa dei radicali
con la fuoriuscita perfino di Pannella e di Bonino, il quasi
annullamento del partito di Casini, sono tutti dovuti al loro
dichiarato europeismo e all’abbraccio montiano. La situazione della
Lega è più complessa perché le cause che hanno provocato il suo declino
sono molteplici, dall’oscuramento della figura di Bossi agli scandali
finanziari, ma è indubbio che il vecchio slogan della secessione è
diventato con il passare del tempo sempre più logoro perché la presenza
dell’Europa ha spinto tutti i cittadini, compresi quelli del nord, a
riscoprire l’amore per l’Italia, o perlomeno a preferire lo Stato
italiano piuttosto che l’annullamento dell’identità e dell’indipendenza
nell’immenso buco nero dell’Europa.
Tutti hanno capito ormai, non soltanto gli Italiani, che nell’Ue
gli Stati devono annullarsi e che i governi nazionali diventerebbero,
nel momento in cui l’Unione europea riuscisse a formare una vera unione
politica, puri fantocci agli ordini di Bruxelles e dell’alta finanza
europea e mondiale. La Borsa scende? Ma certo: a chi gioca in Borsa non
importa nulla di chi sia a governare uno Stato, ma che ci sia
l’occasione per giustificare un po’ di movimento e vendere oggi per
ricomprare domani a minor prezzo. Il ministero del Tesoro ha
contemporaneamente collocato tutti i titoli emessi: il rischio del
“fallimento” degli Stati è una delle più grosse fole messe in
circolazione dai mercanti, bugiardi di professione cui da che mondo è
mondo è da imbecilli credere.
Sono passati settant’anni da quando è stata progettata l’Ue, con
la motivazione di non farsi la guerra. I giovani, tutti i giovani, non
soltanto quelli di Grillo, non soltanto quelli italiani, trovano
perfino ridicola, assurda un’idea del genere. La guerra? La guerra per
conquistare un impero? Il nazismo, il fascismo appartengono alla
storia. E la storia è passata sulla testa dei giovani di oggi. È questa
la forza degli uomini.
Ida Magli 26 Febbraio 2013 (In caso di riproduzione si prega di citare la fonte e di aggiungere il link a questa pagina) |
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