eDITORIALE
La terribile ignoranza
dei governanti
di Ida Magli il Giornale | 15.07.2013
Siamo
costretti a constatare, come purtroppo è già avvenuto molte volte in
passato, che siamo governati da persone la cui ignoranza è pari
soltanto al disprezzo che nutrono nei confronti dell’Italia e degli
italiani. Si sono mai chiesti i nostri politici come mai adoperano i
termini latini per affermare lo jus soli? Perché non lo traducono in italiano quando parlano di questo argomento? I tempi dello jus soli
erano quelli in cui nessuno si avventurava fuori dal proprio paese.
L’arrivo di uno straniero era perciò un avvenimento talmente raro ed
eccezionale da essere considerato un fatto “magico”, una sorte
felicissima, portatrice di ogni bene per il “terreno” (il suolo) su cui
lo straniero era approdato. Si trattava perciò sempre di un singolo
individuo, mai di un gruppo. L’esempio più famoso di questa
eccezionalità magica portatrice di bene è l’approdo sulle spiagge
d’Egitto del canestro con dentro il neonato Mosè il quale divenne
consigliere del Faraone in base al presupposto che una dote di
straordinario sapere si accompagnasse alla sua straordinaria fortuna.
Anche per Ulisse si verificò qualcosa del genere quando, apparso
naufrago e nudo a Nausicaa e alle sue compagne, fu subito circondato
dalla loro ammirata curiosità e fu condotto dal Re nella certezza che
le sue felici virtù sarebbero state utili nel governo del regno.
Insomma, era l’assoluta eccezionalità di una fortuna magico- divina a
dare valore al “suolo” sul quale lo straniero era comparso.
Mai in nessun tempo, in nessun luogo, l’essere umano è stato
considerato un “nulla”, una tabula rasa alla quale è il suolo sul quale
si trova casualmente a nascere ad assegnare nome e identità. È questo
invece quanto affermano i nostri governanti. Non è un caso, però, se
sono soprattutto le donne che proclamano l’irrilevanza della storia nel
momento in cui dichiarano: “Chi nasce in Italia è italiano”. Nessuna
legge è più certa di quella che è racchiusa nel detto: “I simili con i
simili”. Le donne fino ad oggi (senza discutere qui quali ne possano
essere stati i motivi) hanno contribuito molto poco alla scienza,
all’arte, al diritto, alla filosofia, al sapere, alla politica, ossia a
ciò che caratterizza la storia della nazione, della civiltà italiana.
Sono abbastanza simili, perciò, a coloro che oggi giungono in Italia e
pretendono di appropriarsi di questa civiltà malgrado non abbiano fatto
nulla per costruirla. Il passato per costoro non esiste così come – per
quanto possa apparire incredibile - non esiste per molti dei nostri
governanti, contrariamente a quello di cui siamo sempre stati certi e
che George Gadamer ha affermato con limpida sicurezza quando ha scritto
nel suo saggio sull’ Occidente: “È qui e soltanto qui che è avvenuta la
più importante delle rivoluzioni, l’apparizione di una presa di
coscienza storica, la consapevolezza della storia come coestensiva alla
vita”. Dire che chi è nato in Italia è italiano significa invece
proprio questo: che l’Italia non possiede nulla, che la sua storia non
vale nulla, che l’orizzonte nel quale l’individuo viene al mondo è
vuoto e che soltanto il caso lo contraddistingue. Se la barca fosse
approdata in Spagna sarebbe stato spagnolo, se fosse approdata in
Argentina sarebbe stato argentino…
È molto significativo, però, il fatto che il governo Letta, nato come
il governo Monti per mettersi al servizio dell’Ue, sia formato da molti
ministri propensi al disprezzo dell’italianità. L’Ue è il tramite a
quell’omologazione dei popoli che è indispensabile a un governo
mondiale. Per ottenere una massa di individui tutti uguali bisogna
eliminare le differenze dei popoli d’Europa; annullare la ricchezza
delle loro lingue, della loro letteratura, della loro arte, della loro
musica, del loro patrimonio storico di nazione. Un’operazione che però
si è dimostrata, lungo il fallimentare percorso dell’unificazione
europea, molto difficile da realizzare. Fino a quando infatti sarà
impossibile anche al più ignorante dei governanti confondere
l’italianità della musica di Verdi con la tedeschità della musica di
Wagner, nessuno potrà negare l’esistenza del carattere dei popoli
europei, la loro meravigliosa peculiarità e non riconoscere il
profondo, quasi del tutto inesplicabile mistero di questa civiltà
pluriforme che si esprime e si rivela attraverso la grandezza dei suoi
numerosissimi geni: sono loro che hanno “tradotto” e traducono
nell’assoluto dell’arte la storia del gruppo.
Ida Magli
Roma, 14 luglio 2013===
Fonte: il Giornale | 15.07.2013 | "Quei ministri della Repubblica che disprezzano l'italianità"
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