eDITORIALE
Grillo e la riscoperta dell'umano
di Ida Magli ItalianiLiberi | 23.02.2013 Tutti
i giornali sono d’accordo: Grillo ha riempito con i suoi ragazzi la
fatidica Piazza S. Giovanni. Sono giovani, sono inesperti, sono
entusiasti: si torna a vivere. È questa l’umanità che ha fatto la
storia: quella che si è lanciata nella vita ingenuamente, forte
soltanto del proprio entusiasmo, della sicurezza che essere uomini
significhi sognare, sperare, amare, godere, gioire, e credere di
riuscirci lavorando strenuamente per realizzare il sogno.
Siamo usciti, con questi sognatori, dall’incubo peggiore che gli
Italiani si siano mai trovati a sperimentare, malgrado il loro lungo
passato pieno di catastrofi: non avere un futuro. Non avere ciò che
sostanzia, per ogni uomo, l’idea di futuro: che sarà bello, gioioso,
nuovo, diverso, ricco di vita. Può forse il pareggio di bilancio, per
quanto lo si prospetti come indispensabile, “costituire il futuro”? Può
forse la Banca Centrale Europea, per quanti bond italiani sia disposta
ad acquistare, vestire i panni della Fata Turchina? Basta, sì basta!
Abbiamo assoluto bisogno di tornare a vivere la vita vera, quella che
ha sempre reso ricchissimi gli Italiani anche quando erano poveri: la
capacità di credere nel futuro, di lavorare per il futuro, nella
bellezza della propria terra, nella fiducia del suo "stellone" gioioso
e fortunato.
Tutto questo è stato deliberatamente ucciso, seppellito nel
mondo lugubre dei sacerdoti del denaro, sordi e ciechi di fronte a
qualsiasi cosa che non sia l’accumulo delle proprie monete. Economisti
e banchieri si sono impadroniti dell’Europa e hanno scelto l’Italia
come centro sperimentale del proprio potere, dove cominciare a
sostituirsi ai politici, ormai del tutto succubi e corrotti. Ci sono
riusciti con tanta facilità da rimanerne stupiti essi stessi. Forse non
avevano immaginato, pur nella loro immensa presunzione, che sarebbe
bastato il tintinnio delle monete a farsi addirittura chiamare da
politici e capi di stato per governare al proprio posto. Nel giro di un
anno hanno costretto al suicidio 45 imprenditori. Un risultato davvero
di tutto rispetto! L’Italia non è mai stato un Paese da suicidio,
neanche in tempo di guerra. I membri del governo, però, sono rimasti
impassibili. Sono dei “fannulloni” questi Italiani, purtroppo: sanno
soltanto lamentarsi. Il giorno successivo al suicidio di un
imprenditore Mario Monti è andato a consolare, non la famiglia
disperata, ma i funzionari di Equitalia: quelli sì che sono dei solerti
lavoratori!
La verità è che con la tirannide dei banchieri-politici si è
diffusa nell’aria la certezza della loro incancrenita disumanità.
L’arido deserto della loro anima è incompatibile con la vita. Hanno
ingoiato, distruggendoli, tutti i sentimenti, gli affetti, i valori,
nei quali gli Italiani hanno creduto, e per i quali hanno lavorato e
combattuto fin dall’inizio della loro storia. Tutto è stato azzerato,
in nome del bilancio, in nome di una moneta. Perfino la Chiesa si è
azzittita. Dopo aver sempre proclamato il primato dello spirito sulla
materia, non ha avuto la forza di ribellarsi al primato del dio euro.
C’è stato, a Sanremo, il “segno” della morte della italianità,
un segno che soltanto il pensiero musicale italiano poteva inventare: la
deliberata, consapevole cacofonia della canzone Mononota.
Adesso, però, i giovani di Grillo hanno lanciato il grido della
speranza: “Politici, andate a casa”. Per prima cosa, dunque, un
Presidente della Repubblica che non appartenga ai partiti, che non sia
né un economista né un banchiere, che non piaccia ai politici che non
sia un fiancheggiatore dei politici, ma che rappresenti davvero gli
Italiani, quello per cui tutto il mondo ha sempre apprezzato gli
Italiani: l’arte, la poesia, la musica...
Ida Magli 23 Febbraio 2013 (In caso di riproduzione si prega di citare la fonte e di aggiungere il link a questa pagina) |
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