eDITORIALE
La nuova Duma
di Ida Magli ItalianiLiberi | 04.12.2011
Finalmente
i progettisti dell’Unione europea hanno gettato la maschera. Una
maschera debole, trasparente, quasi inutile, quella che hanno portato
fino ad oggi, ma pur sempre maschera. Mercato, mercato, mercato;
finanza, finanza, finanza; ma soprattutto: democrazia, democrazia,
democrazia. Da oggi, non più. Abbasso la democrazia, viva la dittatura.
Il New York Times esalta il suo nuovo eroe: il Re Giorgio che, con
piglio autoritario, è riuscito in un colpo solo a far governare
l’Italia da persona non eletta e a far indossare al Parlamento italiano
le vesti della Duma, quella Duma di cui il nostro Presidente sentiva
profonda nostalgia visto che era formata dal partito unico e approvava
immancabilmente le decisioni prese da Stalin.
Il gioco del “debito”, poi, ha anch’esso messo in mostra il suo scopo.
Non è l’aver ceduto la sovranità monetaria che sta riducendo le nazioni
al lumicino - ci ripetono instancabilmente i banchieri europei e del
mondo intero - ma il fatto che insieme a quella monetaria non avete
ceduto anche la sovranità su tutto il resto: il governo finanziario,
l’imposizione delle tasse, il sistema pensionistico, la politica
estera… Insomma, cosa pretendono le nazioni ? Di essere ancora
“nazioni”? Di conservare qualche briciola di sovranità?
Sciocchezze da “maiali” quali siete. L’euro sarebbe stata la più forte
delle monete se non avessero voluto metterci le mani i governi
nazionali. Imparate dunque, cari miei, dalla prima della classe. La
Germania, lei sì che è furba! Non ha avuto che da cambiare il nome alla
propria moneta e oplà, eccola a fare affari a meraviglia con tutto il
mondo e con la vicina, simpaticissima Russia sopratutto. Non per nulla
è stato il suo grande guru Helmuth Kohl a imporre all’euro il valore
del marco. E chi aveva la lira, chi aveva la dracma, che non valevano
neanche la centesima parte del marco? Sono stati i loro governanti a
truffarli e dunque che vogliono? Arranchino, piuttosto. Non è compito
dei tedeschi preoccuparsi degli alleati o dei sudditi. Nell’Ue poi gli
alleati-sudditi sono tutt’uno: obbediscano e facciano bene i compiti.
Adesso, però, siamo arrivati al punto di non ritorno. I cittadini non
hanno nessun potere, salvo che si voglia giungere alla ribellione, cosa
che nessuno si augura. Gli unici che hanno ancora in mano la
possibilità di non tradire gli italiani, consentendo la sopravvivenza
dell’Italia come Stato sovrano e indipendente sono i parlamentari.
Andare avanti sulla strada intrapresa con l’Unione significa la
soggezione totale ai banchieri, la perdita di qualsiasi residua libertà
e il progressivo impoverimento dovuto all’aumento del debito. Questa,
infatti, è cosa sicura: la mancanza di una moneta emessa dal proprio
stato e non soggetta, perciò, al pagamento degli interessi alla Bce ,
può garantire soltanto l’aumento del debito in forma esponenziale e la
contrazione delle possibilità di mercato. I parlamentari riflettano se
convenga rimanere alla storia per aver votato Sì a tutto questo. Se
hanno un dubbio, chiedano agli elettori di decidere: indicano un
referendum sull’Ue.
Ida Magli
www.italianiliberi.it
Roma, 3 Dicembre 2011
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