eDITORIALE
La corsa verso l'abisso
di Ida Magli ItalianiLiberi | 03.08.2013
La
società italiana e il suo governo attuale sembrano davvero un camion
che perde pezzi mentre corre sempre più in fretta verso un precipizio.
Nessuno mette mano al freno, anzi: l’aspetto più terrificante della
situazione è l’assoluta tranquillità del pilota e di coloro che lo
circondano. Guardano tutti la strada davanti a sé senza vedere neanche
il più piccolo ostacolo. La condanna di Berlusconi, a detta di tutti i
protagonisti della conduzione politica, non cambierà nulla all’assetto
del governo Letta; anzi c’è perfino chi dall’alto di un posto di
comando privilegiato, si affanna a “blindarlo”, come usano dire i
giornalisti, tanto è ritenuto indispensabile a salvare il paese
dall’inevitabile catastrofe che seguirebbe alla sua caduta. Tutto
questo è stato affermato di nuovo ieri sera davanti alla condanna di
Berlusconi.
Ebbene, le colpe di Berlusconi di cui gli italiani si possono
lamentare non sono certo quelle condannate dalla magistratura, ma gravi
colpe politiche che non si sa se attribuire a una strategia personale,
che in ogni caso è stata fallimentare, oppure a un’assoluta volontà di
conservare l’Italia nell’area europea, anche questa strategia
fallimentare. La gravissima situazione economica e sociale dell’Italia
dipende dal fatto che apparteniamo all’”orrida idea dell’euro” (per
dirla col premio Nobel Amarthya Sen), dal debito pubblico che continua
a crescere perché siamo costretti a pagare il denaro che adoperiamo ai
Rothschild, ai Rockfeller, ai Draghi, ai sovrani d’Inghilterra, di
Spagna, del Belgio, d’Olanda, che possiedono le banche centrali e in
particolare la Bce. Le tasse non possono diminuire, la disoccupazione
neppure, se non ci si riappropria della sovranità monetaria e non si
abbandonano le normative europee sulla libertà del mercato.
Ma la maggiore colpa di Berlusconi è quella di essersi inchinato
davanti alla chiamata di Mario Monti da parte del Presidente della
Repubblica. È stato quello il momento decisivo. Quando ha accettato di
venir meno alle regole della democrazia, dimettendosi senza la ratifica
del Parlamento, controfirmando la nomina di Monti a senatore a vita
(non c’erano le condizioni richieste dalla Costituzione) e obbligando
il suo partito a votare i decreti di Monti, ha mancato a tutti i doveri
di un politico a capo di un grande partito, in pratica facendo fare a
questo partito il contrario di ciò che volevano i suoi elettori. Di
questi elettori bisogna dire una verità che è stata volutamente tenuta
nascosta un po’ da tutti in quanto è stata attribuita al carisma
personale di Berlusconi gran parte del suo successo. La realtà è
un’altra: chi non voleva votare la Sinistra, non aveva altre
possibilità. E non è questione di tener lontano il “comunismo”, come ha
ripetuto in continuazione Berlusconi: anche se è stata quasi sempre al
governo prima la Democrazia cristiana, poi Berlusconi, l’Italia è
diventata a poco a poco una società pienamente social-comunista, con
l’annientamento della borghesia, con l’ugualitarismo e la
statalizzazione di tutte le strutture sociali: Scuola, Sanità,
Pensioni, cui è bastato qualche referendum (divorzio, aborto) e, come
ultima pennellata, qualche decreto montiano sul controllo di tutti i
movimenti di denaro e dei conti correnti per trovarsi in pieno
comunismo. Se non ci sono le fucilazioni di Stalin è perché non ce n’è
bisogno: nessuno si ribella e sono tutti d’accordo, dal Presidente
della Repubblica ai partiti di destra e di sinistra. L’unico segno di
negazione sono i suicidi, ma quale soluzione migliore per i potenti di
quella in cui l’eventuale oppositore si fa fuori da sé? La magistratura
ne dà atto non vedendoci nessun indizio di colpe da parte di nessuno.
Proprio in questi giorni ha archiviato il suicidio del dirigente del
Monte dei Paschi di Siena, David Rossi: è stato un atto volontario. In
concreto, dunque, ormai si disputa su inezie: lo spostamento della
scadenza di una tassa, l’aumento dell’Iva. I veri problemi non esistono
più perché la servitù all’Europa e al suo ugualitarismo mondialista è
stata completata con il governo Letta e la democrazia fa finta di
sussistere con il nome di “larghe intese”.
Di questo Berlusconi non parla neanche nei suoi progetti per il
futuro partito. Tornare allo spirito del ’94? Com’è possibile che non
si renda conto che nel ’94 il panorama era del tutto diverso tanto che
non c’era nemmeno l’euro? No, così l’Italia è perduta. È lo scopo
dell’Ue: eliminare gli Stati nazionali. I parlamentari del Pdl facciano
il loro dovere; se non riescono a convincerlo che non si può tradire lo
spirito con il quale sono stati eletti, non obbediscano a Berlusconi.
Quelli che sono al governo si dimettano e tutti insieme diano un
segnale di coraggio, di dignità e di rispetto per gli italiani.
Ida Magli
Roma, 2 agosto 2013
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