eDITORIALE
Il governo del Bilderberg
di Ida Magli ItalianiLiberi | 03.11.2012 L'Europa
è ormai tutta felicemente conquistata. Il programma messo a punto dalla
società segreta Bilderberg nella riunione del maggio 2009 è stato quasi
del tutto realizzato. Diciamo meglio: dato che la parte più difficile e
tuttavia indispensabile era quella riguardante la liquidazione delle
nazioni d’Europa, essere riusciti a impadronirsene è il segnale che
ormai l’opera è al sicuro, nulla potrà più ostacolarne il
completamento. Le bandierine del Bilderberg sventolano allegramente sui
colli e le torri europee più importanti. La Banca centrale europea ne è
per certi aspetti il capolavoro. Attraverso la Bce il Bilderberg ha in
mano la vita di quasi tutti gli Stati che, con una decisione
illegittima e assurda dei loro governanti, hanno rinunciato a battere
moneta e si sono consegnati alla volontà di coloro che ne sono i
padroni (partecipanti al patrimonio): Beatrice d’Olanda, il principe
Constantjin, Sofia di Spagna, Philippe del Belgio, David
Rockfeller, Filippo di Edimburgo, Mario Draghi (in quanto
partecipante della Banca d’Italia), tutti membri del Bilderberg e
presenti alla riunione del 2009. Le partecipazioni degli Stati sono in
percentuali minime e forse servono, oltre che a salvare le apparenze,
anche a ricompensare i politici per la loro rinuncia alla creazione e
alla gestione della moneta.
Cosa avevano deciso i membri del Bilderberg nella riunione del
2009? Volendo raggiungere come meta finale la realizzazione di un’unica
civiltà planetaria, ne erano state predisposte le tappe (ormai per
quanto riguarda l’Occidente quasi raggiunte): la distruzione delle
identità nazionali, da perseguire attraverso la sovversione dei valori
che vi si fondano e l’eliminazione dei singoli Stati; il controllo
centralizzato di tutti i sistemi educativi di cui l’avvio è stato dato
in Europa con il Trattato di Maastricht e la cosiddetta
“armonizzazione” dei programmi scolastici; il ripudio delle discipline
storiche e del loro insegnamento in quanto possibile ostacolo nei
giovani all’accettazione del Nuovo Ordine Mondiale e al superamento
psicoaffettivo del valore della patria, della tradizione, dei costumi
in tutti i campi; il controllo delle politiche interne ed estere, come
già avviene in Europa attraverso l’esame preventivo delle finanziarie e
i vari trattati sui confini, sull’immigrazione, sull’uguaglianza dei
diritti; una lingua unica, che è quella già in uso e che a poco a poco
tutti sono obbligati ad adoperare: l’inglese. Il perno sul quale i
bilderberghiani si fondano in tutti i loro progetti è però sempre
quello finanziario visto che, tramite le banche e le speculazioni di
Borsa, riescono a guidare concretamente ogni tipo di politica riducendo
a propri esecutori gli uomini di governo dei singoli Stati.
L’instaurazione di un mercato unico e di una moneta unica è quindi la
meta più importante; ma essere riusciti, con la creazione dell’euro, a
eliminare quasi tutte le monete europee rappresenta la loro vittoria
più significativa in quanto segnala che il progetto finale è sulla via
del traguardo. Di fatto tutta l’operazione “Unione europea” è stata
pensata come una specie di esperimento la cui riuscita avrebbe
confortato i progettisti nel proseguire sulla stessa strada. Nessuno
creda che le crisi finanziarie, l’impoverimento dei popoli, l’eccesso
di tassazione, siano per il Bilderberg segnali negativi, tutt’altro:
era programmato che sarebbero stati questi gli strumenti con i quali
giungere alla meta. Come abbiamo potuto vedere attraverso quello che è
successo in Italia, il colpo di forza con il quale un banchiere è
diventato capo del governo ha avuto come “giustificazione” il crescere
del debito, il differenziale sempre più alto con i titoli tedeschi; ma
per chi è padrone del gioco di Borsa provocare tali squilibri è
facilissimo, tanto più quando i manovratori sono d’accordo sul da farsi
essendo tutti membri del Bilderberg o dei suoi rami più importanti,
quali la Trilateral Commission e l’Aspen Institut: Mario Monti, Mario
Draghi, Giorgio Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi, José
Barroso, Giuliano Amato, Vincenzo Visco, Enrico Letta… Tutti nomi
citati più volte e da diversi autori, oltre me, negli anni scorsi,
quali per esempio Daniel Estulin con il suo “Il Club Bilderberg” pubblicato nel 2005, Marco della Luna con “Euro schiavi” anch’esso del 2005, Elio Lannutti con “La repubblica delle banche” pubblicato nel 2008, senza che nessuno li abbia mai smentiti.
Dunque possiamo constatare che tutte le previsioni si sono
avverate: gli Stati d’Europa hanno perso la sovranità, l’identità, le
loro ricchezze e quelli più difficili da domare a causa della loro
creatività, del loro attaccamento alla propria storia, alla propria
indipendenza, quali la Grecia, l’Irlanda, la Spagna, l’Italia, sono
stati ridotti, tramite la pressione sui titoli sovrani, a dipendere
dalla “generosità” dei banchieri con una nuova, orribile immagine di
sé, quella di “mendicanti”, di possibili ladri cui è pericoloso
prestare soldi se non danno se stessi e i propri figli in garanzia. I
banchieri hanno adesso finalmente raggiunto il loro ultimo scopo: darsi
la mano diventando interscambiabili con i politici e proclamando così
apertamente che è iniziata una nuova era: il Regno dei Banchieri. Avevo
scritto due anni fa, nella Dittatura europea, che avrei creduto a
questa ricostruzione, che pure ero stata io stessa a fare con
puntigliosa, scrupolosissima ricerca, il giorno in cui avessi visto i
banchieri mettersi al posto dei politici. E’ proprio quello che è
avvenuto. Ed è avvenuto - cosa incredibile - con l’aiuto, la complicità
dei politici. Ho tante volte interrogato negli anni scorsi i maggiori
leader del mondo politico, religioso, industriale, giornalistico sul
perché avessero accettato in silenzio di uccidere se stessi, insieme
all’ Italia, senza riuscire ad avere una risposta. Oggi però non
possono continuare a tacere e consegnarsi alla storia come dei
vigliacchi traditori della propria nazione e del proprio popolo. E’
indispensabile che si scuotano dalla passività nella quale sono
sprofondati e si convincano che la desertificazione attuale dei
partiti, l’assenteismo e il ripudio degli elettori, perfino la
corruzione che ha invaso tutte le istituzioni, sono la conseguenza di
questo tradimento perché nessuno ha più davanti a sé una patria da
difendere, un valore collettivo in cui credere, un futuro in cui
sperare e da costruire per i suoi figli.
Ida Magli 2 Novembre 2012 (In caso di riproduzione si prega di citare la fonte e di aggiungere il link a questa pagina) |
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