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      sanno, 
      e vogliono raggiungere proprio lo scopo della disgregazione. Le prove di 
      questa preordinata volontà sono moltissime. Mi limito ad indicarne 
      soltanto qualcuna. 
      
      a) 
      Le menzogne 
      sull’immigrazione 
        La 
      prima prova sono le menzogne, la falsità delle spiegazioni che vengono 
      date, ripetute ininstancabilmente, con identico, stereotipato linguaggio 
      dai giornalisti (indispensabili coadiutori, sacerdoti, anzi, dei 
      politici). Da qualsiasi paese gli stranieri giungano, vengono definiti 
      come dei “disperati”, imbarcatisi su battelli traballanti ad opera di 
      “trafficanti di uomini”, unici colpevoli che, qualche rara volta, tanto 
      per rafforzare la menzogna, vengono arrestati. Sia gli uomini, che le 
      donne, i cosiddetti “disperati”, sono poi anche assegnati tutti ad una 
      specie di ingenuo, innocente “primitivismo”, una moderna traccia mnemonica 
      di quello che un tempo era il mito del “buon selvaggio”. In base a questo 
      mito del buon selvaggio di ritorno, pur avendo pagato enormi cifre, pur 
      conoscendo alla perfezione le organizzazioni del viaggio, i punti di 
      raccolta a sud e a nord, ad est e a ovest dell’India come dell’Africa, 
      tuttavia essi “non sanno quello che fanno”. Addirittura le donne sarebbero 
      state tutte, o rapite, o vendute, o allettate con la promessa di trovare 
      lavoro, invece che la prostituzione, nella quale, però, diventano subito 
      abilissime. I paesi di provenienza sono tutti, come ci viene ripetuto ogni 
      giorno da compunti |  | 
        
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      telegiornalisti del dolore, in preda alla fame, alla carestia, privi di 
      acqua e di alimenti; oppure tormentati da anni di guerre tribali e di 
      orrende carneficine, per non parlare del brigantaggio, delle mafie, dei 
      disordini razziali e politici. Infatti, puntualmente il nuovo, 
      zelantissimo Commissario europeo, Rocco Buttiglione, ha affermato che va 
      riscritta la legge sul “diritto d’asilo”: che vengano in Italia popoli 
      interi è la sua più ardente speranza. 
        Guardiamo, allora, a quel primo fattore su cui 
      si fonda una società, cui abbiamo accennato all’inizio: il possesso del 
      proprio territorio, e capiremo subito perché l’Italia è così 
      drammaticamente disgregata. Aggredita fisicamente nella sua casa, 
      abbandonata nel modo più perverso (il ricatto della compassione) dai 
      governanti all’invasione di corpi estranei, il “significato” giunge prima 
      delle conseguenze concrete (che analizzeremo in seguito nei loro vari 
      aspetti), ed è un significato di morte. La società italiana non esiste, 
      non deve esistere più.   
      b) La femminilizzazione dell’EuropaParlavamo dell’importanza dei significati. La terra, la propria terra, è 
      “donna”, è “madre” (la madre-terra): lasciarla “aperta”, alla mercé degli 
      innumerevoli stranieri che la invadono, che se ne impadroniscono, che vi 
      pene-trano, è farla violentare, stuprare, consegnarla al disonore della 
      forzata prostituzione. Una prostituzione il cui senso, nascosto,
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