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morte è l’unica cosa che gli uomini, tutti gli
uomini, temono e alla quale non sono in grado di sottrarsi, assume anche
il potere di uccidere, il potere sul “corpo” degli uomini.
Come vedremo meglio in seguito, è questo il motivo per il quale nella
nostra società, dove ci si fa tanto vanto di avere abolito la condanna a
morte, i detentori del potere si sono impadroniti totalmente del corpo dei
sudditi. Hanno imposto la sanità di Stato, attraverso la quale si
controllano i momenti e le azioni più importanti della vita del singolo
individuo e soprattutto la Morte. Con la giustificazione della gratuità,
viene autorizzata la fecondazione artificiale (non adopero il termine
“assistita” perché fa parte di quel vocabolario ammorbidente che è
stato inventato appositamente per indirizzare sulle strade volute dai
governanti la comprensione degli avvenimenti, soprattutto quelli verso i
quali si suppone che ci sarebbero resistenze o pareri contrari. Di questi
termini si potrebbe ormai stampare un intero dizionario). Inserire il
Potere nella fecondazione significa appunto avergli delegato l’azione più
importante di cui fino ad oggi ogni uomo è stato padrone. Identico
ragionamento vale per l’aborto, che si può fare soltanto tramite lo Stato
e coinvolgendo così i medici in un comportamento che è contrario al
giuramento della loro professione. Infine i trapianti. Il fine dichiarato
è “salvare una vita”, ma lo scopo vero è possedere la Morte. Troppo lungo
e complesso questo discorso per potercisi
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soffermare in questa sede. Sia sufficiente
però dire che con la definizione di “morte cerebrale”, accertabile
soltanto dai medici a ciò delegati dallo Stato, ci è stato sottratto
totalmente il controllo sulla morte e sul significato della morte. E,
usando il termine essenzialmente “sacro” del “dono” del proprio corpo,
siamo stati ricondotti al principio della vittima sacrificale, nel quale,
eliminato Dio quale ricevente del sacrificio, ognuno accetta di diventare
vittima dell’altro, mediante lo Stato come Sacerdote-Sacrificatore.
Dunque dimostrare, come ha fatto Gesù, che il “sacrificio”, ossia uccidere
ritualmente offrendo una vittima, non soltanto è ingiusto, ma che Dio non
lo vuole, non è ammesso da nessuno. Lui è stato ucciso
subito: erano passati appena tre anni da quando aveva cominciato a
parlare, scacciando, come dicono i Vangeli, i venditori di animali dal
Tempio. Li scacciava perché aboliva il “sacrificio”, quello richiesto
dalla Legge ebraica, non perché, come tante volte è stato ripetuto,
facevano un mercato del luogo sacro. Chi può credere che sarebbe stato
condannato a morte per questo? Il fatto è che quando si tratta di discorsi
che riguardano le religioni, ci siamo abituati a credere le cose più
stupide, prive di qualsiasi buon senso; e purtroppo continuiamo a fare
così anche oggi. Il motivo, però, è sempre quello: sacro e potere sono la
stessa cosa. Ci paralizzano. (Anche coloro che ritengono di essere atei,
non salgono i gradini di un altare dove si trova il
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