IDA MAGLI   SALVARE L'ITALIA PRIMA CHE SCOMPAIA

 
 

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morte è l’unica cosa che gli uomini, tutti gli uomini, temono e alla quale non sono in grado di sottrarsi, assume anche il potere di uccidere, il potere sul “corpo” degli uomini.
Come vedremo meglio in seguito, è questo il motivo per il quale nella nostra società, dove ci si fa tanto vanto di avere abolito la condanna a morte, i detentori del potere si sono impadroniti totalmente del corpo dei sudditi. Hanno imposto la sanità di Stato, attraverso la quale si controllano i momenti e le azioni più importanti della vita del singolo individuo e soprattutto la Morte. Con la giustificazione della gratuità, viene autorizzata la fecondazione artificiale (non adopero il termine “assistita” perché fa parte di quel vocabolario ammorbidente che è
stato inventato appositamente per indirizzare sulle strade volute dai governanti la comprensione degli avvenimenti, soprattutto quelli verso i quali si suppone che ci sarebbero resistenze o pareri contrari. Di questi termini si potrebbe ormai stampare un intero dizionario). Inserire il Potere nella fecondazione significa appunto avergli delegato l’azione più importante di cui fino ad oggi ogni uomo è stato padrone. Identico ragionamento vale per l’aborto, che si può fare soltanto tramite lo Stato e coinvolgendo così i medici in un comportamento che è contrario al giuramento della loro professione. Infine i trapianti. Il fine dichiarato è “salvare una vita”, ma lo scopo vero è possedere la Morte. Troppo lungo e complesso questo discorso per potercisi

soffermare in questa sede. Sia sufficiente però dire che con la definizione di “morte cerebrale”, accertabile soltanto dai medici a ciò delegati dallo Stato, ci è stato sottratto totalmente il controllo sulla morte e sul significato della morte. E, usando il termine essenzialmente “sacro” del “dono” del proprio corpo, siamo stati ricondotti al principio della vittima sacrificale, nel quale, eliminato Dio quale ricevente del sacrificio, ognuno accetta di diventare vittima dell’altro, mediante lo Stato come Sacerdote-Sacrificatore.
Dunque dimostrare, come ha fatto Gesù, che il “sacrificio”, ossia uccidere ritualmente offrendo una vittima, non soltanto è ingiusto, ma che Dio non lo vuole, non è ammesso da nessuno. Lui è stato ucciso
subito: erano passati appena tre anni da quando aveva cominciato a parlare, scacciando, come dicono i Vangeli, i venditori di animali dal Tempio. Li scacciava perché aboliva il “sacrificio”, quello richiesto dalla Legge ebraica, non perché, come tante volte è stato ripetuto, facevano un mercato del luogo sacro. Chi può credere che sarebbe stato condannato a morte per questo? Il fatto è che quando si tratta di discorsi che riguardano le religioni, ci siamo abituati a credere le cose più stupide, prive di qualsiasi buon senso; e purtroppo continuiamo a fare così anche oggi. Il motivo, però, è sempre quello: sacro e potere sono la stessa cosa. Ci paralizzano. (Anche coloro che ritengono di essere atei, non salgono i gradini di un altare dove si trova il