IDA MAGLI SALVARE L'ITALIA PRIMA CHE SCOMPAIA |
|||
pace, la resistenza irachena o l’intifada
palestinese? E’ evidente che nulla è più ambiguo che il concetto di
“pace”. Tanto ambiguo che noi, per esempio, ci scontriamo all’interno del
nostro gruppo, difendendo il diritto degli altri alla pace, con una
violenza terrificante e sempre sul punto di prenderci a botte (come prova
lo schieramento della polizia in assetto antiguerriglia quando ci sono
simili manifestazioni). |
fare soltanto alcuni esempi, erano le tecniche con le quali si combatteva. Ulisse, come sappiamo, era famoso per la sua forza e la sua precisione nel tendere l’arco e scagliare il giavellotto, ma appunto per questo il miglior combattente, l’Eroe, che puntualmente stermina, al suo ritorno a casa, tutti i suoi nemici. La scena in cui i Proci, non appena riconoscono dal suo modo di tendere l’arco con chi hanno a che fare e impallidiscono, sicuri di non avere scampo, sembra il prototipo di una di quelle scene western nelle quali tutti scappano all’arrivo del ben noto e infallibile pistolero. Del resto, nell’unico trattato che possediamo sulla guerra nell’antichità, quello dello scrittore latino P. Flavio Vegezio intitolato L’arte della guerra romana (BUR, Milano, 2003), un trattato che è stato studiato durante tutto il medioevo e nell’epoca moderna fino a Napoleone e Clausewitz, si elencano appunto gli esercizi indispensabili per addestrare le reclute (e si afferma che l’esercito si chiama così proprio perché si “esercita”): marcia, corsa, salto, nuoto, lancio delle frecce, lancio delle pietre a mano e con la fionda, trasporto di grossi pesi, ecc. Tutti esercizi analoghi a quelli delle milizie greche e che erano obbligatori nelle gare olimpiche, perché dimostravano ai cittadini la loro capacità bellica. Per questo le Olimpiadi appartenevano talmente alla Nazione da scandirne il calendario, la storia: dal 776 a.C., anno dello svolgimento ad Olimpia della I^ Olimpiade fino al 393 d.C. quando il calendario |