Editoriale  il Giorno

Il potere di vivere e di (far) morire

 
di Ida Magli
il Giorno |  

E' strano che questo succeda maggiormente proprio oggi, e proprio in quell'Occidente che rivendica, con la democrazia, anche la libertà e la laicità delle coscienze. Ma bisogna arrendersi di fronte all'evidenza: la potenza impersonale, lo Stato, appare molto più affidabile di un potere che abbia un nome e un cognome. Da questa potenza impersonale si dipende al punto da chiederle, come un «diritto», di stabilire anche l'ora della morte. E sia ben chiaro che sotto la domanda insistente che si leva da tante parti in Occidente per l'eutanasia di Stato, c'è una spinta precisa: non essendovi più la fede in un Dio che chiede il sacrificio, imparate a «sacrificarvi» (dal punto di vista teorico, nel sacrificio è la vittima che vuole essere uccisa) da soli, spontaneamente: donando gli organi, chiedendo l'eutanasia. Torneremo dunque, così ad essere quello che, in un modo o nell'altro, siamo sempre stati: uccisori e uccisi. Due proposte concrete. I medici abbiano il coraggio di ricominciare ad assumersi la responsabilità di accompagnare il loro paziente alla fine, senza macchine, senza accanimenti, alleviando il dolore. E i cittadini, dato che sono ormai tutti in grado di leggere e di scrivere, abbiano il diritto (questo sì «diritto») di comprare tutte le medicine che vogliono senza dover passare attraverso il potere dei medici per avere una ricetta. Ida Magli

Ida Magli

 

 

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