BATTAGLIE
ITALIA MIA
NON CAMBIERAI
LE MIE LIRE
IN INUTILI EURO
di Ida Magli
Il Giornale, 3
Agosto 2001
Dunque è arrivato il momento. Dopo aver
combattuto per quasi dieci anni contro l’Unione Europea e contro la
sua arma di massima e radicale coercizione, la moneta unica, adesso la
devo affrontare personalmente, nella mia vita concreta. Non più libri,
conferenze, viaggi, articoli, associazioni Internet, appelli agli
intellettuali e ai movimenti anti-Maastricht, alle gerarchie
ecclesiastiche e a tutti coloro che hanno ancora qualche amore per l’Italia
e per la libertà. Adesso, devo combattere corpo a corpo. La banca dove
è aperto il mio piccolo conto corrente mi ha comunicato che è pronto
per me, come per tutti gli altri clienti, il libretto di assegni in
Euro, invitandomi ad usarlo. Faccio la mia prima mossa. Scrivo all’Amministrazione
delle case editrici con le quali collaboro chiedendo che, a parità di
cifra, per le mie spettanze vengano pagate in franchi svizzeri, con una
motivazione ben chiara: non riconosco la legittimità della Banca
Centrale Europea a battere una moneta priva di sovranità e, in quanto
italiana, non intendo utilizzare l’Euro perché questo testimonia e
avvalora la perdita della libertà e dell’indipendenza della mia
patria. Scelgo i franchi svizzeri, dunque, perché la Svizzera non fa
parte dell’Unione Europea.
Qualche giorno dopo una burbera voce si qualifica, al telefono, come il
responsabile amministrativo destinatario dell’inaudita richiesta e,
non soltanto, come era ovvio, nega la possibilità di non pagare in
Euro, ma a poco a poco si abbandona, come un inaspettato nemico dell’Euro,
alla sua incontenibile ira: «Noi diventiamo pazzi... le
Amministrazioni sono costrette ad un lavoro improbo... se non ci
fossero i computer, che pure vanno continuamente in tilt, se la
potevano scordare la moneta unica!». Dopo aver pianto l’uno sulla
spalla dell’altro, senza esserci mai conosciuti ma profondamente
uniti dal nostro odio per l’Euro e per la privazione della libertà
cui ci costringe, ci siamo lasciati con un nulla di fatto.
Allora? Consulto le Pagine gialle, vedo che c’è al centro di Roma un’Agenzia
del Crédit Suisse e decido di andare ad informarmi li quali
possibilità ci siano per sfuggire all’Euro.
Prima, però, ritiro dal mio conto corrente i pochi soldi che possiedo
perché questo è sicuro: al 31 dicembre non una delle mie lire sarà
trasformata in Euro. Le spenderò tutte prima: mi regalerò una cosa
che è stata sempre troppo costosa per me: una copia dei Codici di
Leonardo.
Giunta al Crédit Suisse, dei signori gentilissimi mi ascoltano
sorpresi: un dissidente politico? E' dall’epoca della fuga degli
ebrei dal nazismo che la Svizzera non si trova a fungere da terra di
libertà per l’Europa. Per i soldi, poi? Mi si affollano intorno come
se uno spicchio di dignità, all’improvviso, riabilitasse perfino ai
loro occhi la fama di cassaforte per i ricchi che da tanto tempo
accompagna le banche svizzere.
Ma la conclusione è la stessa. La loro agenzia è sottoposta, come è
naturale, alla legislazione italiana. Se voglio usare come moneta di
conto i franchi svizzeri debbo andare a risiedere in Svizzera...
Oh Italia mia! E' questa, dunque, la libertà per la quale abbiamo
tanto sospirato e pianto! I governanti ci hanno venduto e tradito come
hanno sempre fatto fin da quando Petrarca così piangeva. Ci hanno
venduto e tradito al punto che non è più rimasto nessun Paese in
Europa dove si possa emigrare, combattere per la libertà. Per questo
hanno abolito i confini: affinché la prigione sia talmente estesa che
non esista in tutto il continente neanche un angolo nel quale
rifugiarsi per continuare la lotta.
Né Parigi, né Londra, né Monaco, né Amsterdam...
Ebbene, se altra strada non v'è, me ne andrò. Porterò nel mondo
insieme alla passione perla libertà dell’Italia, quella lingua
italiana che tanto amo e che i banchieri, firmatari di Maastricht,
hanno condannato a morte insieme alla lira. Nell’Unione Europea le
lingue ufficiali sono l’inglese e il francese perché i nostri
politici non hanno esitato neanche un momento di fronte alla perdita
dell’italiano. Insegnerò l’italiano.
Ida Magli