Proviamo a fare un appello ai potenti del G8.
Ricordatevi che anche il più piccolo, il più povero degli uomini sul quale
governate, è simile a voi: vuole che nessuno stia sopra la sua testa, vuole
essere padrone di se stesso, vuole decidere da sé che cosa è meglio per
lui, vuole possedere una patria e una casa sicure, con confini e con porte
ben chiuse, vuole parlare la lingua che ha appreso dalle labbra di sua madre
e che parlano i suoi amici; vuole scegliere come e quando lavorare, quando e
come divertirsi; vuole amare, pensare, soffrire, gioire, guardando ciò che
per lui è bello; vuole che i suoi figli lo amino e lo rispettino; vuole
essere orgoglioso di se stesso; vuole che qualcosa di lui e della sua vita
rimanga dopo la sua morte. Questo è il fondo dell'umanità, comune ai
poveri come ai potenti; ma i governanti sembrano essersene dimenticati. La
causa va ricercata in una delle più gravi rivoluzioni sociali che siano
avvenute nella nostra epoca: il marxismo. E per quanto possa apparire
contraddittorio, correlata al marxismo, la formazione di una nuova classe,
quella degli economisti. Una volta giunti al potere gli economisti hanno
ridotto qualsiasi problema di governo ad un problema economico.
Essi ritengono infatti che tutto si risolva
con il denaro; sono convinti di poter comprare, non soltanto un determinato
uomo o un determinato gruppo di uomini, ma addirittura i popoli con il
denaro o con ciò che si acquista con il denaro. Ed è con le armi
economiche che stanno costruendo ed estendendo sempre di più il proprio
potere, il proprio Impero. Questa strategia, però, ha un nome: corruzione.
E quello che si acquista con il denaro, anche quando è molto, non
corrisponde quasi per nulla all'elenco dei bisogni umani che abbiamo fatto
prima.
Il punto, dunque, è questo. La "globalizzazione"
risponde ai bisogni umani? Se significa, come significa, estendere a tutti i
popoli, e soprattutto a quelli poveri costringendoveli, il sistema
capitalistico, sicuramente provocherà, in un giro molto breve di tempo, la
loro ribellione e appena calmata la fame metterà allo scoperto i veri
bisogni, quelli di cui sentiamo drammaticamente la mancanza anche noi. Né
saranno i contestatori della globalizzazione a salvarli perché essi parlano
la stessa lingua dei protagonisti del G8; una lingua livellatrice delle
differenze, e quindi priva di umanità. La dignità dell'uomo non la si
edifica o non la si ripristina mettendogli in mano un obolo, più o
meno generoso. Noi abbiamo fatto più danno agli Africani con i nostri
programmi di sviluppo (quelli agricoli, per esempio) che non con gli Imperi;
e non si salveranno se li costringeremo a diventare simili a noi.
Guardiamoci bene in faccia: come è
possibile, malgrado le tremende esperienze della nostra storia passata,
ritenerci ancora una volta i migliori del mondo? Eppure è con questa
certezza che nell'editoriale odierno sul Corriere della Sera Padoa
Schioppa propone di estendere a tutti il nostro modello politico, "globalizzando"
la democrazia e addirittura facendo governare il mondo dalle istituzioni
internazionali (fuori i nomi, caro Padoa Schioppa). Neanche i Papi
medioevali si arrischiavano ad esibire tali sicurezze, malgrado l'indiscussa
santità del battesimo da portare a tutti gli uomini.
E' proprio questo, invece l'omologazione dei
popoli, dei governi, dei costumi, delle lingue, dei desideri, dei sentimenti
il sogno degli economisti: non dover sommare le mele con le pere. Chi
potrebbe salvarsi, allora, da una dittatura mondiale? Ci basta vedere quello
che è successo a Genova in questi giorni per sapere come sia facile per chi
possiede il potere perdere il senso del limite, accantonando in un attimo i
diritti fondamentali dei cittadini - quelli dei residenti e quelli degli
Italiani - che non hanno nulla a che fare con i contestatori vocianti,
anch'essi privi, come gli esponenti del G8, del senso del limite.
Comunque non si illudano i globalizzatori di
tutto e di tutti. E' il mercato stesso che li sconfessa. Le perdite
catastrofiche di Internet, esaltato dagli economisti come una nuova
divinità, stanno lì a dimostrarlo. Gli uomini resistono alle macchine che
non sono funzionali ai loro bisogni. E alla fine resistono anche ai
Governanti. Berlusconi è stato eletto da poco. Gli Italiani lo hanno votato
con la speranza che finalmente qualcuno si sarebbe occupato di loro, dei
loro interessi e non di quelli del potere. Contavano sul suo buon senso, sul
suo principio di realtà. In questo vogliono continuare a sperare, malgrado
l'irrealtà di Genova.
Ida Magli