Giordano Bruno Guerri ha assunto da ieri un importante incarico come consulente del Ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri. Subito dopo ha dichiarato che difenderà col massimo impegno la lingua italiana, in Italia e nel mondo.
Gli Italiani Liberi e tutti gli amici del nostro giornale se ne rallegrano. Tanto più che non si può difendere la lingua italiana senza combattere, con ancora maggior forza, l'Unione Europea. Il progetto dell'Unione Europea, infatti, di per sé segnala che i governanti che ne hanno firmato il patto, hanno rinunciato insieme alla sovranità anche alla lingua. Nella Babele delle 15 lingue presenti nell'Unione, quelle ufficiali sono l'inglese e il francese (ma, malgrado la Francia faccia di tutto per tenere il francese alla pari, di fatto si adopera di più l'inglese). Sarebbe dovuto bastare questo a far recedere dal progetto dei governanti che non avessero voluto tradire il proprio popolo. Così non è stato e, senza vergogna, quegli stessi governanti che hanno firmato Maastricht, affermano oggi di amare tanto la patria.
Noi non daremo tregua a Giordano Bruno Guerri, e invitiamo tutti colori che ci leggono a dare suggerimenti e a segnalare qualsiasi sopruso linguistico, pur sapendo che Guerri non ha bisogno del nostro stimolo perché egli conosce bene la storia dell'Italia e degli Italiani, sia di tutti coloro che l'hanno governata e tradita, sia di tutti coloro che l'hanno amata e difesa, soprattutto con l'acutezza dell'ingegno, e l'amoroso studio della lingua che hanno espresso nei loro scritti. E' stata l'ininterrotta ricerca e la passione per il "dolce stil novo" a far sì che gli Italiani conservassero, attraverso il passare dei secoli, il senso della propria esistenza come gruppo e come nazione, malgrado l'ostile dominio di papi, di imperatori, di francesi, di spagnoli, di tedeschi, di austriaci. Ci attaccheremo, dunque, con le unghie e con i denti all'italiano per resistere alla pressione sgretolatrice dell'Unione Europea, e brandiremo la lingua come arma, durissima e dolcissima, di difesa dalla quale non ci separeremo mai.
Non ci costringeranno, per sottometterci ai potenti, ad usare l'inglese così come per tanti secoli ci hanno costretto ad usare il latino. Vogliamo conoscere, ammirare ed usare tutte le lingue, nella libertà e nella padronanza della nostra. Non permetteremo che la lingua italiana, quella di Dante e di
Machiavelli, di Galileo e di Leonardo, di Manzoni e di Leopardi, la lingua in cui sono stati scritti tutti i libretti e al ritmo della quale si sono ispirate le più belle musiche liriche del mondo, diventi il dialetto di una "regione" dell'Europa.
A Giordano, defensor linguae (lo so, lo so che non gli piacerà), il nostro grazie e il nostro augurio
Ida Magli