LA RELIGIONE AGGRESSIVA di Giordano Bruno Guerri il Giornale, Martedì 25 Settembre 2001
Più di quattro anni fa scrissi sul Tempo (mi è buon testimone il direttore di questo giornale, che allora dirigeva il quotidiano di Roma) un articolo che da ogni parte mi venne rinfacciato come "razzista" e "intollerante". Sostenevo - né ho cambiato idea - che l'islamismo è una religione aggressiva e senza rispetto verso gli "infedeli"; e che dunque l'Italia, nell'impossibilità di accogliere tutti gli emigranti che vorrebbero trasferirsi da noi, dovrebbe avere l'accortezza di limitare il più possibile l'accesso dei popoli appartenenti a quella religione. Ebbi solo la consolazione, l'anno scorso, di leggere le dichiarazioni dello stesso tono da parte del cardinale di Bologna Giacomo Biffi, sia pure da un punto di vista più religioso che politico. Su Biffi piombarono le stesse accuse di razzismo e intolleranza, oltre che di fanatismo religioso. Ora che è apparso chiaro da quale parte stia il vero fanatismo, il presule è tornato all'attacco in un silenzio più rispettoso ma ancora lontano dal raccogliere i consensi che meriterebbe. Lascio ai credenti la riflessione al suo richiamo all'obbligo, per un cristiano, di predicare il Vangelo anche ai mussulmani, obbligo che l'attuale politica ecclesiastica lascia cadere in favore di un dialogo purtroppo monodirezionale. E' bene invece che credenti, non credenti, e soprattutto i nostri governanti comincino a riflettere su una realtà che, in quanto tale, non è né tollerante né intollerante, né razzista né antirazzista: visto che in Italia non c'è posto per tutti coloro che vorrebbero venirci a vivere e a lavorare, è un semplice dovere di buongoverno selezionare gli immigrati in base alla loro possibilità di integrarsi presto e bene nella nostra vita sociale. In mancanza di una simile regolamentazione, da noi continueranno a prevalere la vicinanza geografica e soprattutto la prepotenza dei clandestini dell'emigrazione che, non a caso, sono per lo più di religione mussulmana. Come di religione mussulmana sono gli autori di gran parte dei delitti e i protagonisti della nuova criminalità diffusa. (Non risulta che indiani e filippini, per citare soltanto due esempi, abbiano mai creato problemi del genere in Italia.) Senza voler criminalizzare con questo interi popoli, non c'è dubbio che l'aggressività mussulmana, anche quella spicciola, sia destinata a aumentare nel nostro Paese, dopo quello che è accaduto in America e tanto più dopo quello che accadrà nei prossimi giorni, settimane, mesi. Allo stesso modo non c'è dubbio che, in mezzo a tanti lavoratori, fra i musulmani siano arrivati anche terroristi finora (per quanto?) inattivi, e che nel numero dei loro correligionari trovino più o meno consapevole copertura e proseliti. Gli Stati Uniti, che hanno sempre dato prova di tolleranza, certamente prenderanno misure restrittive verso l'afflusso di popolazioni che arrivano con il Corano in mano e spesso - nel cuore - odio e disprezzo verso civiltà che giudicano corrotte, deboli, femminee e da convertire costi quello che costi. Non vedo perché non dovremmo farlo anche noi, centro di una religione ormai pacificata e al centro geografico dell'uragano che si sta per abbattere sul mondo. Giordano Bruno Guerri |
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