TOLLERANTI,
MA NON CON GLI INTOLLERANTI

Giordano Bruno Guerri

il Giornale, venerdì 21 Settembre 2001

 

Ma davvero dobbiamo avere verso l’islamismo, in questo momento storico, una tolleranza che in Occidente non abbiamo avuto neanche verso il cristianesimo? Le Chiese delle crociate, dell’Inquisizione, della Riforma e della Controriforma, delle guerre di religione, dei roghi di libri e di carne umana erano "integraliste", si direbbe oggi, come i musulmani di cui ci lamentiamo tanto e a ragione. Era integralista in particolare, la Chiesa di Roma, perché aveva la volontà, antica e medievale, di sovrapporsi agli Stati, di dettare anche le leggi civili, insomma di fondare tutta la vita e la vita di tutti sui testi sacri e sulle successive interpretazioni teologiche.

In Occidente le religioni cristiane sono state costrette a rinunciare a simili pretese dopo duri scontri culturali, politici, militari e da una serie di grandi fenomeni: la nascita della scienza moderna, che le Chiese giudicarono incompatibile con la religione; la rivoluzione industriale, con gli enormi mutamenti sociali che comportò; l’illuminismo, con la sua critica verso le fedi; la rivoluzione francese, che per la prima volta applicò il modello fideistico alla politica e non all’ultraterreno; la perdita del potere temporale da parte del papato. Di quest’ultimo evento - cioè il Risorgimento, tanto avversato da Pio IX - nel 1961 Giovanni XXIII ringraziò la Provvidenza perché aveva liberato la Chiesa cattolica da un peso terreno che inquinava il suo messaggio religioso, ma anche gli altri eventi accennati hanno avuto l’effetto di separare i percorsi degli Stati da quelli della fede. Niente di simile è accaduto nel mondo musulmano, o è accaduto in modo molto minore e incompleto. Di conseguenza anche quando grandi riformatori – come Ataturk in Turchia - cercarono di europeizzare in senso laico il loro Paese, l’integralismo islamico noh ha mai cessato di rinascere; ed è stato rovesciando una monarchia modernizzante che in Iran si è affermato quell'integralismo che da lì ha ripreso vigore in tutto il mondo musulmano.

L’islamismo insomma non è tanto e soltanto una religione "diversa" dalla nostra. E soprattutto una religione arretrata di secoli, rispetto alle religioni cristiane, nei suoi rapporti con gli Stati, i cittadini, i fedeli. Il mondo occidentale può accettare un simile dato di fatto finché riguarda, più meno gravemente, soltanto gli Stati musulmani. Invece non può e non deve tollerano quando la fede di non pochi individui e di qualche Stato vuole riportare l’Occidente indietro di mezzo millennio con aggressioni che, se sfociano nella politica e nell’economia, partono sempre dalla religione.

Per questo il prossimo attacco dell'Occidente all'integralismo terrorista avrà un senso e un risultato soltanto se riuscirà quanto più possibile a togliere il potere politico a quello religioso, per separare le leggi civili da quelle coraniche. Sarà una violenza, certo, ma necessaria come - e più di- quando Napoleone tolse la corona dalle mani del papa. La tolleranza a cui siamo arrivati con secoli di dolorose lotte fra laicismo e religiosità non deve renderci tolleranti con gli intolleranti.

Giordano Bruno Guerri

 

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