Editoriali   Roma, 2 Gennaio 2002

Lettera aperta agli Italiani Liberi

 
IDA MAGLI

Cari Italiani Liberi,

 vi scrivo in prima persona perché le mie riflessioni di questi giorni sono troppo tristi per poter, sia pure in senso generico, attribuirne la condivisione a nessun altro. Il passaggio all'euro concreto ha significato la fine di qualsiasi speranza di un rinvio, di un ripensamento, di un soprassalto di dignità, di coraggio, di ribellione da parte di chi avrebbe avuto il potere di opporsi all'era degli adoratori della moneta. Tutto, invece, si è svolto come gli Imperatori di una Europa-Mercato non avevano, forse, neanche sperato. Contro il Dio-Euro non si è mosso neanche quello sparuto gruppetto di trenta o quaranta persone che è solito comparire in piazza per opporsi sempre o comunque a qualsiasi cosa decidano i governanti. Anzi. E' successo qualcosa di imprevedibile: all'insegna luminosa del Dio-Euro è stato offerto il Concerto di Capodanno, cui i professori dell'Orchestra di Vienna non hanno esitato a piegare la "Musica". Sì: La Musica. Quella splendida, struggente musica di Strauss di cui, giustamente, un direttore d'orchestra giapponese non ha capito, non ha "sentito" quello che non poteva capire, non poteva sentire: che essa è domanda, dubbio, interrogativo inesausto al quale non esiste risposta. Il simbolo circondato di stelle luminose dell'Euro, adorato proprio in quell'Austria nella quale altri simboli, accompagnati da splendide musiche, sono stati adorati, mi ha fatto paura. Sottolineo che ha fatto paura a me; ma non posso credere che altri non vi abbiano intravisto il terribile simbolo caduto appena ieri. E mi è dolce pensare che un direttore italiano si sarebbe rifiutato di dedicare un concerto ad una moneta.

 Cari Italiani Liberi dobbiamo dirci la verità; non siamo più "Italiani", non siamo più "Liberi". La nostra libertà, la nostra indipendenza, la nostra patria è stata venduta dai governanti per mezzo della moneta perché, nel mondo attuale, non si può crearsi un Impero con le armi. Ma l'Euro è la loro arma, ed è per questo che l'hanno festeggiato in modo così inverecondo, etichettando tutti noi come gli adoratori, gli adepti di una moneta. E' terribile pensare che non si sia levata la voce neanche dei credenti cattolici, neanche di un Vescovo, neanche di un Cardinale, per condannare questi che pure si dicevano "cristiani" e che fondano tutte le loro speranze, tutte le loro passioni, non sul denaro in generale (cosa comprensibile se non altro perché risponde al principio di realtà) ma su una moneta-simbolo, sulla quale, come hanno affermato tutti i governanti, poggia l'identità e l'unità degli Europei. L'Euro, dunque, è il Dio dell'unione Europea. In suo nome è stato inaugurato l'anno 2002 e nessuno si azzardi più a lamentarsi se ci sono musulmani in Italia che chiedono di togliere i crocifissi: si metta in cornice l'Euro, e nessuno più si lamenterà.

 C'è purtroppo anche un'altra cosa da notare. Qualche voce comincia a levarsi su future, possibili conseguenze negative della moneta unica, ma - guarda caso - soltanto adesso che non c'è più nulla da fare. Non sarà che mettono le mani avanti per salvarsi nei momenti peggiori che verranno? Del resto anche i giornalisti hanno fatto tutto il possibile per non parlare della moneta unica e, quando proprio non potevano farne a meno, ne hanno parlato in forma positiva, dando per scontato che si trattasse di cosa inequivocabilmente buona e giusta. Le notizie sulla svalutazione dell'euro sono state sempre nascoste con cura nelle rubriche specialistiche dell'economia. Strano, non è vero, che la "riforma epocale" di cui si vantano i governanti non abbia mai fino ad oggi campeggiato sulle prime pagine dei giornali e dei telegiornali. 0ggi invece si è aggiunta una nota comica: visto che, almeno il primo giorno, non si poteva non accennare alla quotazione dell'euro nei confronti del dollaro, si è parlato di quota 0,90 cent. come di un grande rafforzamento! Poveri italiani-sudditi! E' di questo che ci dobbiamo convincere: essi - i governanti - si trovano ad una tale distanza dai loro governati che, in confronto, era più vicina Maria Antonietta quando diceva ai francesi: " se non avete più pane, mangiate brioches!"

 Se facciamo un bilancio di come ci troviamo adesso, dobbiamo anche chiederci cosa possiamo fare per recuperare la libertà, l'indipendenza, la sovranità: insomma l'Italia. Soltanto l'Italia. Tutti i governanti ci hanno tradito, Il Presidente della Repubblica ha voluto a tutti i costi l'euro, ha imposto in extremis al governo Amato la riforma della costituzione con la subordinazione legislativa dello Stato e delle Regioni al diritto comunitario e ai trattati internazionali ( ossia Maastricht); poi il Parlamento con quasi tutte le sue componenti che ha ratificato i Trattati; infine Bossi, il quale, pur di sventolare davanti al naso dei pochi Leghisti che hanno ancora fiducia in lui, si è piegato a conservare, nella futura riforma federalista, la subordinazione legislativa all'Unione Europea. Ci ha tradito da par suo Wojtyla, benedicendo l' Euro e favorendo, con l'Unione Europea, non il "traghettamento dell' Europa in Oriente", come ha affermato Ciampi, ma il traghettamento dell'Oriente islamico in Europa. Quando un Papa tradisce l'identità cristiana riconoscendo come unica valida quella dell'essere figli di Abramo, bisogna dire che per il cristianesimo non c'è più nulla da fare. Altro che crisi della Messa! In che mondo vive il Cardinal Ratzinger? Il Cristianesimo sta per morire e lui non se n'è accorto. Abramo non è una divinità e nessuno vuole adorare un essere umano, che si chiami Abramo, o Maometto, o con qualsiasi altro nome.

Cari Italiani Liberi, se avete qualche idea, qualche proposta da fare, ditecelo. Noi possiamo soltanto augurarvi di volere ancora tanto bene all'Italia, e soprattutto di non rinunciare ad amare la libertà.

Ida Magli

 
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