Presentata stamani a Roma, alla Prima Divisione della Corte di
Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare perché l’Euro
sia dichiarata proprietà dei cittadini una proposta di Legge di
iniziativa popolare, per l’attribuzione della proprietà dell’Euro ai
cittadini, è stata presentata alle ore 10 di stamani alla Prima Divisione
della Corte di Cassazione dal Prof. Avv. Giacinto Auriti ed altri
cittadini elettori, tra cui il prof. Agostino Sanfratello, Maurizio
Angelucci di Foligno, Claudio Cesaroli.
L’iniziativa è del Sindacato Antiusura – SAUS, di cui il prof.
Auriti è Segretario generale. La raccolta delle 50.000 firme di elettori
– a norma dell’ art. 71 della Costituzione della Repubblica Italiana e
degli artt. 7 e 48
della Legge 25 Maggio 1970 n. 352 – inizierà dopo la pubblicazione
sulla Gazzetta Ufficiale che avverrà in data 20 dicembre ’01.
Il Disegno di Legge, che si allega integralmente a questo numero di Ap,
reca il seguente «PREAMBOLO» «L’ACCETTAZIONE della PROPRIETA’
DELL’EURO va sostenuta da deputati e senatori di tutti i partiti perché
affronta il tema della sovranità monetaria che realizza la “democrazia
integrale”. Poiché senza la sovranità monetaria non esiste la sovranità
politica, il popolo dev’essere riconosciuto proprietario della moneta
all’atto dell’accettazione.
«Il SAUS (Sindacato Antiusura) ha ufficialmente dichiarato che
sosterrà solamente la candidatura degli esponenti di tutti i partiti, che
si dichiarino ufficialmente favorevoli all’instaurazione del regime
della proprietà popolare dell’Euro.
«Dichiarata la moneta proprietà della collettività nazionale, la
corresponsione dei tributi viene effettuata mediante trattenuta
all’origine, per soddisfare tutte le esigenze di pubblica utilità.
Vengono così eliminati i rituali pagamenti a carico dei singoli
contribuenti e milioni di ore di lavoro per banali attività
ragionieristiche e contabili, nonché l’inconveniente di errori e di
evasioni fiscali.
«Il prelievo fiscale viene limitato ai costi per il conseguimento
degli scopi di pubblica utilità, mentre, a tutt’oggi, è finalizzato al
pagamento di un debito non dovuto pari a tutto il denaro in circolazione,
emesso in prestito e riscosso, come rendita parassitaria da signoraggio,
dagli azionisti della Banca d’Italia (S.p.A. con scopo di lucro).»
Proposta di Legge di iniziativa popolare promossa dal SAUS –
Sindacato Antiusura, per la raccolta di 50.000 firme di elettori a norma
dell’art. 71 della Costituzione della Repubblica Italiana e degli artt.
7 e 48 della Legge 25 Maggio 1970 n. 352
CAMERA DEI DEPUTATI
XIV LEGISLATURA
DISEGNO DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE
ai sensi dell’art. 71 della Costituzione
“Accettazione dell’EURO: reddito di cittadinanza proprietà
del portatore”
ONOREVOLI PARLAMENTARI! Scopo della presente proposta è colmare un
vuoto legislativo non più tollerabile, già segnalato, del resto,
dal disegno di legge "Proprietà popolare della moneta" (Senato
XII legislatura, n. 1282, comunicato alla Presidenza l’11 gennaio 1995)
d'iniziativa del senatore Natali ed altri e, successivamente (Senato XIII
Legislatura, n. l288), d'iniziativa del senatore Monteleone ed altri.
Nessuna norma stabilisce, infatti, di chi debba essere la proprietà
dell’EURO all'atto originario della sua accettazione.
La verità è che la moneta ha valore perché essendo misura del valore è
anche, necessariamente, valore della misura. Ogni unità di misura ha,
infatti, la qualità corrispondente a ciò che deve misurare: come il
metro ha la qualità della lunghezza perché misura la lunghezza, la
moneta ha la qualità del valore perché misura il valore. Pertanto il
simbolo monetario non è solamente la
manifestazione formale della convenzione monetaria, ma anche il
contenitore del valore indotto e incorporato nel simbolo che è appunto il
valore della misura ossia il potere d’acquisto. Con la scoperta del
valore indotto come puro valore giuridico (cfr. Auriti, L’ordinamento
internazionale del sistema monetario, Teramo, 1993, ed. Edigrafital. P. 43
e ss.) si è data finalmente la giustificazione scientifica del valore
monetario. Come è stato dimostrato,si verifica qui una fattispecie
analoga a quella dell’induzione fisica. Come nella dinamo si trasforma
energia meccanica in energia elettrica, così nella moneta si trasforma il
valore della convenzione, cioè di uno strumento giuridico in un bene
reale oggetto di diritto di proprietà: la moneta.
In breve, il valore della moneta è causato non dall’attività
dell’organo di emissione – che predisponendo ed erogando i simboli,
determina solo il presupposto formale del valore monetario – ma
dall’accettazione da parte della collettività. L’emissione dei
simboli in conformità del corso legale (il c.d. corso forzoso) è un atto
di “eteronomia”, l’accettazione della moneta, che ne determina
convenzionalmente il valore, è atto di “autonomia”.
Il valore dell’Euro nasce e persiste nella sua continuità perché
accettato convenzionalmente come misura del valore e valore della misura
oggetto di scambio. Per questi motivi l’Euro è e non può essere altro
che proprietà del portatore che, col suo comportamento concludente,
contribuisce a causarne e conservarne il valore.
Il Trattato di Maastricht si limita giustamente a considerare la prima
fase dell’emissione, ignora del tutto il momento creativo del valore
monetario, tanto è vero che nessuna norma del trattato considera di chi
sia il diritto di proprietà sull’EURO e come debba essere attribuito.
Particolarmente significativo il tenore della dichiarazione cartolare
apposta sul simbolo dall'organo di emissione. In essa appare solamente la
parola “EURO” preceduta dalla espressione numerica e dalla
sottoscrizione del Governatore sotto la sigla, in varie lingue, della
Banca Centrale Europea con l’anno dell'emissione. È chiara, sotto
questo profilo, la netta differenza con le monete degli Stati membri che
tradizionalmente concepivano la moneta come titolo di credito
rappresentativo della riserva. La banca centrale era, infatti, considerata
proprietaria del valore della moneta perché considerata proprietaria del
valore della riserva, come tate legittimata ad emettere moneta prestandola
perché prestare è prerogativa del proprietario.
Abolita la riserva monetaria con la fine degli Accordi di Bretton Woods
(15 agosto 1971), balza evidente la sostituzione del valore convenzionale
a quello creditizio. Ciò spiega il “silenzio” come “oggetto”
della dichiarazione cartolare dell’EURO poiché non potendosi più
giustificare l’emissione mediante prestito perché carente della
giustificazione (per altro assurda) della
riserva, si fa affidamento sulla mera prassi consolidata nel signoraggio
parassitario, tradizionale delle banche centrali. Una volta dimostrato,
infatti, che crea il valore della moneta non chi la emette, ma chi
l’accetta, prestare denaro all'atto dell'emissione significa imporre un
costo del denaro del 200%.
Quando si fanno coincidere le due fasi dell’emissione e
dell’accettazione, ne deriva una grave ingiustizia nel regime giuridico
dei valori monetari. Ciò si è storicamente verificato con
l’avvento della moneta nominale e del sistema delle banche centrali.
Una volta chi trovava una pepita d'oro, se ne appropriava senza
indebitarsi verso la miniera. Oggi, al posto della miniera c’è la banca
centrale, al posto della pepita un pezzo di carta, al posto della proprietà
il debito perché la banca emette moneta solo prestandola, mentre chi ne
crea il valore è chi l'accetta. Il momento meramente strumentale della
emissione dei simboli ha invaso quello edonistico della proprietà della
moneta, sicché la banca centrale, emettendo moneta prestandola, espropria
ed indebita la collettività del proprio denaro senza contropartita. Ecco
perché tutti possono prestare denaro tranne chi lo emette.
Facendo leva sul riflesso condizionato causato dall’abitudine secolare
da dare sempre un corrispettivo per avere denaro, le banche centrali,
confondendo
la fase dell’emissione con quella della circolazione, hanno indotto
tutti i popoli del mondo ad accettare la propria moneta, all’atto
dell’emissione, col corrispettivo del debito, cioè in prestito. Con la
sostituzione della moneta d’oro con la moneta nominale, i popoli sono
stati così trasformati da proprietari in debitori del proprio denaro
nella più grande truffa di tutti i tempi, passata inosservata perché
troppo evidente. Ciò ha avuto origine nel 1694 con l’emissione della
sterlina e la costituzione della Banca d’Inghilterra.
Oggi, con l’avvento dell’EURO l’Europa si trova nella privilegiata
condizione di poter sostituire alla moneta debito di proprietà della
banca centrale, la propria moneta.
Nessuna norma del Trattato di Maastricht considera, infatti, di chi debba
essere la proprietà dell’EURO. Ciò è la prova che il trattato
considera solo la fase dell’emissione ed ignora quella
dell’accettazione (Probabilmente ciò è avvenuto perché si è fatto
affidamento sulla possibilità di continuare nella mostruosa prassi del
“signoraggio usurocratico” , per cui i Popoli europei dovrebbero
indebitarsi, senza contropartita verso la BCE per un valore pari a tutto
l’EURO in circolazione).
Ciò significa che è rimessa alla competenza esclusiva dei Popoli Europei
regolamentare in modo autonomo il regime della accettazione e della
proprietà della moneta sul quale la BCE non ha alcun potere di
interferire analogamente alla preclusione agli stati membri di interferire
nella fase dell’emissione a norma dell’art. 107 del Trattato di
Maastricht.
Poiché “qui tacet neque adfirmat neque negat”, appare evidente che la
banca centrale europea, per il limite imposto dal significato essenziale
ed univoco della parola “accettazione” come competenza esclusiva di
chi accetta, e non di chi emette, non può fare altro che prendere
atto del principio che la proprietà dell’ EURO nasce per riconoscimento
esplicito di diritto convenzionale uniforme, come proprietà dei Popoli
Europei per il solo fatto che, accettandolo, ne creano il valore.
L’accettazione dell’EURO come proprietà del portatore, consente il
conseguimento di due ulteriori scopi di fondamentale importanza:
1. utilizzare la moneta come strumento di diritto sociale in
attuazione del 2° co. dell’art. 42 della Costituzione che sancisce
l’accesso alla proprietà per tutti realizzando un diritto della persona
con contenuto patrimoniale, come reddito di cittadinanza;
2. razionalizzare il sistema fiscale consentendo allo Stato di trattenere
all’origine quanto necessario per le esigenze di pubblica utilità,
eliminando costi e tempi di lavoro meramente contabile ed improduttivo
ed i rischi dell’evasione fiscale.
Data l’imminenza della circolazione dell’Euro si chiede che il
presente disegno di legge sia messo in discussione con procedura
d’urgenza.
DISEGNO DI LEGGE
Art. 1 – L’Euro, all’atto dell’accettazione, nasce di
proprietà dei cittadini ed è acquisito, a tal fine, nella disponibilità
degli Stati Membri aderenti al Trattato di Maastricht.
L’Euro è pertanto proprietà del portatore.
Art. 2 – Ad ogni cittadino è attribuito un codice dei redditi
sociali, mediante il quale gli viene accreditata la quota di reddito
causato dalla accettazione monetaria e da altre eventuali fonti di reddito
in attuazione del 2° co. dell’art. 42 della Costituzuione.
Art. 3 – Accettata la proprietà dell’Euro in rappresentanza
della collettività nazionale, il Governo è legittimato a trattenere
all’origine, quanto necessario per le esigenze fiscali di pubblica
utilità.
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Disegno di Legge proposto dal Sindacato Antiusura (SAUS) –
Segretario generale: Prof. Avv. Giacino Auriti
E-mail: monetaalpopolo@supereva.it
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Chieti, 18 Dicembre ’01 – Anno XXI n. 155 - www.abruzzopress.it
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