Ma libertà e cambiamento
sono nella natura dell'uomo
Riconoscere legalmente a tutti il diritto
di scegliere la propria vita non rappresenta la fine
ma l'evoluzione della società
di Giordano Bruno Guerri
il Giornale |
1 Agosto 2003 |
Non si cominci con la solita solfa ipocrita
che la Chiesa non deve interferire con le leggi e autorità dello Stato.
Con una vera violenza giuridica e legislativa le si è voluto negare il
diritto di dire la sua sull'evoluzione del Paese. Ce l'ha sì quel
diritto-dovere, e fa bene a esercitarlo come e più di qualsiasi
lobby, istituzione, ente pubblico o privato. Temo proprio che un vero
cattolico, tanto più se politico, su questi temi debba seguire la Chiesa
(che rappresenta una fede, e come tale immutabile). Tanto peggio per i
partiti mutevoli e mutabili: per quei parlamentari che credono davvero in
Dio, sono Dio e la Chiesa che decidono le leggi fondamentali, altro che
Parlamento, partiti, alleanze, governi.
Mi fa quasi più senso il giocar sporco di
chi, come i radicali, si compiace quando il Papa propone l'indultino, e si
dispiace se si vuole occupare anche di fatterelli come il matrimonio fra
omosessuali.
Però, il valore supremo dello Stato - e del
governo che attualmente lo guida - è la libertà: che chiunque sia libero
di fare ciò che più gli aggrada finché non danneggia se stesso, il suo
gruppo, la società. Le coppie omosessuali non nuocciono certo a se stesse,
e al contrario di Ida Magli non credo che riconoscerle anche legalmente
possa costituire un disastro per la società umana. Sarà un cambiamento,
neppure quantitativamente esorbitante, e come proprio la professoressa
Magli mi ha insegnato la natura dell’uomo è costituita anche, se non
soprattutto dalla sua capacità e volontà di cambiare, evolvere la propria
cultura.
Si obietta soprattutto sul problema dei
figli, che avrebbero assoluto diritto e vantaggio dal crescere in una
famiglia «normale». Detto fuori dai denti - secondo me - un bambino che
cresce in una media famiglia tradizionale è meno fortunato di un bambino
cui capitasse di venire cresciuto da genitori molto intelligenti, molto
attenti, molto sensibili, per quanto dello stesso sesso. Nel pieno
rispetto della natura, che oltre a autoproteggersi deve autoevolversi.
Del resto chi crede davvero in Dio e alle
sue leggi - e quindi è sempre disposto a ubbidire - è un’infima minoranza
nel Paese: più o meno quella di chi si confessa regolarmente, un partito
alle soglie del 5 per cento. Come quello dei giovani non sposati che
rinunciano alla «fornicazione». In Parlamento saranno soltanto poco più
della media perché tanti vengono scelti da ben più in alto che dal popolo
sovrano. Cambia poco: nonostante tutto prevale ancora quel
liberté-égalité-fraternité che hanno provocato, provocano e provocheranno
bei guai, ma che almeno possono cambiare, avere speranza di migliorarsi. □
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