di Ida Magli
Italiani Liberi |
Martedì 22 Ottobre 2002 |
Carissimi Italiani Liberi
Il risultato del referendum irlandese, per
quanto potessimo aspettarcelo, ha comunque dato un colpo durissimo alle ultime
speranze che qualcosa sarebbe intervenuto a fermare il processo
catastrofico dell’unificazione europea. Il modo con il quale i detentori
del potere, governanti nazionali, partiti politici, governanti
dell'Unione, hanno premuto sui cittadini irlandesi affinché votassero per
il “sì”, ha dimostrato a chi ancora avesse qualche dubbio che nel
progetto dell’Unione non c'è posto per nessun tipo di democrazia, né
diretta né indiretta. Romano Prodi ha spudoratamente dichiarato, lui,
capo del governo dell’Unione, prima che avvenisse il referendum, che un
risultato negativo sarebbe stata una tragedia senza che nessuno gli
contestasse l’illegittimità dell’interferenza. Il governo irlandese
ha mandato, cosa mai avvenuta in nessun altro referendum se non forse
quello organizzato da Saddam in Irak, i propri ministri a casa dei
cittadini, “porta a porta”, come ha dichiarato vantandosene, per
convincerli a votare a favore.
In analogia a quanto succede sempre per
quanto riguarda gli avvenimenti del potere nell’Unione, l’informazione
è stata talmente restia a suscitare un sia pur minimo dubbio critico nei
cittadini che si può essere sicuri del fatto che gli Italiani (ma come
loro più o meno tutti i cittadini degli Stati membri) hanno per la prima
volta sentito parlare del Trattato di Nizza, già approvato
silenziosamente in Parlamento con il consenso unanime di tutti i partiti.
Esistono tanti, gravissimi motivi, come gli
Italiani Liberi sanno, per temere la creazione di un mastodontico Stato
sovranazionale, con la perdita di qualsiasi controllo democratico sulle
sue gesta, ma basterebbe proprio questo fatto: che tutti i partiti e tutti
i detentori del potere siano d’accordo, e impegnino tutte le loro forze
nel realizzarlo tenendolo il più possibile nascosto ai loro sudditi, per
convincere i poveri sudditi che si tratta di una operazione contro di loro.
Il processo di allargamento ad altri dieci
paesi dell'Est, tutti poveri, dediti in grande maggioranza all’agricoltura
è un atto sconsiderato. Sono paesi usciti dal crollo dell'Unione
Sovietica non per le loro ribellioni al comunismo,
del quale anzi rimpiangono alcuni vantaggi di protezione statale di fronte
alla povertà e alla criminalità, ma proprio per le conseguenze insite
nell'organizzazione socialista che consuma le risorse materiali e
intellettuali all’interno del gruppo senza poter produrre e accumulare
nulla per il futuro. Si tratta, dunque, di popoli abituati ad obbedire e
ad essere alimentati dalle autorità statali, che peseranno su tutti noi
molto di più di quanto non siano pesati, e non pesino ancor oggi, i
tedeschi dell’Est sulla Germania d’Occidente la quale aveva però
almeno una motivazione politica, sentimentale e nazionale per la
riunificazione.
Ma, se prescindiamo dai problemi economici
(cosa che i governanti non hanno il diritto di fare dato che ci
hanno costretto alla realizzazione dell'Unione Europea vantandone
esclusivamente il valore economico, di mercato, imponendoci come legge
fondamentale la moneta unica e i parametri finanziari di Maastricht),
dobbiamo riflettere sulla assoluta
mancanza di principio di realtà con la quale i governanti continuano a
procedere nel loro progetto, come se nel frattempo nulla fosse avvenuto ad
interrompere l’ideale assetto della bontà celestiale inaugurato sul
pianeta Terra con l’Unione Europea. Facciamo un solo esempio. Dopo aver
vantato come massimo beneficio della cancellazione dei confini fra i vari
Stati, il non dover più mostrare un documento
d’identità per passare da uno Stato
all’altro visto che, con il trattato di Schengen, il territorio è
aperto a tutti i cittadini d’Europa, adesso, con l’imperversare del
terrorismo islamico, si è costretti a presentare il proprio documento d’identità
insieme alla carta d’imbarco anche per andare da Roma a Milano, ossia
all’interno del proprio Stato. Benissimo, si dirà: saremo più al
sicuro dal terrorismo. Ma non sarebbe stato necessario prima di tutto
almeno “sospendere” il trattato di Schengen, e non allargare per
giunta all’Est questo trattato così che fosse possibile impedire il
facile transito attraverso i confini terrestri dell’immensa area
orientale? Invece, no. I governanti ignorano quanta storia sia passata dai
tempi dell'utopia europea; o meglio, fingono di ignorarla, perché quello
che perseguono non è l’utopia del vogliamoci bene, propinata ai poveri
sudditi imbecilli, ma il macroscopico aumento del proprio potere,
estendendo il territorio, le popolazioni, le strutture, le tasche sui
quali esercitarlo. Insomma, si tratta dell'antico e sempre valido sogno
di un Impero sul quale non tramonti mai il sole.
Di fronte alla terrificante sconsideratezza
dei governanti, gli Italiani Liberi sono, ancora una volta, chiamati a
prendere una posizione forte, in tutti i luoghi dove è loro possibile, e
con tutte le persone o i gruppi con i quali hanno un contatto. E’
indispensabile fare opera di persuasione, e soprattutto di”reale
conoscenza” dato che gli Italiani sono tenuti quasi completamente all’oscuro
dei problemi che si nascondono dietro la facciata dell’unione Europea.
Cerchiamo di non lasciare nulla di intentato: sui luoghi di lavoro, nelle
conversazioni familiari, fra gli insegnanti, nelle parrocchie...
Per quanto riguarda le parrocchie, io
cercherò di chiarire il più possibile, scrivendo un articolo apposito,
quale tradimento nei confronti del cristianesimo sia stato operato dall’azione
wojtyliana per unificare le religioni cosiddette monoteiste. Purtroppo il
consenso servile che si è sempre accompagnato alla persona di questo
papa, non ha permesso di criticarlo in nessun modo, anche se sono molti i
sacerdoti e i teologi che non condividono le sue posizioni nel campo dottrinale
e l’accentramento da lui compiuto del culto sulla sua persona.
Dato che io ho pubblicato un libro di critica contro Wojtyla circa dieci
anni fa (Sulla Dignità della Donna, Guanda 1993) mettendo in luce
l’ottusità intellettuale delle sue scelte e i pericoli che queste
comportavano per il cristianesimo, ritengo che, come avviene in tutti i
campi della scienza, la cosa più valida consista nella verifica degli
avvenimenti previsti nella diagnosi. Faremo insieme questa verifica in un
prossimo articolo.
Coraggio, carissimi Italiani Liberi: l'ora
della battaglia è arrivata. Abbiamo bisogno di aiuto in tutti i campi. Ma
combattere per la libertà troverà, ne sono sicura, innamorati generosi.
Roma, 22 Ottobre 2002
Ida Magli