DOMANI IL VOTO
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La Francia ha
smascherato
chi bara con le parole
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di Ida Magli
il Giornale |
Sabato 4 Maggio 2002 |
Quanto invidio i Francesi! Li invidio perché
soltanto loro possono invocare, nella lotta per la libertà e per l’indipendenza
della Patria, una donna! Una donna vera, non un simbolo, non la Madonna;
una donna che ha combattuto ed è morta per liberare la Francia dagli
stranieri. Giovanna ha osato affermare che questo era un diritto del
popolo anche quando è stata messa di fronte ai maggiori rappresentanti
del potere politico e del potere religioso, in quel Tribunale di Rouen che
rimane forse la testimonianza più esemplare del fatto che un "processo"
può essere strumento perfetto di tradimento. I giudici di Giovanna
sapevano di doverla condannare, sapevano che il processo veniva istruito
apposta per giustificare la sua condanna; eppure loro, Professori dell’Università
di Parigi, attori del più disparato confronto che sia mai stato messo in
atto, quello fra i maggiori sapienti dell’epoca e una ragazzetta
analfabeta che conosce soltanto le preghiere obbligatorie, il Pater, l’Ave
e il Credo, si sono trovati in difficoltà davanti alla tranquilla
consapevolezza che i poveri hanno sempre avuto, ossia che quello che sanno
lo sanno bene perché, come dichiara Giovanna “tutto quello che so, lo
so da mia madre”.
Giovanna non ha temuto di accusare di
tradimento i rappresentanti del potere politico e soprattutto quelli del
potere religioso, i teologi, del cui linguaggio riconosce a colpo sicuro
tutta la capacità d’inganno, denunciandole sul rogo nel nome di quel
Gesù che invano ha detto: “ le vostre parole siano soltanto: “ Sì,
sì, no, no”.
Mai forse quanto oggi il linguaggio è
stato usato in modo così strumentale, così distorsivo, così
terroristico per costringere la maggioranza degli uomini a non riflettere,
a credere in ciò che appare ovvio e giusto anche quando è viceversa
terribilmente sbagliato e ingiusto. Non sto facendo la difesa del partito
di Le Pen o di chicchessia: sto semplicemente affermando che gran parte
dei politici, e di quei giornalisti che ne ripetono acriticamente le
parole, adoperano volutamente termini e concetti falsi per convincere la
gente a credere in ciò che fa loro comodo. Faccio l’esempio più
evidente. Il termine “xenofobo" viene lanciato contro
chiunque protesti contro l’ingresso e la presenza di stranieri nella
propria nazione; ma si tratta di un concetto e di un termine sbagliato. La
“fobia” è un sintomo patologico, una manifestazione di malattia, e il
termine è di carattere medico e psichiatrico. Dunque, o i milioni di
francesi che hanno votato per Le Pen sono dei malati di mente, oppure non
serve a nulla definirli tali. Per questo i sondaggi non avevano rivelato
quali sarebbero stati i risultati del voto: nessuno sa più quale sia la
verità.
Il termine “ xenofobo” viene
lanciato come ingiuria contro tutti coloro che non condividono le idee dei
governanti sulla doverosa “multietnicità” anche perché i politici
hanno trasformato in valori etici le proprie strategie. Chi vuole tenere
chiusa agli stranieri la porta della propria patria è xenofobo, mentre
sicuramente non lo è Cofferati o chi per lui il quale ha di certo chiuso
la porta di casa sua andando a predicare al popolo. L’uso del
linguaggio falso e terroristico è comune anche contro coloro che
ritengono sbagliata l’operazione politica dell’Unione europea,
amabilmente definiti "eurofobici". L’analogia non è un caso:
chi vuole la libertà e l’indipendenza della propria Patria, non può
non battersi contro la perdita di tutta la sovranità: linguistica,
territoriale, economica, politica, etica. E’ a questo punto che scatta l’altro
termine-concetto terroristico contro coloro che non condividono le
strategie dei politici: “razzista”. Le razze esistono, con differenti
caratteristiche dovute per prima cosa all’habitat. La natura ha fornito
di pelle scura chi doveva resistere alla violenza del sole, di pelle
chiara chi doveva, invece, cercare di assorbirne il più possibile qualche
pallido raggio nordico, così come ha plasmato sulla sabbia del deserto i
velocissimi piedi dell’africano che vince sempre la maratona... La
varietà e l’intelligenza della natura in tutte le differenze è
bellissima, ed il “razzismo” è consistito sempre e dovunque, sia nel
passato che nel presente, nel voler eliminare le differenze. I modi per
raggiungere questo scopo sono atroci, sia che si uccidano i popoli
fisicamente, sia che li si uccida politicamente.
Sia permesso a chi fa di professione
l’antropologo affermare che anche quello di “ Europei” è un
concetto razzistico, e che se i governanti continueranno a barare con il
disagio che esso più o meno consapevolmente suscita, presto non basterà
più innalzare cartelli contro Le Pen.
Ida Magli