di Ida Magli
Italiani Liberi |
26 Novembre 2002 |
Cari
Italiani Liberi,
ho
ricevuto l’invito a partecipare ad un convegno che si terrà a
Copenhagen il 10 e 11 dicembre prossimi sul futuro dell’Europa. Potrete
vedere il testo dell’invito e gli argomenti dei quali si tratterà nella
lettera che pubblichiamo qui di seguito. Io scriverò il testo da loro
richiesto e lo manderò, pur non andando a Copenhagen. Il motivo per il
quale questi convegni non sono utili è facilmente comprensibile. Se ne
sono fatti già molti, organizzati di volta in volta da movimenti
antieuropeisti, con i quali io sono in contatto fin da quando ho preso
posizione contro l’Unione Europea con la pubblicazione del libro Contro
l'Europa. Un libro che ha avuto molta risonanza sia perché all’estero
tutti erano (e sono) convinti che gli Italiani fossero i più entusiasti
europeisti, sia perché, pur essendoci in tanti paesi dell’Unione
movimenti, pubblicazioni, o addirittura piccoli partiti ostili al progetto
di Maastricht, in nessuno però è stato pubblicato un libro decisamente e
chiaramente contro, e per giunta da parte di un antropologo e saggista
famoso in Italia e all’estero.
Il motivo per il quale questi movimenti non
sono utili (e la prova più evidente sta nel fatto che l'Unione va avanti
senza tenerne minimamente conto) risiede nell’aver impostato la loro
azione sui medesimi presupposti dell’Unione, ossia nel voler abbracciare
tutti i popoli che vi sono coinvolti, nella speranza di avere così
maggior forza. Ma, come l’unione Europea è debole perché si fonda su
molti popoli, così sono deboli i movimenti antieuropeisti. Guardiamo, per
fare un solo esempio, le lingue che saranno ammesse al Convegno di
Copenhagen: quella ufficiale è l’inglese. Ovvio, direte voi: è
praticamente così in tutti i convegni. Ma, come potrebbe mai l’unione
Europea mettersi in competizione con l’America — è questo, infatti,
il suo scopo primario — adottandone ufficialmente la lingua, ossia
estendendone il primato con lo strumento più forte che la specie umana
possiede? Le altre lingue ammesse (che godranno di traduzione) sono il
francese, il tedesco, e il danese perché è la lingua del paese ospite.
Bene. La lingua italiana non esiste fra i movimenti antieuropeisti così
come non esiste nell'Unione Europea; non per offendere gli italiani,
naturalmente, ma perché è questa la realtà dell’Unione, e del
contro-unione modellato sull’Unione. Ho fatto soltanto un esempio per
far capire che se vogliamo veramente combattere contro l’Unione, lo
dobbiamo fare (ed è quello che sosterrò nella mia relazione) ogni popolo
all’interno del proprio paese, in funzione delle forze e degli interessi
del proprio paese, che sono diversi l’uno dall'altro tanto da rendere
appunto assolutamente fallimentare e grottesca l’idea stessa su cui si
basano i costruttori dell’Unione.
I governanti e i mezzi di comunicazione di
massa parlano il meno possibile di ciò che avviene a Bruxelles; ma è
sufficiente che un solo paese, anche di quelli più "piccoli",
come è successo in Irlanda per l’approvazione del trattato di Nizza,
susciti al suo interno un vero dibattito e un conflitto politico che i
giornalisti sono costretti a riferirlo, e i governanti a darne qualche
spiegazione ai cittadini di tutti gli altri paesi. In Italia, per esempio,
è certo che nessuno era minimamente al corrente del Trattato di Nizza,
approvato all'unanimità dal Parlamento senza neanche informarne i poveri
sudditi. E' stata soltanto la battaglia referendaria svoltasi in Irlanda
che ha fatto giungere fino agli Italiani una qualche briciola di
curiosità sulla “stranezza” di un paese democratico dove i cittadini
si oppongono alla politica di cui sono tutti invece entusiasti tutti i
governanti.
Di questo, per quanto amaro sia, dobbiamo
essere convinti: l'Unione Europea è un progetto imperiale di dominio sui
popoli funzionale esclusivamente ai desideri di potenza e di ricchezza dei
governanti, cosa che spiega come mai non vi sia nessun partito che vi si
oppone e perché gli organi di informazione tacciano il più possibile. Di
tutti i movimenti antimaastricht non hanno quasi mai dato notizia, come
non daranno notizia del convegno di Copenhagen. La strategia che ci
aiuterà di più sarà organizzare, ognuno all'interno del proprio paese,
un piccolo, piccolissimo partito politico antieuropeista; antieuropeista
esclusivamente in base agli interessi del paese che rappresenta, interessi
che sono diversi da paese a paese. Per quanto riguarda l’Italia, tanto
per rimanere all'esempio precedente, basterebbe il fatto che scomparirebbe
la lingua italiana e con essa una delle maggiori ricchezze della storia
del pensiero e della letteratura di cui tutta l’Europa abbia usufruito,
a convincerci che dobbiamo combattere con tutte le nostre forze contro l’unificazione.
Pensare che Mozart non si arrischiava a scrivere un’opera il cui
libretto non fosse scritto da un poeta italiano e in italiano! Abbasso i
traditori dell’Italia!
Ida Magli
26 Novembre 2002