Editoriali  

La classifica di Forbes sui Paperoni in politica.
Il caso di Lord Sainsbury e di Bloomberg
Il Ministro è il re dei supermercati
ma gli inglesi
non si scandalizzano

 
Andrea Tornielli
Il Giornale | Venerdì 2 Marzo 2002

In Europa e in giro per il globo ci sono fior di politici, ministri e governatori che appartengono alla fortunata categoria dei Paperon De Paperoni. Uomini di Stato, rappresentanti delle istituzioni di Paesi con secolari tradizioni democratiche, possiedono floride aziende, sono a capo di colossi informatici, gestiscono catene di supermercati, senza che questo provochi drammi nazionali. E ciò avviene non soltanto in sistemi politici molto lontani dal nostro, ma anche nella vicina Inghilterra, attualmente guidata da un governo laburista. E' quanto emerge dalla classifica degli uomini più ricchi del mondo appena pubblicata, come ogni anno, dalla rivista economica americana Forbes. Scorrendo i nomi si apprende che nel regno di Sua Maestà britannica c'è un ministro che possiede una famosissima catena di supermercati. E' il caso del titolare della Scienza Lord David Sainsbury, nel governo del laburista Tony Blair dal 1998, già al secondo mandato ministeriale. Il business man britannico possiede l'omonima catena di supermercati, una banca (fondata pochi mesi prima del suo ingresso al governo) e vanta un patrimonio personale stimato in 4,3 miliardi di dollari. Nei suoi supermercati entra, ogni giorno, un inglese su tre. Finanzia imponenti campagne pubblicitarie e acquista in media dalle due alle tre pagine quotidiane su The Times. Il magnate della grande distribuzione alimentare ha sempre avuto il pallino della scienza: negli anni sessanta, quando molti dei suoi compagni d'università scoprivano il rock'n'roll lui si occupava già degli studi sul Dna. Al punto di diventare, successivamente, uno dei più convinti sostenitori degli organismi geneticamente modificati. Proprio questa sua battaglia in favore degli Omg è stata spunto per qualche polemica da parte della opposizione conservatrice che ha ipotizzato un conflitto di interessi. Le quote societarie del ministro Lord Sainsbury, dal momento del suo ingresso al governo, sono state gestite da un “blind trust”. Lui però ha continuato la sua strada finanziando massicciamente la ricerca sugli organismi geneticamente modificati dei quali, a detta del londinese Guardian, è “un potente avvocato difensore”. Certo, qualcuno alza la voce contro Sainsbury, che non percepisce alcuno stipendio per la sua attività di ministro della Scienza, ma la vicenda non ha mai assunto toni melodrammatici e il Paese, notoriamente culla delle democrazie liberali, sembra preferisca occuparsi d'altro. In testa alla classifica dei Paperoni in politica pubblicata da Forbes resta Silvio Berlusconi, che può contare su un patrimonio di 7,2 miliardi di dollari (erano oltre dieci nella classifica dell'anno scorso), leader della coalizione di centrodestra che ha vinto le elezioni nel 2001. Subito dopo il Cavaliere, in classifica si attesta l'americano Michel Bloomberg, sindaco di New York e successore di Rudolph Giuliani, con 4,4 miliardi di dollari. Il finanziere repubblicano, che deve gestire la non facile situazione della Grande Mela economicamente depressa dopo gli attentati dell'11 settembre, ha speso 70 milioni di dollari per la sua campagna elettorale. Per il quarto posto nella classifica dei politici ricchi, bisogna volare in Medio Oriente, per la precisione nel martoriato Libano, dove nell'ottobre 2001 è stato rieletto come premier il magnate delle costruzioni Rafik Al-Hariri, che può contare su un patrimonio stimato 4 miliardi di dollari. Subito dopo, nella lista, c'è l'uomo d'affari russo Roman Abramovich, arricchitosi con il petrolio nei primi anni Novanta, che possiede 3 miliardi di dollari e fa il governatore della regione del Chukotika, con una popolazione di 87mila abitanti. Al sesto posto Forbes indica l'industriale chimico svizzero Christoph Blocher, con 1,4 miliardi di dollari. E' membro influente del partito popolare elvetico, critico verso l'Unione europea, è parlamentare dal 1979 e rappresenta la Svizzera all'Onu. Al settimo posto, con 1,3 miliardi di dollari, c'è il secondo politico americano, Richard J. Egan, veterano della guerra di Corea e fondatore insieme alla moglie della Emc, un colosso informatico per la gestione dei dati leader nel mondo. Egan, grande sostenitore del Partito repubblicano, è ambasciatore degli Usa in Irlanda. Il terzo americano segue a ruota: si tratta di Winthrop Rockefeller, soprannominato “Win”, pronipote del fondatore della Standard Oil, dal 1986 vicegovernatore dell'Arkansas.

Andrea Tornielli

 
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