ItalianiLiberi associazione
| 21.10.2004
La dittatura europea stringe sempre più il suo cerchio. Le
impronte digitali sui passaporti di tutti sono state decise senza la
più piccola discussione. La giustificazione del terrorismo o della
immigrazione clandestina, è grottesca presa in giro dei cittadini.
Da molto tempo l'unione europea prepara il massimo controllo sui
sudditi perchè sa che soltanto con rigide norme poliziesche potrà
tenere insieme la disparata congerie di centinaia di milioni di
persone non unite da nulla.
Gli Italiani Liberi ripropongono un articolo pubblicato su "Il Giornale"
il 3 giugno 2002 a proposito delle impronte digitali sui passaporti.
Non c'è nulla da cambiare.
Ida Magli
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IMPRONTE DIGITALI
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Il corpo e la democrazia |
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di Ida Magli
Il
Giornale |
Lunedì 3 Giugno 2002
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Il Ministro Scajola è apparso
in televisione, con stampato sulla faccia l'irridente, soddisfatto sorriso
della volpe che si è mangiato l’agnello, per rassicurarci: non ci
saranno discriminazioni nel paradiso europeo dei diritti umani. Le
impronte digitali saranno prese a tutti. E’ questa, infatti, la libertà
di movimento che era stata prospettata come una delle maggiori conquiste
in cambio della perdita dei confini fra gli Stati dell’Unione: niente
più passaporto. Se qualcuno conservava ancora qualche illusione sui
motivi veri della costruzione dell’Impero: ampliare lo spazio dei
detentori del potere esercitandolo, col massimo della coercizione, sul
maggior numero dei sudditi, adesso non può più ingannarsi.
Perdere il diritto sul proprio corpo significa perdere tutto. E,
corrispettivamente, possedere il corpo dei sudditi significa possederlo
del tutto.
Proviamo a ripercorrere l’itinerario del "potere" in
Occidente, dall’antica Roma fine ad oggi; il punto centrale è il “corpo”,
in quanto è il corpo che distingue l’individuo. La Natura lo ha sempre
gridato in tutti i modi, ivi incluse le impronte digitali di cui oggi si
discute: ogni individuo possiede delle impronte diverse da quelle di tutti
gli altri. Ma prima di giungere ad impadronirsi delle impronte, i
detentori del potere hanno elaborato, tramite le norme del diritto,
concezioni diverse nei confronti del possesso del corpo dei sudditi,
distinguendo di volta in volta in base o alla cittadinanza, o alla classe,
e al censo e così via.
Lo schiavo, come tutti sanno, è tale perché appartiene con il corpo al
padrone. Ma, ed è questo il punto sul quale è oggi importante
riflettere, proprio perché non possiede il proprio corpo, non ha diritto
alla parola, O meglio, la sua parola non vale: non può testimoniare in
giudizio se non con la conferma della tortura, ossia con la messa alla
prova del corpo. Abbreviando al massimo l’analisi di questi passaggi
concettuali-politici, questo significa che la “parola” è uno
strumento potente che soltanto colui che è padrone del proprio corpo può
pronunciare. Dal diritto romano, quindi, che sottoponeva a tortura il
testimone-schiavo per assicurarsi della verità della sua parola, mentre l’uomo
libero pronunciava parole “vere” in forza della libertà stessa del
suo corpo, si è giunti, attraverso lunghe fasi di terribile resistenza da
parte dei detentori del potere (nel medioevo l’eretico era sottoposto a
tortura fine a quando non pronunciava la parola: "credo" ) fino
all’illuminismo, all’abolizione della tortura (voluta da un italiano,
Cesare Beccaria, nel caso che il ministro Scajola non lo sapesse),
all'abolizione della schiavitù, infine a Marx. Tutti passaggi di
liberazione del “corpo” coestensivi all’appropriazione del diritto
alla parola potente, alla democrazia, al voto.
Ho voluto ricordare tutto questo perché, perfino coloro che si
sono opposti alla legge sulle impronte digitali, non l’hanno fatto in
nome di quella liberazione del corpo di cui Marx si è servito quando ha
teorizzato il "salario" come corrispettivo della cessione della
propria “forza” al datore di lavoro. Dunque anche i marxisti non sanno
più che cosa sia la libertà, e soprattutto - è questa la cosa più
grave nella crisi della sinistra - non sanno più che la libertà, con l’Unione
Europea, l’abbiamo persa tutti, non gli extracomunitari. Se la parola
non vale, la democrazia non esiste. Se quando ti dico il mio nome, tu,
detentore del potere, possiedi il diritto-dovere di non credermi se non
possedendo il mio corpo, io come ”persona” non esisto più. L’uomo
non è più uomo: rientra brutalmente nel mondo della natura, priva di
parola.
L'itinerario involutivo della democrazia lo si può individuare in un
momento preciso: quando il procuratore Kenneth Starr, durante il processo
più distruttore della dignità umana che si sia svolto nella nostra
epoca, ha ordinato il prelievo del sangue dal braccio del Presidente degli
Stati Uniti per l’accertamento del DNA. Quell'accertamento serviva a
identificare come appartenenti a Clinton le macchie di sperma conservate
da Monica Lewinsky sul proprio abito. Clinton aveva negato questa
circostanza. La sua parola, dunque, non serviva più, non bastava più.
Che avesse mentito e meno, dal punto di vista che stiamo analizzando, non
ha nessuna importanza. Quello che conta è che, consentendo al prelievo,
Clinton ha rinunciato alla base della democrazia: la differenza fra
pubblico e privato. Ossia fra il “corpo” e il potere democratico. Il
declino dell’America è cominciato allora. L'Unione Europea non fa che
portare a conclusione questo itinerario.
La cosa più grottesca è che, appartenenti al paradiso europeo
dei “diritti umani”, noi siamo perfino forniti di un garante della
privacy.
□
Roma, 02 Giugno 2002
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Perdere
il diritto sul proprio corpo significa perdere tutto. E,
corrispettivamente, possedere il corpo dei sudditi significa possederlo
del tutto
-
...anche i
marxisti non sanno più che cosa sia la libertà, e soprattutto - è
questa la cosa più grave nella crisi della sinistra - non sanno più
che la libertà, con l’Unione Europea, l’abbiamo persa tutti, non
gli extracomunitari
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Se la parola
non vale, la democrazia non esiste.
Se quando ti dico il mio nome, tu, detentore del potere, possiedi
il diritto-dovere di non credermi se non possedendo il mio corpo, io
come ”persona”
non esisto più"
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