di Francesco Cossiga
Libero |
Sabato 1 Giugno 2002 |
Signor Presidente, mi chiamo Francesco Cossiga e sono nato a Sassari in
Sardegna il 26 luglio 1928 (...). La mia è una famiglia ed un gruppo
familiare che hanno sempre ispirato i loro costumi e la loro vita,
semplice e modesta, a ideali democratici, repubblicani, autonomisti; una
famiglia e un gruppo familiare (dagli Zanfarino ai Berlinguer dai Satta-Branca
ai De Villa), rigidamente antifascista, con l’ala strettamente cattolica
- quella cui io personalmente ho sempre appartenuto e appartengo - ed un’ala
più vasta - che sempre però ho rispettato e difeso! - di appartenenza
alla Massoneria nazionale del Grande Oriente di Palazzo Giustiniani, del
Rito Scozzese Antico e Accettato, organizzazioni prima sciolte dal
fascismo - nonostante la difesa parlamentare fattane dal grande liberale
Francesco Ruffini e dal grande politico e uomo di cultura sarda, il
comunista Antonio Gramsci - , e poi perseguitate dall’Associazione
Nazionale Magistrati, dalla “magistratura militante”, e, ne sono
personalmente testimone, dal Consiglio Superiore della Magistratura (e
tutto questo ha portato poi alla condanna dell’Italia da parte della
Corte Europea per violazione dei diritti di libertà!...), organizzazioni
massoniche che Lei ben conosce per Sua personale cultura ed esperienza e
per la Sua amicizia e frequentazione con alcuni Suoi sodali antichi “fratelli”;
mentre io, che pur li difendo, ne sono stato e ne sono completamente
estraneo. (...)
Mi sono iscritto alla Democrazia Cristiana nel 1944, con scelta
autonoma e diversa, ma libera e rispettata, nei confronti delle
tradizioni sardiste della mia famiglia (...). Da giovane antifascista e
cattolico militante, ho subito le violenze di professori fascisti (ma Lei
non era iscritto al Guf? Perché è difficile che abbia potuto frequentare
in quel tempo la Scuola Normale di Pisa senza aver dato prove certe di
sentimenti fascisti? Niente di male! Ma perché non l’ha mai detto come
invece pubblicamente hanno fatto Aldo Moro, Alicata e Ingrao, uno
democratico-cristiano e gli altri due comunisti che “guffini” erano
più di Lei tanto da aver vinto i Littorali della cultura?) che nella
scuola arrivarono a strapparci dal bavero il glorioso distintivo della
Gioventù Italiana di Azione Cattolica. Nella casa paterna ho anche
conosciuto la cortese “intrusione” - più cortese e meno inquietante
di quella dei Ros - del Servizio Investigativo Politico, detto comunemente
ma erroneamente Ovra ruolo cui ora aspira il Ros del Gen. Giampaolo Ganzer!
Durante la campagna referendaria istituzionale nel 1946, da giovane
repubblicano presi in Roma le giuste, giustificate e necessarie botte dai
carabinieri dei Reparti a Cavallo dell’Arma intervenuti per evitare uno
scontro con i monarchici in Piazza dell’Esedra.(...)
Fra il 1946 e il 1948 ho fatto parte delle squadre armate
militari di autoprotezione della Democrazia Cristiana. Fui eletto deputato
al Parlamento nelle liste della Democrazia cristiana nelle elezioni
generali del 1958 e sempre riconfermato, fino al 1983, essendo nelle tre
ultime votazioni il più votato della Circoscrizione della Sardegna e uno
dei più votati in Italia. Ma Lei queste cose non le comprende e non le
può apprezzare perché è arrivato al Quirinale senza essersi mai
sottoposto ad un voto popolare, neanche in un circolo di bridge.(...) Nel
1983 sono stato eletto ‘Senatore per il Collegio di Tempio-Ozieri in
Sardegna e subito dopo fui eletto Presidente del Senato, quasi all’unanimità
(...).
Ho partecipato, se pur in posizione modesta, prima da cittadino e poi per
volontà dell'allora presidente del Consiglio Aldo Moro, che ne era stato
con Paolo Emilio Taviani uno dei fondatori, quale sottosegretario alla
Difesa nel suo Governo, alla organizzazione e gestione della rete italiana
clandestina di “Stay-Behind”, organizzazione segreta dell’Alleanza
Atlantica, istituita dagli organi dall’Alleanza stessa e dai Governi
nazionali e per questo sono stato inquisito e prosciolto e della cui
Associazione Volontari ho l’alto l’onore di far parte. Sono stato più
volte processato per motivi politici, mai per motivi di corruzione o
simili; e sempre prosciolto. Dopo la cessazione dalla carica di Presidente
della Repubblica, sono stato convocato e interrogato ben 72 volte da
commissioni d’inchiesta e da Autorità Giudiziarie varie: e penso non
sia ancora finita! (...).
Sono stato finora l’unico Appuntato d’Onore dell’Arma dei
Carabinieri, ufficio cui ho in questo momento rinunciato per non creare
imbarazzo all’amata Arma Benemerita e soprattutto perché non voglio
esser collega, neanche onorario, del Gen. Cc Giampaolo Ganzer e del Ten.
Col Cc Pietro Gentili, e anzi in “odio” e per disprezzo verso di essi,
intendendo indicarli entrambi con questa mia lettera al disprezzo e al ludibrio
di tutti gli appartenenti all’Arma dei Carabinieri! (...). Fui nominato
poi Ministro dell’Interno nel 1976. Ho rassegnato le dimissioni dopo
l'uccisione dell’On. Aldo Moro (9 maggio 1978) perché non lo avevamo
saputo né proteggere né liberare, e per salvare il Governo e la politica
di “unità nazionale”. Sono stato nominato dal Presidente della
Repubblica Sandro Pertini, per sua scelta personale e dietro consiglio
dell’eccellente giornalista, filosofo e romanziere Eugenio Scalfari,
sempre Suo grande amico e attuale “consigliere a secretis”, alla
carica di presidente del Consiglio dei Ministri.(...) Sono stato eletto
Presidente della Repubblica il 24 giugno 1985 al primo scrutinio con 752
voti su 977. Ho rassegnato le dimissioni il 28 aprile 1992 dopo le
elezioni generali e sono ancora Senatore a vita quale presidente emerito
della Repubblica - fino a quando non decideranno diversamente... il
Procuratore della Repubblica di Potenza, l’Anm, il Consiglio Superiore
della Magistratura, e Lei stesso, Capo dello Stato, nel Suo ormai sfrenato
delirio di onnipotenza!
Sono “Doctor of Civil Law” (DCL) non “honoris causa”! dell’Università
di Oxford, ed in essa anche Honorary Fellow del Saint Mary’s Hall and
Oriel College. Ho ventuno lauree “honoris causa”. Premetto che io sono
stato, sono e sarò sempre contro i ladri, i concussori, i corruttori, i
corrotti. E se qualche mio amico si dimostrerà che lo sia stato, me ne
dorrà assai, ma non approverò o solo difenderò il loro operato o peggio
ancora combatterò i giudici che li condanneranno! Con questa lettera
intendo difendere il diritto alla libera critica dei cittadini ed in
particolare dei parlamentari in quanto rappresentanti del Popolo sovrano
anche nei confronti, lo ripeto, degli atti e del comportamento di giudici
e pubblici ministeri, ordinanze e sentenze comprese. Con questa mia
lettera intendo difendere le prerogative dei membri del Parlamento contro
le intercettazioni illegittime, il deposito illecito e la diffusione
mediante veline attuate da alcuni servili carabinieri del Ros (meno male
che sono solo pochi, con l’attenuante di essere pessimamente comandati)
delle conversazioni dei membri del Parlamento coperte da prerogativa di
immunità. Con questa mia lettera non intendo difendere seppur nella
cristiana carità verso di essi, né Claudio Calza né Angelo Sanza: mi
auguro che siano innocenti, che riescano a provare la propria estraneità
ai fatti loro contestati, ma se invece sono colpevoli non li difenderò
ingiustificatamente, ma se del caso dopo aver letto le sentenze che li
riguardano in base al loro contenuto le approverò o le criticherò. Con
questa lettera intendo deplorare il pessimo costume di alcuni magistrati
assecondati da servili ufficiali di polizia giudiziaria di concorrere a
"sbattere in prima pagina il mostro”!
Con questa mia lettera intendo difendere il principio della
presunzione di innocenza e il principio della libertà personale che non
può essere arbitrariamente limitata specie a solo scopo teatrale come da
richiesta nei confronti dei deputati di Forza Italia Sanza e del deputato
DS Luongo. Mi sembra strano del resto che il vanitoso Procuratore della
Repubblica, il pluribocciato Sostituto Procuratore e la giovane Gip
abbiano puntato su di loro forse per coprire il rinato arco costituzionale
(un ex-democristiano del centro-destra, un ex-democristiano della
Margherita e un ex-comunista dei Ds) senza andar a toccare altre numerose
persone nominate negli atti, compreso Francesco Cossiga e Carlo Azeglio
Ciampi. E soprattutto difendo incondizionatamente, con sicura coscienza,
un grande servitore dello Stato, un ufficiale di grandissima
professionalità, sempre meno pagato di Lei, un uomo di grande spessore
morale, un carabiniere, non un "sicofante”: il Gen. di Brigata
della gloriosa Arma dei Carabinieri Stefano Orlando, forse dolorosamente
pugnalato alle spalle da qualche suo infame collega! Carabiniere,
servitore dello Stato, vittima forse di carabinieri indegni e felloni!
Vergogna eterna per gli ufficiali e generali "sicofanti"! E
difendo la libertà di tutti. E difendo anche me stesso da cittadino e da
membro del Parlamento, difendendo così anche il Parlamento tutto, da
ex-Capo dello Stato che si è tentato di minacciare e intimidire, come se
fosse un bambino, da parte di “azzeccagarbugli" che abusano del
nome di magistrati, categoria cui sono appartenuti e appartengono molti
miei familiari e tanti, tantissimi galantuomini, e fedeli servitori dello
Stato.
Mi rivolgo a Lei, come senatore e uomo di diritto, io, non certo
Lei! Non mi rivolgo a Lei come sarebbe più conveniente e giusto in una
buona democrazia, da semplice cittadino, perché dei semplici cittadini,
che sono il popolo vero della gente comune, Lei nulla sa e mai di essi ha
sentito di far parte o si interessa, salvo che per farsi applaudire
scompostamente con smodati sorrisi anche ai funerali, preferendo con la
Sua Signora e con la Sua famiglia le barche dei ricchi industriali e le
case di radical-chic, di cui Lei è uno dei tipici anche se “modesti”
esemplari. Dopo una vita onorata, mai implicato in affari di denaro, né
mai finora intercettato, né io né alcuno dei miei figli, per “relazioni
pericolose”, a bordo di barche di “sospetti mafiosi”, in acque
caraibiche, con “donnine” a bordo, né dalle centrali d’ascolto
delle forze di Polizia e sicurezza Italiane, né da quelle Nsa degli Stati
Uniti d’America, come ad altri è invece accaduto, difendendone io da
Capo dello Stato, in modo riservato ed efficace, il padre sospettato
ingiustamente e ridicolmente. Da non ricco qual sono che non gode certo di
trattamenti pensionistici pubblici, il cui indicibile livello è un’offesa
alla povertà della gente, una offesa agli operai, agli impiegati ed a chi
vive una vita difficile, dovevo aspettare con grande umiliazione proprio
l'età di 74 anni, dopo cinquant’anni passati al servizio della
Repubblica, minato come Lei da un terribile morbo e cioè marcato come Lei
dal cancro; di essere intercettato irregolarmente dalla Squadra della
Polizia Giudiziaria dell’Arma dei Carabinieri e dai Ros, Reparti
Operativi Speciali dell Arma dei Carabinieri, da me un tempo
accanitamente, e mi accorgo adesso, almeno per qualcuno, ingiustamente
difesi, e che stanno degenerando, come un tempo accadde anche alla Dia
(guarda caso quando era proprio diretta da un Generale dei Carabinieri),
in una specie di Ovra “democratica" - dove l’aggettivo “democratica”
ha naturalmente lo stesso senso, proprio dei “magistrati democratici”
e dei “giudici democratici”, e cioè “tardo-giacobini” e “tardo-leninisti”
(non “tardo-stalinisti”, poiché non ne avrebbero il coraggio fisico e
psicologico), di cui correvo il pericolo di rimanere vittima. Garantito
poi dalla correttezza e dall’onestà di un Procuratore della Repubblica,
come sono la maggior parte dei Pubblici Ministeri d’Italia. Quanto
diverso il Ros del Gen. Mori, anche lui vessato dalla “magistratura
democratica” per non averne fatto una organizzazione di
"sicofanti" : e so quel che dico, con assoluta certezza. A
questa età, e con una vita dignitosa e modesta di servitore dello Stato
alle spalle, debbo essere ora “sputtanato” da veline fatte “filtrare”
a sostegno delle posizioni della Procura della Repubblica di Potenza! Ma
non solo per questo disturbo chi, come Lei, è tanto impegnato nel
disbrigo degli affari domestici, mondani, lieti e funebri, nazionale e
sovrattutto pan-europei e mondiali: domani cosmici, impegnato com’è,
con la ineffabile ma simpatica First Lady tra feste, festini, tagli di
nastri, altre cerimonie non liete e varie altre iniziative utili al Paese.
Scrivo, a Lei, che dovrebbe essere (ma non ne ha il coraggio, perché uomo
di coraggio Lei non è mai stato e non è!) il garante della Costituzione
e quindi massimamente del Parlamento, che in un regime democratico è l’unico
“sovrano legale”, perché rappresentante dell’unico “sovrano reale”
che è il Popolo, e non Lei né la magistratura, né l’Anm, né il Csm.
Lei dovrebbe quindi essere anche il garante delle prerogative poste a
tutela dei membri del Parlamento: prerogative e non privilegi, perché
sancite da una antica e ininterrotta, salvo parzialmente nel nostro Paese,
tradizione costituzionale europea e americana a tutela non delle persone
individuali ma della libertà ed indipendenza dei rappresentanti del
Popolo Sovrano.
E chiedo, e pretendo da cittadino e da membro del Parlamento, che
Lei difenda pubblicamente il diritto di critica, quale garante dei diritti
di libertà dei cittadini, il diritto di critica anche dura nei confronti
dei magistrati, vuoi giudici vuoi soprattutto pubblici ministeri, ché in
ogni Stato di diritto questi ultimi sono solo funzionari civili incaricati
della pubblica accusa e non “unti del Signore”. E che difenda anche il
diritto di criticare perfino le sentenze, che in uno Stato di diritto non
sono accertamenti di “verità storiche ed etiche”, ma solo di “verità
convenzionali”, anche necessarie per la certezza dei rapporti giuridici,
che anche se ingiuste sono purtroppo necessarie, sono pur sempre però un
valore per una società ordinata e che solo può vivere di libertà
secondo leggi fondate su basi “civili” e non di diritto divino,
naturale o positivo. E la salvaguardia di questo diritto di critica da
parte di tutti, parlamentari o no, è oggi più che mai assolutamente
necessaria nei confronti di alcuni magistrati, giudici e pubblici
ministeri e insieme nei confronti dell’Anm e del Csm, Suoi “figliocci”
prediletti, perché essi oggi, anche sotto la Sua irresponsabile e
demagogica protezione, dovuta a ignoranza, codardia e paura (forse anche,
e la comprendo, a motivo della istituzione della Coimnissione Parlamentare
d’Inchiesta sui casi Telekom-Serbia), hanno usurpato poteri e competenze
e utilizzato i loro poteri a fini politici, spesso "eversivi" di
carriera e quindi non di pura verità!
E questa energica presa di posizione avevo richiesto tramite alti
funzionari della Sua Casa. Ero proprio curioso di sapere se Lei fosse un
vero Capo dello Stato, come De Nicola, Einaudi, Gronchi, Segni, Saragat,
Leone, Pertini, Cossiga e Scalfaro, o solo un moralmente poveruomo e
ricchissimo pensionato, ex-Direttore Generale della Banca d’Italia, che
in vita sua ebbe quattro insperate fortune: esser da me nominato a
Governatore della Banca Centrale - contro l’ostilità della maggioranza
degli esperti - , e solo perché la sapevo un buon uomo, una persona
onesta, non certo un grande economista!; esser stato indi nominato
Presidente del Consiglio dei Ministri, per crisi della politica e del
Parlamento; e quindi perfino Ministro del Tesoro, forse come presumo per
la catastrofica gestione della lira, che portò ad una svalutazione dei
14% e alla nostra uscita dallo SME! E infine Ella fu eletto per le beghe
dei partiti, udite! udite!, presidente della Repubblica Italiana, e che
dovrebbe passare alla Storia come successore, tra gli altri, cli Einaudi e
Pertini: e se Lei Signor Presidente della Repubblica, non avrà un
sussulto di dignità e coraggio, in un forte soprassalto di
consapevolezza, Lei passerà alla Storia come il ‘Presidente Tentenna”
o peggio! •
Francesco Cossiga
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Sabato 1 Giugno 2002