Radio Giornale della Svizzera Italiana
Intervista a Ida Magli

"La resistenza a donare gli organi
è dovuta alla paura di
pensare alla morte?"


 Mercoledì 2 Maggio 2001 

Si dice spesso che la resistenza a donare gli organi sia dovuta al timore di pensare alla morte. Questa supposizione viene gettata in faccia alla gente per ridicolizzarla e convincerla così a vergognarsene. Ma in realtà questo tipo di ragionamento fa parte dello stesso orizzonte psicologico e culturale in cui è nata l'idea di utilizzare il corpo dei morti. E' l'orizzonte atrocemente materialistico del medico-chirurgo, la cui opera e il cui potere diventa inutile non appena il paziente muore. In questo orizzonte non esiste la morte come fenomeno che trascende la concretezza della materia, ossia non esiste il pensiero, la sua attività simbolizzatrice, che è nata invece proprio dalla riflessione sulla morte. E' stata la morte che ha posto alla specie umana, fin dalle origini, l'interrogativo sul significato del suo esistere nel mondo, diverso da quello degli animali, che ha delineato il confine fra ciò che è sacro e ciò che non lo è proprio attraverso il culto dei defunti, attraverso il rispetto e la cura delle tombe, insomma attraverso ciò che fa dell'uomo l'Uomo.
La banalizzazione della morte è l'aspetto più sconvolgente della nostra società. Società di mercato e di consumo che capitalizza, dichiarando che non possono andare sprecati, perfino i cadaveri: oggetti fra gli oggetti.

 

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