ItalianiLiberi,
6 Novembre 2000
Un incredibile processo alla Corte
europea di Giustizia
Chi critica l’Unione europea è blasfemo?
di Helen Szamuely
Chi critica le
istituzioni europee va trattato alla stregua di un blasfemo e privato
pertanto del diritto di parola?
La questione
è sorta in un processo in discussione davanti alla Corte europea di
giustizia. Bernard Connolly, ex-funzionario della Commissione e autore
di "Il cuore marcio dell’Europa", un libro molto critico
nei confronti dell’Ue, era ricorso in appello contro una sentenza del
tribunale di prima istanza, che aveva convalidato una sanzione della
Commissione europea nei suoi confronti, in quanto reo di aver scritto
questo libro-denuncia. Tuttavia, i dipendenti della Commissione non
firmano impegni di segretezza e, in ogni modo, ciò che la Commissione
e la Corte trovavano riprovevole erano spesso le opinioni di Connolly
rispetto a quello che succedeva e continua a succedere nell’Ue. Nel
suo appello Connolly ha rilevato che la Corte europea dei Diritti Umani
aveva sempre sostenuto il diritto dei singoli a criticare le
istituzioni, ai sensi dell’articolo 10 della Convenzione sui diritti
umani. Egli si è appellato a una causa discussa nel 1996, "Wingrove
contro il Regno Unito", in cui il governo britannico si era
rifiutato di autorizzare un video gravemente blasfemo. All’epoca, la
Corte europea dei diritti umani aveva chiarito che in questo caso,
molto insolito e particolare, il governo britannico aveva agito bene:
in altre parole, la blasfemia grave e offensiva non era coperta dalla
libertà di parola. Tuttavia, nel caso di Connolly, il Procuratore
generale, Dámaso Ruiz-Jarabo Colamer, ha ribaltato l’argomentazione
della sua requisitoria. Ha argomentato cioè che il precedente della
blasfemia doveva applicarsi anche alla critica diretta contro le
istituzioni dell’UE. Quando il Daily Telegraph ha scritto di questo
nuovo sviluppo, la Corte Europea di Giustizia ha protestato e ha
preteso le scuse del direttore. A quel punto gli altri giornalisti
hanno cercato di scoprire cosa stava succedendo, ma sono stati
deliberatamente fuorviati. I funzionari della Corte infatti li hanno
indirizzati verso un’altra causa (C-273/99P), in cui era sempre
coinvolto Bernard Connolly, spiegando che non c’entrava niente la
blasfemia. Il caso giusto (C-274/99P) è stato nascosto, per due
settimane non è stato messo sul sito della Corte europea di giustizia.
Alla fine è apparso sul sito, ma solo in francese e in spagnolo.
Lunedì
prossimo la Camera dei Lords chiederà al governo britannico se ha
intenzione di sostenere questa interpretazione e se solleveranno il
caso alla Conferenza di Nizza.
Una delle
riforme che potranno essere discusse a Nizza sarà la creazione del
posto di Pubblico Ministero Europeo addetto ai "crimini contro la
Comunità". Ufficialmente, questi saranno solo crimini finanziari
come la frode o l’appropriazione indebita. (Cominceranno con la
Commissione?). Tuttavia, alla luce dell’opinione espressa dal
Procuratore Generale, ci si comincia a domandare cos’altro potrà
rientrare sotto la giurisdizione del Pubblico Ministero Europeo.
(Da EUobserver del 24/11/2000, Written by Helen Szamuely Edited
by Lisbeth Kirk)
24.11.2000
Is criticism of the EU blasphemy?
The European army which is not an army, according to British ministers,
is not
the only matter that is exercising the British media. There is the
question of
whether criticism of EU institutions should be treated in the same way
as
blasphemy and, therefore, be exempt from freedom of speech.
The subject came up in a case before the European Court of Justice,
when Bernard
Connolly, a former high-ranking employee of the Commission and author
of the
severely critical book "The Rotten Heart of Europe" appealed
against a decision
of the Court of First Instance.
This had decided that the Commission was entirely within its rights for
punishing Mr Connolly for writing a critical book. Employees of the
Commission
do not sign Official Secrets' Acts and, in any case, what the
Commission and the
Court were objecting to was very often Mr Connolly's opinions of what
happened
and continues to happen.
In his appeal Mr Connolly made it clear that the European Court of
Human Rights
has upheld the rights of individuals to criticize institutions under
Article 10
of the Convention of Human Rights. He referred to a case heard in 1996
Wingrove
v United Kingdom, which was about the British Government refusing to
grant
licence to a seriously blasphemous video. At the time the ECHR made it
clear
that in this particular and very unusual instance the British
Government was in
the right. Serious offensive blasphemy was not covered by freedom of
speech.
However, the Advocate-General in Connolly's case, Dámaso Ruiz-Jarabo
Colamer,
turned the argument round in his stated Opinion. He made it clear that
the
precedent of the blasphemy case should apply to cases of criticism
directed at
EU institutions.
When the Daily Telegraph wrote about this development, the ECJ
complained to the
editor and demanded an apology. When other journalists tried to find
out what
was happening they were deliberately misled. Officials pointed to a
different
case (C-273/99P), also involving Bernard Connolly, explaining rightly
that there
was nothing about blasphemy in it. The correct case (C-274/99P) was not
put on
the ECJ website for two weeks. Finally, it has appeared but only in
French and
Spanish.
Next Monday the British Government will be asked in the House of Lords
whether
they support this interpretation and whether they will raise the
subject at the
Nice Conference. One of the reforms that may well be discussed at Nice
will be
the creation of the post of European Public Prosecutor to deal with
"crimes
against the Community". Officially, these will be only financial
crimes such as
fraud or misappropriation of funds. (Will they start with the
Commission?)
However, in the light of the Advocate-General's Opinion, one begins to
wonder
what else may come under the EPP's jurisdiction.
Written by Helen Szamuely
Edited by Lisbeth Kirk
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