ItalianiLiberi, 9 Febbraio 2001

 

Giuliano Amato: poteri forti e democrazia totalitaria

Amato: all'Europa non serve un sovrano

La Stampa, 13 luglio 2000
a cura di Barbara Spinelli, 

 

[...] in questa conversazione, il Presidente fa capire che i progetti possono essere
arditi, ma che per superare gli ostacoli in politica occorre nasconderli, dissimularli.
Bisogna agire «come se», in Europa: come se si volessero poche cose, per
ottenerne molte. Come se gli Stati restassero sovrani, per convincerli a non
esserlo più. La Commissione di Bruxelles, ad esempio, deve agire come se
fosse un organo tecnico, per poter operare alla stregua di un governo.
E così via,
dissimulando e sottacendo.
[...]
«la sovranità che si perde sul piano nazionale non passa ad alcun nuovo soggetto. È affidata a entità senza volto: la Nato, l'Onu, infine l'Unione. L'Unione è all'avanguardia nel mondo mutante: indica un futuro di Prìncipi senza sovranità.
[...] Il nuovo è senza testa, e chi ha i comandi non è afferrabile né eleggibile».
[...]
«Di fatto la metamorfosi è già fra noi: basteranno alcuni ritocchi, e molta, molta furbizia. Perché i più non sanno, che il Mondo Nuovo già esiste».
[...]
«È vero, l'Unione così com'è oggi non somiglia all'istituzione pensata dal federalismo. Sono troppo esigue le sovranazionalità, è ancora predominante il diritto di veto esercitato dagli Stati, e il Consiglio dei ministri
rimane preponderante
[...]
La verità è che il potere sovrano, spostandosi, evapora.
Scompare.
[...] In esso non esistono più singoli, identificabili sovrani. Al loro posto esiste una moltitudine di autorità a diversi livelli di aggregazione, a ciascuna delle quali fanno capo diversi interessi degli esseri umani: livelli che posseggono competenze ambigue, condivise con altre autorità.
[...] spostandosi, il potere sovrano cui eravamo avvezzi scompare. Così peraltro si è fatta l'Europa: creando organismi comunitari senza che gli organi dove sono presenti gli Stati avessero l'impressione che si imponesse loro un potere superiore. La Corte di giustizia come organo sovranazionale nacque per questa via: fu una sorta di atomica non vista, che Schuman e Monnet infilarono nei negoziati sulla Comunità del carbone e dell'acciaio. La stessa Ceca fu questo: una casuale miscela di egoismi nazionali diventati comunitari.

Non mi sembra opportuno sostituire questo metodo lento ed efficace - che dà agli Stati una tranquillità non ansiogena nel momento in cui li spoglia di poteri - con i grandi salti istituzionali

[...] Quanto alla Commissione, vorrei essere chiaro. Per me il ruolo politico dell'esecutivo è indiscutibile. Sono solo convinto che lo eserciti al meglio usando i poteri tecnici che il Trattato le attribuisce in quanto organo esecutivo.

[...] Quindi preferisco andar piano, sbriciolare a poco a poco pezzi di sovranità, evitare bruschi passaggi da poteri nazionali a poteri federali.

[...] «Così penso che si dovrà fare le politiche comuni dell'Europa».

Quali? «La locomotiva o il cuore dell'Europa dovrà occuparsi del governo comune dell'economia come di comuni regole sull'immigrazione. Dovrà definire diritti comuni per gli immigrati regolari: diritto di mandare i figli a scuola, diritto all'assistenza sanitaria, diritto della seconda generazione a essere integrata. Poi bisogna dar vita a comuni discipline del lavoro, e creare forze che presidino i comuni confini esterni. Come vede, i cantieri sono immensi».

© La Stampa, «Amato: all'Europa non serve un sovrano»,

a cura di Barbara Spinelli, 13 luglio 2000

 

Italy's Prime Minister Giuliano Amato on Europe: the Democratic Way to Totalitarianism

«Amato: Europe Doesn't Need a Sovereign»,

by Barbara Spinelli, July 13 2000 © La Stampa

Extracts:

[...] In this conversation, the Premier indicates that however daring a project may be, in order to overcome obstacles in politics it must be hidden, camouflaged. One must act "as if", in Europe: as if one wanted only very few things, in order to obtain a great deal. As if nations were to remain sovereign, in order to convince them to surrender their sovereignty. The Commission in Brussels, for example, must act as if it were a technical organism, in order to operate like a government. And so on, camouflaging and toning down.

[...]

«the sovereignty lost on a national level does not pass on to any new subject. It is entrusted to a faceless entity: Nato, the UN and eventually the EU. The Union is the vanguard of this changing world: it indicates a future of Princes without sovereignty.

[...] the new entity is faceless, and those who are in command can neither be pinned down nor elected».

[...] «As a matter of fact, the metamorphoses is already here: all we need are a few corrections here and there, along with a very very great deal of cunning. Because most people don't realise that the New World is already among us».

[...] It's true, the Union as it is today does not resemble the institution conceived of by federalists at all. The super-nationalities are too meagre, the nations' right of veto is still prevalent and the Council of Ministers remains preponderant

[...]

The truth is that shifting sovereign power will make it evaporate.

Disappear.

[...] In it there will no longer be individual identifiable sovereigns. In their place there will be a multitude of authorities at different levels of aggregation, each of which will be at the head of different interests of human beings: levels that possess ambiguous fields of power which they share with other authorities.

[...] by moving, the power we were used to will disappear. That's the way Europe was made too: by creating communitarian organisms without giving the organisms presided over by national governments the impression that they were being subjected to a higher power. That's how the Court of Justice as a super-national organ was born: it was a sort of unseen atom bomb, which Schuman and Monnet slipped into the negotiations on the Coal and Steel Community. That was what the "CSC" itself was: a random mixture of national egotisms which became communitarian.

I don't think it's a good idea to replace this slow and effective method - which keeps national States free from anxiety while they are being stripped of power - with great institutional leaps.

[...] As to the Commission, I would like to make this clear. To me the executive branch undoubtedly has a political role. I'm just certain that it will exercise it best by employing the technical power that the Treaty assigns to it as an executive organ.

[...]

Therefore I prefer to go slowly, to crumble pieces of sovereignty up little by little, avoiding brusque transitions from national to federal power.

[...] «That's the way I think we will have to behave to build Europe's common policies».

Which policies?

«The locomotive, or heart, of Europe will have to see to the common governance of the economy, as well as to common rules on immigration. It will have to define common rights for legal immigrants: the right to send their children to school, the right to health services, the right of the second generation to be integrated. Then we must create common rules for labour and (police) forces to watch over the common outer boundaries. As you see, the building sites are immense».

 

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