BRUXELLES - Preoccupazione. E'
questa la parola pių ricorrente a Bruxelles quando si
affronta il tema dell'introduzione fisica dell'euro nei
portafogli dei cittadini. Una preoccupazione legata non
tanto e non solo ai problemi di carattere pratico cui tra
qualche mese andranno incontro tutti gli attori del
sistema economico (consumatori, commercianti, banche,
aziende...), quanto piuttosto ai rischi di spinte
inflattive indesiderate, causate da indebiti ritocchi dei
prezzi di vendita al pubblico delle merci. Un esempio? Se
una lattina di Coca-Cola costa al pubblico 1.500 lire, la
conversione esatta in euro del prezzo corrisponde a
77 centesimi, ma č probabile che molti dettaglianti
lo trasformino in 80 centesimi per avere un prezzo
"tondo", una cifra che corrisponde a 1.549 lire,
quasi 50 lire in pių rispetto al prezzo di partenza.
Il timore č peraltro condiviso
dalla maggior parte dei cittadini di Eurolandia: secondo
un recente sondaggio, oltre il 50% della popolazione teme
di "essere oggetto di raggiri" al momento del
passaggio alle banconote e monete in euro, un timore molto
radicato soprattutto in Italia, Spagna, Portogallo e
Irlanda.
Non a caso, il commissario Ue agli
affari economici e sociali Pedro Solbes, ha colto
l'occasione odierna della riunione dell'Eurogroup per
ribadire le preoccupazioni della Commissione che, oltre
alle spinte inflazionistiche indotte dall'introduzione
fisica della moneta unica, riguardano anche i ritardi
delle imprese - in particolar modo di quelle medio-piccole
- nella preparazione alla scadenza del 2 gennaio 2002.
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