eDITORIALE
L'IMPOTENZA DEI CITTADINI DELLE DEMOCRAZIE EUROPEE
Via dall'euro dei bluff
di Ida Magli ItalianiLiberi | 12.09.2011
Nella storia
che abbiamo alle spalle non abbiamo ancora mai visto i detentori del
potere riconoscere un proprio errore e fermarsi sulla strada
intrapresa. Le guerre, anche quelle recenti, così capaci di distruzione
e morte per i civili inermi nel cuore delle città, sono state portate
sempre fino all’estrema rovina. Perfino il bolscevismo sovietico,
malgrado l’evidente catastrofico fallimento dei suoi scopi già negli
anni 1929-30, ha dovuto attendere la propria naturale dissoluzione
prima che i politici ne prendessero atto.
Oggi ci troviamo ancora una volta di fronte al drammatico momento in
cui i politici dovrebbero riconoscere di aver sbagliato nel programmare
una moneta unica per gli Stati europei e in particolare i politici
italiani dovrebbero ammettere il gravissimo errore compiuto nel far
entrare a forza (con una tassa particolare: la “tassa per l’Europa")
l’Italia nell’euro. Un errore che dovrebbero riconoscere tutti i
partiti, in quanto non c’è stato, a sinistra come a destra, chi si sia
opposto (motivo per il quale sono da considerarsi veramente false e
inutili in questo momento le proteste del Pd e degli altri partiti di
sinistra contro il governo Berlusconi). Invece non lo fanno. Non lo
fanno i politici italiani e non lo fanno neanche i politici degli altri
paesi dell’Ue. E’ di questi giorni l’affermazione di Angela Merkel:
“l’euro non si tocca perché non c’è mai stato nella storia il caso di
due paesi con la stessa moneta che si siano fatta la guerra.” Che cosa
ci tocca sentire! Come si può sopportare una tale presunzione, una tale
arroganza, una tale presa in giro da parte di politici che approfittano
della sottomissione democratica dei popoli per comportarsi come se
fossero degli zar, degli imperatori, dei dittatori. Presa in giro,
certo. Non c’è mai stato il caso nella storia perché non c’è mai stata
una decisione folle, priva di qualsiasi realtà, come quella
dell’unificazione europea. E’ stata sempre la conquista, la formazione
violenta di un impero, ad obbligare gli Stati conquistati all’uso di
una determinata moneta, tanto nell’antichità quanto nel medioevo e
nell’età moderna, lasciando semmai in circolazione come seconda moneta
quella debole locale. Se non fosse che ci troviamo in una situazione
economica così grave da aver rimesso in discussione perfino ciò che
sembrava acquisito per sempre, lo statuto dei lavoratori, le parole che
pronunciano i politici nei vari consessi europei dovrebbero indurre
addirittura al riso. “Mettiamo nella Costituzione il pareggio di
bilancio” gridano solennemente. Probabilmente sono loro i primi a
ridere visto che scrivere qualcosa nella Costituzione è il sistema
migliore per poter fare il contrario. Non c’è forse l’affermazione che
la sovranità appartiene al popolo, nella Costituzione italiana? C’è
forse scritto che appartiene al signor Trichet o a chi per lui? Non c’è
forse l’affermazione che l’Italia ripudia la guerra? Eppure abbiamo
fatto la guerra al Kossovo, la guerra alla Libia…
Dunque, l’Europa è un bluff, l’euro è un bluff (Limes
dixit). E’ questo il motivo vero, il motivo principale per il quale è
così facile buttarlo giù: una moneta senza Stato non può vivere. Chi è
infatti che ne garantisce la validità? Diciamolo ancora più
chiaramente: che cos’è in concreto la Banca centrale europea? Una
istituzione come se non si è mai vista. I grandi Stati europei, Spagna,
Francia, Germania, Italia, Austria, Belgio, Olanda, ecc. hanno
rinunciato a battere moneta, ossia alla sovranità monetaria, unico
diritto che insieme alla difesa del proprio territorio definisce uno
Stato, affidandola ad alcuni privati cittadini. Certo, non cittadini
qualunque. Appartenenti alla più antica e potente massoneria,
Elisabetta d’Inghilterra, Beatrice d’Olanda, qualche Rockfeller,
qualche Rothschild e altri simili banchieri, nella loro unica qualità
di ricconi azionisti delle banche centrali di diversi Stati europei,
sono così diventati anche “azionisti” (partecipanti) della banca
centrale dell’Ue (Banca nazionale della Germania 23,4 per cento, Banca
della Francia 16, 52 per cento, Banca d’Inghilterra 15, 98 per cento,
Banca d’Italia 14, 57 per cento, Banca della Spagna 8, 78 per cento e
gli altri a seguire con quote minori), fabbricando l’euro e prestandolo
ai singoli Stati. Quale credibilità può avere una moneta che è emessa
da privati cittadini a nome di uno Stato che non esiste? L’Ue infatti è
semplicemente un’organizzazione internazionale e non può quindi battere
moneta. Ma se guardiamo ai commenti che provengono in questi giorni da
tutte le parti al problema dell’euro, alla tempesta borsistica che
imperversa anche oggi, non troviamo una parola al riguardo. Si accusano
i paesi troppo indebitati, come la Grecia e l’Italia, di essere la
causa dei propri mali e di quelli dell’Europa, ma non una parola sulla
questione della sovranità monetaria e del finto potere dei banchieri
sui cittadini dei singoli Stati.
Lo ripetiamo: il vincolo di Maastricht non è valido in quanto non
esisteva, e ancor oggi non esiste, lo Stato europeo. Si è trattato,
appunto, di un bluff. Così come è un bluff la “cittadinanza”, anch’essa imposta con il trattato di Maastricht e pertanto anch’essa non valida.
Si accenna sempre più spesso all’ipotesi dell’uscita di uno degli Stati
indebitati dall’area dell’euro, ma chi ne parla, fra economisti e
giornalisti, lo fa in termini scherzosi, quasi per sottolineare quanto
sia assurdo e stupido parlarne. Qualche proposta più seria appare,
però, anch’essa priva di un orizzonte che vada al di là dell’immediato
valore della moneta. Si dice, per esempio, che il ritorno ad una moneta
nazionale comporterebbe una perdita di valore, in termini d’inflazione,
del 50 o anche 60 per cento. Ma 50 o 60 per cento in rapporto all’euro
attuale, ossia senza contare di quanto l’euro si svaluterebbe con
l’uscita di uno Stato dalla sua area. Non si vede proprio in questi
giorni che perde già molti punti soltanto per l’ipotesi di un
fallimento della Grecia? E la riconquista della sovranità
monetaria? Non vale nulla? Il non dover pagare gli interessi ai
banchieri e il riappropriarsi del signoraggio avrà pure un valore da
mettere nel conto dell’attivo. Insomma non si può continuare ad
accettare il predominio della mentalità dei banchieri, giocatori di
borsa esperti nel perdere i soldi altrui, che hanno già messo
all’incanto il Partenone e il Colosseo: per loro non esistono beni che
non siano merce. Gli Stati, i Popoli, il loro sangue, il loro
territorio, la loro storia, la loro arte, tutto è stato nullificato
nell’orrido mercato europeo. Non è un caso se i primi chiamati ad
annientarvisi sono proprio la Grecia e l’Italia: sono loro la Storia,
sono loro la Civiltà, sono loro l’Arte che ha dato vita all’Europa.
Come potrebbero i banchieri non odiarli?
Ida Magli
Roma, 12 settembre 2011
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