eDITORIALE
La proposta economica di Berlusconi di Ida Magli Italiani Liberi | 05.02.2011
I
politici si ostinano a tacere sui veri problemi dell’economia. Nessuno,
né nei partiti di governo né in quelli di opposizione, si riferisce
mai, neanche per negarne l’esistenza o l’importanza, alle questioni
sollevate ormai da anni da studiosi ed economisti italiani, tedeschi,
francesi, americani, che riguardano la sovranità monetaria, l’adesione
all’euro, le basi dei sistemi di mercato. Questo silenzio, al quale si
attengono anche tutti i giornalisti, è di per sé la prova più
significativa della sopraffazione e della dittatura europea.
In questi giorni il governo Berlusconi si appresta a presentare
l’ennesima “riforma dell’economia” basata, come tutte le precedenti,
sull’ossequio alle direttive dei Banchieri che sono gli unici, i veri
governanti dell’Unione europea: ridurre il più possibile e al più
presto possibile, il “debito” al fine di rientrare nei parametri di
Maastricht, legge salvifica inderogabile. Inutile aggiungere che, per
quanti espedienti Berlusconi possa inventarsi, le tasse aumenteranno e
il “debito” pure per due motivi fondamentali: la mancanza della
sovranità monetaria con l’accumulo degli interessi sul “debito” e il
fondamentalismo di un mercato basato sul circolo perverso del più
consumo più produzione.
Come tutti sappiamo, l’Italia non è una nazione libera e indipendente,
perché ha ceduto il diritto sovrano di creare la propria moneta ai
banchieri della BCE. La moneta è fabbricata (“emessa”) dai banchieri
della BCE i quali ne sono gli azionisti, ossia dei proprietari privati.
A costoro, persone ricchissime, azioniste delle più importanti banche
d’Europa e d’America (Rockfeller, Rothschild, Beatrice Regina d’Olanda,
Sofia Regina di Spagna, e per l’Italia gli azionisti della banca
d’Italia compresa l’Unicredit, Draghi ecc.) che siamo “debitori”. Per
avere la quantità di denaro necessario alle spese di bilancio, l’Italia
lo prende a debito dai banchieri della BCE pagandovi l’interesse
fissato dagli stessi banchieri e mettendo in cambio sul mercato il
corrispondente quantitativo di titoli. In sintesi, dunque, il nostro
“debito” è ciò che “dobbiamo” restituire ai banchieri cui è stato
ceduto dai nostri governanti il diritto a creare la moneta. Tutto
questo è naturalmente talmente assurdo da apparire addirittura
paradossale, o meglio folle, ma i politici vi hanno fondato il loro
vero potere, il “sistema del potere”, da cui discende quello
“politico”, il governo degli Stati. Tutti i politici sanno, com’è
ovvio, che non potremo mai restituire un debito che non deve essere
restituito: è forse interesse dell’usuraio che un debito venga estinto?
Per averne una prova è sufficiente guardare a quanto si sono dati da
fare banchieri e politici, riuniti in quell’orrido nido del malaffare
che è Bruxelles, per convincere gli Stati più debitori a farsi
“aiutare”, accollandosi un enorme prestito carico di interessi che non
potranno, appunto, mai restituire. “Lacrime e sangue” per i popoli così
amorosamente beneficiati dall’animo generoso dei banchieri. Soprattutto
però che non vi venga in mente di uscire dall’euro, come qualcuno ha
ventilato. Non pensiate di poterci sfuggire: noi abbiamo spinto la
nostra generosità fino al punto di comprare i vostri titoli e di
controllare preventivamente le vostre leggi di bilancio: dunque ormai
ci appartenete.
Rientrare dal debito è la parola d’ordine di Tremonti e di Berlusconi;
rientrare dal debito è la parola d’ordine degli usurai-traditori della
sinistra (gli Amato, i Prodi, i Ciampi, i Monti) che ci hanno portato
vittoriosamente a questo approdo. Il programma economico di Berlusconi
è supportato dal suo abituale ottimismo: niente patrimoniale, per
carità. Ma vendiamo quel poco di patrimonio che ancora possiede lo
Stato perché è l’Italia, la nazione Italia che deve sparire. Insieme al
federalismo, non ci vorrà nulla a cancellarla e, pensate:
risparmieremo! Rimettiamo in marcia i consumi e vedrete: in tre anni il
“debito” rientrerà, l’Europa batterà le mani davanti ai nostri
miracoli. Povero Berlusconi, ci crede soltanto lui. Il “consumo” è la
droga che si sono inventati quegli stessi che ci hanno espropriato
della moneta per possederci: spendi, spendi, non risparmiare nulla.
Adesso l’effetto-droga è finito e i popoli hanno recuperato il buon
senso. Se le immatricolazioni delle auto sono diminuite del 20%
rispetto al gennaio dell’anno scorso, è perché nessuno cambia più
l’auto quando funziona ancora bene soltanto perché gli piace un modello
diverso. Il mercato vero è questo, fondato sul bisogno e sulla ragione,
non sull’avidità dei banchieri. Non dimentichiamocelo mai: i banchieri
sono quelli che ci hanno portato al disastro; sono quelli che,
chiamando “gioco” la propria cupidigia, si sono impadroniti del mondo.
Ida Magli Roma, 03/02/2011
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