eDITORIALE
Alla guerra dell'euro
di Ida Magli ItalianiLiberi | 09.12.2011
Porta questo titolo: “Alla guerra dell’euro”
l’ultimo numero di Limes, la rivista di geopolitica diretta da Lucio
Caracciolo. Anche questo numero è scritto come sempre da persone molto
competenti e, per quanto riguarda l’Unione europea, quasi del tutto
obiettive. Dico “quasi” perché, sebbene siano comparsi più volte
fascicoli di fuoco sull’Europa e sull’impossibilità della sua
realizzazione (ricordo fra gli altri:“L’Europa è un bluff”),
si è però sempre sentita sotto traccia una specie di dolorosa rabbia
per questa impossibilità. Insomma: se si potesse fare sarebbe
bellissima, ma di fatto non si può. Non si può per gli innumerevoli,
evidenti motivi di ordine geopolitico, storico, economico, che ormai
anche l’ultima delle casalinghe ha imparato a conoscere bene perché ne
ha vissuto le tragiche conseguenze in questi anni nei quali i politici
hanno imposto l’unificazione.
L’editoriale di Caracciolo è ricco di bruciante ironia e non risparmia
il fuoco a pallettoni: se la banca svizzera Ubs afferma che “l’euro non
dovrebbe esistere”, Caracciolo aggiunge che si tratta di una moneta in
sé improbabile, tecnicamente autodistruttiva, figlia di genitori
separati che per fingersi uniti decisero di battezzarla… Non è
possibile riassumere in poche righe tutti i punti importantissimi
toccati in questo editoriale ma, a conferma del sottinteso rimpianto di
cui parlavo, alla fine viene avanzata una proposta: piuttosto che
rimanere strangolata fra le mire di Sarkozy e quelle della Merkel,
l’Italia ha in mano una carta potente: se non volete che faccia saltare
il banco, formiamo una Confederazione Europea, uno Stato democratico
multinazionale che riunisca soltanto Francia, Germania, Spagna, Polonia
e Italia, abbastanza simili per dimensioni demografiche, territoriali,
economiche, culturali. E’ a questo punto che la geopolitica mostra il
suo peccato d’origine, quello che, pur se per tutt’altri motivi,
l’accomuna ai costruttori dell’unione europea: mancano i popoli. Manca
la vera ricchezza dei popoli d’Europa, la loro creatività, la loro
lingua, la loro volontà, il loro “carattere”. Quando Sarkozy dice
sottovoce, lamentandosi della testardaggine della Merkel: “i Tedeschi
sono sempre gli stessi” e Caracciolo giustamente aggiunge: “i Francesi
sono sempre gli stessi”, a che cosa ci si riferisce se non ai caratteri
dei popoli? Sono quegli eterni caratteri per i quali ci ritroveremmo
nella eventuale Confederazione con il conflitto direttivo fra Germania
e Francia e i nuovi, vecchi “sudditi” disprezzatissimi dei quali si può
continuare a dire “gli Italiani sono sempre gli stessi”, ecc. ecc.
Non preoccupiamoci, però, della proposta di Caracciolo: pur amico della
sinistra e di Enrico Letta con il quale ha scritto, combattendone la
fede europeista, ben due libri, non sarà ascoltato. Amaro eppure
luminoso destino quello dell’Italia: ricchissima di intelligenze
critiche e governata dai peggiori politici che possano toccare in sorte
a una nazione. Che siano stati sempre i peggiori non c’è dubbio: nessun
popolo, se non l’italiano, sarebbe riuscito a rimanere
intellettualmente vivo pur governato per duemila anni dai Papi,
dogmaticamente infallibili. Ma il progetto di unificazione europea ha
messo in luce qualcosa di peggio dell’infallibilità papale:
l’esistenza di politici che usano il potere con l’assolutezza di una
infallibilità che supera quella garantita dallo Spirito Santo, o
meglio, che non ne ha bisogno. E’ nata, contestualmente con la finzione
di un impero creato per la “pace”, una nuovissima forma di
politica, quella che per certi aspetti aveva previsto Vladimir Solovëv (*) parlando proprio degli Stati Uniti d’Europa: la
falsificazione del bene. Il Male adesso opera direttamente nella storia
portando con sé i doni del Bene: la pace, l’uguaglianza, l’amore di
tutti con tutti. Si tratta di una finzione assoluta, indistinguibile
dalla verità. Non sono necessari i termini teologico-cristiani di
Solovëv per capire che questa finzione è il male su cui si fonda
l’unione europea e che ha proseguito giorno per giorno la sua opera
distruttiva fino alla fase finale. È l’attuale dittatura degli
operatori del nulla: il gioco di borsa, il denaro virtuale. Ne ha
convalidato la verità Mario Monti eliminando la moneta
concreta.
(*)Vladimir Solovëv: I tre Dialoghi e il racconto dell'Anticristo; Vita e Pensiero; Milano 1995
Ida Magli
www.italianiliberi.it
Roma, 8 Dicembre 2011
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