eDITORIALE
La legge di Maometto in Italia: arrestato dalla polizia un marocchino
di 36 anni si giustifica così: "L'ho comprata con un regolare contratto
e per il diritto del mio Paese sono a posto". Ma la nostra
Costituzione, che lo vieta, vale per tutti: anche per gli islamici La
sua donna: una schiava comprata al mercato. Di cui disporre a
piacimento, di cui fare ciò che si vuole, con potere di vita e di morte
su di lei. Sembra una storia antica come quelle dei gladiatori. Eppu re
si ripete ancora nel Terzo millennio. Protagonista una coppia
marocchina, trapiantata in Italia, a Montecchio,in Emilia. L’immi grato
viveva da tempo in Italia e all’inizio del 2009, dopo il matrimo nio a
Casablanca, era stato raggiunto dalla moglie ventiduenne. Ora è in
cella e deve rispondere di maltrattamenti in famiglia, vio lenza,
lesioni, violenza sessuale.
Arrestato un islamico che picchiava la moglie: "Posso farlo, è mia" di Ida Magli il Giornale (link) | 08/07/2010
Un
marocchino che picchia la moglie non fa quasi più notizia in Italia.
Abbiamo purtroppo dovuto commentare casi ben più gravi, addirittura
l'uccisione di una moglie o di una figlia sulla base di motivazioni
assolutamente incomprensibili e inaccettabili per la legge e per il
costume italiano. Questa volta, però, non sarà inutile tornarci sopra,
per due aspetti particolari. Il primo è che si tratta di un caso non di
una singola esplosione di violenza motivata da una ragione particolare,
ma di maltrattamenti continuati e gravissimi da parte di un marocchino
che vive da parecchio tempo in Italia e che la giovane moglie, sposata
con regolare contratto a Casablanca, ha poi raggiunto nella sua sede
italiana. Un uomo, quindi, violento e brutale di per sé, a prescindere
dalla sua cultura e dal comportamento della moglie. Ci chiediamo
perciò: che mestiere fa questa persona? A che titolo, per quali meriti
è ammesso a vivere regolarmente in Italia? Come mai è stato concesso il
ricongiungimento familiare? Siamo pieni di psicologi, di assistenti
sociali nelle nostre strutture sanitarie: nessuno segue e assiste il
processo di adattamento psicologico degli immigrati?
Il secondo
aspetto è quello che riguarda noi, e soprattutto i nostri politici, i
quali si sono sempre rifiutati di riflettere sull'abisso che esiste fra
la società europea e quella musulmana. La nostra è una civiltà
sostanziata dall'unico concetto laico di diritto esistente
nell'antichità, quello creato da Roma, sul quale si è poi radicato il
dettato evangelico che ha messo alla pari uomini e donne condannando
ogni discriminazione e ogni gesto di violenza (ovviamente padri e
mariti violenti ce ne sono sempre stati, ma si trattava appunto di casi
singoli diventati sempre più rari). Quale punto di contatto può
esistere con la cultura musulmana? Maometto ha costruito il Corano sui
primi cinque Libri della Bibbia (i più antichi), riguardanti una
popolazione di pastori nomadi il cui senso della giustizia si fondava
sulla legge del taglione, ossia sulla pena fisica.
Su questo
«diritto» è basata la legge islamica. «La donna è di un grado inferiore
all'uomo», recita la Sura della Vacca. Essendo inferiore, dipende dagli
ordini dell'uomo, padre o marito che sia, lo deve servire. Questa è la
fede dei musulmani: che vivano in Marocco o in Italia non fa nessuna
differenza. In che modo far capire ai musulmani che esiste un codice di
diritto «laico» che non ha nulla a che fare con il Corano? Credo che
sia impossibile.
I nostri politici si debbono convincere che,
contrariamente a quanto prescritto dalle norme europee, le religioni
vanno giudicate e criticate quando affermano o prescrivono concetti e
valori che confliggono, prima che con le nostre leggi, con ciò cui noi
abbiamo dato il massimo valore: l'uguaglianza delle persone, in primis
l'uguaglianza fra uomo e donna. In alcuni Stati d'America si è creduto
di risolvere i problemi giudiziari della numerosa popolazione musulmana
permettendo l'instaurazione di tribunali coranici. Si tratta di una
decisione vergognosa per una democrazia che si vanta di essere la
migliore del mondo. Di fatto una cittadina americana di religione
musulmana è «di un grado inferiore all'uomo».
L'Europa, ma per
prima l'Italia, patria dei maggiori giuristi che siano mai apparsi
nella storia, deve impegnarsi a trovare il modo, insieme alle autorità
islamiche, per eliminare quest'affermazione. Sono i principi della
Costituzione italiana che devono essere affermati, al di là dagli
eventuali reati, affinché questa Costituzione non sia «falsa» per i
musulmani che vivono da noi.
© IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961
|
|