eDITORIALE
La sconfitta rosa: tanta pubblicità ma pochi voti
di Ida Magli Il Giornale | 11/05/2010
Riflettere
sui risultati delle elezioni inglesi dal punto di vista degli scarsi
successi ottenuti dai candidati di sesso femminile, può naturalmente
essere utile, oltre che per comprendere l’atteggiamento
particolare dell’opinione pubblica britannica in questo campo,
anche quello di altri paesi d’Europa dove per le donne continua ad
essere difficile giungere a ruoli direttivi e di responsabilità
pubblica. E’ vero che le differenze storiche, psicologiche e culturali
fra una nazione e l’altra sono molto forti, ma dopo il lungo itinerario
che la questione femminile ha percorso in Europa dal secondo dopoguerra
in poi, prima con la pressione del femminismo, poi con l’adeguamento
legislativo, almeno in linea di principio nessuno (o quasi nessuno)
mette più in dubbio il diritto delle donne all’uguaglianza. C’è
però un “non-detto”, di risentimento, di frustrazione, che si è
accumulato negli ultimi anni nella coscienza maschile, in maniera
diversa da paese a paese perché erano diversi in partenza i costumi
sociali e i rapporti fra i sessi, ma simile nei risultati, e che
andrebbe analizzato in modo oggettivo, permettendogli di esprimersi ad
alta voce in modo da poterne conoscere e discutere le ragioni. Alcune
sono evidenti e comprensibili. L’eccessiva rapidità con la quale sono
cambiati i ruoli è senza dubbio una delle prime cause. I ruoli vivono
l’uno in funzione dell’altro, cosa che non è stata affrontata con
chiarezza da nessuno, né uomini né donne. Con il risultato che le donne
sono andate a occupare i ruoli maschili, che ovviamente da quel momento
in poi non erano più “maschili”, mentre i maschi, pur in apparenza
facendo le stesse cose, in realtà sono rimasti senza ruolo. Quindi
svuotati, scontenti, frustrati, messi all’angolo perfino dalla
giustizia quando si tratta degli affidamenti familiari per i quali vige
ancora il predominio della madre.
Bisogna aggiungere, per quanto riguarda la scarsa presenza delle donne
nelle cariche politiche, che anche le donne votano poco le donne (cosa
che succede anche in Italia), e questo è un problema perfino più
difficile da risolvere di quello dei maschi perché i motivi di
tale comportamento appaiono più connaturati alla lunghissima storia di
competizione e gelosia che ha accompagnato ovunque la vita delle donne,
che non dettati dai cambiamenti recenti del loro ruolo. La cosa
più evidente è che le “quote rosa”, in qualsiasi modo siano intese, non
aiutano l’inserimento femminile, ma al contrario suscitano una reazione
negativa perché sono percepite come un’imposizione e un’ingiustizia.
Sembrerebbe che si sia verificata una reazione di questo genere nelle
elezioni inglesi perché, anche senza una vera imposizione, tuttavia
sono state esibite eccessivamente le candidature femminili come
richiamo per ottenere voti, mentre i maggiori esponenti politici,
copiando le abitudini americane, si facevano accompagnare dalle
rispettive mogli nella campagna elettorale, cosa poco gradita al
riserbo del carattere inglese e che non avrebbe dovuto essere difficile
prevedere. Rimane il fatto che in certe nazioni, come per esempio, la
Svezia, la Danimarca, la Finlandia,l’Islanda, ma anche in Olanda, in
Svizzera e in certe zone della Spagna, prevalgono ormai le donne
in tutti i campi tanto che viene spontaneo domandarsi dove siano andati
a finire e che cosa facciano i maschi; mentre in Francia, in Germania,
in Austria, così come da noi, la vita politica è ancora guidata da mani
maschili. L’Inghilterra rappresenta, in un certo senso, un caso a
parte. La rapidità con la quale ha perso (il che significa che i maschi
hanno perso) all’esterno la supremazia imperiale con le colonie, la
leadership in Europa, il prestigio della sterlina e dei commerci,
mentre all’interno i “bianchi” stanno divenendo rapidamente minoranza,
sopraffatti dalle numerose etnie di colore, ha spinto i maschi a una
radicalizzazione del vissuto maschile che, forse, si esprime anche con
il forte aumento dell’omosessualità. Il rapporto sociale,
politico, fra le donne e gli omosessuali è oggi molto importante e al
di là dell’estrema gentilezza e disponibilità che gli omosessuali
mostrano nei confronti delle donne, è un fattore da tenere in grande
considerazione.
Ida Magli 10 maggio 2010
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