Cari Italiani Liberi,

vi segnalo in particolar modo la pubblicazione da parte di due esponenti del PD di un libro a due voci che distrugge tutto quanto è stato detto fino ad oggi da parte della Sinistra sull’Unione europea. Lo segnalo perché non capisco quale sia il motivo di una tale drastica decisione. Enrico Letta è il vicesegretario del maggior partito di Opposizione: non può aver predisposto una macroscopica smentita di ciò che ha fatto la Sinistra chiamando appositamente alla propria guida l’uomo, Prodi, che doveva condurre l’Italia in Europa e, con apposite finanziarie e tasse ad hoc, vantarsi dell’abbandono della lira per usufruire dell’euro, senza calcolarne la ricaduta negativa sul proprio partito. Dunque, perché? Ripeto che non lo so, ma una delle ipotesi possibili è che abbia messo le mani avanti (sapendo evidentemente qualcosa più di noi) per l’eventualità del crollo dell’euro.
Ho voluto richiamare l’attenzione di tutti gli amici che leggono il nostro sito sulla “stranezza” di una simile dichiarazione di fallimento dell’Europa, affinché ci riflettano, ed eventualmente preparino il da farsi, soprattutto in funzione dei propri affari di lavoro, economici, finanziari.

Ida Magli

L'Europa è finita?

di Ida Magli
il Giornale | 29/07/2010


  Io non so se due uomini importanti del PD, Lucio Caracciolo ed Enrico Letta (che ne è anche vice segretario) si rendano conto di ciò che hanno fatto rendendo pubblico il loro pensiero sull’Unione Europea attraverso un dibattito edito in questi giorni che porta il titolo: L’Europa è finita? Nonostante il linguaggio tranchant di Caracciolo, e le terribili vie di fuga sognate da Letta, ritengo di no. E’ talmente veritiera, infatti, e talmente catastrofica la loro descrizione della situazione attuale dell’Europa, ma soprattutto la loro consapevolezza degli evidenti errori compiuti fin dall’inizio nell’edificarla, che ci si chiede quale possa essere il motivo di una simile confessione. “Togliere la maschera all’Europa”,  come ripete più volte Caracciolo? Questo significa riconoscere che sono state dette sempre e soltanto menzogne alle centinaia di milioni di cittadini ai quali è stata imposta dall’alto, esaltandone benefici inesistenti, non permettendo mai un dubbio, una domanda critica.

 Anche accantonando la gravità di quest’ammissione, che significa in ogni caso aver esautorato, prendendola in giro, la tanto osannata democrazia, c’è da far notare un aspetto, forse ancora più inquietante, che trapela dallo scambio di opinioni fra Letta e Caracciolo: “La verità non se la sono mai detta neanche i politici fra loro”. Aspetto inquietante perché somiglia molto da vicino al comportamento di quei Generali che durante le guerre non rivelano neanche ai propri superiori quale sia lo stato degli armamenti e delle truppe.

  Perché si è continuato per anni a non dire la verità? L’europeismo era un ideale talmente “alto” che non si poteva metterlo in dubbio, affermano Letta e Caracciolo.  Ed è davvero terribile che non capiscano che distruggere le nazioni, costringere i popoli a omogeneizzarsi, rinunciando alla propria identità, alla lingua, all’indipendenza, invece che un “alto ideale” è un’imposizione altrettanto dittatoriale e tragica quanto una guerra. E che, se l’operazione è fallita, è proprio perché era contro i popoli, oltre che senza i popoli. Nessuno, del resto, ha potuto discutere di questi alti ideali, dimostrare ai Capi che erano in errore. E’ questo che Letta e Caracciolo non dicono: l’unificazione dell’Europa è una rivoluzione totale che è stata imposta ai cittadini, come nelle più assolute dittature, perché si sapeva che i cittadini avrebbero detto di no (come, di fatto, è successo nei pochissimi casi di referendum).

  A che vale, dunque, adesso affermare che “l’Europa è un bluff”, che “l’euro è il suo ultimo urrà, la sua ultima carica di cavalleria”? Ai dittatori di solito alla fine si taglia la testa, ma ai costruttori dell’UE, tutti seduti su splendide poltrone, cosa potremmo fare? Nulla.
 Si sono inventati una moneta senza Stato, cosa assolutamente priva di realtà, continua a rinfacciare Caracciolo, e giacché senza Sovranità con questa moneta non si va da nessuna parte, proviamo a proporre delle ipotesi per uscirne. La prima ipotesi di Caracciolo è da brivido, anche se, come lui stesso dice, improbabile: “Ognuno ritorni alla propria moneta nazionale”. Le sorprese non sono finite qui perché, anche se sentirlo dire da una Sinistra che ha portato in gloria i due più entusiasti costruttori dell’euro, Ciampi e Prodi, lascia smarriti, le idee di Letta per trovare una via d’uscita al fallimento europeo fanno talmente paura che, per avere il coraggio di analizzarle, prima bisogna convincersi che Letta non andrà mai al governo, che un qualche Dio ci proteggerà da quest’ultima iattura.

  Qual è il ragionamento di Letta? E’ vero: è stato tutto un errore; partiamo dunque  dall’errore per prendere la rincorsa e completarlo. Perfino Caracciolo tenta di frenarlo ricordandogli che questi sono ragionamenti veteromarxisti, o addirittura bolscevichi. Niente. Letta si entusiasma ancora di più e propone: facciamo votare 500 milioni di cittadini per il Presidente d’Europa. Questa sarà l’investitura politica, la vera democrazia. La vera democrazia? 500 milioni che votano un Capo? Ci conviene tornare al Faraone.

Ida Magli
Roma, 26/07/2010

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