eDITORIALE
La crisi europea: informazioni e proposte di Ida Magli ItalianiLiberi | 17.11.2010
La
gravissima situazione della crisi attuale non è soltanto monetaria.
Dobbiamo convincerci, per quanto possa apparire incredibile, che la
crisi monetaria è uno strumento, il più forte e il più appariscente,
fra i molti che sono stati messi in atto, per raggiungere un solo
scopo: eliminare dalla scena politica, economica, culturale del mondo,
le Nazioni d’Europa, riducendole ad un angolo asfittico di
sopravvivenza marginale. I meccanismi, gli antefatti, i “segreti” di
questa operazione si trovano ampiamente analizzati e spiegati nel mio
libro “La dittatura europea”, pubblicato in questi giorni da Rizzoli (è
il motivo per il quale sono stata assente in quest’ultimo periodo dal
mio appuntamento con il sito degli Italiani Liberi e con la posta, ma
spero che l’avrete compreso e perdonato) e al quale rinvio tutti i
lettori in quanto si tratta effettivamente di un testo di assoluta
denuncia e di un vero e proprio manifesto di battaglia, che ho temuto
fino all’ultimo giorno che non sarebbe riuscito a vedere la luce.
Troverete lì, perciò, non soltanto il racconto di quanto io ho
sperimentato di persona durante i lunghi anni della mia guerra contro
l’unificazione europea, ma i nomi di tutti i traditori dell’Italia, da
quelli dei politici a quelli dei banchieri, e infine anche la proposta
per i governi dell’UE di abbandonare Maastricht prima che l’euro crolli
del tutto. Qui,
però, voglio invitare i miei lettori a fare propria questa proposta con
ogni mezzo che abbiano a disposizione, parlando, scrivendo,
concretizzandola per l’Italia, senza aspettare le decisioni di nessun
altro Stato.
Nazionalizzare la Banca d’Italia e simultaneamente creare la propria
moneta (una specie di “italeuro”, se non si vuole tornare a chiamarla
“lira”, ma sarebbe meglio tornare alla lira in quanto esiste tutt’ora
il riferimento del rapporto di cambio, rapporto che naturalmente va
calibrato sulla situazione odierna dal Ministro dell’Economia). Riservare
soltanto alla Borsa nazionale le emissioni dei Titoli di Stato e ai
cittadini italiani il loro acquisto (sul modello attuato dalla Cina)
così da impedire che se ne impadroniscano gli speculatori per
provocarne il fallimento e che siano alla mercé delle agenzie di rating
come sta avvenendo all’Irlanda, Grecia, Portogallo, ecc. Gli Italiani
certamente comprerebbero i titoli di Stato con maggior fiducia e a un
interesse maggiore di quello odierno quasi inesistente, mentre è
veramente vessatorio (ma non è il termine adeguato) quello che succede
con i “prestiti” del Fondo europeo e mondiale per i quali è richiesto
un interesse annuale superiore al 5%
Insomma, separare il destino economico dell’Italia da quello
catastrofico degli Stati dell’UE, destino catastrofico che è stato
voluto, programmato, perseguito e che alcune persone (non soltanto Ida
Magli) ben più competenti, soprattutto a “sinistra”, avevano previsto
fin dall’inizio della ventilata moneta unica. Il Direttore di Limes,
per esempio, Lucio Caracciolo, titolava pochi mesi fa la sua rivista:
“Dove va la moneta senza Stato?”; ma la sua voce era rimasta
inascoltata già da quando, prima della fabbricazione dell’euro,
pubblicava il suo polemico “Euro no”. Io, però, vado molto al di là
dei supposti errori di valutazione e so con assoluta certezza, così
come ho dimostrato nella “Dittatura europea”, che lo scopo era proprio
questo: il fallimento, in tutti i campi, dell’Europa, anche se la
maggioranza dei cittadini ovviamente non poteva neanche minimamente
immaginarlo. Quindi bisogna ritirarsi subito anche da tutti gli altri
provvedimenti di Maastricht, che sono tanto disfunzionali da far
supporre che siano stati inventati da persone in preda ad accessi di
follia. Le “quote”, tanto per fare un solo esempio, in base alle quali
noi buttiamo il latte e la frutta che poi dobbiamo acquistare da altri,
e altri Stati, per stare nelle quote, ributtano in mare quasi tutto il
pesce che hanno pescato, e così via, mentre ci sono popoli che muoiono
di fame. Ristabilire i dazi e le dogane per le merci che ci portano
danno, come si è sempre fatto in base alla saggezza di secoli e secoli
di scambi commerciali. Che senso ha correre dietro di negozio in
negozio o da magazzino in magazzino agli articoli contraffatti o
pericolosi della Cina, invece che bloccarli prima che entrino? Ritirarsi
immediatamente dal trattato di Schengen, ripristinando i confini che
ogni Stato sovrano deve possedere se vuole essere sovrano, e impedire
così l’invasione immigratoria e i danni e le spese assurde che questa
comporta. Insomma:
rientrare in se stessi, nel buon senso, nella ragionevolezza,
convincendosi che nella costruzione dell’UE siamo stati governati da
due gruppi di persone: i pochi che guidano il mondo e che perseguono la
nostra fine elaborando le leggi apposite, e una maggioranza che ha
obbedito a ordini “folli” senza accorgersi che erano folli. Se vogliamo
avere qualche piccola speranza di salvezza, dobbiamo rinsavire subito,
cosa che forse aiuterà anche gli altri popoli a salvarsi. Purtroppo non
c’è nessun Partito in Italia che abbia mosso neanche un’obiezione
(salvo nei primissimi tempi la Lega) ai programmi dell’unificazione
europea, quindi dai politici non possiamo aspettarci che facciano nulla
se non vi sono costretti. Bisogna trovare un modo per pretendere con
forza, con rumore, perlomeno la cosa più urgente: ritirarsi dall’euro.
Non so chi organizzi le proteste contro la riforma dell’Università,
questione di nessunissima importanza in confronto a ciò di cui stiamo
parlando, però bisognerebbe riuscire a fare qualcosa del genere.
Chiunque sia in grado di farlo, lo faccia.
Ida Magli Roma, 27/11/2010
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